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Autore: Princess Kurenai    08/04/2009    3 recensioni
Piccola raccolta tratta dalla ending di Beyblade G-Revolution: Kaze no Fuku Basho.
1. Kyoku - Memorie [GarlandMystel]
2. Bishoo - Sorriso [GouLin]
3. Wasureru - Dimenticare [BorisYurij]: Dimenticare.
Era una parola semplice da dire.
Spesso abusata come i “ Ti amo.”, e Boris, mentre osservava le fiamme, si chiedeva se valeva la pena dimenticare seriamente.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tratta dalla sigla Kaze no Fuku Basho**

Che personalmente amo**

Sono un paio di capitoli, quattro o cinque non so, a pairing variabili °O°

La prima coppia è una GarlandMystel dai toni un poco tristi inizialmente^^

Sicuramente nei prossimi avrete una KaiRei (stranoXD) e una YuriyBoris.

Se mi esce cercherò di metterci una GouLin ^^

Buona lettura!

 

 

{ Kaze no Fuku Basho ~

 

1. Kioku ~ Memorie [GarlandMystel]

 

Tooi kisetsu ga sugita ima dewa

Kimi no koto nanka kokoro kara wasureru to omotte ta

Hateshinai kono sora ni setsunai omoide dake

Kanjiteru yomigaeru ano koro no keshiki wo

{Kaze no Fuku Basho, Makiyo}

 

Erano già passati quasi tre mesi dalla fine del Torneo.

Stava iniziando l’estate e lui si era ormai stabilito lì, in Cina.

Era stato accettato abbastanza bene dalla Tribù della Tigre Bianca e inoltre si sentiva a suo agio in quegli ampi spazi dove correre, saltare e divertirsi.

Amava la natura e quel luogo era un vero paradiso ma, nonostante ciò, tutti i suoi pensieri volavano oltre quelle montagne e addirittura oltre il mare.

Aveva sempre desiderato vivere in un luogo come quello e quando ci era riuscito desiderava la trovare la forza per abbandonarlo.

Tutto a causa di una persona che era in grado di catalizzare tutti i suoi pensieri.

Aveva provato a dimenticarlo ma aveva miseramente fallito.

Sospirò e volse il suo ceruleo sguardo verso l’infinito cielo cinese, poggiando la schiena sul grande albero che lo ospitava, lasciando che quella marea di ricordi che aveva tentato di arginare lo travolgesse, trascinandolo in un tiepido abbraccio.

 

“ Guarda Garland! Quella sembra un mandarino!”, esclamò ridendo il biondo, additando una bianca nuvola tondeggiante.

“ Mystel ma è possibile che tu non pensi ad altro?”, domandò l’altro ragazzo, steso al suo fianco sul prato.

Il più basso, in risposta gli rotolò sopra, donandogli un ampio sorriso.

“ Ovvio che penso ad altre cose!”

“ Mh... e a cosa?”, chiese.

“ A te!”, e gli scoccò un tenero bacio sulle labbra.

Garland sorrise appena, alzando una mano per carezzargli il viso, godendosi le espressioni beate di Mystel che si accoccolò sopra di lui richiedendo altre coccole.

 

Garland era sempre stato buono con lui.

Sapeva quanto amasse l’aria aperta e ogni giorno, dopo gli allenamenti, lo accompagnava al parco, dimenticando la stanchezza e le ferite.

Sopportava tutto pur di vederlo sorridere ma non sapeva che il sorriso più bello Mystel lo riservava solo quando, esausto, crollava addormentato sul prato.

Era quello uno dei pochi momenti in cui poteva vederlo seriamente rilassato e felice nel sonno e nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea sul fatto che fosse proprio lui l’artefice della serenità di Garland.

 

“ Mystel la vuoi piantare?”, domandò esasperato il giovane, posando per terra i pesi e recuperando un asciugamano per il sudore che gli imperlava il viso.

Il biondo, che saltellava ridendo sul letto del compagno, si fermò.

“ Perché?”, inclinò il capo.

“ Perché mi da fastidio il rumore delle molle.”

Mystel assunse un’espressione maliziosa.

“ Ma quando siamo insieme sul letto non ti fai tanti problemi nel farle scricchiolare, ne deduco che ti piaccia come rumore”

Garland avvampò a quella frecciatina, il che causò una forte risata da parte del biondo che si spense quando lo bloccò contro il letto con il suo atletico corpo.

Gli occhi blu di Garland lanciavano lampi tra l’imbarazzato e il malizioso.

