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Autore: Baileys    01/05/2016    2 recensioni
Quando la giovanissima Alice Paciock aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts non poteva essere più felice. “Vado a cercare il mio grande forse” diceva, saltellando per casa.
Quando era stata smistata fra i Tassorosso si era seduta al tavolo e aveva detto sono qui per cercare il mio grande forse.
Quando era stata mandata in punizione per la prima volta al primo anno nella foresta proibita con James Sirius Potter gli aveva detto in confidenza che cercava il suo grande forse.
Dopo sei anni ad Hogwarts, ancora però pareva non averlo trovato, e sotto il suo diciassettesimo compleanno, tutti sapevano che stava tramando qualcosa di grosso, era troppo tranquilla in quel periodo.
Era marzo quando Alice scomparve.
Dopo giorni senza vederla i professori si misero in moto nel cercarla, giorno dopo giorno, ma Alice era scomparsa, o così pareva.
Stava a James, seguire gli indizi e andare alla ricerca di Alice, il suo grande forse.
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«Alice amava i misteri – rivelò Evie – così tanto da diventarne lei stessa uno»
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Paciock, Jr, Dominique, Weasley, James, Sirius, Potter, Lysander, Scamandro | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo IV: L'Albero
Nell’arco dei suoi quasi diciotto anni, James non aveva mai, mai, neanche nei suoi sogni più terribili, pensato di condividere qualcosa con sua cugina Dominique, la pecora nera della famiglia. Ma a differenza sua, Lysander era felice di collaborare con Dominique. Lysander si sapeva, era troppo buono, con tutti.
Nonostante il suo aspetto fosse ancora terrificante, Dominique si sforzava di trattare James e Lysander con gentilezza, e aiutarli nella ricerca di Alice.
Dopo un paio di giorni dalla scoperta dell’ultimo indizio, durante il pranzo, la preside era più ansiosa che mai, e anche i professori avevano tutte facce preoccupate.
«Secondo te cosa hanno tutti? » chiese James, a Lysander.
Dominque apparve dietro Lysander e si sedette vicino a lui «Hanno ispezionato tutta la foresta proibita, ogni angolo del castello, e come avevamo previsto il ministero ci si è messo di mezzo» spiegò lei.
«James, non dovremmo parlare con la McGrannitt di questi indizi? »
«No – rispose prontamente James – se li ha lasciati proprio a me, c’è un motivo»
«E quale? » chiese Lysander.
James respirò affondo «non lo so»
«James tu sei assolutamente sicuro che si riferisse a te, indicandoci la stella Sirius? » chiese Dominique, che dalla sera alla torre di astronomia esprimeva il suo dissenso nel credere che si riferisse  a lui.
«Assolutamente si, io sono James Sirius – rispose quasi vantandosene – porto il nome di Sirius Black, il padrino di mio padre, sapete era un grand uomo! »
«Sì, credo ci sia un suo quadro nell’aula di Difesa contro le arti oscure» disse Lysander.
«MA CERTO! » esclamò Dominique, alzandosi dal tavolo. I due non fecero domande e si alzarono, consapevoli che Dominique era un po’ fuori.
Mentre seguivano la bionda, James incontrò un contrattempo.
«James! – lo fermò Emma – dove stai andando? »
«Mi piacerebbe saperlo» rispose lui, tentando di mantenere il passo.
«James» lo richiamò lei. Lui fece un sospiro e si fermò.
«Non passi quasi più tempo con me» disse, triste. James provò dei rimorsi, e poi la abbracciò. «Quando questa storia sarà finita starò tutto il tempo con te, promesso» le sussurrò, accarezzandole i capelli.
«Che storia, James? » chiese lei.
«Io – balbettò, non sapeva se era il caso di rivelare o no il segreto di Alice, ma dopotutto, Emma era la sua ragazza, poteva fidarsi, no? – io, Lysander e Dominique stiamo cercando Alice»
Emma si allontanò e lo guardò negli occhi «in che senso? »
«Alice mi ha lasciato degli indizi, proprio a me» spiegò James, ma solo in quel momento si accorse che non era stata proprio una buona idea.
«Oh, e perché proprio a te» adesso Emma aveva gli occhi socchiusi, sospettosi.
James capì in un secondo, che Emma era gelosa «questo dobbiamo ancora scoprirlo, adesso devo andare, ci vediamo dopo in Sala Comune –  la baciò sulle labbra – ti amo» e poi andò via. Emma rimase lì, sola, guardando James che andava via «ti amo anche io» sussurrò, per poi girare i tacchi e andare verso la Sala Comune Grifondoro.
 

