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Autore: chocosrainbow    03/05/2016    0 recensioni
"Sei un mostro.." sussurrò lei tra i singhiozzi.
"Lo so.." le accarezzò la schiena per calmarla.
"E sai qual è la cosa bella?" rise senza allegria, lui scosse la testa.
"Che mi stavo innamorando di te." E pianse più forte.
"Possiamo far finta di nulla. Io posso rimed-"
"No." Scosse la testa Isa. "Non puoi rimediare. Io.. io ho bisogno di tempo." Si staccò da quell'abbraccio e si allontanò.
Dylan la guardò andare via, inerme.
E pianse, come mai aveva fatto prima.
Che cosa aveva fatto?
L'aveva persa, di nuovo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I wanna be yours

 





Per favore, leggete le note d'autore alla fine 🙏🏻 

 

 

"Che cosa? No cazzo!"
"Non gridare! Non sono sordo, ci sento!" Josh sussultò scuotendo le spalle del suo migliore amico. "Ti sto solo dicendo quello che ho sentito dai miei genitori."
"No cazzo!" Ripeté Dylan, le mani strette in un pugno mentre prendeva lunghi respiri per calmarsi.
Non funzionava. La sua mente lo riportava inevitabilmente, a ciò che aveva appena detto il suo migliore amico.
Che cosa avrebbe dovuto fare, ora?
Josh l'abbracciò dolcemente e sospirò, proprio come avrebbe fatto una madre con il proprio figlio.

Dylan era entrato nella vita di Isabella piuttosto in fretta, uscendone con altrettanta velocità.
Nonostante un giorno gli avesse rivelato tutta la storia, confessandogli infine di voler ancora bene ad Isabella, Josh era convinto che il sentimento del suo migliore amico fosse più profondo e che si spingesse ben oltre la semplice amicizia.
Dylan e Isabella erano migliori amici sin dai loro primi anni di vita. Erano stati inseparabili durante l'infanzia, probabilmente anche grazie all'amicizia che legava le due famiglie.

La loro amicizia si era prolungata fino alle elementari, poi alle medie erano stati costretti a separarsi, e si erano ritrovati alle superiori.
Entrambi avevano scelto il liceo artistico.

Lo stesso liceo.
Entrambi erano cambiati.

Entrambi erano cresciuti.
Entrambi erano troppo orgogliosi per rivolgersi la parola.
Entrambi sembravano non aver più bisogno dell'altro.
"Sto bene." Dylan si staccò da quell'abbraccio.

Non aveva mai amato mostrarsi vulnerabile, ma la sua voce, più profonda del solito, lo stava tradendo.

Si schiarì la voce, quasi volesse eliminare quel groppo che sentiva in gola.

Ma niente da fare, sembrava non volerlo abbandonare, proprio come il dolore che sentiva all'altezza del petto.

Proprio come invece stava facendo Isabella, lo stava abbandonando.

"Lasciami da solo per un momento, Josh." Continuò.
"Dyl-"
"Ho detto lasciami in pace!" Scoppiò, la sua voce risuonò in tutta la stanza.
Josh chinò il capo e annuì allontanandosi e chiudendosi la porta alle spalle. Appena scese le scale che l'avrebbero condotto all'uscio sentì il rumore di vari oggetti schiantarsi contro il muro frantumandosi in mille pezzi.

Proprio come il cuore di Dylan.
"Mi piacerebbe poterti aiutare." Sussurrò a se stesso scuotendo la testa.

Non avrebbe potuto in nessun modo.
Non gli sarebbe passata.

***

Due giorni dopo

"Perché non vai da lei?" Josh cercava di far ragionare il suo migliore amico, invano.
"Come sta?" la voce esitante di Dylan parve impercettibile persino a Josh che si trovava a pochi metri di distanza.
"Come vuoi che stia? E' in coma. Perché non vai da lei? Le farà bene sentirti al suo fianco." Cercò di convincerlo.

Il tatto non era sicuramente una delle sue migliori qualità, ma Dylan lo stava davvero esasperando.

Era il ragazzo più insicuro che avesse mai incontrato.