“ Non è il rumore a piacermi.”, sussurrò sulle sue labbra. “ Sei tu che mi fai perdere ogni controllo.”

L’altro sorrise allacciandogli le braccia al collo.

“ Allora perdilo ancora, non aspetto altro.”, e le loro bocche si unirono in un lungo bacio.

 

Quante volte l’aveva portato all’esasperazione con atteggiamenti spesso discutibili che variavano dall’infantile allo sconsiderato e con frecciatine volutamente maliziose pur di ottenere la sua attenzione?

Dire sempre era un eufemismo.

Mystel non amava essere al centro dell’attenzione, era un tipo riservato e misterioso però, forse egoisticamente, voleva sempre essere al centro del mondo di Garland.

Sapeva quanto il ragazzo tenesse all’orgoglio della sua famiglia.

Sapeva quanti sforzi aveva fatto e quanti ne sarebbero susseguiti eppure... continuava a sabotargli gli allenamenti pur di stare con lui.

Garland però non si arrabbiava mai ed era in quei momenti che Mystel capiva che quell’affetto che riponeva in lui era ricambiato.

 

Steso sul tetto del grattacielo osservava il cielo notturno.

Era tutto finito e presto ogni cosa sarebbe tornata al suo posto, ciononostante un peso gli opprimeva il cuore.

Aveva sempre dato per scontato che lui e Garland sarebbero sempre rimasti insieme, che quel momento non sarebbe mai arrivato, eppure erano lì: all’alba di un addio che lui voleva evitare.

“ Chissà perché sapevo di trovarti qui.”, la voce del compagno lo fece quasi sussultare.

“ Ciao Garland...”, mormorò mettendosi seduto per voltarsi verso l’altro.

Portava la maschera e questo stupì alquanto il più alto.

“ Che hai?”

“ Niente. Che dovrei avere?”, ribatté sforzandosi di dare leggerezza alla sua voce.

“ Mystel che succede?”, il tono di Garland si fece duro.

“ Te l’ho detto: niente.”

“ Allora perché non ti sei ancora tolto la maschera?”

“ Lo sai che mi piace portarla.”

“ Sì. Ma non con me.”

Non riuscì a ribattere.

Aveva ragione, odiava portare la maschera di fronte a Garland.

Non aveva niente da nascondergli e quindi niente maschere.

“ Domani... torni a casa?”, domandò dopo un poco attimo di silenzio.

“ Sì.”, si sedette accanto a lui.

“ Con Brooklin?”, continuò.

“ Ha bisogno di un amico.”, rispose allungandosi per togliergli la maschera.

Mystel lo lasciò fare sospirando un: “ Capisco.”

“ Mi vuoi dire che succede?”

Il biondo lo guardò in viso.

Garland era tanto buono quanto stupido con lui.

Possibile che non capisse quanto fosse geloso di quel neonato rapporto che aveva con Brooklin?

D’accordo, erano amici, ma era ugualmente geloso e di certo non gli avrebbe fatto alcuna scenata.

Non sarebbe stato da lui e non voleva che Garland perdesse delle amicizie a causa sua.

“ Il mio aereo parte tra un’ora.”, si alzò.

“ Aereo?”

“ Sì, vado in Cina con Lai e gli altri. Mi hanno invitato...”

“ E aspetti solo oggi per dirmelo?”, si inalberò.

“ Me l’hanno detto oggi.”, rispose.

“ Per questo eri qui? Perché non volevi dirmelo?”

“ No. Ero qui perché mi piacciono i posti alti.”

“ Lo so... ma prima la maschera e ora questo... è successo qualcosa, me lo sento.”

“ Cosa vuoi che sia? È l’ultimo giorno che passo in città. Mi aspettano finalmente monti, fiumi e laghi.”

“ Quello che hai sempre desiderato quindi...”

“ Esatto. Ora vado...”, e si buttò nel vuoto, beandosi di quella sensazione di vuoto al livello dello stomaco.

 

Era stato un bugiardo quella notte.

Un bugiardo e un codardo.

Non l’aveva salutato.

Gli aveva fatto capire che desiderava ancora vivere in un luogo come quello nel quale si era stabilito.

Non si era nemmeno ripreso la maschera dalla fretta che aveva di scappare.

“ Beh... almeno ha un qualcosa di mio mentre è con Brooklin...”, borbottò lasciando che quei ricordi inondassero anche il suo viso, accadeva sempre quando ripensava a Garland.

