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Autore: HeywelGalwine    03/05/2016    2 recensioni
Avete mai immaginato di viaggiare in terre dove nessun uomo ha mai messo piede prima d'ora?
Heywel si, e per questo lui e la sua giovane compagna Gwen intraprenderanno una lunga a pericolosa avventura, per esplorare e scoprire la loro amata terra: Tohlann. Un territorio ostile, freddo, ma pregno di eroi e leggende, che il nostro Heywel ci descriverà e racconterà attraverso i suoi occhi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Partenza: Parte Seconda

Dissi a Gwen di non preparare la colazione e lesto mi infilai camicia, tunica, calze, brache e stivali e uscii di casa, più irrequieto che mai. Percorsi varie stradine, finchè non arrivai alla piazza porticata dove si teneva il mercato, che a quell'ora era in allestimento. Fojhloch era molto tranquilla nel primo mattino. Essendo in primavera si sentiva l'odore intenso e inebrianre delle glicini violacee. Dalle case coperte da rampicanti si sentivano le voci dolci delle fanciulle, mentre le dame meno timide e sposate si parlavano da una finestra all'altra attraverso la piazza. Le fantesche mettevano fuori le camicie e la biancheria candidi che diventavano di un bianco lucente sotto la luce del sole. I mercanti preparavano le loro merci mentre i contadini con i loro carretti portavano bestiame vario. Anche le botteghe aprivano. Dalla farmacia si sentiva l'odore di vino speziato, mentre il barbiere sonnecchiava davanti alla sua bottega.
Mi diressi allora verso un vicolo a me noto. In fondo ad esso si trovava una piccola bottega la cui insegna riportava la scritta "carte e mappe".
Entrai. Il piccolo ambiente si presentava polveroso e poco illuminato.
-Buongiorno Baduin- dissi sfoderando un sorriso
-Oh, il signir Heywel, la dea Vera lo porta! Cosa le occorre oggi?-
Rispose il bottegaio Baduin, un signore dal profilo aquilino e tagliente che portava una infula in testa.
-una carta, cos'hai sulle Nebbie?-
Il volto di Baduin, che era increspato in un mezzo sorriso, divenne serio.
-Nessuno chiede nulla sulle Nebbie signore- disse -mi auguro che sia per uno delle sue storie...ad ogni modo...-
E sparì nel retrobottega per poi ricomparire con in mano alcune carte ingiallite e arrotolate.
Ero rimasto piuttosto perplesso dalla sua reazione, ma dopo averlo rassicurato che non sarei partito (decisione che però avrei preso poco più tardi) pagai con una moneta d'argento, emi congedai cordialmente. Passai poi dal barbiere per farmi radere come d'abitudine. Quando ritornai in piazza il mercato era nel vivo dell'attivitá. Passai allora davanti al banco di un amico di vecchia data, Edwyn, che vendeva pelli e armature portate da sud.
-Caro Edwyn, hai della bellissima pelliccia di volpe oggi, profumata e fulgida- gli dissi con un mezzo inchino informale.
-Ma buongiorno signor Heywel, in cerca di storie?-
Fece lui rispondendo con lo stesso inchino.
-Non ora, piuttosto volevo passeggiare, ma vedo che il mercato quest'oggi è piuttosto ghermito, un bel giorno per voi mercanti!-
-Ah! Dovresti vedere la fiera di Locwude, comincierá tra qualche settimana e rimarrá per tutto l'anno si dice. Meraviglie da tutto il mondo ho visto li, che non avevo mai veduto altrove, parola mia-
Allora di nuovo mi congedai rapidamente. Ma stavolta qualche in ingranaggio in me si era sbloccato, e anzi, non smetteva più di girare.
Come preso da una febbre allora cominciai una serie di giri per il mercato che terminai solo il tardo pomeriggio.
Tornai a casa. Martha, la vecchia fantesca, aspettava nella cucina per servire la cena, mentre Gwen tesseva in silenzio davanti al camino. Consumai in silenzio il pasto e andai a dormire.
Passarono alcuni giorni durante il quale nessuno seppe della mia folle decisione.

