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Autore: Nene_92    03/05/2016    5 recensioni
PSEUDO-INTERATTIVA [completa]
Alcuni di voi hanno già letto le avventure di Eleonore Grimm e dei suoi amici ad Hogwarts, ma cosa è successo prima?
Come si sono conosciuti ed innamorati Brian Grimm e Talisia Black? Come hanno agito durante e dopo la Seconda Guerra Magica? Come è nato Hansel? ... Entrate per scoprire questo e molto altro! 
(si tratta di una sorta di prequel della storia "Grimm | Jager der Dunkelheit" che a sua volta fa parte della serie "Grimm") 
Genere: Dark, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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10 - Fuga

Prima di partire a leggere, ricordo a tutti che tra Londra e Salem ci sono 8 ore di differenza (fuso orario).
Quindi se a Londra sono le 9 di mattina, a Salem è l'1 di notte.

Buona lettura! ;)

- Fuga -

5 gennaio 1998, Inghilterra, ore 4.15 di mattina



Image and video hosting by TinyPic Alice McFoster  Image and video hosting by TinyPic  Edward Fuler



Alice poggiò un piede sul parquet di legno, cercando di non farlo cigolare. Si guardò intorno ancora una volta, mentre radunava tutto il coraggio in suo possesso per portare a termine ciò che aveva progettato con Edward.
Sapeva che era rischioso, soprattutto dopo che il Signore Oscuro era salito al potere. Ma non poteva fare diversamente. Non più.
E se fosse rimasta lì ancora, sarebbe morta giorno per giorno, consumata in una vita che non aveva scelto e che non le apparteneva minimamente.
Non voleva sposarsi, come invece le avevano imposto di fare i suoi genitori. Non con quell'uomo. Non le piaceva per niente, anzi lo odiava con tutta se stessa quel bastardo, presuntuoso e arrogante. I genitori avevano dato l'annuncio del fidanzamento solo qualche giorno prima, al banchetto che avevano tenuto nella loro villa per Natale. E lì l'aveva conosciuto.
L'aveva tenuta stretta tutta sera, in maniera possessiva, non permettendole di staccarsi da lui neanche un secondo. Quando - dopo l'annuncio fatto in pompa magna da suo padre - l'uomo si era girato per baciarla, aveva dovuto trattenersi per ingoiare la bile che le stava risalendo in gola e non vomitare.

Per l'ultima volta si guardò intorno: ogni cosa era pronta. Doveva solo attendere il segnale.

Cinque minuti dopo - ma a lei parvero ore mentre ascoltava il suo cuore battere furiosamente - qualcosa colpì leggermente la finestra. Era stato un suono talmente lieve che se Alice non se lo fosse aspettato non lo avrebbe neanche sentito.
Senza indugiare oltre, con un incantesimo non verbale spalancò la finestra. Edward era lì, appollaiato su un ramo. "Pronta?" Le chiese in un sussurro.
La Corvonero annuì, poi, dopo aver messo sotto braccio la borsa - che conteneva tutte le sue cose grazie ad una serie di incantesimi - si apprestò ad uscire dalla casa che l'aveva vista crescere.
Aiutata da Edward, che non la perse di vista un secondo, scivolò giù dal tronco dell'albero.
Erano in procinto di uscire dal cortile, quando un clangore metallico fece scattare una sirena a tutto volume.
Entrambi rimasero paralizzati dal terrore per qualche secondo, poi iniziarono a correre verso la strada.

Alice riuscì a passare, ma Edward venne respinto da una barriera invisibile.

"NO! ED!" Strillò lei, cercando di sovrastare il rumore di quell'allarme e tornando indietro.
"Alice vai! Io me la caverò!" Cercò invece di bloccarla lui.

In meno di tre secondi, altre urla si aggiunsero, mentre delle figure comparvero nel cortile. Fra queste, Alice riconobbe suo padre.
Bartemius McFoster lanciò un'occhiata di pura cattiveria a Edward "Di nuovo tu! Dannato mezzosangue!" Ululò infuriato mentre scagliava la maledizione cruciatus sul Corvonero, che però riuscì ad evitarla, rotolando velocemente fuori tiro. "E' inutile che scappi! Tanto ti prendo! Non puoi uscire da qui!" Urlò di nuovo l'uomo, iniziando a lanciare maledizioni a caso verso di lui.
Una di queste avrebbe colpito in pieno Edward se Alice, veloce come un fulmine, non fosse rientrata in cortile, alzando all'ultimo un sortilegio scudo che protesse entrambi. La cosa fece infuriare ancora di più Bartemius, che perse completamente la testa."TU! Dannata traditrice del tuo sangue! Lo sapevo che quella scuola ti avrebbe bacato il cervello! Preferisci lui a noi? Nell'era dell'Oscuro Signore? Sei una FOLLE!" Ad ogni frase lanciava un incantesimo diverso ad Alice, ognuno diretto a farle sempre più male.