“ Ora parli pure da solo Mystel? Lo sapevo che non avevi tutte le rotelle al loro posto ma così non fai altro che confermare la mia tesi.”

“ Ciao Lai. Ci sono problemi al villaggio?”, domandò asciugandosi il viso velocemente.

L’ultima cosa che voleva era farsi vedere in quello stato.

“ No, volevo solo dirti che è arrivata una lettera per te.”

Si voltò verso il cinese.

“ Lettera?”

“ Sì.”, un sorriso felino increspò le labbra di Lai mentre gli porgeva un pezzo di carta.

Lo prese, curioso, ringraziandolo.

Rigirò la busta tra le dita e solo quando il cinese si allontanò si decise ad aprirla e nel vedere la grossa scrittura di Garland ebbe un tuffo al cuore.

 

“ Posso capire un mese.

Posso accettare due mesi, ma tre mi sembrano anche troppi, razza di idiota.

Quanto cavolo ci metti a scendere da uno stupido albero, a mollare la frutta e a scrivermi una dannata lettera?”

 

Sbuffò una risatina e continuò con la sua lettura con i battiti in continuo aumento e con tutti gli sforzi fatti per provare a dimenticare, anche se sapeva già che erano stati inutili, scivolargli via.

 

“ Se ti stai chiedendo perché non sono stato io a scriverti prima ti faccio presente che sei tu quello che se ne è andato lasciandomi come un cretino sul quel tetto.

Dovevi essere tu a scrivermi questa lettera con tutte le spiegazioni che mi devi.

Quindi: ora alzi il culo, interrompi tutto quello che stai facendo e prendi il biglietto incollato dietro questa lettera.

Devi venire a casa mia se non vuoi che venga lì io a prenderti con la forza.

Garland.”

 

Voltò il foglio trovandoci attaccato il famoso biglietto.

Lo osservò staccandolo.

Voleva seriamente andare da Garland?

, sorrise alzandosi in piedi, voleva andarci!

“ Era l’ora che ti decidessi ad alzarti.”

Sussultò rischiando per un attimo di cadere di sotto.

Ai piedi dell’albero lui.

Maglia attillata che metteva in risalto i muscoli e jeans che erano un attacco al pudore - almeno ai suoi occhi.

“ G-garland!”

“ In persona. Vedevo che non arrivavi e come promesso eccomi qui.”, gli occhi blu del compagno lo fissarono seri.

“ La lettera mi è arrivata oggi!”

“ Lo so. Me l’ha detto Mao.”

“ Non sei arrabbiato quindi...”

“ Lo sono se non scendi da lì e non rispondi alle mie domande.”

Mystel conosceva quel tono e si ritrovò a sorridere.

Non era arrabbiato, o meglio non lo era del tutto, e quello lo rendeva felice.

Veramente felice, così tanto che gli saltò addosso facendolo cadere per terra.

“ Ehi!”

“ Garland ti amo!”, esclamò con la sua solita sincerità.

Il più alto rimase un attimo interdetto poi ricambiò la stretta.

“ Anch’io.”, gli rispose. “ Ed è proprio per questo che sono qui... se mi ami perché mi hai lasciato?”

Il biondo alzò il viso sentendosi finalmente libero e felice.

Il suo vero desiderio era restare con Garland.

Al diavolo la Cina e tutto il resto: Mystel voleva solo stare con lui.

“ Solo due parole, poi non ti lascerò neanche la forza di respirare: Brooklin e geloso.”

“ Gel-”, e le sue parole vennero bloccate da un impetuoso bacio, al quale rispose lasciandosi andare.

Avevano aspettato tre mesi e potevano aspettare qualche altro minuto per i discorsi: in quel momento c’erano solo loro.

 

 

Spazio di Miki

Ovviamente i ricordi di Mystel sono inventati da me ù.ù

Anche se mi sarebbe piaciuto vederli in quelle situazioni *ç*

Spero di averli caratterizzati bene e che vi sia piaciuta tanto quanto è piaciuta a me scriverla^^

Mi piace tantissimo questa coppia, non al pari delle KaiRei (gli amori miei**) ma ha un posto speciale nel mio cuoricinoXD

Vi invito a leggere le altre fic che ho pubblicato con questa.

La prima una VorkovKai intitolata Ricatto e dedicata a Klarai.

La seconda una BorisYurij collegata alle altre mie due fic Soffitto e L’Angelo del Peccato. Il suo titolo è Grazie.

Alla prossima^^

 

 

 

 

 

 

   
 
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