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Autore: Tessie_chan    04/05/2016    1 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il sole entrava prepotente dalla finestra, battendo con forza proprio sugli occhi chiusi di Aithusa.
La Maga mugugnò infastidita e aprì gli occhi, riparandosi con la mano. Chi diavolo aveva lasciato le tende aperte?
Poi si ricordò dove si trovava, e soprattutto con chi si trovava, e si bloccò paralizzata.
Accidenti, era rimasta lì tutta la notte! 
Aithusa si voltò lentamente verso Killua. Stava ancora dormendo, e sembrava così in pace e felice che la ragazza non potè fare a meno di sorridere. Era così bello, mio Dio..
La sera prima Killua le aveva detto che voleva lasciare subito quella casa con lei e gli altri per non tornare mai più, e le aveva promesso che non si sarebbero più divisi.
Aithusa in quel momento non aveva avuto la forza di contraddirlo; ma sapeva che, una volta lasciato il monte Kukuru, ciascuno di loro sarebbe andato per la propria strada.
Ci aveva riflettuto a lungo, e aveva deciso che per il momento avrebbe seguito Kurapika: ora che suo fratello aveva ottenuto la licenza, la prima cosa che il ragazzo avrebbe voluto fare sarebbe stata cercare un lavoro come Hunter in qualche ambiente legato in qualche modo alla criminalità, per poter ottenere informazioni sul Ragno. Aithusa non voleva lasciarlo da solo, in parte perchè voleva essere sicura che il fratello fosse al sicuro, in parte perchè aveva il terrore che i sentimenti negativi di rabbia, di odio e di vendetta potessero sopraffarlo e fargli perdere la ragione. Non poteva abbandonarlo a sè stesso.
Leorio avrebbe voluto sicuramente cominciare i suoi studi per diventare medico, e sarebbe dunque andato avanti da solo. Gon invece aveva espresso il desiderio di diventare più forte, prima di continuare la ricerca di suo padre. Aithusa sperava ardentemente che Killua decidesse di seguirlo, una volta compreso che non sarebbe potuto rimanere con lei.
Odiava il pensiero di doversi allontanare da lui in quel modo: tutto ciò che avrebbe voluto era stare con lui per sempre, e svegliarsi ogni giorno al suo fianco. 
Ma non poteva andare dietro ai propri desideri personali così egoisticamente, non poteva metterli di fronte al proprio dovere: doveva diventare Maestra di Arti Magiche, a tutti i costi.
<< Un soldo per i tuoi pensieri. >>
Aithusa sobbalzò << Cavolo, mi hai spaventata a morte! Da quanto eri sveglio? >>.
Killua si mise seduto e le posò un leggero bacio sulle labbra << Da poco, tranquilla. Allora? Cosa ti passa per la testa? >> Killua si adombrò appena << Non sei ancora arrabbiata con me, vero? >>
<< No no, tranquillo, non è questo. >> Aithusa si morse un labbro. Non poteva più aspettare, doveva essere sincera con lui << Non c'è un modo semplice per dirlo, perciò... te lo dirò e basta. >> la ragazza inspirò profondamente << Dopo che avremo lasciato questa casa, noi due dovremo prendere strade diverse, almeno per il momento. >>
<< Cosa?! >> esclamò Killua << Ma... perchè? Non capisco, pensavo che tra noi le cose si fossero risolte! >>
<< Infatti è così! E' solo che.... io adesso devo stare vicina a mio fratello. Lui ha bisogno di me, in questo momento. Ora che ha ottenuto la licenza, vorrà mettersi sulle tracce del Ragno, per vendicarsi. E io... io lo devo fermare. >>
<< Ma anch'io ho bisogno di te! >> protestò Killua, turbato.
<< No, non è vero. Ormai sei libero dall'influenza della tua famiglia, te la caverai anche senza di me. Mentre Kurapika... dovrà affrontare un momento difficile, e io sono sua sorella, devo rimanergli accanto! >>
Killua la guardava addolorato e incredulo, senza parlare. Aithusa gli prese le mani tra le sue.
<< Ti prego, cerca di capire. Io ti sono stata vicina, quando tu hai avuto bisogno di me. Ora è Kurapika che ha bisogno di me, non lo posso lasciare. >> la ragazza gli si avvicinò e posò la testa nell'incavo del collo, proprio dove c'era il Marchio del ragazzo << E poi, hai anche tu qualcuno a cui devi rimanere vicino, vero? >>.