"Sì, padre! Lo preferisco! Lo preferisco a voi tutti, lo preferisco perchè lo amo! Volevate farmi sposare con un uomo che non voglio, che mi avrebbe usata come un trofeo! IO NON VOGLIO QUESTA VITA!" Strillò Alice con tutto il fiato che aveva in gola, mentre rispondeva al padre incantesimo per incantesimo.


Hellen McFoster, in vestaglia, guardava sconvolta padre e figlia duellare, con entrambe le mani sulla bocca. Così come Edward, che non si era mai sentito tanto inutile. Voleva aiutare Alice, ma lei e suo padre si muovevano molto velocemente, troppo, e lui aveva una dannata paura di colpirla per sbaglio.


Ormai le luci degli incantesimi rimbalzavano ovunque.

Poi uno più forte degli altri andò ad infrangersi sulla barriera che impediva ad Edward di uscire, frantumandola. E lui, capendo che non avrebbero avuto una seconda occasione, lanciò uno schiantesimo verso il padre della ragazza, che finalmente gli dava la schiena.
"ALICE ANDIAMO!" Urlò.
Senza farselo ripetere due volte, la ragazza lo raggiunse di corsa.

Credevano di aver superato il peggio, quando, appena usciti dal cortile, sentirono Bartemius chiamare la figlia con tutto il fiato che aveva in gola. Un'onda durto colpì in pieno Alice, che perse i sensi, ed Edward si trovò costretto ad eseguire una smaterializzazione congiunta.

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4 gennaio 1998, Salem, ore 21

Image and video hosting by TinyPic Brian Grimm e Talisia Black Image and video hosting by TinyPic


Se c'era una cosa bella dell'Istituto di Salem era che, terminata la settimana di lezioni, ogni studente poteva trascorrere il resto del tempo come preferiva. A differenza di Hogwarts, non bisognava rimanere confinati nell'area del Castello: ogni venerdì era prevista la libera uscita. A patto che il lunedì mattina lo studente fosse di nuovo in aula, il weekend poteva essere passato ovunque, anche a casa. E le stesse regole valevano per le vacanze natalizie.
Così Talisia si era ritrovata a trascorrere molte giornate nel cottage che Brian aveva affittato nel villaggio di Salem, a poca distanza dalla scuola.

Quella sera l'aveva portata a cena fuori. E finita la cena, come ogni sera, la stava riaccompagnando all'Accademia. A entrambi sarebbe piaciuto passare la notte insieme, l'uno tra le braccia dell'altro, ma nessuno dei due l'avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura. Tutti e due per lo stesso motivo, tutti e due per motivi diversi.
Ciò che entrambi volevano però, era che quella camminata durasse in eterno.
Per questa ragione, quando Brian propose di sdraiarsi su uno spiazzo d'erba per guardare le stelle, nonostante il freddo, Talisia rispose subito di sì.
Il ragazzo, con un gesto della mano, fece apparire diverse coperte di lana.
Ma ben presto entrambi si scordarono sia delle stelle che del freddo: senza neanche ricordarsi il perchè o il come, si ritrovarono avvinghiati, sdraiati per terra e ansanti.
Talisia si scordò presto anche dove si trovava, quando le labbra di lui si spostarono dalla sua bocca al collo, iniziando a scendere sempre più giù. Reprimendo un gemito, gli affondò le mani tra i capelli.

Non aveva idea di dove sarebbero potuti arrivare - o meglio, ce l'aveva, ma non sapeva ancora se ci voleva arrivare - quando un rumore di rami spezzati li interruppe.
Si tirarono su di scatto, cercando di vedere qualcosa nel buio della notte. Poteva essere semplicemente un animale - si trovavano pur sempre nelle vicinanze di un bosco - ma Brian, con un gesto deciso della mano, le impedì di accendere la luce con la bacchetta, mentre lui stesso applicava un incantesimo silenziante e di disillusione su entrambi.

"Resta dietro di me." Le disse in un sussurro. Che suonò comunque come un ordine. E tanto per essere sicuro che la ragazza veramente lo facesse, la spostò dietro la schiena, mentre avanzavano verso la fonte del rumore.
Ma neanche lui potè fare nulla per tenerla ferma quando, arrivati vicinissimi, Talisia riconobbe le figure a terra.

"ALICE!" Strillò, liberandosi con uno strattone dalla presa di Brian, tornando visibile e precipitandosi verso la sua migliore amica. "Lumus" Il fascio di luce colpì in pieno i due, illuminando anche Edward, che con un gemito di protesta si portò una mano davanti agli occhi per coprirli. "Alice!" Ripetè di nuovo Talisia, chinandosi sulla ragazza e iniziando a scuoterla.

