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Autore: Amanda_nikita    04/05/2016    1 recensioni
Il mondo monotono e rigido dei purosangue e dei mangiamorte é scosso da due ragazze, due migliori amiche, due streghe appartenenti a Case opposte. Il loro legame verrá messo alla prova, la loro forza dovrá reggere innumerevoli attacchi: riusciranno a portare a termine il loro destino? Fra incantesimi, tradimenti e colpi di scena, la loro avventura cambierá il mondo magico.
Dal testo: < ...dovevo fare in modo che qualcuno venisse a liberarmi dal controllo di quella pazza. Avrei potuto usare il Patronus, ma non l'avevo fatto mai prima di quel momento e si sa, la teoria è sempre molto diversa dalla pratica. Mi sforzai di ripescare dalla mente ricordi felici e tentai: non successe nulla. Non potevo arrendermi!
Ero già al quarto tentativo, e finora avevo prodotto solo qualche sbuffo di fumo; continuai a concentrarmi talmente tanto da farmi venire il mal di testa, ma... Ecco! C'era quel racconto di mio padre...>
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 8
 
Alexias pov
 
Quando cercai di alzarmi, la mattina dopo, mi resi conto di avere la febbre: la testa mi pulsava dolorosamente, la mia pelle scottava; guardai sconsolata il braccio che Bellatrix mi aveva avvolto con delle bende. Aveva fatto infezione, sicuro al cento per cento. Alzai lo sguardo e controllai l’orologio a muro: mezzogiorno. Davvero avevo dormito così tanto? Eppure ero ancora così stanca… e sicuramente la pazza sarebbe presto tornata con qualche altra perversa idea per rovinarmi l’esistenza.
Rimasi sorpresa quando all’ora di pranzo apparve solo un elfo con un vassoio. “Strano” pensai mangiando e bevendo con cautela, “Cosa sta architettando?”.  A questo punto mi sarei aspettata anche pozioni nel cibo; non averla con me e non poterla controllare metteva quasi più ansia che averla lì davanti, ma non mi sarei dovuta preoccupare ancora per molto…
Verso le quattro del pomeriggio cominciò l’ennesimo disastro: ero sdraiata sul letto, il libro di Difesa contro le Arti Oscure aperto sulle gambe; l’avevo ripescato dal mio baule, abbandonato in un angolo della stanza a prendere polvere.
< Ma tu guarda, che leggi?> esclamò Bellatrix, spalancando la porta, < Reducto!>. Il libro mi esplose in mille pezzi fra le mani, inondandomi di ceneri e carta devastata. Oddio, se solo avesse sbagliato mira… < Ma sei pazza?! Potevi amputarmi una mano!> gridai senza riuscire a trattenermi. “ Oh Merlino…” gemetti silenziosamente, indecisa se ringraziarlo per non avermi fatto saltare qualche dito o per pregarlo di proteggermi ancora dopo questa mia avventatezza.
< Non permetterò che una Black venga corrotta da quelle sciocchezze> sibilò dolcemente, avvicinandosi al letto e fissandomi con i suoi occhi profondi come l’Inferno.
“ Oh, al diavolo”.
< Come ci tenete sempre a ricordarmi io sono già corrotta, sono mezzosangue!> sbottai. Lei dovette trovare a cosa particolarmente divertente perché scoppiò a ridere:< Oh no, non considerare quello sporco babbano di tuo padre. Sei una Black, e per quello che ne sanno gli altri potresti anche essere mia figlia>. Sentii la mia faccia contrarsi in una involontaria smorfia di disgusto al solo pensiero. < Non ti piacerebbe?> si lamentò, facendo la faccia di una bambina a cui avevano levato le caramelle. Sfacciata! Mi aveva letto nella mente! Mi toccava pure stare attenta ai pensieri adesso. “Spero che qualcuno ti faccia fuori in modo lento e doloroso!”.
Ops.
Prese ad avvicinarsi ed io scesi dal letto di riflesso, indietreggiando. < Sai, Alexia? Tu sei la mia bambolina e adesso io ho voglia di giocare …>. Indietreggiai ancora, finché andai a sbattere contro il muro vicino alla finestra; mi accarezzò i capelli poi tirò fuori il suo pugnale da dietro lo stivale. Sogghignò, afferrandomi il braccio ferito e stringendo:< Le Black sono forti, sii Black> mi sussurrò all’orecchio. La sua stretta mi fece vedere le stelle e mi accasciai a terra; pensai che avrebbe infierito, non faceva parte del gioco?, invece disse:< Levicorpus> e mi adagiò sul letto. Con disappunto fece sparire le bende sul braccio, nuovamente sporche di rosso; mi sarei aspettata che usasse qualche pozione, una pomata, delle erbe… non un ago! Suturò la ferità ed io svenni, incapace di sopportare quel dolore. Quando ripresi conoscenza vidi che lo aveva di nuovo fasciato ma sotto si sentivano i punti che tiravano; mi sentivo tutta sudata ed accaldata, ma gelai quando mi accorsi che era ancora nella stanza, seduta su quella che ormai poteva considerarsi la sua poltroncina. Quando sarebbe finito tutto l’avrei bruciata. < Sei ancora qui?> gemetti esalando un rantolo disperato; Bellatrix gongolò:< Si, qualche problema?>.
“Solo Merlino sa quanto ti odio!” pensai furibonda, “ Calma Alexia, respira. Uno… Due…”
< IL PROBLEMA È CHE IO VOGLIO ANDARMENE DA QUI! DEVI LASCIARMI IN PACE!> urlai fuori di me. Per un attimo sperai che, se avessi urlato ancora più forte, gli zii e Draco mi avrebbero potuto sentire, ma Bellatrix si sbrigò a prendere la bacchetta:< Silencio!>.  La voce mi morì in gola e annaspai come in mancanza d’aria; lei mi si avvicinò e mi tirò i capelli all’indietro, costringendomi a guardarla faticosamente dal basso. < Non ti azzardare più… CAPITO?! RISPONDI!>. “Idiota, mi hai levato la voce!” pensai, ma quando mi tirò ancora di più il capo all’indietro cercai di annuire. Mollò la presa e io mi accasciai a terra. < Ora scendo e ti porto su qualcosa per cena> mi disse con disprezzo. La fermai mentre stava per chiudere la porta:< Draco sta bene?>.
< Forse> mi disse. Poi si chiuse la porta alle spalle.
 