Killua l'abbracciò e le baciò la fronte << Stai pensando a Gon? >>
<< Ha bisogno di te, del tuo sostegno e della tua amicizia. E anche tu hai bisogno di lui, per capire come fare a vivere la tua nuova vita. Io in questo non posso proprio aiutarti, lo sai. >> Aithusa gli dette un bacio sulla guancia << Non hai motivo di preoccuparti, hai capito? Noi ci apparteniamo, e questo non cambierà mai, per quanto possa essere grande la distanza tra di noi. Mi credi? >>
Alla fine Killua sorrise, rassegnato << Certo che ti credo. E va bene, hai vinto, partirò con Gon. Ma voglio avere sempre tue notizie, d'accordo? >>
La Maga annuì e lo baciò. Era una gran bugiarda. Killua non avrebbe più saputo niente di lei per molto, molto tempo, non c'era altra scelta.
***
I cinque amici si trovavano del giardino di casa Zaoldyeck, mentre l'elicottero privato della famiglia attendeva la loro salita.
<< Zio Silva, sei molto gentile come sempre, ma non era necessario prestarci il tuo elicottero per farci arrivare prima all'aeroporto! Non abbiamo mica fretta! >>
<< Non dire sciocchezze! Ci avreste messo almeno quattro giorni ad arrivare se foste andati a piedi! Così arriverete all'aeroporto in appena mezz'ora! >>
Silva era tornato quella mattina dalla sua "spedizione punitiva", e aveva subito chiesto spiegazioni ad Aithusa su un suo coinvolgimento in un incantesimo Corpus Emendo che, a quanto pareva, aveva colpito Illumi. La ragazza, spalancando gli occhi, aveva risposto << Un incantesimo Corpus Emendo? Ma è terribile! Chi può essere stato? >> e Silva era scoppiato a ridere, complimentandosi con la ragazza per l'idea davvero cattiva che aveva avuto.
Kikyo non aveva ancora scoperto in che condizioni erano ridotte le sue cose e i suoi vestiti, ma l'avrebbe scoperto presto, considerando il fatto che si era rifiutata di andarli a salutare, e aveva annunciato che si sarebbe ritirata in camera sua. Aithusa non stava più nella pelle.
<< Be', allora andate, e mi raccomando, state attenti! E fateci avere vostre notizie! >> disse Silva e abbracciò prima Killua e poi Aithusa, mentre Zeno guardava la giovane coppia ridendo sotto i baffi. 
<< Certo, zio Silva! A presto, Zeno-san! Abbiate cura di voi! >> gridò la Maga un attimo prima di salire sull'elicottero.
Aithusa si sporse dal finestrino << Mi raccomando, non uccidete Milky! Toglietegli solo i videogiochi! >>
<< D'accordo Tess, promesso! >> gridò Silva, e in quel momento tutta la montagna fu attraversata da un urlo di raccapriccio e rabbia così acuto e potente che tutti si tapparono le orecchie.
<< AITHUSA DUCHANNES KURUTA! COSA HAI FATTO ALLE MIE COSE E AI MIEI BELLISSIMI VESTITI?! MALEDETTA, PICCOLA STREGA! >>. 
Kikyo era uscita dalla villa scarmigliata e infuriata nel momento stesso in cui l'elicottero era decollato, e agitava i pugni in direzione della Maga, come se volesse strozzarla a distanza.
Aithusa scoppiò a ridere così forte che quasi non riusciva più a respirare, agitava le gambe e rideva, accompagnata dagli altri che avevano capito cosa era successo << Su su, quante storie, Kikyo-san! Sono solo un tantino bruciacchiati, non è così grave! >>
<< MALEDETTA MOCCIOSA, QUESTA ME LA PAGHERAI! >>
<< Ci vediamo, Kikyo-san! Comprate abiti ignifughi, la prossima volta! >> urlò Aithusa, e l'elicottero si allontanò definitivamente da villa Zaoldyeck.
Mezz'ora dopo i cinque erano arrivati all'aeroporto, ed erano pronti per prendere ciascuno la propria strada.
<< Ci rivedremo, non è vero? >> chiese Gon con occhi da cucciolo spalancati.
<< Ma certo, tesoro! >> rispose Aithusa, abbracciandolo forte << Ti ricordi? Tra sei mesi a York Shin City, ci rincontreremo tutti lì! >>
<< Esatto! >> esclamò Leorio, abbracciando i due ragazzi contemporaneamente << Abbiamo promesso! >>
Gon abbracciò Kurapika e Leorio, mentre Aithusa e Killua si allontanavano discretamente di qualche metro.
<< Mi raccomando, stai attento, a te e a Gon! Non cacciatevi nei guai, non attaccate briga con gente che non potete sconfiggere, e non fate stupidaggini! >> dichiarò Aithusa, abbracciando il ragazzo.
<< E tu non farti uccidere, nè dai demoni, nè dal Ragno! >> rispose Killua, stringendola forte << E ricordati una cosa. >>
<< Cosa? >> chiese la Maga.
