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Autore: chocosrainbow    05/05/2016    0 recensioni
"Sei un mostro.." sussurrò lei tra i singhiozzi.
"Lo so.." le accarezzò la schiena per calmarla.
"E sai qual è la cosa bella?" rise senza allegria, lui scosse la testa.
"Che mi stavo innamorando di te." E pianse più forte.
"Possiamo far finta di nulla. Io posso rimed-"
"No." Scosse la testa Isa. "Non puoi rimediare. Io.. io ho bisogno di tempo." Si staccò da quell'abbraccio e si allontanò.
Dylan la guardò andare via, inerme.
E pianse, come mai aveva fatto prima.
Che cosa aveva fatto?
L'aveva persa, di nuovo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Sei fuori di testa?”
Dylan teneva il telefono lontano dal suo orecchio destro mentre il suo viso assumeva una smorfia irritata.
“Puoi smetterla di urlare?” sbraitò poi.
“Tu forse non ti rendi conto di ciò che hai fatto. Non capisci che quando scoprirà tutto, perché lo scoprirà, sarà peggio? Le hai mentito, devi dirle subito la verità!” Josh cercava di farlo ragionare, invano.
“Che c’è di male? Non ho nulla da perdere ed è l’unica soluzione per starle accanto.”
“Ma non ti rendi conto che appena lo scoprirà si sentirà delusa e tradita da te? E a quel punto davvero non potrai più far nulla per ritornare ad essere suo amico.” Sospirò rassegnato Josh.
“Tu non capisci, è l’unica speranza che ho.” Sussurrò Dylan, poi riattaccò.
Il suo migliore amico aveva ragione, ma non aveva scelta. Doveva mentirle.

***
Tre mesi dopo

Dylan aveva deciso di far rivivere ad Isabella tutti i bei momenti passati insieme.
Le aveva detto: “se non puoi ricordare, allora costruiremo nuovi ricordi, soltanto nostri.”
E lei l’aveva abbracciato, forte, perché avrebbe tanto voluto ricordare tutto di Dylan, perché non credeva neanche di meritare una persona tanto buona e gentile.
I primi due mesi dal suo risveglio erano stati terribili.
Si sentiva male, come se fossero morte tutte le persone a lei più care, ma poi si era detta che in realtà non erano loro ad essere morte, ma lei.
Era lei ad aver dimentico tutti, era lei a non sentirsi più parte di nulla.
Non ricordava la sua famiglia, non ricordava i suoi amici, non ricordava neanche il suo fidanzato, Alex, il quale ormai aveva gettato la spugna.
Il primo mese aveva cercato di raccontarle tutti i bei momenti passati insieme, l’aveva anche baciata più volte, ma lei non aveva provato nulla.
Si era chiesta più volte se fosse perché non ricordava nulla di lui, ma alla fine era giunta alla conclusione che non l’aveva mai amato.
Insomma.. non la facevano impazzire neanche i suoi gesti, il suo carattere.
Alex non era un ragazzo molto paziente, tutt’altro, si spazientiva in un attimo.
Quando le raccontava degli aneddoti divertenti che avevano vissuto insieme e lei non rideva, non dava cenno per fargli capire che stava iniziando a ricordare, lui si innervosiva.
Poi, con il passare dei giorni si era fatto sentire sempre meno, fino a scomparire del tutto. E ad Isa non importava, stava meglio senza di lui.
“Su quale giostra vuoi andare?” Dylan la guardò, facendola ritornare alla realtà.
Dylan.. Dylan era così diverso da Alex.
Con il suo migliore amico non si sentiva a disagio, mai.
Neanche quando stavano in silenzio perché non sapevano cosa dire, perché lei avrebbe voluto chiedergli dei suoi interessi, ma non ricordava nulla di lui e non sapeva da che parte iniziare. Neanche in quel caso si sentiva a disagio, perché lui sapeva bene quali punti toccare per farla sorridere, ridere, e talvolta si metteva anche in ridicolo pur di vedere quelle amabili fossette.
Lo adorava, semplicemente. E ogni sera quando andava a letto sorrideva come una stupida ai suoi messaggi, anche ad un semplice ‘buonanotte :)’ –che Alex non le aveva mai mandato-, e si rendeva sempre più conto di quanto fosse fortunata ad avere un amico del genere.
“Mh.. non lo so. Credo di voler andare su tutte, iniziamo dalle montagne russe?”
Si sentiva così eccitata all'idea e ormai non mangiava da un bel po’ di ore e non rischiava di vomitare anche l’anima.
Cosa che non poteva dire di Dylan, il quale era sbiancato, e sembrava stesse per svenire.
“Io penso che ti aspetterò qui, sai ho mangiato da poco” Isa non gli credeva, ma decise comunque di stare al gioco.
“Ah si.. e cos'hai mangiato?” si coprì la bocca con una mano per non fargli vedere che stava trattenendo una risata.
“Ho mangiato.. ecco.. un big mac, un crispy mcbacon, una porzione grande di patatine, e ho bevuto due bottiglie di coca cola” Prese un respiro “ma a mia sorella non piacciono i panini del McDonald quindi siamo andati anche in pizzeria e non voleva che prendessi una pizza solo per lei, allora ne ho presa una anche per me, sicura di voler sapere il gusto?” lei scosse la testa, ma lui aveva già ricominciato a parlare.
“pizza fritta con prosciutto, ricotta, mais e funghi. Era buonissima, la prossima volta andiamo a mangiarla insieme.”
Isabella sentì il pranzo risalirle, una semplice pasta con tonno.
“Fai schifo, Dylan!” lo attaccò. Sapeva bene che stava mentendo ma aveva comunque riprodotto nella sua mente l’immagine di Dylan che si ingozzava di schifezze.
“Per punizione salirai con me sulle montagne russe” continuò lei, sorridendo.
“Ma sei cretina! Vuoi farmi vomitare!” enfatizzò la sua risposta facendo una smorfia. “Ti aspetto su quella panchina” indicò una panca pochi metri lontana e iniziò ad allontanarsi.
“Dilly, hai paura delle giostre? Sei un fifone!” urlò lei facendo girare qualche persona nella loro direzione. Lui si arrestò.
Non per quello che aveva detto, ma per come l’aveva chiamato.
Si girò lentamente e si avvicinò a lei.
“Come mi hai chiamato?” gli occhi lucidi, il cuore a mille.
“Io.. scusa. Mi è uscito di getto, non volevo.. scusami” sussurrò imbarazzata.
“No! Mi chiamavi sempre così quando eravamo piccoli.” Sorrise “puoi chiamarmi così quando vuoi.” L’abbracciò forte, mentre la sentiva sorridere sul suo petto.
Quanto adorava quel sorriso.
“Dai su.. andiamo sulle montagne russe” si fece coraggio. Dopotutto doveva vincere quella sua paura, prima o poi.
Certo.. preferiva poi ma Isabella voleva andare lì, e l’avrebbe accompagnata.
“No.. ci ho ripensato. Andiamo lì” fece spallucce lei indicando delle macchinine da scontro.
Dylan non credeva sarebbe riuscito ad entrare in quel minuscolo spazio, ma avrebbe decisamente preferito avere dei lividi piuttosto che salire sulle montagne russe.
Ancora una volta Isabella l’aveva capito, l’amava anche per questo.
 
