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Autore: _Nimphadora_    03/05/2016    7 recensioni
||Crossover HP/Game of Thrones
Westeros è diviso in due.
A Nord regna la famiglia Stark di Grande Inverno, a Sud la famiglia Baratheon ad Approdo del Re.
Dopo anni di convivenza pacifica i Baratheon infrangono ogni patto per conquistare il potere anche oltre la barriera.
In seguito al tradimento di alcuni cavalieri la dimora degli Stark viene messa a ferro e fuoco, saranno molti a morire ma una dei giovani nobili riuscirà a fuggire.
Iryn Stark, principessa del Nord, ferita gravemente ma ancora viva si allontana muovendosi nella neve dal suo castello in fiamme.
Eppure non sarà sola a lungo, il nome degli Stark deve essere vendicato.
In molti l'accompagneranno e le giureranno fedeltà.
Iryn è di diritto la regina del Nord, ma nasconde un terribile segreto...
Amori peccaminosi. Morti. Intrighi. Battaglie.
Nessuno è al sicuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Incompiuta, Triangolo | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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Quando il sole si mostrò oltre le montagne bianche il secondogenito degli Sterling, Griffin, svegliò il fratello.
Era giunto il momento di andare, non si poteva attendere oltre.
«È l'alba»
Sussurrò, scuotendolo, curandosi però di non disturbare anche i fratelli più piccoli.
Dormivano ammassati l'uno sopra l'altro su un letto fatto di paglia e lenzuola grezze.
I maschi separati dalle femmine.
«Va a svegliare Sophia»
Borbottò lui in risposta, aveva dormito poco e male.
«Non ha dormito, per niente»
Jace scosse la testa, contrariato, ma non indugiò oltre.
Nel frattempo la sorella stava già provvedendo a svegliare la giovane lady, sperava solamente che fosse abbastanza in forze per intraprendere il tragitto che andava da lì fino al centro del bosco.
«Ho f-freddo... tanto»
Pronunciò Iryn con la voce sottile come un soffio di vento, quando la ragazza le scostò le coperte di dosso per metterla in piedi.
Poi la principessa barcollò, ad occhi chiusi.
«Vi copriremo a dovere, mia signora. Forza, siete pallida come la neve, non possiamo rimandare ancora»
Iryn annuì dopo una manciata di secondi, per Sophia fu come attendere per ore, la vide sfiorarsi il ventre, poi gemere di dolore.
«In fretta, in fretta»
La Sterling si stupì di notare quanto la Stark riuscisse ad essere dignitosa nonostante il dolore.
Non poteva sapere che impararlo le era costato lacrime di bambina e lamenti di ragazza. Non sapeva che quella stucchevole resistenza le era stata imposta senza pietà.
Una lady non piange, una lady soffre in silenzio.
«Ma certo, forza...»
Emalysa accorse in fretta in loro aiuto.
Vestirono Iryn Stark con gli abiti più pregiati che possedevano, e con le pellicce più folte.
Lei si sentì immensamente grata a quella famiglia che non le doveva niente e che però l'aveva accolta senza remore, promise a se stessa che se sarebbe riuscita a sopravvivere li avrebbe ricompensati in oro e vino finché avrebbe respirato, poi ricordò di non avere più né l'uno né l'altro.
Non aveva più niente, e nessuno.
Sentì il petto stretto da una morsa.
«Dobbiamo andare Sophia, lady Stark è pronta per il viaggio?»
Jace si concesse di guardarla, a lungo, e non seppe spiegare il perché ma si sentì legato a quella fragile vita che adesso dipendeva da lui.
La flebile speranza del Nord, nessuno disponeva di qualcosa di più prezioso.
«Andiamo»
Rispose Sophia, reggendo la principessa per i fianchi.
Jace sgranò gli occhi, avvicinandosi.
«Tu non verrai, è troppo pericoloso. In questi boschi vive gente di ogni tipo e con la lady ferita non potrei proteggerti»
«Ma Jace! Madre, ditelo anche voi, sono l'unica qui ad avere poteri magici e sono l'unica che può davvero proteggerla!»
La donna scosse il capo, con fare solenne, mentre Sophia diventava rossa di rabbia.
«Sei ancora una bambina... non costringermi a svegliare tuo padre»
«Sapete che non lo sono!»