<< Che ti amo. >> disse Killua, e la baciò con trasporto. Aithusa gli infilò le mani tra i capelli e lo tirò più vicino, mentre lui le baciava la fronte e le guance.
<< Anch'io ti amo, Killua... >> mormorò la ragazza, concentrando la sua energia magica nella mano che teneva la testa di Killua...
<< D'accordo, ora basta voi due, togli le mani dalla mia sorellina! >> li interruppe Kurapika, e i due sbuffarono all'unisono.
<< Kurai, perchè non ti fai i fatti tuoi? >> brontolò Aithusa, staccandosi da Killua.
<< Perchè se non ci sbrighiamo il dirigibile parte senza di noi! >> rispose Kurapika, e cominciò a trascinarla verso la pista. 
<< A presto, ragazzi! Siate prudenti, e abbiate cura di voi! >> gridarono insieme i due fratelli, mentre i gli altri tre si sbracciavano per salutarli << Anche voi, ragazzi! Fateci avere vostre notizie! >>
Aithusa e Kurapika si sedettero insieme nel dirigibile << Sei sicura di voler venire con me, imouto? >> chiese il ragazzo.
<< Sì, Kurai. >> rispose la Maga << E' con te il mio posto, adesso. >>

Sei mesi dopo
Aithusa stava sdraiata sul letto di uno squallido motel, incapace di smettere di piangere, incapace di muoversi, incapace di fare qualsiasi cosa.
L'unica cosa che riusciva a fare era ripensare alle parole crudeli che il fratello le aveva detto due giorni prima. Quando aveva creduto che Killua l'avesse tradita, aveva pensato che non potesse soffrire più di quanto aveva sofferto in quell'occasione. Ma ora sapeva che il dolore di allora non era niente rispetto a ciò che stava provando in quel momento.
La mente tornò di nuovo indietro a due giorni prima, come se potesse trovare una spiegazione, una qualsiasi, che giustificasse ciò che era accaduto.

Flashback
<< E' inutile che cerchi di fermarmi, Aithusa. Ormai ho deciso. >>
<< Fratello, ti prego, ragiona! Non puoi davvero voler fare una cosa simile! Lavorare per la mafia! Quelle persone sono i peggiori criminali del mondo! Hai idea di quante persone abbiano ucciso, di quanto male abbiano causato? >>
Kurapika rise sprezzante, agitando le sue catene create con il Nen.
<< Detto da te è davvero divertente, imouto. Proprio tu, che per anni te la sei fatta con i più terribili mercenari del mondo! >>
Aithusa indietreggiò, ferita << E' diverso! Io sono una Maga, uccido da sempre, è la mia Missione. Tu sei diverso, sei migliore! Non abbassarti a diventare un assassino come me! >>
<< E' necessario. Se voglio sterminare il Ragno, devo cominciare ad abituarmi a uccidere! >>
La ragazza trattenne il fiato, terrorizzata << Fratello, non puoi pensare davvero di poterli sconfiggere! Loro sono i peggiori Rinnegati viventi, hanno ucciso centinaia di Maghi! Il tuo Nen è sicuramente molto potente, ma non sarà mai sufficiente! >>
<< Devo provarci. Li colpirò uno alla volta, e vedrai che riuscirò a eliminarli tutti! >>
<< Kurapika, ti prego, non inseguire la vendetta! Non ti darà mai la pace che cerchi, nè tanto meno la felicità! Tutto quello che farà è pesarti sul cuore come un macigno, e ti causerà più dolore di quanto tu possa immaginare! Il senso di colpa ti schiaccerà, credimi! >>
<< Il senso di colpa mi schiaccerà?! Quei mostri hanno ucciso la nostra gente, i nostri genitori! Come ultimi sopravvissuti, e come principi, è nostro dovere vendicarli! >>
<< No, non è vero! Non possiamo essere sopravvissuti per questo motivo, mi rifiuto di crederlo! Non voglio il sangue di altri morti sulle mie mani, o sulle tue! >>
<< Dunque è così che stanno le cose, per te? >> Kurapika la fissò con un tale disprezzo e disgusto che Aithusa si sentì come se un coltello le stesse premendo sul petto, aspettando di poter affondare nella sua carne << Non sei disposta a uccidere gli assassini dei Kuruta, i tuoi nemici naturali, per non sporcarti le mani di sangue? Ho sempre pensato che fossi debole, ma adesso ne ho la conferma! Sei una traditrice del tuo popolo, sei la vergogna dei Kuruta! >>
Il coltello affondò nel suo cuore, e Aithusa gemette, straziata. 
<< Non puoi pensarlo davvero >> rantolò la giovane.
<< Oh, lo penso eccome! La tua sola vista mi dà la nausea! Sei solo una codarda! >>
Quelle parole crudeli colpirono Aithusa come un pugno allo stomaco, e lei agì di conseguenza.