Erano così diversi, eppure li legava una forte amicizia, una delle più sincere e leali che Josh avesse mai avuto.
"Non credo che mi vorrà vedere quando si sveglierà, ormai non siamo più amici." Dylan in quel momento sembrava la persona più depressa al mondo.
"E allora perché sei in questo stato?" 
Già.. bella domanda.
Perché era in quello stato?
Era difficile da ammettere ma il solo pensiero di non poterla più vedere, anche solo da lontano, gli faceva venire l'ansia e uno strano vuoto all'altezza dello stomaco.
Non come quel vuoto che hai quando ti innamori, quando il cuore si ferma per un attimo per poi battere ancora più veloce.

No, quel tipo di vuoto ce l'aveva ogni volta che la scorgeva tra la folla, ogni volta che la sentiva ridere da lontano, e nonostante quei sorrisi non fossero rivolti a lui, nonostante quel timbro di voce così dolce e sottile non fosse mai indirizzato a lui, si sentiva felice, gli bastava contemplarla da lontano per sentire quel peso sullo stomaco alleviarsi.

Il vuoto che provava in quel momento, sapeva di terrore.
Come quando vedi la morte con gli occhi e rivivi tutti i momenti della tua vita in un flash, o come quando sali su una giostra pericolosa e te ne penti appena questa è partita.

E Dylan poteva ben dirlo, lui odiava le giostre pericolose.
Il vuoto che sentiva Dylan era il vuoto di chi ha commesso molti errori, errori a cui non ha mai voluto rimediare, rimandando sempre il momento del giudizio.

Errori che ormai sa, è ormai troppo tardi da riparare. 
"..hai capito?" Josh guardò Dylan in attesa di una risposta, ma ricevette solo uno sguardo confuso.

Si era perso come al solito nei suoi pensieri.

Pensieri che avevano il sapore di nocciola, profumavano di cioccolato, sapevano di leggerezza.

E tutte quelle caratteristiche appartenevano ad Isabella.

Dylan si perdeva spesso nei suoi occhi color nocciola, quando si avvicinava poteva nitidamente sentire il cioccolato.

Se fosse un profumo che Isabella utilizzava, o soltanto il suo shampoo preferito, non gli era dato saperlo.

Ma sapeva che adorava il cioccolato, Dylan la conosceva.

Ogni volta che la guardava sentiva un senso di leggerezza propagarsi nel suo corpo, come se non avesse nessun problema, come se semplicemente non fosse più vivo ma in un luogo mistico dove non gli era concesso provare dolore.
"Ascoltami bene perché non lo ripeterò di nuovo." Sbuffò Josh. "Se vuoi andare da lei, ti accompagno, ma basta aspettare. Se invece non ci vuoi andare smettila di sembrare un morto vivente, e vai avanti. Mi hai capito? Devi prendere una decisione." Terminò.

Voleva farlo ragionare.

Odiava vedere il suo migliore amico in quello stato, e più di ogni altra cosa voleva vederlo felice, con o senza Isabella.

Dylan meritava di essere felice.
"Forse.. devo dirle almeno addio." Sussurrò Dylan dopo secondi interminabili.
E Josh sorrise, perché non le avrebbe detto addio.

Era solo una scusa.

***

Mentre si avvicinava all'ospedale, Dylan sentì una dolorosa stretta al petto. Non sapeva cosa aspettarsi.

Non sapeva come avrebbe reagito appena l'avrebbe vista, e questo lo spaventava.

Odiava mostrarsi vulnerabile, ma ancora di più avrebbe odiato essere cacciato da quella stanza da Isabella.
Quello che sentì appena aprì la porta, era anche peggio di ciò che si aspettava.
Il corpo fragile di Isabella era poggiato su un letto che sembrava decisamente troppo grande per la sua piccola statura. La sua testa era avvolta in spessi strati di fasce e il suo braccio destro ingessato, poggiava inerme su un piccolo rialzo. L'unico suono nella stanza era il suo respiro e la macchina che segnava il battito del cuore della ragazza.

Dylan non sapeva esattamente come avesse fatto Isabella per ridursi in quello stato.

Quando Josh gli aveva spiegato ciò che era successo la sua mente aveva captato soltanto due parole: incidente e coma.

