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Autore: HakunaMatata_3    06/05/2016    3 recensioni
Dal primo capitolo:
Appena rientrato, Joe si leva il camice e prende dal cassetto della scrivania due cornetti e due caffè enormi.
"Allora? Come stai?" mi chiede dopo aver scaldato il tutto con un colpo di bacchetta.
"Oh, andiamo, Joe! Come potrei stare, secondo te? Oggi è… "
"Venerdì. Grazie a Dio è venerdì. La solita storia" mi interrompe lui, liquidando tutto con un gesto della mano. Scuoto il capo.
"Tu proprio non capisci" gli dico.

Rose Weasley, 25 anni, Indicibile. Felicemente fidanzata, ha un lavoro che adora e una famiglia che le vuole bene.
Scorpius Malfoy, 26 anni, Spezzincantesimi. Felicemente single, ha un lavoro all'estero e una famiglia che non vede da anni.
Ma il letale morso di un Nundu africano sconvolgerà le loro vite.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Venerdì, 2 – sabato, 3 maggio 2031


Io e Rose fuggiamo letteralmente via dal Ministero. Con un uno dei mille incantesimi che non ho mai capito dove ha imparato, zia Hermione collega il camino dell’ufficio di zio Ron con quello di casa di Rose e in una manciata di secondi atterriamo nel suo salotto. La campana della chiesa dietro casa batte nove rintocchi.
<< Cenerentola tornò a casa a mezzanotte >> sospira Rose, poi si dirige verso la camera da letto. Le do mezz’ora per cambiarsi e stare un po’ da sola, ma quando la raggiungo la trovo stesa a leggere un libro, il vestito blu ancora addosso.
<< Rose, ti sembra il momento adatto alla lettura? >> le chiedo spazientita. Mi levo i sandali e mi siedo sul letto accanto a lei.
<< Non ho niente da fare >> risponde lei scrollando le spalle.
<< Nemmeno qualche domanda sul tremendo incontro con Lysander? O sulla chiacchierata che ho fatto con Scorpius prima che… arrivassi tu? >>.
Non appena sente il nome di Scorpius, Rose s’irrigidisce, ma cerca di non darlo a vedere.
<< Cos’è successo con Lysander? >> mi chiede. Le racconto del disastroso pomeriggio a seguito della mia dichiarazione, ma non sono disposta a lasciar cadere l’argomento “Scorpius”, così mi affretto ad aggiungere che Lysander ha provato a parlarmi al Galà, ma ho preferito scambiare due parole con il suo amico.
<< Non è mio amico >> borbotta Rose girando rumorosamente una pagina del libro.
<< Sì che è tuo amico… ti ha persino schiantata per il tuo bene! >> ribatto io divertita.
<< E poi è scomparso. Molto nobile, non c’è che dire >>.
Ecco cos’ha infastidito Rose. Mi mordicchio il labbro prima di trovare il coraggio per risponderle.
<< Be’, diciamo che… tuo padre non l’ha presa benissimo >> le dico. Rose si siede di scatto, smette di fingere di leggere il libro e lo scaraventa contro l’armadio. Se la vedesse sua madre la ucciderebbe.
<< Sto impazzendo, Roxanne >> mi dice prendendosi il volto tra le mani. Mi affretto ad abbracciarla e a smentire le sue parole.
<< Stai solo crescendo >> ridacchio. << Ora levati questo vestito, struccati e fila a letto, sarai stanchissima >>.

L’idea iniziale era quella di tornare al Galà, ma non ne ho davvero voglia. Cerco un posto tranquillo dove Smaterializzarmi e arrivare dritta dritta fuori casa. Quando vi arrivo, però, trovo un ragazzo biondo, visibilmente brillo, addormentato contro la porta d’ingresso. Sospiro pesantemente consapevole che questa sarà una delle notti più lunghe della mia vita.
<< “Grazie a Dio è venerdì” un cavolo, Rose >> borbotto prima di smuovere il bell’addormentato con un piede per farlo svegliare.

