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Autore: Lales    09/04/2009    2 recensioni
Non poteva crederci realmente perchè non pensava stesse succedendo davvero a lei. Erano passati quasi dieci anni da quando aveva detto addio ai Tokio Hotel. Come un flash, come il film della tua vita che ti scorre nella mente prima di morire, Michelle in quel momento riviveva tutto, tutto quello che aveva fatto per loro. Le sentiva sulla pelle, perchè quelle esperienze l'avevano segnata, ed anche fatta crescere. I giorni passati sotto al sole, sotto alla pioggia, fuori dai concerti, aspettando solo loro. Le ore perse sotto agli hotel, semplicemente per immaginarsi che lui le avrebbe sorriso, che le avrebbe detto mezza parola, e magari fatto una foto insieme. Lo sapeva, ci era cresciuta con quel mito e ne era consapevole del fatto che loro due non avrebbero mai avuto niente a che fare. Mondi opposti, completamente diversi, mondi che non si sfiorano neanche per sbaglio.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Georg Listing, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. {Ho postato due capitoli insieme, leggete prima il 3 per ovvi motivi :D }

Michelle quella domenica sera non aveva decisamente voglia di fare niente; dopo essere riuscita a rimettere insieme i Tokio Hotel cos'altro avrebbe potuto fare di buono per l'umanità?! Cosa se non spalmarsi sul suo divano di pelle nera con una decisamente poco sexy felpa grigia larga e rovinata, i pantaloncini da basket di qualche taglia superiore alla sua a mangiare gelato al pistacchio guardando la sua serie tv preferita. Non avrebbe potuto chiedere di meglio, specialmente sapendo che Benji sarebbe arrivato di lì a poche ore, reduce dalla partita di calcio con i suoi colleghi. Si sentiva un po' vecchia in quel momento, o meglio, come se ormai la sua vita fosse segnata: tutte le domeniche sera sarebbe stata una donna distrutta in procinto di aspettare il lunedì successivo e il marito di ritorno dalla partitella. Si soffermò a pensare a questa eventualità con il cucchiaio di gelato spalmato sulle labbra fissando di fronte a lei il nulla. Era davvero quella la vita che voleva? E quando avrebbe avuto bisogno dei suoi momenti di solitudine cosa avrebbe fatto?! Avrebbe rinchiuso Benji nello stanzino delle scope?! Era stata così coinvolta nei preparativi del matrimonio, che non si era resa affatto conto del fatto che il matrimonio era il suo, stava infatti realizzando in quel momento che nell'abito avorio senza spalline con lo strascico lungo cinque metri ci sarebbe dovuta entrare lei e non un suo ologramma fatto al computer. In tutto quel tempo non si era resa conto che doveva essere LEI a salire sull'altare. Allontanò il gelato al pistacchio posandolo sul tavolino di fronte a lei e prendendo il portatile vicino. La copia di "Come sopravvivere al tuo matrimonio" era inserita tra i preferiti, e ci mise poco a ricercare la pagina sulla "Paura del grande passo". Grande passo lo rilesse forse dieci volte, dopodichè si apprestò a leggere nuovamente il capitolo che definiva come normali quegli atteggiamenti da pazza sclerotica che stava avendo. "La paura ad affrontare un passo così importante come l'unione con la persona che si ama, è assolutamente normale; non vi perdete in fantasie sulla vostra vita futura ma concentratevi sul presente, vivete ogni attimo al massimo, non preoccupatevi del domani se l'oggi è così positivo e bello! Vi state sposando, sorridete!..." Michelle finì di leggere quelle righe e chiuse il portatile con violenza lanciandolo di nuovo sul divano, si alzò di scatto raggiungendo il cellulare sul tavolino di fronte a lei.
- Benji - disse alterata appena il suo fidanzato rispose dall'alto capo del telefono.
- Amore ciao ti stavo per chiamare -
- Ciao - rispose lei posandosi una mano sulla fronte - Amore, senti io non mi sento tanto bene -
- Cosa c'è? - chise lui premuroso.
- Non lo so, mal di testa, mal di pancia, mal di tutto... credo che andrò a dormire -
- Ma sono le otto e mezza e tu non vai mai a dormire prima delle due... -
Michelle alzò gli occhi al cielo, quell'uomo la conosceva così schifosamente bene che le faceva quasi paura.
- Si lo so amoruccio, ma voglio tentare l'impossibile - disse lei con tono amorevole.
- Quindi mi stai dicendo che non devo venire a vedere come sta la mia principessa?! - chiese lui mieloso prima che Michelle cominciasse a sentirsi una merda di proporzioni leggermente imponenti.
