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Autore: ChrysTheElf    03/05/2016    0 recensioni
Ruby scrutava l’orizzonte dalla finestra di camera sua. Una lacrima scendeva lungo la sua guancia mentre i ricordi lo stavano assalendo. Il pesante mantello fluttuava nel vento, rendendo ancora più solida la sua presenza. Com’era finito in tutto questo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lino, Rocco Petri, Ruby, Sapphire, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Eh sì. E' passato qualche secolo dall'ultimo aggiornamento, vero? Eppure ci sono ancora, state tranquilli! Ho avuto qualche casino con la scuola, il calcio, un dibattito, gite, non gite, eccetera eccetera, ma ora sono tornato! Quanto durerà? Non molto, temo, ma dicono che la speranza sia sempre l'ultima a morire: quindi non disperato, forse un giorno tornerò a pubblicare con regolarità!
Fino ad allora: seguite, recensite, e al prossimo capitolo (uao, era da una vita che non lo scrivevo)!


-Allora fermami se ci riesci!- Aveva urlato Sapphire, prima di lanciare in aria la pokéball.
“Davvero?” Domandò Rocco a se stesso “Sto davvero arrivando a questo?”. Lo intristiva terribilmente l’idea di dover combattere contro la sua allieva pur di impedirle di salvare il suo ragazzo. Era un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo.
Vedendo che Rossella non accennava ad intervenire, anche lui estrasse una pokéball e la scagliò in aria. Ne uscì Claydol.
-Claydol, eh? Avrei dovuto aspettarmelo. - Commentò Sapphire -Dopotutto era l’unico tuo pokémon in grado di sconfiggere Toro.
Il duello si stava svolgendo su un’isoletta a metà strada fra Ceneride e Orocea, dove Rocco era riuscito a inchiodare Sapphire sotto un cielo che lasciava presagire un nubifragio, dopo un inseguimento iniziato a Verdeazzupoli. Il motivo di tutto ciò? La ragazza non si decideva a ragionare e Rocco voleva impedirle di fare pazzie. In tutto questo, Rossella se ne stava in disparte ad osservare come stesse assistendo ad una rappresentazione teatrale.
-Apri le danze letteralmente, Toro! Danzaspada!
Blaziken fece qualche passo accennando una sorta di balletto, per poi fermarsi sul posto ed osservare Claydol con sguardo truce.
-Calciardente! Ora!
Il pokémon scattò rapidamente in avanti, fingendo di mirare alla testa di Claydol. Questi si abbassò d’istinto, e la gamba del pokémon lo scavalcò, ma Toro fece una piroetta completa su se stesso e lo andò quindi a colpire ugualmente lanciandolo lontano.
“Aggressiva come sempre...” Commentò fra sé e sé Rocco “Ma saperlo in anticipo potrà tornarmi molto utile.”
-Claydol, in velocità non la battiamo di sicuro! Chiuditi in difesa con Riflesso!
Il pokémon non se lo fece ripetere ed eresse subito una barriera luminosa apparentemente infrangibile.
-Non credere che basti! Stramontante!
Blaziken si lanciò di nuovo all’attacco a testa bassa, e Claydol non reagì minimamente. Incassò il colpo senza danni, protetto anche da Riflesso appena usato e poi, sotto comando dell’allenatore, scatenò un Geoforza che però l’avversario non ebbe problemi a scansare con un salto. Come previsto, stallo perfetto.
Il pokémon di Rocco, con una rapidità insospettabile, si piazzò proprio sopra la testa di quello di Sapphire, approfittando del poco tempo in cui questi avrebbe dovuto riprendersi dalla schivata appena effettuata, e iniziò a caricare Extrasenso.
“Cosa sta facendo?” Iniziò a domandarsi la ragazza “Per quale motivo è venuto così vicino? E’ in piena portata dei colpi di Toro! No, merda, non ho tempo per pensare o mi spazzerà via!” -Toro, Calciardente!
Sia Rocco che Claydol, naturalmente, avevano previsto il colpo, e il pokémon si scansò quel tanto che bastava per non perdere la concentrazione ed eseguire la strategia. Il suo piazzamento a distanza ravvicinata, ma soprattutto sopra Blaziken era infatti, ovviamente, voluto: in quel momento infatti il sole fece capolino dalle nuvole -come previsto da Rocco-, e quando il pokémon  Argilla si scansò, quello di Sapphire si ritrovò momentaneamente abbagliato; il suo colpo andò a vuoto, e rimase inerme. Solo per un istante, ma fu più che sufficiente.
-Extrasenso!
Toro si ritrovò scaraventato a diversi metri di distanza da una forza invisibile, finendo proprio addosso alla sua padrona. Non ancora K.O., tentò comunque di rialzarsi, ma si ritrovò bloccato da un muro luminoso.
-Ancora Riflesso, eh?- Domandò Sapphire infastidita.
-Proprio così. Rassegnati, non uscirai da lì dentro. Avrei preferito fermarti con il dialogo, ma visto che non mi hai lasciato scelta...
-Ti odio...!- Gli rispose con scarsa convinzione. A Rocco parve che già stesse cominciando a riflettere un po’ più a mente fredda sull’accaduto. Dopotutto, finché stava lì dentro non le restava molto altro da fare.
-Non preoccuparti, troveremo il modo per liberare Ruby; nessuno di noi qui può sopportare l’idea che venga usato per dare il via a una catastrofe. Ma d’altra parte non puoi certo lanciarti all’attacco a testa bassa, non andresti da nessuna parte!
-Ah sì?! E tu, invece? Tu ce l’hai un piano?- Gli chiese a quel punto con aria di scherno.
Rocco non rispose. No, non l’aveva.
 