Iryn emise un lamento leggero.
«Vi prego, non fatemi attendere oltre...»
Sussurrò poi, portando Emalysa a scusarsi e a prendere velocità.
Jace la sollevò in braccio e la portò all'esterno, dove soffiava un vento gelido ma lieve.
Sophia li seguì, ma non proferì più parola.
Lo vide issare la principessa a cavallo e poi seguirla poco dopo, facendo in modo che lei posasse il capo contro il suo petto.
Jace voleva riscaldarla, tenerla al sicuro. La strinse a se' più del dovuto, per il gusto di fare qualcosa di proibito.
«Fa attenzione»
Proferì la madre.
Il figlio annuì, per poi sparire fra la coltre di alberi bianchi.
 
A poca distanza, il cavaliere d'acciaio aveva ripreso la sua ricerca seguito da un'ancella straniera.
Il sole era pallido e riscaldava a malapena.
«Non credevo che si potesse dormire fra la neve e poter sopravvivere»
Pronunciò piccata Nafeesa, dopo la notte infernale appena passata.
Flangan borbottò qualcosa che lei non riuscì a comprendere poi si degnò di risponderle.
«Non hai dormito in mezzo alla neve, ma in un albero cavo, accanto al fuoco. Di cosa ti lamenti? Sapevo che mi avresti rallentato...»
«Ci siamo fermati solo poche ore, perché dicevi di aver trovato delle tracce!»
Il cavaliere arrestò il suo passo per voltarsi verso la donna, esasperato.
«C'erano delle tracce, ne sono certo!»
L'espressione della mezza vampira si indurì rapidamente.
«E allora lei dov'è?! Eh? Sei inutile cavaliere d'acciaio. È così che ti chiamavano, no? Infatti sei freddo e ottuso come un pezzo d'acciaio, ecco cosa sei!»
A quel punto Flanagan stava sinceramente per urlarle contro  quando...
«Zitta! Sta zitta e guarda là!»
Disse soddisfatto, con un mezzo sorriso ad abitargli il volto.
Nafeesa sbuffò.
«Cosa? Una tenuta malandata?»
Il cavaliere alzò gli occhi al cielo.
Avrebbe davvero dovuto sopportarla per tutto il tragitto? Perché, per tutti gli Dei, l'aveva lasciata venire?!
«No, quella è la casa di una famiglia di contadini, gli Sterling. Sono fedeli agli Stark, il padre di Emmett Sterling, che è l'attuale proprietario, salvò la vita al Re Eddard da un agguato di bruti nei boschi e fu ringraziato con la tenuta e un grosso appezzamento di terra.
Magari Iryn si è rifugiata da loro, o l'hanno trovata ferita nei boschi»
L'ancella non poté fare a meno di sorridere, scoprendo i denti bianchissimi.
Non aspettò un secondo di più.
Si mosse velocemente, facendo ondeggiare la pelliccia al vento,
sembrava leggera come una piuma.
Aveva una grazia nei movimenti, un modo di muoversi... il cavaliere d'acciaio non poté non domandarsi se quello fosse parte della sua natura di vampira o del suo carattere.
«Aspetta! Nafeesa, non così!»
Sibilò, inseguendola.
Non doveva permetterle di farsi distrarre, proprio non doveva.
Per quando il cavaliere la raggiunse, Nafeesa era già sull'uscio, di fronte alla padrona di casa.
«È stata qui!- la sentì urlare -Iryn è stata qui, Christopher!»
 
Faceva meno freddo, Iryn aveva smesso di tremare, ma non apriva gli occhi da un po'.
Jace era convinto si fosse addormentata.
Era dolce, mentre gli stringeva il busto, abbracciandolo come un cuscino.
Ed era pallida, senza forze, spenta.
La sentiva vicina eppure distante, l'immagine composta della morte.
Magari esagerava, magari erano solo fantasie ma sentiva qualcosa... qualcosa di sinistro che l'avvolgeva.
Era come un'avvertimento.
Stammi alla larga, non porto nulla di buono.
Ad ogni modo, non stava funzionando.
«R-Robb...non...mhm...»
Le sentì pronunciare, ancora una volta.
Chissà cosa doveva aver visto, per continuare a pronunciare il nome del fratello.