- No tesoro non ti scomodare, sono veramente in condizioni pietose e domani è una grande giornata per cui voglio essere preparata -
- Ah a proposito, non mi hai detto cosa è successo con i Tokio Hotel -
La donna sorrise aprendo il frigo e tirandone fuori una bottiglietta d'acqua sedendosi poi sull'isola della cucina "Benissimo amore" disse radiosa "Sono riuscita a ricompattarli, domani andiamo da Hans e scegliamo insieme la strategia migliore per rilanciarsi. Sono eccitatissima, non vedo l'ora di cominciare a lavorare con loro, sono sicura che sarà un grande successo" disse la mora concludendo la frase con un finto colpo di tosse dato il tanto slancio con cui aveva parlato del progetto.
- Beh vedo che è andata bene, sono felice per te - disse lui con ancora più sincerità di quanto Michelle si aspettasse, tanto che aveva cominciato ad automaledirsi per essere così dannatamente scema.
- Benji - disse lei cercando egoisticamente di sentirsi un po' meno stronza "Ti amo tanto". Lo disse quasi meccanicamente, per proteggere quel poco di loro due che sentiva le era rimasto. Non riusciva a capire perchè, in fondo lei voleva sposarlo, lui era davvero l'uomo che aveva sempre sognato; gentile, dolce, simpatico, premuroso, la faceva sentire una vera donna, ma allora qual'era il problema?!
- Anche io amore, ci vediamo domani a pranzo? -
- Domani a pranzo? Non credo, forse domani sera -
- Va bene - disse lui un po' deluso - A domani allora -
- Ciao - cinguettò Michelle prima di lasciar cadere il telefono sul piano della cucina e cominciare a far affiorare i sensi di colpa.
Si ricordava nei minimi dettagli cosa lui aveva organizzato per chiederla in sposa, e le lacrime le riafforarono negli occhi ricordandosi il momento esatto in cui lui sfoderò l'anello di oro bianco che portava al dito in quel momento, con cui giocava nervosamente. Ora si era pentita di non averlo fatto venire, ma richiamarlo per dirgli che aveva bisogno di lui neanche morta l'avrebbe fatto, ma si decise che il giorno dopo avrebbe organizzato una fantastica cena per riconcigliare gli animi, d'altronde erano un po' di giorni che non stavano insieme veramente.
Con quella stupida scusa che le serviva per sentirsi un po' meno merda, Michelle tornò sul divano a mangiare il suo gelato osservando punti fissi del salotto in stato catatonico.
Avrebbe davvero avuto bisogno delle coccole di Benji in quel momento, se non che appena aveva ripreso a guardare il televisore sentì distintamente il campanello del citofono suonare.
Si sciolse di più del suo gelato al pistacchio e si alzò felice correndo incontro al citofono; lo sapeva che il suo Benji sarebbe venuto lo stesso anche se lei era stata categorica sul fatto che sarebbe andata a dormire. Com'era felice, non aveva neanche dovuto richiamarlo ed ammettere che aveva detto una cavolata. Arrivò al videocitofono con aria sognante, ma appena guardò nello schermo si accorse che quello non era il suo futuro marito.
- Oh merda - sussurrò con gli occhi sgranati premendo il tasto del videocitofono.
- Georg - disse con il tono più sorpreso che potè fare - Come mai qui? -
- Dobbiamo festeggiare no? -
- Ora? - chiese la donna fissandosi nel frattempo la felpona grigia ed in pantaloncini da basket; era l'antisesso in persona. Poi si fermò un attimo a pensare che con lui non avrebbe dovuto fare proprio niente, era semplicemente Georg Listing che entrava in casa sua con una bottiglia di Champagne, cosa sarebbe dovuto succedere?!
- Si beh, sono qui, tu sei qui, direi di si, però magari se mi aprì evitiamo di farlo in videoconferenza -
Michelle rise istericamente premendo il tasto del portone prima di veder scomparire dal video la testa di Georg.
Era tentata di correre in bagno e togliersi quegli obrobri che aveva addosso ma non avrebbe avuto abbastanza tempo per scegliere cosa mettersi, e poi continuava ad autoconvincersi nella sua testa che LUI non doveva trovarla attraente e lei non trovava LUI minimamente sexy neanche se fosse l'ultimo uomo sulla faccia della terra.
Sentì l'ascensore che saliva verso il suo piano e si continuò a guardare intorno intontita, non sapendo minimamente cosa fare, optò per correre verso il tavolino e prendere una sigaretta.
- Ehi - sentì dire dietro di lei mentre accendeva il filtro della sigaretta noncurante del fatto che fosse la parte sbagliata.
- Ciao - disse cominciando a sbattere la sigaretta a destra e sinistra per farla spegnere, mentre una leggera puzza di bruciato si espandeva per il salotto.
- Che fai? - chiese lui avvicinandosi mentre lei si allontava verso l'altro lato della stanza.
- Metto fuoco ai filtri delle sigarette, sai quando mi annoio... - rispose sorridendo nervosamente e cominciando a girare intorno al divano, mentre lui perplesso posava la bottiglia sul tavolino.