Il tempo volgeva al brutto. Erano stati costretti a fermarsi a Ceneride, e non sapevano neppure dove fossero i loro amici. O “alleati”, come li chiamava Lyris. Con un cielo così plumbeo e coperto, avvicinarsi in volo al tetto della torre poteva essere quantomeno rischioso, se non addirittura un suicidio: avrebbe potuto scatenarsi un temporale, e Lino non era disposto a rischiare che Flygon venisse colpito da un fulmine e precipitassero tutti e due in mare.
-Non capisci- Gli disse Lyris appoggiando le sue poche cose sul letto della stanza che avevano preso per quella notte. La locanda in cui stavano alloggiando era poco più che una topaia, ma nessuno dei due si era portato molti soldi: il ragazzo aveva appena lasciato gran parte dei suoi risparmi ai genitori, quanto alla ragazzina... beh, lei sembrava quasi che si nutrisse di semplice aria e che i suoi vestiti non si sporcassero mai. -Ogni attimo che perdiamo potrebbe essere fatale!
-Andiamo, non farne un dramma!- Le rispose -Il meteorite dovrebbe cadere dopodomani, giusto? Siamo a solo due ore dalla Torre dei Cieli, faremo ben più che a tempo! E poi ormai siamo qui, è un po’ tardi per ricominciare a discuterne.
Effettivamente ne avevano parlato parecchio poco prima di atterrare - o meglio, Lino aveva parlato: lei si era limitata ad esprimere il suo dissenso a monosillabi-, quindi la corvina lasciò cadere l’argomento. Lino le fu grato, perché aveva un bel po’ di domande da farle.
-Allora, parlando d’altro...- Cominciò -Tu ti chiami Lyris, giusto?
Lei annuì, squadrandolo senza capire la domanda.
-Ma questo è tutto ciò che so di te. Da dove vieni? Non ce l’hai un cognome, una famiglia... insomma, chi sei?
Lyris lo guardò freddamente. Non disse nulla. Lino s’innervosì.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua o è un modo educato per dirmi di farmi i cazzi miei? Va bene, cambiamo domanda- Puntò il dito verso la gamba della ragazza -E’ vero quello che ha detto Rocco di quella spirale? Che quell’oggetto, così come il Pendente che mi ha regalato è in grado di portare i pokémon ad un nuovo livello? E se è così, come funziona? Sai, con Sapphire è tutto il resto non è più riuscito a spiegarmelo...
A quella domanda, gli occhi di lei sembrarono accendersi per un attimo, segno che l’argomento, in qualche modo, la riguardava, ma quella luce si spense quasi subito. Però... chissà che non avesse voglia di parlarne.
-Allora? Ne sai qualcosa?- Insistette il ragazzo, stavolta in modo più educato -Me lo puoi raccontare?
Forse rabbonita dal tono, forse per pietà del ragazzo, Lyris raccontò. Parlò per diversi minuti, insegnandogli come un pokémon sia in grado di megaevolversi solo a patto di avere un saldo legame con il proprio allenatore e possedere una Megapietra. L’allenatore doveva inoltre possedere una Pietrachiave -nel suo caso, il Megagambale- che facesse da tramite tra lui e la Megapietra, in modo da veicolare al pokémon le sue emozioni e sensazioni, così che questi li trasformasse in energia e raggiungesse un nuovo livello. Lino l’ascoltò attentamente tenendo gli occhi fissi sulle sue labbra, sorpreso del fatto che potesse essere così loquace, ma al contempo affascinato dal suo modo di parlare. Non distolse lo sguardo fin quando la ragazza non ebbe finito, e dopo un breve attimo di silenzio assoluto, si accorse di avere la bocca aperta.
-Beh, che c’è? Sei rimasto a bocca aperta?
Il modo di parlare di Lyris era sempre lo stesso, ma il tono era completamente diverso da prima: non c’era scherno nella sua voce, che dopo quel breve monologo sembrava essersi addolcita, anche se di poco. Lino se ne accorse e le rispose con garbo:
-Sì... cioè, no! E’ solo che mi sono stupito nel sentirti parlare così tanto. Sei sempre stata taciturna fino ad adesso, e quindi...
-“Sempre stata taciturna”! Come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo! So parlare anch’io, come vedi. E so mentire.
-Eh?- Domandò il ragazzo, preso in contropiede -A cosa ti riferisci? Guarda che io non ti ho mica mentito!
-No, tu no. Infatti sono io ad aver mentito a te sulla megaevoluzione. C’è un piccolo particolare che non ti ho detto...- Abbassò lo sguardo -ma non credo che potrò mai dirtelo.
Lino fece per ribattere, ma la ragazza appoggiò la testa di lato sul cuscino e chiuse gli occhi. La conversazione era finita.
 