*
Il cuore inizia a battere all’impazzata mentre mi lascio sfuggire un semplice << Oh >>.
Restiamo così per un tempo che sembra infinito, io con la cornetta del citofono in mano, Scorpius per strada ad aspettare chissà cosa.
<< Come ti senti? >> mi chiede. La sua voce mi arriva dritta all’orecchio. Chiudo gli occhi e sembra di averlo vicino.
<< Un po’ intontita >> rispondo.
Piombiamo nuovamente nel silenzio. Il suono di un clacson in lontananza mi riscuote e premo l’indice sul pulsante per aprire il portone, poi riaggancio. Cammino avanti e indietro e cerco di non sembrare troppo impaziente. Un gufo da parte di Roxanne mi distrae dal mio intento e quando il campanello suona mi precipito ad aprire la porta.
Scorpius è sulla soglia di casa mia, ancora con il vestito del Galà, l’aria preoccupata e stravolta.
Mi sistemo al meglio la maglietta del pigiama e mi faccio di lato per farlo passare. Lo osservo mentre si leva la giacca e la lascia sulla spalliera della sedia della cucina e quel gesto mi fa ricordare di tutte le volte che l’ha fatto nei mesi passati qui. Forse se lo ricorda anche lui, perché abbozza un sorriso.
<< Niente vino, stasera? >> mi chiede. Non mi saluta, non mi guarda, si tiene semplicemente a distanza.
<< Stavo dormendo >>
<< Oh. M-mi dispiace, io… >> balbetta ancora. Il suo imbarazzo mi fa ridere. Mi rilasso mentre lui allunga il braccio per darmi una spintarella. È la prima volta che ci tocchiamo da settimane.
Finalmente Scorpius mi guarda negli occhi. Sento la stessa scarica che sentii tra i corridoi freddi della Gringott quando gli urlai quel patetico e dimezzato “ti amo”. Decido che è finito il momento di tenermi tutto dentro e gli dico che mi è mancato.
<< Sei diventata più intraprendente, da quando me ne sono andato >> mi dice. Rido di nuovo e l’atmosfera si fa sempre più distesa.
Ci sono mille cose che vorrei chiedergli: come sta, com’è la Russia, novità sul suo lavoro, se ha trovato una bella strega alta, bionda e con gli occhi più azzurri dei miei.
Ci sono mille domande che leggo nei suoi occhi: come mai sono dimagrita tanto, come sto, cosa sono tutte quelle voci che ha sentito in giro al Ministero.
Indietreggio di qualche passo fino al mobile accanto al piano cottura, mi appoggio lì e incrocio le braccia al petto. Ci separano pochi metri e non ho il coraggio di annullarli, nonostante le mie gambe non vedano l’ora di corrergli incontro. Incrocio anche quelle e rimango in bilico su un piede e mezzo. Scorpius ride della mia posizione, poi mi dice che ne ho guadagnato di intraprendenza, ma ho perso le buone maniere. Si avvicina al frigo e prende la bottiglia d’acqua. Mi mordo la lingua per evitargli di dire di non bere da lì vicino – cosa che ha sempre fatto e che mi mandava in bestia –, ma non ce n’è bisogno.
Il coraggio che mi manca per avvicinarmi, sembra averlo lui: con passo incerto si avvicina a me, sfiora il mio corpo con il suo mentre allunga le braccia sopra la mia testa per prendere un bicchiere dalla credenza. Non sento il tintinnio del vetro, così sollevo lo sguardo: le mani di Scorpius sono appoggiate al mobile, gli occhi puntati nei miei, il respiro corto come il mio. Forse sta aspettando che faccia o dica qualcosa.
<< Se vuoi mi sposto >> gli dico dopo non so quanti imbarazzanti secondi di silenzio, mentre prego che non dica di sì. Scorpius sorride di nuovo e, finalmente, fa cadere definitivamente tutte le barriere che si sono create, demolite ed erette di nuovo in questa casa.
<< Non ti azzardare a farlo >> mi risponde. << Non ti lascio più andare, Rose >>.
Credo sia il bacio migliore della mia vita: niente a che vedere con il suo ex compagno di dormitorio, con Thomas, con Mark. Niente a che vedere nemmeno con quelli che ci siamo scambiati in precedenza. Ci sono tante cose non dette, tanta passione e tanto desiderio accumulato, tante lacrime e tanti sorrisi: in questo singolo bacio c’è un universo intero.
Non mi rendo conto di aver sciolto i miei arti dal loro intreccio finché non mi ritrovo letteralmente arpionata a lui. Una pantofola mi scivola dal piede mentre gli intreccio le gambe attorno alla vita e mi siedo sul piano della cucina, ma non è che un insignificante dettaglio rispetto alle labbra di Scorpius che ora sono sul mio collo. Bacia ogni lembo di pelle lasciato scoperto dal pigiama, mentre io insinuo le mani sotto la camicia e gli carezzo l’addome.
<< Ti amo >> gli dico guardandolo e lui smette subito di baciarmi. Mi guarda anche lui, ma non dice niente.
<< Ti amo >> ripeto, una nota di panico nella voce che non riesco a celare.
<< È facile dirlo adesso >> scherza lui alludendo a quello che stavamo facendo. Sorrido e alzo gli occhi al cielo.
<< Ti amo anche io, Rose >> mi dice e un senso di sollievo mi pervade tutta. Il silenzio si protrae di nuovo tra di noi e anche se è un silenzio positivo, consapevole, non riesco a non parlargli dopo tutte queste settimane di lontananza.
<< Sono stata licenziata >> butto lì, convinta che lo sappia già, ma la sua espressione smentisce i miei pensieri.
La campana della chiesa suona undici rintocchi seguiti da due più acuti e io apro bocca per raccontare a Scorpius del casino che ho combinato all’Ufficio Misteri, ma lui mi zittisce.
<< Sei un disastro ambulante, questo si sa >> mi dice e io mi fingo indignata. << Ma sono le undici e mezza e venerdì sta per diventare sabato >>.
Gli sorrido con dolcezza.
<< I miei venerdì sono un disastro come me, ormai >> confesso.
<< Allora lascia che mi impegni affinché torino di nuovo ad essere come prima, se non migliori >>.