- Ti ho disturbato per caso? - chiese lui corrugando la fronte.
- Oh no no no - disse lei mettendo le mani avanti e continuando a girare piano intorno al divano tanto che poi si ritrovò vicino al suo ospite che la fissava sconcertato - Mi hai solo preso alla sprovvista -
- Lo so - rispose lui togliendosi la giacca di pelle sotto lo sguardo sconvolto di Michelle - E' solo che non potevo aspettare, è una cosa bellissima, sono così emozionato -
- Si beh, anche io - rispose la donna osservando i muscoli che venivano fuori dalla maglietta nera che indossava Georg - Già che ci sono vado a prendere i bicchieri - si sbrigò a dire prima di correre in cucina e buttarsi a peso morto sul ripiano di marmo ghiacciato dell'isola.
- Mimì contieniti - si ripeteva con la guancia contro il freddo del marmo - Contieniti Mimì, è solo Georg, è solo Georg, non è nessuno, è solo Georg - cercando di mantenere la calma si alzò dal piano e cominciò a cercare i calici nei ripiani bassi della cucina mentre continuava a ripetersi - E' solo Georg Listing, non è nessuno, nessuno, nes - su - no - Cominciò a sbatterè tutte le ante della cucina non riuscendo a concentrarsi e nonostante avesse aperto lo stipite con i calici dello Champagne già tre volte, continuava la ricerca dei bicchieri ripetendo la sua cantilena. Alla fine riuscì a capire quale credenza fosse e si mise a cercare quelli meno impolverati.
- Michelle - si sentì chiamare dalla voce di Georg e dallo spavento fece cadere tre bicchieri dal ripiano frantumandoli sul pavimento - Tutto bene? - chiese la voce accorata dal salotto.
- S-si - balbettò la mora imprecando al cielo dato che era anche scalza - Arrivo subito -
- Sicuro che non vuoi una mano? - chiese ancora l'uomo dal salotto.
- No va tutto bene, tutto alla grande, arrivo subito - rispose lei sulle punte dei piedi mentre tentava di uscire da quell'inferno di cristalli di Boheme.
Recuperò alla fine due flute e tornò in salotto ridendo istericamente e posando i bicchieri sul tavolino quasi rompendoli - Eccoli - disse guardando un Georg sempre più perplesso - A cosa brindiamo? -
Il bassista sorrise facendo partire il tappo dello Champagne e cominciando a versarlo nei flute: - A te Michelle, e alle seconde possibilità -
La mora si sciolse sotto lo sguardo di Georg che la stava lentamente portando verso il baratro, se non che si riprese e alzò il calice sorridendo - Alle seconde possibilità -
- E a te - continuò l'uomo prima di prendere un sorso di bollicine dal bicchiere e guardarsi intorno - Che bella casa che hai - disse cordiale.
Michelle che aveva bevuto il suo bicchiere tutto d'un fiato si buttò sul divano portando le gambe al petto, e facendo segno a Georg di sedersi vicino a lei - Grazie - disse la donna - Adoro questa casa, sopratutto la vista su Berlino - si girò verso la vetrata alla sua sinistra e guardò di nuovo il bassista - Bella vero? - chiese sognante.
- Bellissima - rispose lui fissandola, come se non si stesse proprio riferendo alla vista sulla città.
- Si beh, un po' mi dispiacerà lasciarla, ma già sapevo che non avrei vissuto qui per sempre -
- La devi lasciare? - chiese l'uomo interessato
- Sì, io e Benji andiamo a vivere insieme a casa sua, è molto più grande di questa, quindi anche per i bambini, se mai ci saranno... - Michelle concluse la frase con un sussurro sporgendosi verso il tavolino e riempiendosi il bicchiere con altro Champagne.
- Quindi questa casa sarebbe libera? - chiese lui molto interessato.
- Sì, credo proprio che sia così - rispose la donna - Se ti interessa ti faccio sapere, io dovrei lasciarla il mese prossimo -
- Sarebbe perfetto, mi piace proprio -
- Non hai ancora trovato niente di soddisfacente in giro? - chiese la donna finendo il secondo bicchiere di bollicine e cominciando a sentirsele pesanti come dieci palloni caricati sul collo.
- No, a parte questa casa - sorrise lui prendendo la bottiglia e facendo il bis.
- Sei molto fortunato in questo periodo Listing, molto molto fortunato. L'uomo che si trova al posto giusto al momento giusto -
Georg sorrise e si portò il bicchiere sulle labbra continuando ad uccidere Michelle con gli occhi inconsapevolmente - E' il destino, che ci vuoi fare?! -
- Dammela anche a me un po' di fortuna, mi sento così sfigata - piagnucolò la donna prendendo altro Champagne.