Doveva essere stato orrendo vederlo morire davanti ai suoi occhi senza poter fare niente.
«Sophia!»
Chiamò a un certo punto Jace, mancava poco all'arrivo dalla guaritrice e sapeva che sua sorella era stata lì con lui, dall'inizio.
Sophia Sterling non si arrendeva davanti a nulla. Era piccola, giovane, di poche parole e sembrava vivere nel suo mondo a volte ma dentro era forte come pochi.
Jace lo capì in fretta, vedendola crescere.
Dopo pochi istanti, un cavallo scuro e dalla lunga criniera si fece largo al fianco del primo, più chiaro e pezzato.
Sophia aveva un'espressione seria, ma per chi la conosceva da tempo si poteva notare anche un filo di soddisfazione.
Jace non riuscì a reprimere un piccolo sorriso.
«Come sta?»
Chiese lei, posando lo sguardo su Iryn.
«Dorme, ormai manca poco»
E infatti, pochi minuti dopo, fu facile vedere una piccola casa fatta di legno e pietra scura.
 
Un uomo molto vecchio, dai capelli e barba bianca si avvicinò al primo cavallo, quello che portava Jace e lady Stark.
Il passo era lento e incerto.
«Chi siete? Cosa cercate nel mezzo del bosco?»
Chiese l'uomo con fare guardingo. Sembrava non fidarsi più di nessuno dopo gli accaduti a Grande Invero.
«Mia sorella, è stata ferita da un bruto durante la notte. Siamo venuti per la guaritrice»
Disse teso Jace, cercando di essere convincente.
Il vecchio posò lo sguardo su Iryn per diversi istanti, poi annuì.
«Scendete da cavallo, entrate»
Non se lo fecero ripetere.
Iryn si svegliò in fretta, ma non riuscendo a camminare lasciò che fosse Jace a portarla.
La casa era sporca e mal tenuta, all'interno c'era un uomo sulla trentina d'anni e una bambina che ne avrà avuti al massimo dieci.
Il primo osservò gli estranei con malcelato disprezzo, la seconda sembrò quasi non accorgersi di loro, presa com'era dalle sue bambole di stoffa.
«Seguitemi, mia figlia vi aiuterà di certo!»
Esclamò con orgoglio il vecchio, conducendo il trio nell'ultima stanza della costruzione.
Una volta al suo interno si resero conto che fosse la più grande, e la più pulita.
Al centro vi era un letto fatto di paglia e coperte simile a quelli di casa Starling, attaccati ai muri laterali alla porta vi erano due librerie piene di vecchi tomi polverosi mentre infondo alla camera c'era un grande tavolo di legno di quercia su cui troneggiavano unguenti e pozioni di ogni tipo, erbe medicinali, secchi d'acqua e una bacchetta di legno pallido simile a quella che Sophia portava sempre con se'.
Poi defilata in un angolo, con un libro di modeste dimensioni fra le mani, c'era una donna minuta dai capelli ricci e scomposti, di un colore simile al legno di quercia.
I suoi tratti infantili erano resi più solenni dalla concentrazione.
Indossava una veste modesta, da lavoro, sporca di terra e di quello che sembrava sangue secco.
«Riona, ci sono dei giovani che ti richiedono, la loro sorella è stata attaccata da dei selvaggi nel bosco»
La giovane donna alzò lo sguardo su di loro, posò via il libro e si avvicinò a Iryn.
La guardò in un modo insolito, ma nessuno dei presenti riuscì a interpretarne il motivo.
«Fatela stendere»
Ordinò perentoria e da subito
 iniziò a slacciarle le vesti in cerca di ferite ma, nello sfiorarle il ventre sgranò gli occhi, si fermò.
Iryn gemette ma non si lamentò, conosceva le voci riguardo questa guaritrice e sapeva avesse grandi poteri e capacità.
Jace sentì il petto contrarsi.
«Vi prego, lasciateci sole. Ho bisogno di concentrazione...»
Sussurrò e il padre sbatté, senza troppi complimenti, i due fratelli fuori dalla stanza.
«Sarete stanchi, dopo il viaggio. Venite, vi offrirò qualcosa per rifocillarvi»
Riona sentì dire da suo padre, poi solo passi farsi lontani.