*
Cammino avanti e indietro per tutta la casa, il rumore dei tacchi che rimbomba nel silenzio dell’appartamento. Lysander è seduto sul mio divano, la testa fra le mani in attesa che la pozione che gli ho dato faccia il suo effetto e gli passi la sbronza.
<< Proprio non capisco che ci fai qui >> borbotto ogni tanto, poi riprendo a camminare. Sto macinando kilometri nel mio microscopico salotto.
Finalmente, dopo mezz’ora di andirivieni da parte mia e rantoli da parte di Lysander, lui ha qualche accenno di ripresa.
<< Smettila di camminare, mi rimbomba tutto nelle orecchie >>
<< Sono a casa mia e faccio quel che mi pare >> gli sibilo, ma smetto lo stesso. Lysander ha un sorriso vittorioso sulle labbra e io mi arrendo al fatto che non riuscirei mai a dirgli di no. Mi sento uno zerbino e questo mi smuove qualcosa dentro.
<< Che vuoi? >> gli chiedo con freddezza.
<< Continuare il discorso di oggi, dato che al Galà non me l’hai permesso >>
<< Non ho più niente da dire >>
<< Tu no, io sì >>.
Lysander si alza dal divano, forse troppo in fretta, perché barcolla e torna di nuovo a sedersi.
<< Sei ubriaco e non sai quello che dici. Torna a casa, dormi e vedi che domani non avrai nulla da dirmi >>
<< Non sono ubriaco. Sono… sono solo stupido >>
<< Non è una novità >> ribatto. Mi siedo anche io sul divano, a debita distanza, e mi levo i sandali. Un senso di attesa mi pervade e non so proprio che fare.
<< Allora? >> incalzo. Lysander si riscuote.
<< Non sono bravo con le parole, lo sai. Quello che ho detto oggi... non mi sono espresso bene. Credevo che per te fosse solo sesso >>
<< Non te la caverai così, Lys >>
<< Io non… andiamo, Roxanne, come potrebbe essere solo sesso? Anno dopo anno, ragazza dopo ragazza… c’eri sempre tu e credo che ci sarai sempre. Non giudicarmi per un bacio con un’altra a sedici anni >>
<< “L’altra” era mia cugina Lily >>
<< Lo so e ti chiedo scusa per l’ennesima volta. È solo che… per quanto cerchi, per quanto provi a uscire e conoscere nuove persone, nessuna ragazza mi fa distrarre completamente dal tuo pensiero. Non ci siamo visti per anni, ma sei rimasta il mio chiodo fisso e ora… non credo di voler continuare a cercare >>.
Sono spiazzata e un po’ intontita da quella che dovrebbe essere una dichiarazione secondo i canoni di Lysander. Non ho il tempo per realizzare e comprendere appieno le sue parole che lui è già sulla soglia di casa, pronto a uscire e Smaterializzarsi. Lo lascio fare, poi mi affretto a fare lo stesso.
Solita sensazione di sgradevole di costrizione, poi mi ritrovo sul retro del palazzo sgangherato di Rose. Corro verso il portone, sperando che mia cugina non mi maledica per l’ennesima irruzione in casa sua, quando vedo Scorpius vicino al citofono.
<< Ma che… è impazzito? >> sussurro tra me e me. Non sembra che Rose e Scorpius stiano parlando molto, ma quando sento il rumore del portone che viene aperto e vedo Scorpius spingere la maniglia, giungo alla conclusione che io e Rose siamo più simili di quando credessi: nemmeno lei sa dirgli di no.
Sorrido al portone e mi Materializzo di nuovo sulla soglia di casa. Butto giù un veloce “Domani a pranzo ci facciamo una bella chiacchierata” e lo mando via gufo a Rose.
Finalmente indosso il pigiama, ripongo con cura il vestito e faccio tornare al blu originale le scarpe argentate. Mi metto a letto e stappo una fialetta di pozione soporifera: non sarà stata la nottata lunga che avevo previsto prima, ma la densità di emozioni e avvenimenti compensa di sicuro.