- Ma finiscila - le disse l'uomo spingendola di lato toccandole una gamba tanto che la donna si pietrificò con gli occhi sgranati - Ti stai per sposare, hai una bellissima casa, che presto sarà mia, un uomo che ti ama ed un lavoro fantastico, in più stai per lavorare con il gruppo più figo del mondo... cosa vuoi di più?! -
Michelle stava per rispondere "Voglio te" urlando come una matta, ed aggiungendo anche "E' da quando ho diciassette anni che voglio te cazzo" ma si contenne continuando a fissare il muro con un'espressione da manicomio in volto.
- Già cosa posso volere di più? - rispose infine riprendendosi dallo stato catatonico e sorridendo di sbieco. Cosa le faceva quell'uomo? Cosa? Era come se non fossero passati dieci anni, era come se fosse di nuovo quella ragazzine folle che li seguiva in cima al mondo pur di vederli, eppure lui era seduto sul divano di casa sua, non c'erano dubbi; Georg non era un ologramma. Era lì in tutta la sua bellezza, mentre lei aveva degli stracci per la polvere addosso e i capelli per i fatti loro... Cosa aveva fatto di male? Perchè lui aveva dovuto vederla in quello stato pietoso?!
- Anche gli altri sono entusiasti - riprese Georg - Perfino Tom, non lo vedevo così da parecchio -
- Sono felice - disse sincera Michelle riprendendosi le ginocchia tra le gambe - Se voi siete contenti lo sono anche io -
Eccola di nuovo; la fan che era in lei veniva fuori ad intervalli regolari troppo ravvicinati. Quello era il suo mantra quando era una loro fan, lo diceva in continuazione: "Si ma se Bill è felice con quei capelli lo sono anche io", "Se Tom vuole ubriacarsi fino a collassare sarannò fatti suoi, io sono felice se loro sono felici" - Quante cazzate aveva pensato in quel periodo, essere felice per qualcuno non vuol dire condividere sempre tutto.
- Grazie Michelle, davvero - riprese lui, prima che un silenzio imbarazzante varcasse i confini di quel salotto.
La donna continuò a guardarsi in giro qualche secondo se non che poi ebbe una magnifica idea: - Che ne dici di un tour della casa? Così vedi un po' com'è... -
- Fantastico - disse lui alzandosi e seguendo la donna già in procinto di avvicinarsi alla cucina.
Georg la seguì inebriandosi del suo profumo, nonostante l'avesse trovata in quella mise casalinga la trovava assolutamente bellissima. Era la classica ragazza, o meglio donna, che aveva sempre immaginato al suo fianco, e non era riuscito ancora a trovarle un difetto, eccetto il fatto che si sposava di lì a poco, ma erano dettagli.
- Questa è la cucina - disse Michelle ridendo - E quelli i bicchieri che mi hai fatto far cadere -
- Adesso sarebbe colpa mia se hai le mani di ricotta? - rise lui poggiandosi all'isola della cucina.
- E' colpa tua che mi hai chiamato al momento sbagliato e mi hai fatto spaventare - rispose lei saccente ridendo leggermente prima di uscire dalla cucina e andare verso la terrazza.
- Questo è il terrazzo - ma ho rotto il pomello della finestra, non riesco più ad aprirl.. - non fece in tempo a finire la frase che Georg l'aveva aperta con il minimo sforzo.
- Dicevi? - chiese ridendo.
- Sai anche riparare i tubi del lavandino? - chiese la donna mettendosi la mano sotto al mento - C'è quello del bagno che credo sia intasato -
- Simpatica - rise lui chiudendo la finestra, mentre lei sorrideva e lo soprassava andando verso il bagno in questione.
- Questo è il bagno ma è un po' incasinato - disse lei accendendo la luce sfiorando il led sul muro ed osservando perplessa il caos che regnava all'interno della stanza: creme aperte e tubetti di cosmetici sparsi ovunque, asciugamani per terra, spazzole e trucchi lasciati sul piano a fianco del lavandino.
- Sei molto ordinata - constatò l'uomo ironico.
- Vero? Mia mamma me lo diceva sempre - scherzò lei chiudendo la porta - Forse è meglio vedere la camera più importante, ma non meno disordinata - disse continuando per il corriodio e aprendo una porta sulla sinsitra. La luce si accese appena entrarono nella stanza e Michelle si vergognò ulteriormente osservando i vestiti sparsi per il pavimento e sul letto, insieme ad una quantità esponenziale di tazze e tazzine lasciate sul comodino. Si chiese come le era venuto in mente di proporre il tour della casa in quelle condizioni.
- Ehm... si - disse lei prendendo un po' di vestiti dal pavimento buttandoli sulla sedia - Non è male, ma c'è una stanza sotto questo casino - rise lei imbarazzata.