Ma lei non rispondeva: pallida ed esangue continuava a restare immobile tra le braccia del fidanzato.
"Che cos'è successo?" Chiese la Fenice con voce incrinata, puntando la bacchetta verso il ragazzo moro. "Che cosa le hai fatto?" Chiese alzando la voce di qualche ottava.
Ma Edward era incapace di rispondere: temeva di veder morire Alice tra le sue braccia e questo l'aveva mandato in stato di shock.

"Black togliti." Li interruppe di punto in bianco la voce di Brian, raggiungendoli e inginocchiandosi davanti ai tre. Aveva osservato la scena per qualche secondo e aveva già più o meno capito cosa non andasse.
La sua presenza sembrò risvegliare Edward dallo stato di coma. "E questo chi è?" Chiese puntando la bacchetta verso il Grimm.
Ma il tedesco non aveva tempo anche per lui. Con un gesto della mano disarmò l'ex Corvonero, poi gli strappò la ragazza dalle braccia e la girò su un fianco. "Fammi luce. Svelta."
Talisia, che aveva notato il cambiamento nella voce del ragazzo, si affrettò ad obbedire. Poi si girò verso Edward, che ancora non riusciva a capire come avesse fatto l'altro a disarmarlo e cosa stesse esattamente succedendo. "Prova a fare qualsiasi cosa, Fuler, e giuro che ti schianto. Lascialo lavorare in pace." Disse con lo stesso tono di voce freddo e distaccato che avrebbe usato tempo prima ad Hogwarts, quando era abituata a comandare su tutti. Quasi non si riconobbe.
Intanto, dietro di lei, Brian stava borbottando qualcosa in tedesco, mentre faceva passare ripetutamente la bacchetta - dalla quale uscivano diversi fasci di luce colorata - sul ventre della ragazza. Il flusso copioso di sangue che scaturiva dal fianco di Alice rallentò fino ad arrestarsi del tutto, ma il ragazzo continuò a borbottare e ad agitare la bacchetta.
Passarono pochi minuti, o forse molte ore - Talisia non avrebbe mai saputo dirlo con certezza - poi Brian pronunciò le parole più belle del mondo. "La tua amica ha bisogno di dormire per un po' ma ce la farà. Adesso che ne dite, ci spostiamo in un luogo più consono?" Senza neanche aspettare la risposta, prese Alice tra le braccia e si diresse verso il cottage.

Quando giunsero là, il Grimm depositò la ragazza sul letto, chiuse la porta e trascinò entrambi di peso in salotto. "Quella ragazza è stata maledetta con la 'beraubt Mutterschaft'. Voglio sapere cos'è successo. Adesso." Aveva un tono di voce calmo e pacato, ma alle loro orecchie suonò come se avesse urlato.
La Black sgranò gli occhi a quelle parole.
La maledizione che privava una donna della sua totale essenza. Forse la peggiore che si potesse scagliare su una donna: se eseguita malamente, portava la vittima alla morte per dissanguamento dopo una lunga agonia, altrimenti le impediva di avere figli.
Lentamente, si girò verso Edward, mentre un'idea di quello che poteva essere effettivamente successo iniziava a prendere forma nella sua mente. "No! Non è possibile! Non potete averlo fatto sul serio..." Iniziò a sussurrare a bassa voce.