Dracos pov
 
Aprii gli occhi, sbattendo un paio di volte le palpebre. Il sole entrava dalla fessura lasciata dalla tenda, rischiarando tiepidamente la camera. Mi alzai, buttando un’occhiata ad Irina ancora profondamente addormentata: questa volta mi ero svegliato prima io!
“Certo che sei strana: prima ti alzi prestissimo, poi dormi fino a tardi…” pensai sorridendo. Mi stiracchiai la schiena, godendo per un attimo della pace che avvolgeva ancora quel nuovo giorno; da sempre vivevo in una bolla, calda se lontana da occhi indiscreti e gelidamente tagliente se esposta alle persone. Sii un Lord, fai ciò che cisi aspetta da un Lord, onora il tuo casato, onora il tuo sangue…
Eppure era così facile dimenticare tutto stando lì, al sicuro.
M feci portare due tazze di cioccolata calda e mi sedetti in poltrona, sfogliando svogliatamente il libro che stava leggendo Irina.
< Buh!>.
Sobbalzai, rischiando di rovesciarmi metà della cioccolata addosso:< Irina! Per Merlino, mi hai fatto prendere un colpo! Avverti quando ti svegli, no?>.
Eccola lì, i capelli arruffati e un sorriso ebete stampato in faccia:< Volevo farti uno scherzo! Comunque buongiorno!> mi rispose, sedendosi e afferrando la tazza che le porgevo, < Non è che mi recupereresti dei vestiti nel mio baule? Ho bisogno di farmi una doccia>.
Le feci un cenno con la mano:< Si, si tranquilla, manderò un elfo, Anzi…> dissi schioccando le dita; apparve lo stesso elfo domestico delle prime cioccolate calde, e gli ordinai di recuperare e far apparire nella stanza il baule di Irina, senza farsi vedere né sentire.
Quando riapparve aveva con sé le cose della ragazza e lei si affrettò a finire di bere la bevanda per potersi andare a rinfrescare.
 
Con lo scorrere dell’acqua in sottofondo, decisi di fare un po’ di allenamento: per quanto la Umbridge fosse perfettamente stronza e cattiva con Potter, bisognava riconoscere che fosse un’incompetente.
Posizionai un vaso all’angolo del tavolo, poi feci cinque passi indietro:< Stupeficium!>. Mancato.
< Stupeficium!>.
Preso.
Sorrisi osservando i cocci sul parquet; mormorai, riportando poi il vaso nella posizione iniziale. Continuai così per un po’ variando incantesimi e attacchi; stavo per schiantare nuovamente l’oggetto quando Irina tornò in camera:< Ma che cosa fai? Si sentiva un casino anche con l’acqua aperta!> mi disse.
< Stavo solo facendo un po’ di esercizio! E tanto non si è sentito nulla fuori, avevo impertubato la stanza. Tu, piuttosto, li sai fare gli schiantesimi?> le domandai buttandomi sul letto.
< Non sono molto brava ma… Ti devo ricordare che non possiamo fare magie fuori da Hogwarts?>.
< Hey Miss Saputella, ti ricordo chi è mio padre: dentro Malfoy Manor lui è come il primo ministro>
< Viziati>
< Oh, si!> esclamai ridendo. Il rintocco dell’orologio mi fece sospirare:< Senti, ora devo andare a pranzo, ma ti va se dopo ci allenassimo?>.
< D’accordo, allora ci vediamo dopo>.
 