- Non ti preoccupare, ne sono convinto - disse lui avvicinandosi in modo pericoloso alla donna che si spostò prontamente sedendosi sul letto e rimbalzandò un po' di volte: - E' anche comodo il letto - disse pensando subito dopo che non doveva dire quelle cose.
Georg si sedette vicino a lei imitandola e annuendo - Si sembra comodo -
- Eh eh - rise lei nervosa - Eh... -
- Sei pronta allora? - chiese Georg girandosi verso di lei.
- Per cosa? -
- Per il matrimonio - rispose l'uomo come se fosse ovvio.
- Oh certo, il matrimonio - disse Michelle annuendo - Beh si, sono pronta, è l'uomo giusto quindi...-
- Anche io pensavo che Katerina fosse la donna giusta, poi vabbè, è successo quel che è successo...-
- Che fai mi porti sfiga? - chiese la mora ridendo e dandogli un colpetto sulla spalla con la sua.
- No assolutamente, sarà un grande momento, goditelo. -
- Si spero di stare facendo la cosa giusta. Sai sono molto lunatica, un istante penso che non potrei vivere senza Benji e i barattoli messi in ordine cromatico dentro il suo frigo, un istante dopo penso che sia il mio opposto e che non andremo mai d'accordo una volta sotto lo stesso tetto... -
- Come si dice? Gli opposti si attraggono no? -
- Già, ma a volte in questi anni, mi sono chiesta come sarebbe stato avere al mio fianco una persona proprio come me; disordinata, caotica, brillante, ironica, amante della buona musica, romantica... -
-... e modesta? - concluse Georg per lei mettendosi a ridere.
- Io ti sto confidando le mie paure e tu ridi Listing?! -
- Sei buffa Essen, solo quello mi fa ridere -
- Oh beh, meglio di niente, potrei riciclarmi come comica, almeno faccio ridere - alzò gli occhi al cielo Michelle guardando le luci sul soffitto.
- Sei convinta Michelle? Davvero? - le chiese serio Georg continuando a fissarla di profilo.
- Si - annuì lei - Devo esserlo -
- Che vuol dire che devi esserlo? - chiese lui storcendo la bocca.
- Non posso mandare tutto a puttane due settimane prima - rise la donna.
- E manderesti a puttane un'intera vita? -
La donna lo guardò negli occhi e si sentiva che le veniva da piangere, non sapeva perchè ma lui era l'ultima persona che voleva avere davanti in quel momento; se si trovava in quello stato era tutta colpa sua, e non poteva neanche urlarglielo in faccia.
- Sai Michelle - disse lui improvvisamente avvicinandosi - Devo dirti una cosa -
La donna si girò piano con un sorriso plastico e la voglia di saltargli addosso, ma si riprese osservando la corniche sul comodino che cambiava ogni due secondi le foto di lei e Benji.
- Forse sto sbagliando dato che lavoreremo insieme - continuò l'uomo cambiando tono di voce, impostandolo più sul serio, cosa che Michelle non avrebbe voluto sentire.
- Si - disse lei continuando a fissarlo negli occhi.
- Ma con te sento uno strano feeling, che non ho mai avuto con nessuna donna che ho mai conosciuto -
- Ah - disse lei seria per poi girandosi a fissare davanti a lei - Ma non mi conosci bene, io sono noiosa, pignola, lunatica... -
- Potrà anche essere - la interruppe Georg - Ma mi trovo davvero bene con te -
- Vuol dire che lavoreremo bene insieme - rispose fiduciosa la donna girandosi nuovamente a guardarlo.
- Lo so che ti stai per sposare - disse lui - E volevo solo dirti che lui è veramente fortunato -
Michelle sgranò gli occhi e non fece niente per nasconderlo, rimase ancora più sorpresa quando lui si avvicinò e le lascio un bacio sulla guancia, prima di sorriderle, alzarsi e uscire dalla camera.

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Quella mattina era riuscita ad essere più puntuale del solito, forse perchè aveva spalancato gli occhi alle sei del mattino dopo aver passato una notte a rigirarsi tra le lenzuola pensando a quello che era successo la sera prima; che poi si volesse convincere che non fosse successo niente era un'altra questione, ma il problema serio era che qualcosa era successo ed in cuor suo Michelle lo sapeva.
La luce negli di occhi di Georg quando le aveva detto che Benji era un uomo fortunato non se la sarebbe mai scordata per tutta la vita, specialmente perchè quella luce negli occhi rivolta a lei se l'era sognata ogni notte nel corso del suo periodo da fan. Quanto era difficile, era come se la sua vita fosse ad un bivio e non sapesse neanche per quale motivo. Si sarebbe sposata dopo due settimane e cominciava a sentire l'adrenalina scorrerle per le vene.
Varcò la soglia del suo ufficio spaventandosi appena vide Bill e Tom all'interno della stanza sorseggiare caffè con la faccia sbattuta e gli occhiali da sole a coprirgli gli occhi.