"Siamo scappati Lis." Iniziò a raccontare Edward, rivolgendosi all'unica persona che conosceva nella stanza. "Non avevamo scelta. Ally si sarebbe dovuta sposare a breve con quel... con quel..." Strinse i pugni forte, mentre il peso di quella lunga notte iniziava a farsi sentire. "Ma ci hanno beccato... hanno messo allarmi tutt'attorno a casa e quando abbiamo provato ad uscire dal cortile hanno suonato. E' uscito suo padre..."
"Bartemius." Sussurrò Talisia. Cos'era successo al signor McFoster?
"E' andato completamente fuori di senno. Ha iniziato a scagliare maledizioni ovunque, a caso, anche su sua figlia." Continuò Edward.
"No! Non farebbe mai del male ad Alice! Non le farebbe mai del male!" Lo contraddisse l'ex Serpeverde, scuotendo la testa ripetutamente. Ma una vocina dentro di lei le ripeteva che invece era più che possibile.
La stessa sorte che sarebbe toccata anche a lei, se avesse deciso di disobbedire alla famiglia.
"Black, fallo finire." Sussurrò dolcemente Brian, mettendole una mano sul polso e arrestando così il flusso dei suoi pensieri.
"Alice e suo padre hanno iniziato a duellare. Un incantesimo è rimbalzato sulla barriera, frantumandola." Continuò Edward mentre le immagini di quella folle notte gli scorrevano davanti agli occhi come un film.
"Quale barriera?" Chiese di nuovo Talisia, incapace di trattenersi.
"La barriera che avevano tutt'intorno al cortile. Alice riusciva ad entrare ed uscire, io sono rimasto intrappolato dentro. E' per quello che è tornata indietro." Spiegò Edward, tormendandosi ripetutamente i capelli.
"Una barriera che riconosceva i purosangue. Qualsiasi cosa abbiate progettato, se lo aspettavano. E' un miracolo che ne siate usciti vivi entrambi." Stavolta l'interruzione venne da Brian. "Non mi serve sapere altro. Ci scommetto che dopo che la barriera è stata frantumata voi siete fuggiti e il padre ha dato il regalino d'addio alla figlia. Tra le famiglie purosangue è la prassi. Ho perso qualche passaggio?" Chiese sarcastico.
"Ma tu chi sei?" Trovò la forza di chiedere Edward.
"Brian" Si presentò semplicemente lui. "Un amico di Lis." Aggiunse, non riuscendo a trattenersi dal calcare in modo ironico il nomignolo della ragazza.
"Beh Brian, a quanto pare ti devo la vita." Si limitò a rispondere l'altro, allungando la mano per stringergliela.

Quando Alice si risvegliò, la mattina dopo, non riconobbe il posto. Il primo pensiero fu che i genitori fossero riusciti a riprenderla e che l'avessero portata in quel luogo sconosciuto, per evitare una sua possibile nuova fuga.
Poi però, si accorse che sdraiata accanto a lei, con gli occhi chiusi e rannicchiata sotto a una coperta c'era "Lis!"
La Black aprì gli occhi, inizialmente confusa, poi si precipitò verso di lei. "Ally! Come stai? Per Salazar, mi hai fatto prendere un accidente! Ma dico, sei impazzita? Scappare così dalla casa dei tuoi? ... La maledizione
'beraubt Mutterschaft', non ci credo ancora! Per fortuna che Brian sapeva il controincantesimo o saresti morta! Come stai? Vuoi da mangiare? Da bere? Hai freddo?" Avrebbe continuato così all'infinito - Talisia non era una chiaccherona, ma Alice McFoster era l'unica persona in grado di farla sciogliere completamente - ma la porta della camera si spalancò e un assonnato Brian fece capolino, avvolto in una coperta. Aveva passato la notte sul divano.
Nonostante fosse completamente in disordine e avesse i capelli totalmente arruffati, bastò la sua presenza per far ammutolire la ragazza. "Black, ti ha sentito
più o meno tutta Salem." Affermò con voce assonnata "La tua amica sta bene, me ne sono accertato di persona e sarà anche in grado di generare dei figli, se mai ne volesse avere. Adesso per favore, ho bisogno di dormire. Chiaccherate, mangiate, giocate a carte, fate quello che volete, ma fatelo in silenzio." Commentò reprimendo uno sbadiglio. "Felice che tu ti sia svegliata comunque. Brian Grimm, al tuo servizio." Aggiunse, raggiungendo Alice e accompagnando il tutto con un baciamano, mentre l'ex Corvonero lo guardava con occhi sgranati, spostando lo sguardo ripetutamente da lui a Talisia. "Ma che...?". L'ex Serpeverde, con un segno impercettibile del capo, le fece capire di non replicare.
Terminato l'inchino, Brian circumnavigò il letto e si sdraiò sulla metà lasciata vuota dalla Fenice. Poi si coprì del tutto con la coperta e tre secondi dopo era sprofondato nel mondo dei sogni.

Le due, soffocando con le mani una risata, si affrettarono ad uscire in punta di piedi dalla stanza, per raggiungere il salotto.
Sul tappeto, avvolto in un sacco a pelo, trovarono Edward profondamente addormentato. Cercando di non svegliare neanche lui, si accomodarono entrambe sul divano, avvolgendosi in una coperta, come quando erano piccole.
"Allora..." Cominciò Alice, gettando un'occhiata maliziosa verso Talisia e portando il suo tono di voce ad un sussurro. "Così sei riuscita ad accalappiare un Grimm? Perchè non me l'hai detto tramite il diario? Raccontami tutto! E non provare a negare, perchè hai fatto la faccia da pesce lesso appena è entrato in camera! Io e te dobbiamo fare una lunghissima chiaccherata." Concluse tutto d'un fiato, puntandole un dito contro e facendola arrossire.
A Talisia non rimase altro da fare che iniziare a raccontare.

Quanto le era mancata la sua migliore amica!

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