Il giorno dopo, i due ripresero il viaggio verso la torre di buon mattino. Lino era ridotto a uno straccio: era rimasto sveglio quasi tutta la notte a vegliare sul riposo della compagna nel timore di un improvviso attacco nemico (che alla fine non era arrivato), e -anche se si vergognava ad ammetterlo- ne approfittò anche per osservarla mentre dormiva. Quegli occhi, quelle labbra, quelle t...
-Hey, sei sveglio o che cosa?!
Si riscosse all’improvviso.
-Eh? Eh, ah, sì, sono sveglio! Tutto a posto, tutto regolare!
-Meglio così, perché qua la situazione si prospetta complicata- Continuò Lyris, indicando in avanti.
Seguendo la direzione puntata dal suo indice, Lino si accorse per la prima volta del mare di nuvole temporalesche che circondavano la Torre. Un lampo le attraversò, e lui rabbrividì per un attimo.
-Uhm... sì, decisamente. Questo dev’essere il temporale di ieri. Potrebbe essere pericoloso atterrare direttamente sulla cima della Torre, tu che dici?
-Ho paura che tu abbia ragione- Rispose lei dopo un attimo di pausa, e lasciando stupefatto il suo interlocutore -Potrebbe essere un rischio attraversare quella coltre di fulmini in volo, un rischio che non possiamo correre. Sì, è meglio ritardare di poco la missione, piuttosto che comprometterla definitivamente per un’avventatezza.
Lino rimase colpito da tanta concessività, soprattutto ripensando al dialogo avvenuto giusto il giorno prima. Ma non fece commenti per paura di farle cambiare idea per ripicca, e si limitò ad atterrare insieme col suo Flygon nel momento in cui anche lei fece digradare man mano Salamance.
-Ci siamo?- Le domandò una volta a terra.
-No, non ancora. Ora dobbiamo salire.


 
   
 
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