- Oh mio dio, che avete fatto voi due? - chiese la donna spalancando la bocca e appendendo la giacca all'attaccapanni.
- Ciao Michelle - sorrise Bill porgendole un bicchiere di caffè uguale a quello suo e del fratello - Ti abbiamo preso il caffè -
- Grazie - rispose lei perplessa fissandoli sconcertata - Ma non hai risposto alla mia domanda: avete ricominciato già con i ritmi da star? - chiese sarcastica andando verso Tom che aveva il naso appiccicato al vetro della finestra.
- Oh no - rispose Tom serafico - Io e Bill non abbiamo dormito -
- Già - confermò l'altro bevendo altro caffè.
- E come mai? - chiese la donna sedendosi e accendendo il pc.
- Cose da gemelli - rispose Tom sogghignando.
Bill storse la bocca e guardò Michelle - Eravamo troppo agitati per dormire - rispose monocorde.
- Ah, ora capisco - sorrise la donna fissando lo schermo - Che carini che siete -
- Beh anche tu non sembri molto riposata - constatò Bill continuando a sorseggiare il suo caffè.
- Anche io ho avuto difficoltà ad addormentarmi -
- Sei emozionata vero? Stai per cominciare a lavorare con noi...e sottolineo noi - disse Tom facendo il giro della scrivania e sedendosi vicino al gemello.
- Sono molto contenta, se voi siete contenti - disse Michelle con tono ironico mentre sentiva la porta aprirsi e vedeva Georg e Gustav entrare nella stanza.
- Buongiorno a tutti - disse Gustav solare preceduto da Georg che sorrideva felice porgendo un bicchiere di caffè identico a quello che le aveva dato Bill.
- Ti ho preso il caffè - le disse solare.
Lei sorrise imbarazza mostrandogli il bicchiere perfettamente uguale che le aveva dato Bill e spostò subito lo sguardo verso lo schermo.
Georg non disse niente e i ragazzi continuarono a parlare.
- Cosa dobbiamo fare adesso? - chiese Tom buttando il bicchiere di caffè terminato e cominciando a bere quello che Georg aveva portato per Michelle.
- Adesso - disse Michelle alzandosi dalla scrivania prendendo la sua fedele agenda, i cellulari e sistemandosi la longuette sulle gambe - Andiamo dal capo e firmiamo - prese distrattamente il caffè dal tavolo e varcò la soglia notando che oltre a Gustav non c'era nessun'altro che la seguiva.
Guardò interrogativa il batterista e si girò indietro tornando sulla soglia della porta - Allora che vogliamo fare? - chiese perplessa.
I tre si guardarono annuendo e Bill e Tom si alzarono seguendo la donna in corridoio seguiti da Georg. Non parlarono per tutto il tragitto verso la porta del capo e appena arrivati avanti, quest'ultima si aprì di scatto; la figura di Deva si stanziò di fronte a loro, senza dire niente schioccò un bacio sulla guancia di Michelle e sculettò in corridoio facendo girare tutti e quattro i ragazzi in colonna dietro la mora.
- Capo, eccoci - sorrise la donna entrando nell'ufficio e facendo strada ai ragazzi.
- Oh che piacere - sorrise a sua volta l'uomo alzandosi dalla sedia - I Tokio Hotel, che piacere conoscervi -
Strinsero le mani dell'uomo cordiali, mentre lui sorrideva di rimando e Michelle tesa come un fuso sistemava i fogli del contratto in uno schedario, non ci poteva credere.
- Come state? -
- Tutto bene - rispose Bill sorridendo - Siamo pronti a ricominciare -
- Perfetto - sorrise l'uomo - Sono sicuro che il contratto preparato da Michelle non vi deluderà, anzi, siamo contenti di potervi dare questa occasione -
- E noi ringraziamo lei e Michelle che ci sta dando questa nuova opportunità - disse Gustav felice.
- Ovviamente - prese a dire la donna - Saremo contornati da uno staff di alto livello, e pensiamo che con i tempi minimi di studio, tra pre e post produzione ci vorranno due mesi, forse un mese e mezzo per preparare le tracce -
- Si beh - continuò l'uomo rivolto a Michelle - Alle tracce per l'album penseremo più tardi, adesso il nostro obbiettivo deve essere quello di far capire alla gente che siete tornati, alla grande e meglio di prima -
- Fantastico - disse Georg sorridendo, mentre la donna non riusciva a capire dove l'uomo volesse andare a parare.
- Ci serve un singolo, da lanciare entro quindici giorni -
I ragazzi sorrisero in sincorno mentre Michelle si afflosciava su se stessa - In che senso? - chiese perplessa.
- Michelle nel senso che dobbiamo lanciare un singolo il 5 giugno - disse l'uomo controllando qualcosa sul computer.
