Capitolo 1
Ho sempre ritenuto la mia una grande
famiglia. Insomma, due
sorelle, un fratello e una mamma non formano poi una famiglia
così piccola.
Vi
chiederete perché manca mio padre : i miei genitori
divorziarono quando ero
molto piccola , percui lui non ha mai realmente fatto parte della mia
vita.
Di lui so molto poco , solo che vive dall’altra parte della
città e che tradì mia mamma 6 volte. Tra
l’altro non porto nemmeno il suo
cognome, ma quello di mia mamma, Lee.
Non ho mai sentito la mancanza di mio padre, la vita scorreva tranquilla per noi. Ma un giorno alla mamma venne diagnosticato un cancro in fase terminale. Un mese di vita. Non avevamo altri parenti in vita : mamma era figlia unica, i nonni erano morti prima della nostra nascita . Soli. E lei fu costretta a fare l’unica cosa possibile : mandarci da papà. Ci disse di stare tranquilli, che eravamo suoi figli e ci avrebbe amato.
Pur essendo tre fratelli siamo molto
diversi, sapete?
Minhyuk è il più grande e il più
maturo, ama molto la musica
anche se cerca di negarlo, probabilmente perchè è
una passione che abbiamo
preso da nostro padre. Io e mia sorella, 3 anni più piccole
di lui, siamo
invece molto diverse.
Hyemin è molto più femminile di me, per esempio:
ama
truccarsi quando esce, si veste in modo femminile e alla moda, cura i
suoi
capelli ; e poi ci sono io : Mina , mascolina forse anche
più di mio fratello (
a volte penso di essere io il vero uomo di casa ), amo i vestiti extra
large,
mi trucco solo per le occasioni importanti e ho letteralmente solo un
paio di
tacchi. Noi due poi non ci somigliamo neppure, poiché siamo
eterozigoti. Ma io
e mia sorella abbiamo una cosa in comune: un armadio al quasi solamente
pieno
di vestiti neri.
Di cosa stavo parlando..? AH GIA’. La morte della mamma.
Chi prese peggio la morte della mamma fu mio fratello, Minhyuk. Lui ha sempre odiato papà, profondamente. Non credo di aver mai visto amore nei suoi occhi quando si parlava di lui. Per quanto riguarda me e mia sorella, ne eravamo prettamente indifferenti, senza odio né amore. Ma non avevamo scelta e il giorno del trasloco arrivò in fretta. Forse troppo.
Nostro padre abitava
dall’altra parte della città, e
l’appartamento che dividevamo con mamma dovette restare
vuoto. Minhyuk avrebbe
potuto diventarne proprietario solo ai 21 anni compiuti. Ne aveva solo
19
percui non poteva, in quel momento.
Papà viveva in una grande casa in mattoni : non ho mai
capito che lavoro facesse, ma doveva certamente avere molti soldi.
Giunti lì, scaricammo le valigie dal pullman e ci fermammo
ad ammirare la casa.
- Bella casa, no? – chiesi contenta ai miei fratelli,
sperando di risollevare il morale almeno un po’. Minhyuk teneva ancora il muso,
Hyemin invece sbuffava e chattava con qualche amica, che aveva dovuto
lasciare
nella vecchia scuola. Ah già, avremmo dovuto cambiare
scuola, data la
lontananza. Che merda. Ho
sempre odiato dovermi ambientare, per questo speravo di andare
d’accordo con i
miei fratellastri.
Fui io a suonare il campanello, come
si poteva facilmente
pianificare.
Venne ad aprirci un qualcosa di vagamente simile a uno
gnomo. Era alto più o meno quanto noi, quindi dedussi che
probabilmente si
trattava di uno dei miei fratelli ; mi presentai cordialmente :
- Buongiorno sono Mina, questa è mia sorella gemella Hyemin e mio fratello maggiore Minhyuk. Se non abbiamo sbagliato indirizzo, da oggi vivremo qui. – il ragazzo mi salutò sorridente e prese la mia valigia.
- Felice di conoscerti! Io sono Taeil
, ora a breve qualcuno
verrà ad aiutarci con le valigie. JIHO, JIHOON VENITE
SUBITO, ABBIAMO VISITE. –
sentimmo dei passi per le scale e due figure sbucare
all’improvviso.
Erano forse quanto di più alto io avessi mai visto.
Cominciai a canticchiare il motivetto de L’Attacco dei
Giganti , facendo scoppiare a ridere mia sorella, che aveva capito la
battuta.
Il più basso dei due si presentò come Jiho,
più grande di
noi di alcuni mesi , mentre l’altro si rivelò
essere il “
piccolo di casa”, Jihoon , di un giorno più
grande di noi, tra l’altro.