In un certo senso era contento che il suo cervello avesse deciso di non ascoltare le restanti parole, almeno avrebbe evitato di immaginare la dinamica dell'incidente, o peggio, di sognarla anche di notte come gli incubi che faceva quando era piccolo.
Dylan si avvicinò lentamente al suo letto, deglutendo a fatica ad ogni passo che compiva. Si fermò e osservò il suo viso rilassato. Le ciglia erano lunghe e scure contro la sua pelle chiara. Era pallida, ma sempre bella.

Se solo non fossero stati in un ospedale, avrebbe certamente pensato che stesse semplicemente dormendo, e non che fosse in coma.

Coma.

Quella parola risuonava nel suo cervello da giorni, e sembrava non volerlo abbandonare neanche quando cercava di dormire.

Già.. perché Dylan erano giorni che non riusciva a dormire.

Sembrava uno zombie, probabilmente se fosse stato Halloween non avrebbe neanche dovuto truccarsi.

Le occhiaie le aveva ed erano anche ben marcate, gli occhi erano rossi, per le tante ore di sonno perse.


Le accarezzò una guancia con le dita. La sua pelle era così liscia.
Dylan deglutì nuovamente. Respirava ed era viva, al momento era tutto ciò che gli interessava. Emise un sospiro di sollievo e si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto.
Le prese la mano, quella non ingessata, baciandone le dita una ad una. "Svegliati Isa." Sussurrò "E' tutto ciò che voglio ora, per favore." Un gemito strozzato sfuggì al suo controllo.

Non era mai stato molto credente, eppure in quel momento pregava come non aveva mai fatto in 19 anni di vita.

E forse Dio decise di concedergli una possibilità, o forse gli faceva semplicemente pena.
Come se le sue preghiere potessero esaudirsi, infatti, le palpebre di Isabella iniziarono a muoversi. Dylan sentiva il proprio cuore esplodere nel petto.
"Isa?" Le strinse forte la mano. "Puoi sentirmi?" Prese ad accarezzarle il volto. "Isa?"
Isabella aggrottò la fronte ed emise un gemito aprendo gli occhi per guardarlo. Dylan osservò le sue sfere nocciola e il suo cuore perse un battito. I suoi occhi erano più belli di come ricordava, più belli da vicino.

E sentì nuovamente quella leggerezza propagarsi nel suo petto, quella leggerezza che riusciva a sentire soltanto quando lei era con lui, soltanto quando lo guardava.

E non importava se lo guardasse serena, arrabbiata, infastidita o confusa –come in quel momento-, Dylan si sentiva leggero.
"Acqua.." Gracchiò la ragazza.
Il ragazzo si precipitò immediatamente a versarle un bicchiere d'acqua, facendone sgorgare buona parte sul tavolo.
La aiutò a sedersi e le portò il bicchiere alle labbra.
"Come ti senti, Isa?"
"Isa?" Ripeté lei confusa. Sbatté le palpebre più volte, aggrottando nello stesso tempo le sopracciglia. "Chi è Isa?"
"E'.. è il tuo nome, Isabella Harris." Annuì Dylan "Sei tu Isa" continuò.
"Non mi ricordo niente." Sospirò frustrata. "Tu chi sei?"
Avrebbe dovuto aspettarselo, se non ricordava se stessa come poteva ricordarsi di lui?

Aveva dimenticato tutti i bei momenti che avevano vissuto quando erano piccoli?
"Sono Dylan."
"Dylan.." Ripeté dolcemente. "Sei un mio amico?" Chiese curiosa.
Mentre lei parlava Dylan si rese conto che con la perdita di memoria, aveva anche dimenticato il suo odio per lui. Potevano ricominciare, potevano essere quelli di una volta.

Poteva riavere la sua migliore amica.
"Si, sono il tuo migliore amico."
E le mentì.

continua..

 

Note d'autore

Ciao a tutti!

Innanzitutto voglio precisare che questa non è una fan fiction, ma una one shot.

Ho deciso di dividerla in più capitoli quindi può essere considerata una fan fiction breve, oppure one shot lunga (?)

Non ne ho idea 😂

E' una cosa che ho partorito e che mi andava di pubblicare.

Scusate se ci sono errori ma non ho controllato.

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, sono ben accette anche le critiche!

Aggiorno presto, promesso.

Alla prossima! 🔥

  
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