La donna all'udire quella data si era ricordata che doveva fare qualcosa quel giorno, ma al momento la cosa che la stava scioccando era che dovevano preparare un pezzo da usare come primo singolo in soli dieci giorni! Sarebbero dovuti entrare in sala quel pomeriggio stesso e avrebbe dovuto richiamare tutto il suo staff per cominciare a sistemare le cose per l'album, senza contare che la maggior parte stava lavorando con Deva che appena avrebbe saputo che gli toglievano le persone per i Tokio Hotel sarebbe andata su tutte le furie e si sarebbe fatta venire l'ennesima crisi isterica che sarebbe toccato a lei gestire e scongiurare. Dopo tutti questi pensieri apocalittici Michelle realizzò un'altra cosa, ricordandosi delle partecipazioni, le venne in mente come un flash che quella data era quella del suo matrimonio.
- Ma capo io il 5 giugno mi sposo! - esclamò la mora scioccata.
- Beh si, sarà un buon motivo per festeggiare doppiamente no? - disse l'uomo sorridendo rivolto a lei - Avete qualcosa di pronto? - chiese poi rivolto ai ragazzi.
- Oh si - disse Bill felice - Ho scritto moltissimo in questo anno, ho motlissimi testi pronti -
- Anche io ho composto un bel po' in questo periodo di stallo - confermò Tom rivolto verso il gemello.
Tutti sorridevano felici, solo la donna presente nell'ufficio avrebbe voluto gridare al mondo che non si poteva fare, che era impossibile, ma sopratutto che lei non si poteva dividere in due.
- Capo, ti posso parlare un attimo? - chiese Michelle con gli occhi iniettati di sangue e le mani poggiate sul legno della scrivania chiuse a pugno.
Hans la guardava in attesa che parlasse, ma la donna si limitò a dire - In privato -
L'uomo non capendo si girò verso il gruppo - Beh voi date un'occhiata al contratto, noi torniamo subito -
Michelle andò dall'altro lato dell'immenso ufficio e si mise con le mani sui fianchi osservando l'uomo di fronte a lei.
- Che problema c'è? - chiese l'uomo raggiante.
- Che problema c'è? C'è che io il 5 giugno mi sposo e tu lo sapevi... -
- Quindi? - chiese di nuovo non capendo il nesso.
- Quindi non posso seguirli come vorrei, insomma, avevi detto che sarebbe stato un progetto mio, affidato a me... -
- Infatti Mimì, sono in mano tua ma il singolo deve uscire il 5 giugno, voglio dire, hai messo su uno staff eccellente, a partire da Chris, tutti insieme dovete riuscire a mettere su un pezzo per quella data -
- Ma io non pensavo che avremmo dovuto fare tutto così di corsa, hanno bisogno di tempo anche loro, si sono appena rimessi insieme! - berciò la mora tentando di soffocare il tono di voce.
- Ma guardali come sono felici - li indicò il capo con la mano - Quelli sono delle bombe, basterà rimetterli sulla retta via e sforneranno singoli uno dietro l'altro, tu devi solo dargli il la -
- Dargli il la? Ma come pensi che potrò andare alla conferenza stampa?! Con il vestito da sposa?! -
- Michelle - le disse l'uomo posandole una mano sulla spalla - Stai tranquilla, andrà tutto bene, ora facciamoli firmare prima che cambino idea -
Hans si voltò e torno alla scrivania allargando le braccia - Tutto a posto allora? Possiamo concludere? -
- Si è fantastico - sorrise Bill posando il pezzo di carta sul tavolo.
- Il contratto prevede tre album di studio, e... beh credo che la cifra sia soddisfacente - continuò l'uomo mentre tutti e quattro non sapevano più quanto allargare il sorriso.
- Ce l'ha una penna? - chiese Tom serio non riuscendo a trattenere una risatina.
Nel frattempo Michelle era sull'orlo del collasso.

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La cena che avrebbe voluto preparare per Benji sarebbe dovuta essere a base di lasagne bianche e polpettone di crema di latte, ma dato che non aveva fatto in tempo a fare la spesa ora i due si ritrovavano a mangiare pizza dal cartone seduti sul divano a fissare lo schermo della tv in religioso silenzio.
- Buona vero? - chiese Michelle cercando di essere convincente.
- Si non è dove la prendiamo di solito -
- No ho cambiato - rispose lei posando il cartone sul tavolino e prendendo la birra.
- Beh è buona -
- Già - rispose lei riposandosi sullo schienale.
Non capiva neanche lei cosa fosse successo, ma capì che probabilmente la causa di quella specie di imbarazzo era colpa sua; non smetteva di pensare al fatto che avrebbero dovuto lavorare per il singolo in così breve tempo, ma sopratutto continuava a pensare allo sguardo di Georg e a quel bacio sulla guancia.