Ci aiutarono a portare le valigie al piano superiore e ci
presentarono la nostra stanza.
Io e Hyemin avremmo dormito assieme, essendo le uniche
ragazze, mentre Minhyuk sarebbe finito in camera con un tale Yukwon che
a detta
di Taeil era “ un tipo strano ma con cui si può
convivere”. Domandai
curiosa dove fosse papà, ma mi
dissero che purtroppo era in viaggio di lavoro e sarebbe tornato la
mattina
successiva, motivo per cui quella sera avremmo mangiato solo noi
fratelli.
D’un tratto vedemmo un ragazzo curioso affacciarsi sul
nostro uscio : capelli abbastanza lunghi, bel sorriso, orecchini di
dubbio
gusto, bei vestiti, occhi stretti.
- Oh buon cielo, lasciatemi sola con lui un secondo e non sarò padrona di me stessa .- mi sussurrò mia sorella e io dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere :
- Salve ragazze, benvenute in famiglia, io sono Yukwon e spero davvero che vi troviate bene. – ci disse contento. Ma che fagottino di tenerezza.
- Manca qualcuno? – chiesi sarcastica a Taeil , visto quanti fratelli erano usciti fuori ; lo vidi annuire e ci fece segno di seguirlo : si fermò a qualche porta di distanza, bussando alla porta con moderata forza :
- Kyung, posso entrare? – domandò e , ricevendo un mugolio sommesso in risposta, aprì la porta.
Un ragazzo non troppo alto stava provando qualcosa a una tastiera, con delle cuffie : le tolse e finalmente si girò verso di noi e … oh buon cielo, avrei voluto qualcuno lì a sorreggermi. Era tutto ciò che di più bello potesse esserci.
-Piacere, sono Kyung. Avevo dimenticato il fatto che dovreste arrivare oggi , percui scusate se non vi ho accolto. Stavo studiando per un esame importante, percui ero sovrappensiero.-
-Nessunissimo problema! –
mi affrettai a rispondere – anzi
ora togliamo il disturbo così torni a studiare, mh? Bye bye.
– dissi e ,
imbarazzata come poche volte in vita mia, corsi fuori dalla stanza
assieme a
mia sorella, che oramai tratteneva a stento una fragorosa risata.
Taeil uscendo fece un rapido riepilogo: - Dunque avete
conosciuto me, Jiho, Jihoon, Kwon , Kyung… chi manca?
– restò in silenzio poi
di bottò lo vidi alterarsi – MA CHE DOMANDA
IDIOTA, CHI PUO’ ESSERE? AHN JAEHYO
DOVE DIAVOLO SEI? – d’un tratto una porta davanti a
noi si aprì e
ne uscì la reincarnazione di Gesù Cristo in
abs e asciugamano in vita.
- EHY, COSA CAZZO URL- oh ciao.- disse notando la nostra presenza – siete amiche di Taeil?- : quest’ultimo lo fulminò con lo sguardo e un silenzio calò tra di noi.
-….Era oggi, vero?-
- Già. –
- E l’ho dimenticato, giusto? –
- Mh-mh.-
-E sono un coglione, ho ragione? – , il maggiore annuì e l’altro ragazzo fece una smorfia e si chiuse in bagno, urlando nel mentre qualcosa come “ Comunque benvenute” .
Taeil sospirò pesantemente e alzò le spalle
mormorando qualcosa come
“ Giuro che non siamo tutti
così imbecilli” per poi guidarci verso la cucina.
Caso volle che mamma morisse poco prima dell’ inizio della
scuola, verso marzo. Scoprimmo in seguito che aveva già
preso accordi con papà
, che aveva pagato la retta scolastica e comprato le divise.
La scuola che frequentavano i miei fratelli era un edificio
che racchiudeva ogni indirizzo possibile.
Erano fondamentalmente due edifici comunicanti : in uno vi
erano le sezioni relative agli istituti tecnici e generici ( nda.
L’istituto
generico è praticamente come il liceo. ) ,
nell’altro vi erano gli indirizzi
artistici (Potevano mancare? Ovviamente no. ) .
Taeil fu molto bravo nell’illustrarci tutto nei minimi
dettagli, dalle divise, alle regole, alla scuola : era facilmente
intuibile che
fosse il più grande di noi.
La giornata passò in fretta e presto arrivò ora di cena : i ragazzi scesero tutti puntualissimi e iniziarono a preparare la tavola, mentre io , Minhyuk e Hyemin aspettavamo in piedi ; notai accanto al frigo una lista con dei nomi scritti sopra , due per ogni giorno .