Quando tornai Irina aveva appena poggiato il vassoio del suo pranzo sul tavolo.
< Era di tuo gradimento?> le chiesi, chiudendomi delicatamente la porta alle spalle.
< Era tutto squisito… Alexia?> mi chiese con aria preoccupata. Scossi la testa, incapace di darle nuove notizie:< Neanche stavolta è scesa a pranzo e Bellatrix gravita sempre attorno alla sua stanza. Si è anche alzata prima di me da tavola, quindi non ho neanche potuto provare a parlarci tramite la porta, scusa>. Irina mi strinse una mano fra le sue:< Tranquillo, non è colpa tua. Spero solo che stia bene…>.
Ricambiai lievemente la stretta, ma poi mi scostai:< Basta, smettiamo di deprimerci! Fammi vedere la tua bacchetta>.
< Sambuco, 12 pollici, crine di unicorno. Flessibile ma non troppo> mi disse lei, porgendomela. Era una buona bacchetta, molto aggraziata.
< Allora, dato che la cara Umbridge non ci insegnerà mai nulla, vediamo di porre rimedio> dissi, muovendo la bacchetta per imperturbare la stanza. Dopo aver declamato l’incantesimo continuai:< Allora, partiamo dagli schiantesimi, va bene?>
< Ok… Ma non ti assicuro che uscirai incolume da qui>.
< Guarda il lato positivo> risposi, < Almeno non mi calpesterai i piedi!>.
Scoppiammo a ridere, poi ci mettemmo in posizione da duello.
< Allora, impugna così la bacchetta> dissi mostrandole come effettuare al meglio la presa, < Poi compi questo movimento e declama con precisione e convinzione la formula>.
Irina non mi rispose, gli occhi assottigliati dallo sforzo di concentrazione. < Stupeficium!>
Nulla, zero, nemmeno una scintilla.
“Temo che questa cosa andrà per le lung-“

Il suo secondo tentativo mi fece morire la frase in mente, mentre il mio corpo veniva sbalzato all’indietro; caddi a terra, ma non svenni: l’incanto non era stato sufficientemente potente, ma come secondo tentativo andava benissimo!
< Oh Merlino, scusa! Non volevo farti male> esclamò Irina correndo verso di me e tirandomi su. Rassicurandola mi rimisi in piedi, e continuammo ad allenarci per tutto il pomeriggio; alla fine sapeva schiantare e disarmare perfettamente.
< Grazie per la lezione, professor Malfoy> mi ringraziò facendo un buffo inchino che io ricambiai con un ghigno:< Oh no, grazie a lei signorina Greengrass>.
Ci scappò qualche risata, poi la salutai: era ora di cena.
 
 
 
Alexias pov
 
< Questa è la tua cena> disse secca Bellatrix posando con stizza il vassoio sul tavolino. La fissai immobile, in attesa di una sua mossa. < Non mi è piaciuto affatto come ti sei comportata oggi, Alexia…> mormorò velenosamente scandendo il mio nome.
< Non mi importa… NON MI IMPORTA! Preferirei essere nata senza poteri piuttosto che sopportarti! No! Lasciami!> gridai, dimenandomi quando, persa la pazienza, lei si lanciò su di me. Mi afferrò per il braccio, portando i nostri volti alla stessa altezza, distanti pochi centimetri:< Stai oltrepassando il limite Alexia! Se avessi voluto torturarti, a quest’ora non parleresti neanche>.  Mi chiuse le braccia dietro la schiena e mi avvicinò allo specchio:< Guarda come siamo simili, bambolina mia… Per essere una perfetta Black ti mancano poche cose: l’obbedienza ed il Marchio Nero! Presto il Signore Oscuro verrà, e tu non potrai più rinnegare ciò che sei destinata ad essere!> gridò, l’esaltazione che le permeava la voce e le distorceva i lineamenti folli. Quando mi lasciò andare crollai a terra, a piangere silenziosamente. Ma lei non aveva finito.
Accovacciandosi difronte a me mi afferrò il mento fra pollice ed indice:< Tu sei la mia speranza di successo, tu hai la stoffa per diventare la Mangiamorte che tuo cugino non sarà mai! Lui è solo un debole, un viziato vigliacco, ma tu… Tu sarai la soluzione a tutti i nostri problemi!>. Racimolai un po’ di coraggio: mai, mai sarei stata come lei! Piuttosto la morte!
< C’è un unico problema, zia> mormorai lentamente, < Io. Non. Voglio>.
Non parve dar minimamente peso alle mie parole; si alzò di nuovo in piedi, rassettando la gonna nera:< Dettagli bambolina, prima o poi lo vorrai. Magari dovrò aggiungere un incentivo, ma vorrai…>.
E con queste parole se ne andò lasciandomi in preda al terrore puro.
Era tutto un incubo, ed io non potevo svegliarmi.
 
