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Autore: Lesye    02/05/2016    5 recensioni
La protagonista ha seri problemi a relazionarsi con l'altro sesso. Fa palesemente di tutta l'erba un fascio, giudicando tutti gli uomini inutili, bugiardi e arroganti. Ma la nostra eroina, riuscirà davvero a mantenere le distanze da questi “uomini pericolosi”?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Nathaniel, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CASINI E SCHERZI.










Mi rigirai nel letto, ormai al sicuro. Non mi sembrava vero tutto quello che era appena successo.
- “Accidenti,”- digrignai a denti stretti, ormai ero nella mia stanza, non avevo neppure acceso la luce, mi crogiolavo nella penombra. Mi sembrava surreale, Castiel mi aveva accompagnato in moto fino a casa e, con un gesto inaspettato ed elegante mi aveva dato il suo casco. Mi dava un fastidio enorme quell'aver avuto bisogno di lui, in quel momento. Avrei solo voluto urlagli un “lasciami in pace” e, dileguarmi nel nulla, ma purtroppo il fato volle che, il mio stato confusionale dopo un “quasi stupro”, se possiamo proprio chiamarlo così, non mi permise nemmeno di spostarmi di un millimetro. Mi sentivo una debole.
Mentre eravamo in moto, mi ero accasciata con il viso contro la sua schiena ed avevo pianto silenziosamente. Odiavo piangere, ancor di più vicino a qualcuno. Ho una calamita per i guai e, per le situazioni difficili. Mi aveva lasciato sotto casa, ed aveva anche approfittato di quello stato di caos nella mia mente per, scoccarmi un bacio, semplice a stampo. Volevo sciogliermi nell'acido. L'avevo guardato con sguardo confuso, mentre soddisfatto mi sorrideva, come se avesse vinto un premio raro. Senza dire nulla, me ne andai, in un gesto apatico e automatico, come se quello che aveva fatto, non fosse mai successo. Salita in casa mi sciacquai la bocca svariate volte, strofinando la superficie delle labbra con il sapone.
- “Bastardo.”- Urlai ancora, guardando il soffitto della mia camera.
Glie l'avrei fatta pagare, in un modo o nell'altro. Mi ero sentita usata, soltanto perché mi aveva aiutato, non significava che poteva prendersi una ricompensa così preziosa come, il mio primo bacio.
Decisi di dormirci su, meditando sul da farsi. Domani mi sarebbe toccato anche il turno lavorativo subito dopo scuola, me l'ero fatto spostare per incontrare il fratellino di Leigh. Chissà quanto sarebbe stato carino, sicuramente con i capelli neri e gli occhi scuri. Non vedevo l'ora di incontrarlo, i bambini mi facevano sempre tanta tenerezza. Con un pensiero felice, mi addormentai.

Il mio umore ondeggiava, oggi mi sentivo nervosa in modo strano, mi si contorceva lo stomaco e non vedevo l'ora di incontrare Castiel. Mi preparai, indossando una minigonna nera di pelle, calze spesse dello stesso colore, con degli anfibi borchiati sulle punte ed una maglietta a maniche lunghe che però, lasciava l'ombelico scoperto. Mi presi il giubbotto di pelle e lo zaino, come una furia mi precipitai fuori dalla porta, salutando brevemente mia madre.

La colazione l'avrei fatta al bar vicino alla scuola, che, raggiunsi dopo quindici minuti di camminata veloce.
Ero arrivata mezzora prima, un record per me che, al massimo riuscivo sbrigarmi pochi secondi prima del tintinnio della campana scolastica. Presi posto in un tavolino con due sedie, e poggiai subito la borsa sull'altra per non avere scocciatori. Ordinai un cappuccino ed un cornetto, mangiai di buon'umore, era dolce ed al cioccolato. Soffiai più volte sul cappuccino che ancora bruciava, mentre il mio sguardo si soffermò su un ragazzo. Confuso dalla gente presente nel bar, non aveva un angolo libero per poggiare la sua tazza di caffè. Pensai che avrebbe fatto meglio ad ordinarlo d'asporto. Notai il suo abbigliamento, sembrava antico, come quei pomposi abiti vittoriani ma, solo la giacca con tutti quei bottoni me li ricordava. Osservai i suoi capelli, argentei e più lunghi da un lato, mi piacevano. Sembrava un soggetto intrigante e totalmente diverso da tutti gli altri. Come se si risvegliasse da un coma, mi guardò, notando che il posto difronte a me era l'unico ancora libero. Imprecai così tante volte nella mia mente che forse, avevo nominato tutto il calendario santo. Tolsi lo zaino dai piedi e gli lasciai la sedia, con cortesia prese posto.
- “Grazie.”- Disse brevemente, la sua voce era profonda come il suo sguardo che adesso notavo, era davvero particolare, bicolore. Estrasse dalla tasca interna della giacca un taccuino tutto nero e, senza disturbarmi iniziò a scrivere. Di sottecchi mentre sorseggiavo il mio cappuccino ormai freddo, lo fissavo. Strano ammetterlo ma, era davvero bello. Osservavo tutto di lui, le sue lunghe ciglia nere, il modo in cui impugnava la penna, o come portava la tazzina del caffè alle labbra. C'era qualcosa di diverso, di...Distante da me, o da qualsiasi altra persona.
Dopo quindici minuti, finì ciò che gli era rimasto, nella foga dello scrivere aveva strappato e appallottolato una pagina che lasciò sul tavolo.
- “Grazie per il posto.”- Disse semplicemente, sorridendomi con quei suoi denti bianchi.
- “Prego,”- mugugnai ancora incanta mentre, lui se ne stava andando.
Come una ladruncola, afferrai quel foglio stropicciato e cercai di lisciarlo contro il petto e con le mani. Questa era invasione della privacy ma, non me ne fregava nulla, mi sentivo troppo curiosa.
All'interno con enorme stupore vi trovai una poesia.