Quella giornata al luna park era stata assolutamente perfetta.
Avevano provato diverse attrazioni.
Non quelle più spericolate perché vedere Dylan vomitare non sarebbe stato il massimo, ma neanche quelle per bambini –che invece Dylan adorava-.
Si erano venuti incontro, ed entrambi erano soddisfatti.
Dylan le aveva anche regalato un pupazzo enorme quando lei l’aveva guardato con adorazione e gli aveva detto “quell'orsacchiotto ti somiglia” ed era scoppiata a ridere.
Aveva sorriso anche lui, e aveva cercato di vincerlo sparando su delle bottiglie di plastica.
Ma Dylan era leggermente miope e di quelle cinque bottiglie ne aveva colpita soltanto una.
Così aveva deciso di scendere a compromessi con la proprietaria e le aveva pagato quel pupazzo.
Gli era costato abbastanza, ma avrebbe speso tutto l’oro del mondo pur di vedere quel sorriso spuntare sulle labbra di Isabella.
Lei gli aveva proposto di pagargli metà pupazzo, ma lui non ne aveva voluto sapere e allora Isabella l’aveva abbracciato forte, ringraziandolo implicitamente per quel regalo.
Poi si era fatta subito sera, quando erano insieme il tempo volava. Dylan l’aveva accompagnata a casa e l’aveva salutata con un caloroso bacio sulla guancia.
E lei l’aveva stupito nuovamente con una frase.
“Ti voglio bene” gli aveva sussurrato all’orecchio.
E lui sentì il cuore scoppiare, l’abbracciò sollevandola da terra.
E le rispose con un semplice “anche io ti voglio bene, non sai quanto.” Per poi lasciarla andare.
Ma quella frase racchiudeva molte più cose, sentimenti che andavano ben oltre la semplice amicizia.
Ma andava bene così, gli bastava la sua amicizia, per ora.
 
***
Tre giorni dopo

 
“Dove stiamo andando?” Isa sorrise a Dylan, mentre si aggiustava i capelli nello specchietto della macchina del ragazzo.
“Vedrai, ti piacerà.” La guardò con la coda dell’occhio mentre rideva spensierata e non poté far a meno di sorridere di rimando.
Dylan l’aveva portata sulla spiaggia, a guardare il tramonto.
“Ti piace?” la osservò, curioso.
“E’ bellissimo, si vede che mi conosci.” E si sedette sul telo steso sulla sabbia. Tuttavia nella sua voce c’era un filo di tristezza.
“Qualcosa non va?” Dylan la fissò insistente.
Lei scosse la testa. “No, solo.. vorrei poter ricordare. Sapere se sono mai stata innamorata, di chi posso fidarmi.. e invece l’unica certezza che ho è che tu sei il mio migliore amico.” Sorrise triste.
L’abbracciò come mai aveva fatto prima, più per consolare se stesso mentre una lacrima gli rigava il volto.
E si sentì in colpa come mai prima.
Perché quella non doveva essere una certezza.
Perché lui era egoista, e non voleva che lei ricordasse.
E continuò a mentirle. 
 
Note d'autore
Ciao a tutti :)
Penso che questa storia avrà soltanto un altro, al massimo altri due, capitoli.
Spero vi stia piacendo!
Scusate gli errori, controllerò presto.
Alla prossima!
  
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