La primavera era ormai conclusa e i fiori profumati sugli alberi cedevano il posto a frutti carnosi di un rosso vivace. Tuttavia il freddo che caratterizza tutta la terra di Tohlann non era di certo venuto meno, anzi, sembrava essere animato da nuovo vigore, tant'è che aveva fatto una breve nevicata.
Ero in casa che leggevo sulla mia poltrona alcuni manoscritti, quando sentii bussare al portone. Martha andò subito ad aprire.
Scesi le scale per vedere chi era.
-Sono sicura che c'è stato uno sbaglio signore, non sono stata avvisata dell'arrivo di alcun pacco, e tantomeno di un carro stracolmo di merci-
Disse la vecchia fantesca affacciata alla porta.
-Vogliate perdonarmi buonadonna, la bolla riporta il nome del suo padrone, Heywel Galwine-
Rispose il facchino dall'altra parte.
-Nessun errore Martha, ho ordinato io tutto-
Dissi io da dietro.
-Signore, per cortesia, porti tutto dentro e lo sistemi sul tappeto.-
Subito l'uomo ,che stava sopra un grande carro di legno trainato da due cavalli pezzati, scaricò una miriade di pacchi, casse, fagotti, borse e borselli, e con l'aiuto di un secondo uomo nerboruto, portò tutto dentro.
Firmai i documenti e presi dalla scarsella svariate monete d'oro (non sono un amante del pagamento a credito) tanto che la povera Martha per poco non svenne. Una volta che ebbero preso e registrato i soldi i due se ne andarono, e venne il momento di mostrare a Gwen i miei acquisti.
Feci chiamare la ragazza e poco dopo si trovava vicino a me che non la smetttevo di camminare avanti e indietro preso da uno smisurato entusiasmo.
-Bene mia dolcissima fanciulla vediamo cosa abbiamo qui-
Dissi sorridendo alla mia giovane domestica mostrandogli la montagna di pacchi nella stanza.
Essi contenevano guanti e calzari di cuoio, mantelli di pelliccia di lupo, abiti da viaggio e da festa, femminili e maschili, e poi bussole, pugnali, mappe medicinali acqua e cibi quali carne secca, formaggi e pane.
Insomma, ogni cosa utile per un lungo viaggio.
Erano rimasti due fagotti e un pacco avvolto nella carta e chiuso con uno spago. I due fagotti contenevano due spade non molto lunghe, con la guardia finemente cesellata e una pietra rossa nel pomolo, di fattura nordica.
-Che la dea ci aiuti, mio signore! A cosa vi serve tutto questo? Avete per caso intenzione di mente di metter su bottega?-
Sbottò Gwen sconvolta.
Sorrisi bonariamente.
-all'alba di domani, non appena apriranno le porte della cittá, monteremo su un carro e partiremo per La Gola Del Lupo, Martha si occuperá della casa nel frattempo. Naturalmente ti do la possibilitá di rifiutare, mi riferirai domattina la tua decisione-
A martha, per la seconda volta in poco tempo, venne un mancamento.
-ma signore, perchè volete che io venga con voi?-
Protestò Gwen sbalordita.
-lo capirai viaggiando mia cara Gwen-
Risposi, e ritornai a leggere.

Dopo cena tutti i preparativi erano ultimati. Tutto il necessario per la partenza era giá pronto per essere caricato sul carro che ci avrebbe portati Nella Gola Del Lupo.
Stavo sulla mia poltrona davanti al camino e guardavo Gwen indaffarata come sempre nel filare. L'ombra sul suo viso. Lo sguardo fermo, concentrato, ma grazioso e dolce. Le mani delicate che lavoravano con tanta maestria.
Niente in lei lasciava trasparire segni di preoccupazione. Solo più tardi seppi di quanto fosse profondamente turbata.
Poco dopo ci recammo nelle rispettive stanze. Quando mi poggiai sul letto la mia testa era colma di preoccupazioni e dubbi, ma il corpo fremeva per la voglia di partire. Chiusi gli occhi e per un attimo immaginai montagne, praterie, cittá magnifiche e villaggi. Ricordo che quella notte scoppiò un violento temporale e che l'aria era umida e fredda. Il tempo veniva scandito dal rumore della pioggia che batteva contro la finestra di vetro. Sapevo che dovevo addormentarmi ma proprio non riuscivo, e questo, paradossalmenre, mi faceva innervosire tanto da non riuscire a prendere sonno. Preso da questi pensieri mi alzai e presa una candela cominciai a vagare per la casa in cerca di un po' di pace. Mentre scendevo al piano inferiore mi imbattei in Gwen: stava rannicchiata di fronte alla finestra, e guardava le goccioline di pioggia scivolare sui vetri.
   
 
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