*
Svegliarmi con Rose accanto è una sensazione della quale ho deciso di non voler più fare a meno.
Quando mi giro verso di lei, la trovo già sveglia, gli occhi blu fissi nei miei e un accenno di sorriso sulle labbra.
<< Non sei fuggita, stamattina? >> chiedo divertito alludendo alla prima volta in cui abbiamo dormito insieme. Lei arrossisce e mi dà una cuscinata in piena faccia.
<< Se questa è la tua idea di buongiorno, avrei fatto meglio a svignarmela >> borbotta, poi torna di nuovo a guardarmi fisso.
<< Sei inquietante, lo sai? >> le dico. Poi le do un bacio sulla fronte per evitare un’altra cuscinata.
Rose sorride, poi mi chiede quando dovrò andare via di nuovo e per quanto tempo. Lo stomaco mi si accartoccia al pensiero di separarci.
<< Ho altri sei giorni per formare un’équipe, venerdì prossimo rientro a San Pietroburgo e dovrei restare lì dai due ai sei anni >>.
“Wow” è tutto quello che Rose riesce a dire. Restiamo in silenzio per un po’, poi mi viene in mente il suo licenziamento.
<< E così non sei più un’Indicibile >> butto lì. Pessima idea. Rose scoppia a piangere e io mi do dell’idiota.
<< Mi hanno anche iscritta all’albo dei pozionisti… e… e poi… >> mi affretto ad abbracciarla e a dire che sono stati degli stupidi, ma la frase “albo dei pozionisti” mi fa sorridere: così assumerla sarebbe un gioco da ragazzi. Sto per accennarle questa possibilità, ma Rose estrae la bacchetta da sotto al cuscino e appella un ritaglio di giornale.
<< Sono riuscita a creare la pozione per far tornare la memoria >> mi dice e io la guardo incredulo.
<< Sei seria? >> le chiedo pieno di orgoglio. Sto per baciarla, ma lei mi spinge il ritaglio di giornale tra le mani: è un’intervista sulla sua pozione e non capisco dove vuole andare a parare facendomela leggere, finché non me lo spiega.
<< Ho violato tutte le regole dell’Ufficio Misteri facendo amicizia con Joe e il direttore mi ha licenziata subito dopo aver letto l’intervista. Il mio nome rimane nell’albo dei pozionisti e l’Istituto delle streghe di Salem mi ha offerto un posto alla loro scuola come docente >>
<< I-in America? >>
<< Sono disoccupata, Scorpius. È la mia unica possibilità… ho provato a chiedere ad altri Uffici, ma nessuno mi vuole, dopo tutto il polverone che si è scatenato >>.
Rose sospira e si lascia ricadere sui cuscini. Io mi alzo dal letto e raccatto i vestiti in giro per la stanza.
<< Ti voglio io >> le dico mentre mi vesto e lei mi guarda confusa. << Devo solo rifinire i dettagli >>. Senza aggiungere altro, corro fuori dell’appartamento per Materializzarmi a casa mia.
I miei non sono sorpresi di vedermi tornare a casa dodici ore dopo avermi visto per l’ultima volta con gli stessi vestiti indossati alla meno peggio.
<< Eri a casa tua? >> mi chiede mio padre con finto disinteresse.
<< Non è più casa mia >> gli rispondo con una fitta di nostalgia per il tempo trascorso lì con Rose. << In ogni caso sì, ero lì >>. Mio padre annuisce e mi chiede se saremo in due a partire per San Pietroburgo, questa volta.
<< Spero di sì >>
<< Chiarisci prima con Ron Weasley >> dice con serietà e mia madre annuisce al suo fianco. Annuisco anche io, poi mi precipito in camera mia.