All'improvviso l'uomo si girò verso di lei e la guardò perplesso - Mimì che sta succedendo? -
- Niente - rispose lei mettendosi subito sulla difensiva - Cosa sta succedendo? -
- Tu che non parli e noi due che non troviamo niente di meglio da fare che dire quanto sono buone queste pizze! -
La mora sbuffò - C'è tensione, lo sento, sarà per il matrimonio -
- Anche io lo sento, ma non è per il matrimonio, altrimenti non dovremmo parlarci da cinque mesi -
- Peccato che oggi mancano due settimane ed io devo riuscire oltre a portare il mio culo sull'altare anche a rilanciare una band facendo un singolo entro il cinque! -
Benji posò la schiena sul divano e fissò di fronte a lui il monitor - Ecco cos'è allora, di nuovo i Tokio Hotel! -
- Mhh - cantilenò la mora - Ancora con questa storia -
- Si - berciò l'uomo girandosi - Ancora con questa storia! Perchè è vero... Quando ci sono in ballo quei quattro capelloni ti trasformi, e non mi stupisce che questa situazione dipenda da loro -
- Non dipende da loro! - si stizzì Michelle - Dipende dal mio lavoro, e sarà sempre così, quindi vedi che vuoi fare! -
- Anche io ho un lavoro stressante, ma mi pare che una volta uscito dall'ufficio riesco a lasciarlo dentro quelle quattro mura... Cosa che tu non riesci a fare -
- Non mi pare di essermi presentata a cena con i Tokio Hotel! - si adirò la donna alzandosi dal divano - E comunque a me questa storia non mi sta bene - cercò di giustificarsi.
- Quale storia? - chiese Benji stancamente.
- Questa che pensi sempre che loro influenzino la mia vità -
- E' sempre stato così Michelle, quando ti ho conosciuta andavi ancora ai concerti e li seguivi con la macchina -
- Sono passati dieci anni Ben, cerca di dimenticartelo -
- Quello che se lo deve dimenticare non sono io - gridò l'uomo alzandosi - Sei tu che devi scordarti di quei momenti, non sei più una ragazzina Michelle, sei una donna, e stai per sposarti! Smettila di pensare sempre a loro, o andrà a finire male -
- Che cazzo significa che andrà a finire male?! -
- Che ti sposi con un Tokio Hotel se non la finisci di comportarti così - l'uomo prese la giacca sul divano e la ventiquattrore per terra, girandosi e andando verso l'ascensore.
- Benji aspetta - disse la mora correndogli dietro - Dai non fare così, lo sai che sono stressata per il lavoro, il matrimonio e tutto... Non è quello che penso e so che non lo pensi neanche tu -
Si avvicinò piano all'uomo prendendogli la camica con la mano e vedendo che anche i suoi occhi stavano cedendo ma un'altro tipo di frase uscì dalle sue labbra.
- Devi lasciarli andare, loro non possono sempre influenzare la tua vita e di conseguenza anche la mia -
- Ma io ci lavoro insieme Ben... -
- Non trovare scuse Michelle, ci lavori insieme da due giorni, quindi non dire stronzate. Loro sono sempre stati presenti nella tua vita... Forse tieni a loro più di quanto tieni a me -
- Benjamin non dire cazzate - si infuriò la donna staccandosi - Come puoi comparare quello che provo per te con un gruppo! Noi stiamo insieme da dieci anni, abbiamo passato tanti momenti insieme, loro non sono minimamente importanti quanto te... -
- Allora dimostramelo - disse l'uomo serio in volto - Quando siamo insieme lascia fuori il lavoro e pensa solo a noi due e alla vita che stiamo per intraprendere insieme -
Michelle abbassò lo sguardo e sussurrò piano - Va bene, hai ragione -
Benji la prese per la testa e la portò sul suo petto mentre la donna lo abbracciava. Le sue mani si spostarono sul collo della donna e le alzò la testa posando le sue labbra sulle sue. Il bacio si approfondì, e Michelle si attaccò alla camicia con tutte le forze che poteva perchè quelle parola l'avevano colpita più di quanto pensasse; quello che le aveva detto il suo futuro marito era assolutamente vero, loro avevano sempre influenzato la sua vita, anche quando non se ne rendeva conto. Con una canzone, o con i pettegolezzi che veniva a sapere trovandosi nell'ambiente, più volte nel corso di quegli anni si era sfogata con lui che l'aveva sempre ascoltata, sempre consolata, e lei ora lo trattava in quel modo, ora che avevano più bisogno l'uno dell'altro. Non capiva perchè si stesse comportando così, cosa ancora più brutta che non si seppe spiegare era che mentre si stavano baciando, mentre lui esplorava con le mani il suo corpo, Benjamin non era la persona che desiderava la toccasse. Georg era tornato come un fantasma; dopo tutto quel tempo, si immaginava ancora una volta di trovarsi sotto di lui e non con l'uomo che stava per sposare.


  
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