Un sorriso m'increspa le labbra,
mentre un sapore pungente mi
pervade la bocca...

Mi possiedi,
io non resisto;
mentre ascolto un'eco lontano
di cavalli al galoppo..

No, non esistono parole
per descrivere quel tuo odore
speziato che penetra nella
mia pelle,
che mi completa, lasciandomi
senza respiro....

E poi era tutta stracciata e cancellata con l'inchiostro nero. Con cura ripiegai il foglietto e lo posai nel portafoglio, per conservarlo.
Andai a pagare il mio conto ma, qualcuno l'aveva già saldato. Sorrisi, per la prima volta in questo inizio giornata.
Con tutta la calma del mondo uscita dal bar, presi una sigaretta e me la portai alle labbra, assaporando con gusto il sapore della nicotina, in questi giorni avevo fumato davvero poco e, mi mancava. Sentii una risata fastidiosa, di scherno.
- “Che fai, mi aspetti?”- Proclamò una voce che, avevo riconosciuto già in lontananza.
- “Certo amore!”- Gridai euforica, stringendo la sigaretta con forza tra le labbra mentre, un bello schiaffo caricalo lo colpì sul volto.
- “Questo faceva male.”- Commentò incupendosi.
- “Bastardo, mi hai baciato ieri.”- Protestai, gettando la sigaretta a terra .
- “Mi sembrava troppo strana la tua reazione passiva, mi aveva quasi annoiato!”- Constatò euforico.
- “Prova a baciarmi adesso, porco! Ti spacco la facci...”- Non feci in tempo a continuare che, prese i miei insulti come un invito nel rifarlo. Mi afferrò dai polsi con forza
e, chiudendo gli occhi, mise fine alla distanza delle nostre labbra.

Quando mi mollò contento di esserci riuscito, gli arrivò un'altra sberla, sempre sulla stessa guancia, la quale era completamente rossa come i suoi capelli.
- “Anche per oggi, ho preso la mia dose di nicotina.”- Alluse alle mie labbra e, mi fece una linguaccia.
- “Sei il peggiore tra tutti gli uomini!”- Aggiunsi irritata e gli graffiai la guancia ancora sana, andandomene come una furia.
Tra tutti gli uomini stupidi proprio il più stronzo mi doveva rompere le scatole. La rabbia mi stava divorando, lo odiavo. Faceva un'azione tenera e diecimila che invece
mi infastidivano.

Furibonda entrai in classe, sbattendo la porta. Nathaniel era già lì, seduto che leggeva dei fascicoli ed al rumore sobbalzo.
- “Margot.”- Disse semplicemente, sorridendomi gentilmente.
- “Nath, sono di cattivo umore, perciò.”- Annunciai già, in modo da avvertirlo.
- “Avevo intuito dallo schiaffo che hai lanciato all'entrata.”- Ma come diavolo faceva a sapere sempre tutto.
- “Beh a meno che tu non voglia il resto, non tormentarmi.”- Fece una smorfia.
- “Come sei complicata.”- Aggiunse tornando su i suoi moduli. Nathaniel riusciva ad essere pacato e tranquillo ma, non per questo l'avrei trattato diversamente. Presi posto rumorosamente e accavallai le cosce, scoprendole ancor di più.
- “Preferibilmente, vestiti di più la prossima volta.”- Commentò sospirando il mio abbigliamento.
- “Preferibilmente, non stressarmi.”- Gli feci l'eco.
- “E' inutile sfondare un muro con la testa.”- Mi schernì.
- “Di che parlano questi moduli?”- Chiesi curiosa.
- “Gita.”- Disse abbozzandomi un sorriso sghembo, sapevo che non mi avrebbe aggiunto altro quindi, non gli diedi nemmeno da soddisfazione di chiedere.
La nostra conversazione finì qui, per tutta la giornata.