 
 
Dracos pov
 
Entrai in sala da pranzo e trovai che zia Bella e mio padre discutevano; cercando di ignorare la voce stridula di lei mi sedetti, non curandomi neanche di chiedere che stesse succedendo. Mia madre sorrise, ma poi il suo volto si storse in una smorfia di fastidio; con un cipiglio guerriero si girò verso i due adulti, intimandogli di tacere. All’inaspettato silenzio approfittai per porre una domanda molto importante:< Alexia?>.
Bellatrix mi liquidò con un vago gesto della mano:< Anche oggi non si sente bene, temo abbia preso l’influenza>.
“Si, certo, ed io sono Merlino in persona!” pensai. Davvero ci credeva così stupidi?
Mangiammo in silenzio, con mia madre che ogni tanto cercava di ravvivare la conversazione; l’unica cosa che ottenne fu di far ricominciare a discutere zie e papà. Alzandomi con nonchalance mi congedai, quasi senza che quei due se ne accorgessero:< Scusatemi, forse quest’influenza è nell’aria, perché neanche io mi sento molto bene. Madre, a domani>.
Lei annuì:< Va pure caro. Se ti servisse qualcosa, chiedi pure>.
Uscii di lì con l’adrenalina che iniziava a pomparmi nelle vene; spiccai una corsa, a dir la verità molto poco elegante, verso il piano di sopra. Arrivato davanti alla porta della sua camera, bussai.
< Basta! Cos’altro vuoi da me?!>.
La voce isterica di Alexia mi colpì come un pungo:< Ale? Alexia! Sono io, sono Draco, tranquilla>. Con gioia sentii i suoi passi affrettarsi verso la porta.
< La porta è chiusa con un incantesimo di Bellatrix, non puoi aprirla!> mi avvisò, sentendomi trafficare con la maniglia. < Va bene. Come stai? Che sta succedendo?>.
< Non puoi capire Draco, quella è pazza! Sono due giorni che mi tiene rinchiusa qui! Abbiamo duellato e c’è mancato poco che mi ammazzasse! Ma forse sarebbe stato meglio…>.
< Sciocca, non dirlo mai più!> la rimproverai. Morire… era completamente impazzita?
< Draco, quella vuole farmi marchiare!>.
“Oh Merlino santissimo…” pensai sbiancando “Pure lei?!”.
< Alexia io… >
< Trovate un modo per tirarmi fuori di qui, vi prego! Io non ce la faccio più!>.
< Ci proveremo Ale, ci proveremo… Ricordati che Irina crede in te e ti vuole bene. Resisti!>.
Mi allontanai in fretta, con il rischio che Bellatrix spuntasse da un momento all’altro. Arrivai in camera e mi chiusi la porta alle spalle, senza fare rumore; mi poggiai al legno con tutto il mio peso: che situazione terribile!
Non vedendo Irina venirmi incontro la cercai, trovandola già addormentata sulla poltrona. Forse era anche meglio così, magari domattina avrei saputo riferirgli più lucidamente il guaio in cui eravamo immersi fino al collo. Silenziosamente mi spogliai, infilandomi il pigiama, poi mi avvicinai a lei: cercando di non svegliarla le levai il libro dalle mani, così da prenderla in braccio e portarla a dormire. Coprii entrambi con le coperte e spensi la luce, ma per molto ancora rimasi sveglio, lo sguardo perso fra gli stucchi del soffitto.

eccoci qui con un'altro capitolo!!! Draco maestro, Irina alunna, Alexia che sta morendo... ah che bel quadruccio. Ironia a parte, Bellatrix si sta proprio divertendo, ma la storia non durerà ancora a lungo! Nei prossimi capitoli vedremo Irina che sta facendo progressi, Alexia sempre molto determinata ad uscire da quella situazione e Draco pronto ad aiutare la cugina in difficoltà. Speriamo il capitolo vi piaccia :)
   
 
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