Schiaffeggiò il fratello maggiore con tutta la forza che aveva.
<< Allora vattene! VATTENE! Vai via, e non farti vedere mai più! Fai conto che io sia morta! Non sei migliore di quelli che vuoi uccidere! >> Aithusa cadde in ginocchio, singhiozzando << Se non mi vuoi nella tua vita, non trattenerti oltre! >>.
<< Addio, Aithusa. >> disse Kurapika, e le voltò le spalle e se ne andò.
Fine Flashback


E adesso era lì, con il cuore spezzato per il dolore che le aveva causato perdere il suo amatissimo fratello.
Cosa avrebbe fatto adesso? 
Qualcuno bussò alla porta << Tess, sono io, il maestro Aki. Per favore, fammi entrare. >>
Aithusa non si mosse, non ce la faceva. Il maestro bussò ancora << Tesoro, ti prego. >>
La Maga si arrese, si avviò barcollando alla porta e la aprì.
Aki la guardò dispiaciuto ed entrò nella stanza, mentre Aithusa si lasciava di nuovo cadere sul letto. L'uomo si sedette accanto a lei, poggiango i gomiti sulle ginocchia.
<< Kurapika mi ha detto che avete discusso. Ha detto anche aveva deciso di andarsene, e che non aveva più bisogno dei miei insegnamenti sul Nen. >> Aki sospirò << Immagino abbia deciso di accettare quell'incarico della mafia. >>
<< Infatti >> mormorò Aithusa.
Per qualche secondo regnò il silenzio, poi Aki disse << Come procede il miglioramento della tua tecnica Nen? >>
<< Bene, direi. >> rispose Aithusa, e il maestro si girò verso di lei << Lo sai che mi dispiace non poterti aiutare. Ma a quelli che appartengono alla Specializzazione non può essere insegnato nulla, te lo avevo già detto. >>
Aithusa ripensò a tutto ciò che era accaduto a lei e a Kurapika negli ultimi mesi. Avevano scoperto l'esistenza del potere Nen, e avevano incontrato il maestro Aki, che si era offerto di fare loro da insegnante. 
Quando Aki aveva spiegato che il Nen era l'energia spirituale che possedevano tutti i Mortali, Aithusa gli aveva notare che lei era una Maga, e che quindi non era il Nen la sua energia spirituale, bensì la Magia. Aki aveva risposto che questo valeva per un Mago Purosangue, ma lei era in parte anche Mortale, quindi anche lei possedeva il potere del Nen.
Così i due fratelli avevano cominciato ad allenarsi insieme nell'uso del Nen, dimostrando entrambi un grande talento. Ben presto avevano scoperto che Kurapika apparteneva alla categoria della Materializzazione, e Aithusa a quella della Specializzazione. Il maestro aveva dunque preso da parte la Maga, e le aveva detto che ora era compito suo capire in cosa consisteva esattamente il suo potere e come usarlo, perchè lui non poteva aiutarla.
E così, mentre Kurapika si allenava sotto la guida del maestro Aki, Aithusa si era sforzata di capire meglio il suo Nen. E, dopo settimane di allenamenti e meditazione, era giunta a una conclusione: il suo potere le permetteva di guarire qualunque ferita o malattia, e le permetteva anche di spezzare qualsiasi incantesimo oscuro.
Aveva cominciato a esercitarsi assiduamente, ferendosi da sola e guarendosi sempre da sola, oppure assumendo una dose eccessiva di veleno e facendola sparire, tutto usando il Nen invece della magia, e in breve tempo era diventata davvero molto abile.
<< Sì, maestro, me lo ricordo. >>
Aki annuì << Ora cosa farai con tuo fratello? >>
<< Niente. Ha detto molto chiaramente che non vuole più vedermi. >>
<< Ma tu lo sai cosa ha intenzione di fare! Affrontare la Brigata! >>
<< Ho cercato di fermarlo, ma non vuole saperne. >>
<< Allora seguilo da lontano! Ti sei dimenticata che a York Shin in questo periodo ci sono anche i tuoi amici? >>
Aithusa balzò bruscamente in piedi.
Killua, Gon, Leorio... sarebbero stati tutti lì, mentre Kurapika affrontava in quella stessa città la Brigata. Sicuramente avrebbero cercato di aiutare Kurapika..
"NO!" pensò Aithusa. Se Kurapika voleva farsi ammazzare da loro, lei non poteva impedirglielo, ma se ci fossero andati di mezzo anche gli altri...
Aithusa afferrò la sua borsa e corse fuori, urlando un saluto al maestro Aki.
Doveva andare a York Shin, per impedire alla Brigata dell'Illusione di far del male ai suoi amici.
   
 
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