Col rintocco dell'ultima campanella, mi stiracchiai scomparendo velocemente dall'aula. Dovevo subito andare al lavoro. Mi sentivo a pezzi ma almeno, sgattaiolando presto non avrei visto Castiel.
Per la prima volta, dopo un bel po' di tempo mi fumai con calma una sigaretta ed andai a lavorare.
Raccontai cosa successe la volta precedente al lavoro ed, il capo mi spostò definitivamente l'orario lavorativo a questo: dalle 13:30 alle 16:00.
Durante queste interminabili ore a pulire bicchieri e fare caffè, mi ritrovai stranamente a pensare che, al ragazzo di oggi gli sarebbe sicuramente piaciuto questo antico bar. I suoi vestiti si sarebbero trovati bene. Finito il turno, mi cambiai rapidamente, ancora dovevo passare a comprare un giocattolo per il piccolo Lysandro. Svelta mi recai da Balzar che, vendeva un po' di tutto, sinceramente non avevo proprio idea di cosa comprare. - “Gli piace scrivere...”- Mormorai tra me e me. Notai un set di penne in stile antico, mi piacquero subito. Le presi, alla fine non sapevo di preciso quanti anni potesse avere questo “fratellino,” magari cinque come anche undici e, magari gli interessavano i cimeli. Presi anche dei dolcetti, con quelli si andava sul sicuro, sempre. Quasi saltellante mi diressi alla boutique, che aveva due graziosi palloncini verdi appesi fuori.
- “Salve!”- Urlai trionfante, sventolando il pacchettino regalo e tenendo saldamente i dolcetti.
- “Margot!”- Mi abbracciò Rosalya. - “Sei scappata oggi!”- Aggiunse.
- “Scusa, avevo il lavoro, mi hanno spostato il turno.”- Dissi, lasciandogli il vassoio.
Salutai Leigh che, stava aprendo una bottiglia di succo per versarcelo.
- “Dov'è Lysandruccio?”- Il mio tono era felice ed euforico, fin quando una voce profonda mi destò.
- “Sono qui.”- Disse il ragazzo che avevo incrociato sta mattina nel bar, adesso aveva un'espressione sorpresa e teneva in alto un sopracciglio.
Leigh e Rosa scoppiarono a ridere, meno male che non gli avevo preso “il mio diario segreto”, altrimenti mi sarei sotterrata.
Subito intervenne Rosalya poggiandogli una mano sulla spalla anche se, dato che era molto alto, dovette allungare completamente il braccio.
- “Gli avevamo fatto credere che, fossi un bambino!”- Disse la ragazza ancora con le lacrime per le risate. Questa non glie l'avrei perdonata tanto facilmente.
- “Scusa,”- intervenne Leigh.
Il mio sguardo confuso si spostò su tutti all'interno della stanza.
- “Tieni.”- Gli porsi il regalo che, mi era costato anche un bel po'. - “Ah e, grazie per la colazione.”- Aggiunsi imbarazzata da morire.
- “OH MIO DIO!”- Intervenne Rosa urlando entusiasta e saltellando dapertutto. - “Vi siete già conosciuti! E' destino, è destino!”-
- “Sei troppo rumorosa.”- Constatò l'albino, scartando con cura il regalo ed aprendolo. - “Sono stupende!”- La sua espressione mi mise a disagio, era così felice.

Concluso tutto il trambusto del primo incontro, i due innamorati se ne andarono nel magazzino, a smistare i nuovi pacchi di vestiti appena arrivati.
- “La tua poesie era davvero bella.”- Commentai stranamente, rompendo il silenzio io, per prima. La frase che uscì dalla mia bocca spiazzò sia me che lui, mi guardava con occhi sgranati. Cosa diavolo mi stava succedendo, presa dal panico raccolsi le mie cose e rossa in volto me ne andai, salutando con un “ciao”. Non gli avevo dato il tempo di replicare e, nemmeno la volevo una risposta.
 Tutti questi maschi pericolosi mi stavano circondando, non avrei mai pensato che, a 19 anni mi sarebbero successi così tanti casini! Con ancora il cuore a mille, mi rintanai di corsa a casa. E con il fiatone mi accovacciai contro la porta.


Angolo miooooo

Salve ragazze, vorrei davvero sapere i vostri pareri al riguardo di questo capitolo forse, un po' troppo lungo. Non mi sento più le dita! >___< Con quale ragazzo secondo voi Margot starebbe meglio? Fatemi sapere. 

  
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