- Cosa sono questi? – chiesi curiosa attendendo risposta, che mi venne data da Yukwon :
- Sono i turni per apparecchiare, sparecchiare e lavare i piatti. Due di noi a turno lo fanno ogni giorno. Oggi sarebbero stati di turno Kyung e Jiho, ma siccome siete arrivati voi, lo facciamo tutti assieme da bravi fratelli. – gli altri annuirono, tranne Jaehyo, troppo occupato a capire come mettere la tovaglia .
A tavola apparecchiata, cercammo di
assegnare i posti a
sedere : io venni presa per un braccio da Jihoon che ripeteva qualcosa
tipo “
Tu vicino a me, vero Mina? Vero?” con una quantità
infinita di vero dopo la
domanda e , poiché mi sembrava simpatico, accettai di buon
grado. Jiho e Kyung
presero posto vicino a Jihoon, Taeil di fronte a noi, affiancato da
U-kwon ,
Hyemin e Minhyuk mentre Jaehyo prese posto accanto a me, dal lato
opposto. A
capotavola vi era poi un posto vuoto,
presumibilmente occupato da papà, considerando la mancanza
di altre figure in
famiglia. Mangiammo e chiacchierammo allegramente, raccontandoci
qualcosa gli
uni degli altri, era un bel clima : sembravamo un gruppo di amici , e
andava
bene così, visto che non saremmo riusciti a presentarci come
fratelli, visto
che ci conoscevamo da appena qualche ora.
Finita la cena, mi offrii volontaria di sparecchiare, cosa
che generalmente mi divertiva fare anche nella mia vecchia casa,
specialmente
se potevo canticchiare.
- Ma no Mina, tranquilla, ce ne occupiamo noi, tu vai a disfare le valigie. – disse un Jiho estremamente premuroso , interrotto da un Jaehyo sorridente :
- Dai ragazzi voi andate, le do una
mano io . A volte mi va
di fare il bravo fratello maggiore. – suscitando una risata
più o meno generale
( l’ unico a non ridere fu Minhyuk, che fece una faccia
abbastanza confusa) ,
dunque, il suddetto riuscì a convincerli .
Chiacchieriammo un po’ mentre iniziavamo a sparecchiare e mi
fece ridere parecchie volte : era parecchio impacciato a dispetto
dell’apparenza. All’inizio ammetto di aver pensato
che potesse essere una testa
vuota , un babbeo, ma mi ero ricreduta.
- Come mai si è offerto di aiutarmi lei? Non sembra un gran lavoratore.- dissi scherzosamente
- Facciamo così : prendilo
come un modo per farmi perdonare
della brutta figura di prima . – disse ridacchiando, e io
risi con lui.
Terminato di sparecchiare, iniziammo a lavare i piatti , canticchiando
allegramente , come in una moderna versione di Cenerentola o Biancaneve.
D’un tratto fece una battuta che ricordo mi fece morire dal
ridere e feci cadere un piatto a terra, che stranamente non si ruppe ;
mi
piegai per prenderlo e accadde un qualcosa che fino a quel momento
credevo
esistesse solo nei drama : ci piegammo entrambi e prendemmo il piatto
sfiorandoci le mani. Pensate termini qui? NO. Alzammo la faccia nello
stesso
momento. Capite? LO STESSO MOMENTO. E non so se avete la più
pallida di quanto
lui possa essere stato figo, perché io la ho. Credo di
ricordarmi a memoria
ogni suo poro a causa di quella scena. Fatto sta che ci guardammo per
istanti
incredibilmente lunghi, poi io decisi di alzarmi e terminare di pulire
: potrei
giurare per un minimo secondo di aver visto dispiacere nei suoi occhi.
Una volta terminato, rigorosamente senza dire una parola,
ero sul punto di andarmene quando mi sento trattenere per un braccio :
“ O buon
dio , o santo cielo, aiuto.” penso istintivamente per poi
voltarmi ; lui era lì
che mi fissava nello stesso modo di prima :
- Ti serve qualcosa..? Ho sbagliato qualcosa nel mettere a posto? – chiesi preoccupata .
Lui scosse la testa e mi fissò ancora , per poi lasciarmi andare :
- No, no. Va tutto bene. Tutto bene. – ripetè , uscendo dalla cucina.
Lo fissai confusa per poi salire anche io ; tornando all’inizio , dicevo : ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia . In seguito capii che una famiglia di 4 persone non è grande, in confronto a una da 10 : da quel giorno infatti avrei dovuto abituarmi alla nuova vita con mio padre e i miei 6 strambi fratellastri.