La guaritrice afferrò in fretta la sua bacchetta e sottovoce lanciò un incantesimo contro il dolore per permettere a Iryn di parlare, poi tornò a svestirla per scoprire la profonda ferita sul fianco.
«Quindi siete riuscita a sopravvivere, milady. Da quel che si dice sembrata l'unica»
Iryn Stark sgranò gli occhi, ma scosse la testa.
«Non capisco, a cosa ti riferisci? Non sono certo una lady...»
Riona sorrise appena mentre le esaminava la ferita in cerca di infezioni, sembravano essere assenti.
Iryn era stata fortunata.
«Io so chi siete, Iryn Stark, ho assistito insieme a mia madre all'ultimo parto di Catelyn Stark. Credo si tratti di Rickon. Sono stata a Grande Inverno, vi ho vista -disse, scegliendo uno degli unguenti dall'ampio tavolo -e credetemi, difficilmente dimentico un volto come il vostro.
Iryn si irrigidì di colpo, non sapendo più cosa dire.
«Comunque voglio darvi una bella notizia, il prezioso carico che portate con voi è rimasto illeso. Però devo peccare di curiosità, i due giovani che vi hanno accompagnato sanno che..?»
Lady Stark scosse la testa con decisione, cercando di non apparire né troppo spaventata né troppo sollevata.
«Sta bene?»
Chiese solo a mezza voce, ne voleva la conferma.
Era l'unico motivo per cui si era tenuta in vita, l'unica cosa che le fosse rimasta.
«Stanno benissimo, lady Stark. Se credessi negli Dei affermerei di trovarci di fronte a un miracolo»
Disse Riona, riempiendo le piaghe della lady di unguento.
Iryn si sporse verso di lei, confusa.
«Stanno
La guaritrice annuì, poggiandole il palmo unto sul ventre.
«Aspettate due gemelli, milady, ne ho sentito la forza vitale al primo tocco»
Iryn granò ancora gli occhi, ma con le labbra piegate da un sorriso stanco.
Gli occhi le si riempirono di lacrime.
«Sani, ma è presto per definirli forti. Quel che posso dire è che cresceranno, nasceranno fra poco meno di sei mesi e che hanno il sangue puro, forse troppo»
Il sorriso sulle labbra di Iryn morì all'istante, ed esitò prima di parlare.
«Nessuno dovrà saperlo, nessuno dovrà sapere di loro. Hai capito, Riona?»
Pronunciò come una minaccia Iryn, a denti stretti.
Riona la fissò negli occhi e poi scoppiò a ridere, per niente intimidita.
«Non potrete nasconderlo a lungo, lo sapete, fra un paio di mesi avrete il ventre più gonfio di un pallone»
Ma Iryn non resse l'irritazione, le afferrò a fatica il polso e avvicinò il viso al suo per poterla guardare negli occhi.
I suoi nocciola negli acquamarina di lei e chissà perché le sembrò familiare.
«Tu non lo dirai ad anima viva»
Pronunciò.
«Avete la mia parola, lady Stark, ma ricordate: tutto ha un prezzo»
Fu la risposta gelida della guaritrice.
Ricucì infine la ferita, con un colpo di bacchetta.
«Riposate, mia signora. Tornerò a disinfettare le vostre ferite a breve, avvertitemi se tornate a sentire fitte di dolore»
Iryn annuì, sentendosi esausta ma più leggera.
Adesso aveva qualcosa per cui combattere... e avrebbe combattuto, fino alla morte.
«Verrai ripagata, Riona, hai la mia parola di Stark»
La guaritrice si voltò verso di lei un'ultima volta prima di lasciare la stanza.
«Oh, statene certa lady Stark, non ne ho dubbi»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Hey! Lo so, penserete “Ma che ci fa questo capitolo qui... Così presto...” E avreste pure ragione, perché io non ho pazienza purtroppo. Il capitolo era pronto da ieri e io ero tipo in agonia perché volevo postarlo... ma poi volevo aspettare... e poi eccolo qua.
In questo capitolo fa la sua comparsa Riona, un personaggio perno della storia che personalmente mi piace parecchio. Spero di averla resa bene, anche se per i primi capitoli saremo in clima abbastanza introduttivo. Che ne pensate? Fatemelo sapere!
Baci,
-Nimph
  
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