IL TUO DISEGNO È BELLISSIMO

Beerus era un cucciolo, per quanto adorabile, risaputamente dispettoso. Uno dei suoi passatempi preferiti era quello di fare scherzi di dubbio gusto al maestro e, quando era intento in tale attività, ogni difetto gli poteva essere attribuito: come ogni altro bambino era a tratti sadico e malvagio, insensibile ed egoista, spesso con una pretenziosità che sfiorava il despotismo, soprattutto quando una delle proprie marachelle andava a segno ed il Maestro non ne rideva con lui. Insomma, per quanto buono egli fosse non era certamente estraneo al piacere di creare confusione; ma, benché molte parole negative gli potessero essere rivolte in tali occasioni, tutto poteva essere detto di lui fuorché una cosa: che non volesse bene al Maestro.
Per questo, quando Vados gli aveva rivelato in gran segreto quando fosse il compleanno di Whis, Beerus si era ricordato di tutti i regali che aveva ricevuto dall’alieno e aveva deciso di fargliene uno anche lui. Ma un povero cucciolo non ancora capace di girare da solo per l’universo che regalo può fare ad un alieno che sembra avere tutto dalla vita?


Il giorno tanto atteso, Whis, si vide venire incontro un gattino felice e soddisfatto con in mano un pezzo di carta. “Maestro Whis!” Urlò il micio quando lo vide. “Buon compleanno! Ho un regalo per te!”
Whis non avrebbe mai condiviso l’entusiasmo di Beerus per i compleanni. Per un bambino ogni anno che passa è una storia nuova, un momento magico; per un essere vivo da miliardi di anni un compleanno non è che una giornata uguale alle altre da trascorrere passivamente. Ciononostante Whs non potè fare a meno di sentirsi emozionato di fronte alla magnifica sorpresa.
“Grazie, tesoro!” Esclamò affermando il foglio e dispiegandolo. Corrugò poi la fronte: sulla carta c’erano uno sgorbio blu ed uno sgorbio viola, due macchie indistinte collegate da due linee colorate. 
Guardandolo meglio... Quelle linee... Possibile che fossero due braccia?
Piano piano, mentre Beerus aspettava ansioso, Whis cominciò ad identificarsi nello sgorbio più alto, comprendendo che quello più basso doveva essere Beerus che lo teneva per mano.
“Allora? Ti piace?” Chiese il gatto stufo di quella lunga attesa.
Sorridendo, Whis ripiegò il pasticcio colorato e se lo infilò in tasca, prendendo in braccio il gattino e stringendolo forte. “Sì”, rispose sereno. “È un disegno bellissimo. Una vera opera d’arte”.
Beerus miagolò compiaciuto.


Qualche milione d’anni dopo, Whis rimemorava nostalgico la scena. 
“Sa, Lord Beerus”, affermò quando il suo dio lo raggiunse, “In tutta la sua vita lei mi ha fatto un solo regalo di compleanno”.
“Ti riferisci al mio disegno?” Chiese questi accomodandosi accanto a lui.
“Già”, sospirò Whis. “Il disegno più brutto che io avessi mai visto. Non credo di aver mai incontrato un artista peggiore”.
Beerus rimase in silenzio per qualche istante prima di rispondere al Maestro. “Il mio regalo per te sarà quello di fingere di non aver sentito”. Gli fece l’occhiolino ridacchiando piano. “Buon compleanno, Whis”.