Dominique, Lysander e James erano nell’aula di Difesa contro le arti oscure, davanti al quadro di Sirius.
«Se ci vede qualcuno siamo morti» disse Lysander.
«Sei un po’ melodrammatico» rispose Dominique.
James guardò il quadro: Sirius era un uomo alto, di un eleganza e un fascino che aveva sempre caratterizzato la famiglia Black. E seppure portava il suo nome, non si sarebbe mai sentito all’altezza.
«Sai qualcosa di Alice? » gli chiese James. Sirius sorrise beffardo «Beh, non guardare avanti, o perderai la strada» James era confuso, cosa diavolo voleva dire?
Lysander invece aveva una luce negli occhi «mi perdoni» disse al quadro, per poi staccarlo dal muro e appoggiarlo per terra. E come Lysander aveva sospettato, un indizio.
 
A primavera ha un bel vestito,
in estate è tutto coperto,
quando inizia il freddo si spoglia
e d’inverno è senza vesti
 
«Uh, facile – disse Lysander – è un albero»
«Ma non può essere un albero qualunque – borbottò James – deve essere un albero importante come… »
«Un platano picchiatore! » esclamò Dominique.
Il quadro di Sirius gli sorrise e gli fece l’occhiolino.
«Su andiamo! » esclamò Lysander, iniziando ad andare verso il platano. James si intrattenne a rimettere al suo posto il quadro.
«Sai – iniziò Sirius – sei uguale a tuo padre e a tuo nonno»
James sorrise, era quello che aveva sempre voluto. Assomigliare almeno un po’ al grande Harry Potter.
«Tranne per gli occhi» continuò Sirius.
«Sì lo, so, sono quelli di mia madre» rispose.
«Lo dicevano anche a tuo padre» scherzò Sirius. James sorrise cordialmente, ma avrebbe preferito avere gli occhi verdi e gli occhiali rotondi, e magari una singolare cicatrice sulla fronte.
«è un piacere averti conosciuto, Sirius» disse allora il quadro. James rise «anche per me è stato un piacere, Sirius»
 

I ragazzi arrivarono davanti al platano e lo osservarono, quasi terrorizzati «bene, e adesso? » chiese Lysander.
«Se ci avviciniamo siamo morti» commentò Dominique.
James sospirò, poi si ricordò il modo che il padre gli aveva insegnato per bloccare il Platano.
Si avvicinò, cauto, e quando fu ad una certa distanza iniziò a correre, scaratando e saltando i rami del platano, cercando di non farsi del male, per poi arrivare dalla piccola radice, quasi invisibile che avrebbe bloccato l’albero. La premette con forza e l’albero smise di dimenarsi.
Lysander guardava James stupito, mentre Dominique piacevolmente sorpresa «però, allora non sei solo un bel faccino» commentò lei.
«Ma cosa c’è di tanto speciale qui? » chiese  Lysander.
«Un sottopassaggio – rispose James – me lo ha detto papà» per poi avvicinarsi alla tana ed entrarci dentro, seguito da Dominique e Lysander.
Il passaggio portava alla Stamberga Strillante, il luogo più infestato di fantasmi di tutta la Gran Bretagna, dicevano le leggende.
«Che posto» commentò Dominique.
«Da brivido» rispose Lysander.
«Il padre di Teddy, Remus Lupin, veniva qui nelle notti di luna piena: lui era un lupo mannaro» spiegò James.
«Teddy è un bravo ragazzo –  commentò Dominique – sono felice che Victoire abbia trovato uno come lui»
«Ma non ti stava antipatica, tua sorella? » chiese James.
«è quell’antipatia tipica dei fratelli, neanche a Lily gli vai a genio, ma ti vuole bene» spiegò lei.
«Dividiamoci, troveremo prima qualcosa» suggerì Lysander.
Cercarono in ogni angolo della casa. Fu James, quella volta a trovare l’indizio. Un armadio con inciso un albero sulle ante. «Dominique, Lysander» chiamò i suoi amici a gran voce.
Quando questi arrivarono aprirono le ante dell’armadio: una nuova scritta.

 
Non ha voce e grida fa,
non ha ali e a volo va,
non ha denti e morsi da,
non ha bocca e versi fa.
 
I tre si sentirono attraversare da un freddo gelido, un vento di ghiaccio.
«è il vento» disse James, poi iniziò a camminare, nella direzione in cui il vento tirava. Avanzavano per la casa fino a fuori dalla Stamberga, e poi ancora fino al villaggio di Hogsmeade.
«E da qui? » si chiede Lysander.
Ma non avevano risposta. 

 
.::.
Eccomi qui
pronta ad una settimana d'inferno a scuola
e quindi mi tocca aggiornare proprio ora
Forse è un po' tardino
E il capitolo è anche corto corto
Chiedo perdono
Ma mi farò perdonare lo giuro! 
Spero vi piaccia e
che mi lasciate magari qualche recensione
(Lo so il banner fa schifo)
Ciaao C:
 
  
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