Dopo una veloce doccia e un cambio d’abito, mi precipito nel mio ufficio della Gringott, nel quale ho dato appuntamento alle persone che dovrei valutare per formare la mia squadra. Il primo a presentarsi, ovviamente, è un pozionista.
<< Lei ha un curriculum impeccabile e mi spiace che sia venuto fin qui dalla Scozia, ma ho già assunto un pozionista >> dico sentendomi in colpa per la bugia. Il mago annuisce mestamente e se ne va.
<< Il prossimo >> chiamo. Entra un altro mago, alto e magro, e anche lui è un pozionista.
<< Dev’esserci un errore >> gli dico. << Non seleziono più pozionisti >>
<< Be’, ma ce ne sarà un’altra ventina qui fuori! >> mi risponde quello. << La comunicazione interufficio è importante, sa? >>.
Seguo il mago fuori della porta e vedo un sacco di persone.
<< Non so chi abbia convocato i pozionisti >> inizio e un mormorio basso inizia a diffondersi per il corridoio. << Ma ho già il mio. Mi spiace che siate venuti fin qui… >>.
Le mie parole si perdono tra i borbottii infastiditi e la confusione delle persone che vanno via. Restano una trentina di maghi e streghe da analizzare, la maggior parte dei quali sono Obliviatori. Li chiamo in ufficio uno per volta ed è durante il terzo colloquio che Atti, il folletto direttore della Gringott, irrompe nella stanza.
<< Che vuol dire che ha già un pozionista, Malfoy? Non c’è nessun contratto firmato sulla mia scrivania, tantomeno sulla sua >>. Atti è furioso e l’Obliviatore in imbarazzo.
<< Le farò sapere >> dico all’uomo, che corre via alla svelta. Atti mi guarda dritto negli occhi.
<< Gliene avrei parlato a pranzo: ho una validissima candidata, conosco il suo lavoro, è brillante, non ha legami particolari qui… è disposta all’immediato trasferimento >>. Immagino come sarebbe la vita mia e di Rose in Russia, nel mio appartamentino a San Pietroburgo, stretti sul divano davanti al camino a sorseggiare cioccolata calda.
<< È Rose Weasley, vero? >> mi chiede Atti, con un tono di chi la sa lunga. Arrossisco e gli basta quello come risposta.
<< È un disastro ambulante, lo sa? >>. Scoppio a ridere.
<< Certo che lo so. Ma è anche la migliore >>.


Titolo tratto dall'omonima canzone dei Sum41


Hola!
Prima di passare ai contenuti, ho un paio di avvisi per voi:
1) Questo è l’ultimo capitolo che avevo scritto, quindi per i prossimi aggiornamenti ci vorranno almeno due settimane;
2) La storia è ormai agli sgoccioli (piango), al massimo altri tre aggiornamenti e dovremo salutarci (anche perché dovrei smetterla di scrivere ff e sfornare la tesi. Evvabbè).

Il capitolo scorso per qualcuno è stato un po’ deludente a causa della continua situazione negativa di Rose… situazione che si è completamente capovolta e che porta all’inizio di questa tanto agognata storia d’amore… intrecciata con quella di Roxanne e Lysander. All’inizio non l’avevo prevista, ma volevo darvi la mia versione di Roxanne a 360°, non solo super simpatica e un po’ matta.
Non credo ci sia altro da dire, se non “stay tuned” per un bel confronto tra Ron e Scorpius… chissà che ne verrà fuori :P
Ringrazio tutti quelli che ricordano, seguono, preferiscono la storia e un super grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo: Cinthia988Lunemy e stefaniad.
A tra due venerdì!
  
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