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Autore: mati1999    06/05/2016    1 recensioni
-Diglielo- esclamò la ragazza entrando nella stanza e mettendosi di fronte al ragazzo seduto sul divano, intento a leggere chissà cosa dei suoi libri "noiosi e saputelli" a detta di Zack. Quest'ultimo entrò nella stanza e si posizionò accanto a lei guardandola male. L'interpellato alzò lo sguardo. Poi sbuffò.
-Dire cosa a chi?- chiese, anche se aveva il presentimento di saperlo già.
-Dire a Zack che ho ragione- rispose ovvia
Genere: Angst, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Allora....parliamo?- chiesi innocente. Il biondone mi guardò curioso
-Di cosa, Lady Mathilde- Storsi la bocca a sentire l'appellativo. Io, Lady? Bleah 
-Volevo chiederti se c'era un qualche modo di parlare con il tuo adorabile non-fratellino- chiesi leggera. Lui mi guardò stupito. L'ascensore si fermò al suo piano e scesi con lui. L'appartamento era uguale al nostro, solo più ordinato. Seduto sul divano mio fratello mi guardava male. Aspetta, mio fratello?
-Come mai, Lady, vorrebbe parlare con Loki?- disse sospettoso, poi notò la mia copia maschile 
-Lord Zachary, come ha fatto ad arrivare qua, e perché è qua?- chiese ancora. Io guardai male mio fratello
-Sono qua per assicurarmi che mia sorella non faccia iniziare una guerra tra mondi- rispose Zach. Thor lo guardò confuso e io sbuffai
-Per assicurarmi che non combini casini- ridisse più chiaro. Stavolta il dio annuì
-Ma se sei il primo a farli, i casini. E per l'amor di Odino, non chiamarmi Lady- dissi acida rivolta ad entrambi. Volevo parlare sola con Thor. Zach non rispose, scosse solo la testa.
-Cosa c'entra mio padre?- fece il dio. Lo guardai male per poi passare una mano sul viso. Raggiungemmo mio fratello sul divano e ripresi a parlare
-Volevo parlare con Loki perché volevo finire la nostra seduta psicologica che avevo iniziato sull'Hellincarrier- Lui mi guardò male, così tornai seria
-Ho bisogno di parlare con lui riguardo dei sogni che io e Zach stiamo facendo. Nel sonno sento la stessa energia che ho sentito solo tenendo in mano lo scettro di Loki. Per questo ho bisogno di parlare con lui- feci
-Provate a chiedere a me- disse lui. Questo non me lo aspettavo. Poggiai le mani sulle gambe e scossi la testa
-Ok- dissi. Zach si posizionò meglio sul divano come se prima fosse stato a disagio
-Abbiamo sognato due pietre, una rossa, io, e una verde lei. Erano potenti. E ci hanno fatto male- disse spiccio. Anche lui era curioso e voleva sapere.
-Non so, descrivetemi le pietre- disse pensieroso. Aveva l'aria preoccupata. Sapeva qualcosa. Mi scambiai un'occhiata con mio fratello poi tornai con lo sguardo su Thor
-Erano ovali, lisce. Come ha detto Zach, la mia era verde, la sua rossa. Appena le abbiamo toccate abbiamo avuto differenti reazioni. A me esplodeva la testa. Lui ha iniziato a sovraccaricarsi di potere fino a quasi esplodere- La faccia di Thor si faceva sempre più preoccupata. Si alzò di scatto in piedi
-Dobbiamo dirlo a mio padre- disse camminando avanti e indietro davanti a me a mio fratello. No, nessuno lo doveva sapere. Solo io e Zach. Lo guardai e lui con lo sguardo me lo confermò
-Thor, ehi Thor- dissi cercando di fermarlo. Lui si girò verso di me. Chiusi gli occhi e presi un grosso respiro. Quando riaprii gli occhi erano diventati blu accesi.
-Scorderai quello che ti abbiamo chiesto. Appena scesi dal piano superiore sei andato nel tuo appartamento. Io ho continuato fino al mio. Non sai niente dei sogni miei e di Zach. La sola cosa che farai quando te lo dirò sarà aiutare me e mio fratello ad entrare nelle prigioni di Asgard dove è tuo fratello non dicendolo a nessuno. Poi scorderai anche quello. Ora vai a riposare- dissi tutto guardandolo negli occhi e tendendo una voce ferma e sicura. Lasciai andare Thor che si avviò verso camera sua come se niente fosse successo. Respirai ancora. Annuii a mio fratello che mi strinse in un abbraccio. Vidi una luce viola avvolgerci e ci ritrovammo in camera mia, distesi sul letto. Il potere di prima mi aveva sfinita e in quel momento ero stanchissima. Chiusi gli occhi
-Tu non mi odi per quello che ho fatto, vero?- chiesi a mio fratello. Lui mi baciò la fronte
-No, certo che no- sentii. Sorrisi poi mi addormentai
Mi svegliai poco dopo. Non mi ricordavo il mio letto così duro. Sentii con le mani delle foglie, foglie? Aprii gli occhi e mi ritrovai in un campo. Grandioso. Un altro sogno speciale. Mi incamminai notando che sapevo esattamente dove andare. A un certo punto iniziai a riconoscere le case che si intravedevano. Una era casa mia. Quella vera. Cominciai a correre fino a che non mi ritrovai davanti a una villa. La casa più grande di lì. Mi fermai un attimo prima di correre verso la porta. Bussai forte e ad aprirmi venne un uomo con lo smoking. Sorrisi con le lacrime agli occhi
-Alfred- sussurrai per poi gettarmi tra le sue braccia.
-Ehm, signorina. Si sente bene?- chiese battendomi imbarazzato la mano sulla spalla. Annuii staccandomi. Pensai un attimo prima di parlare
-Mamma e papà....ci sono?- chiesi sussurrando. Alfred mi guardò confuso.
-Si certo. Suo padre è nello studio. Sua madre è in cucina. Credo stia preparando qualcosa per stasera- disse chiudendo la porta dietro di noi
-Stasera? Cosa succede stasera?- chiesi osservandomi intorno. Quanto mi mancava casa mia. Io e Zach avevamo deciso di prenderla non appena fossimo diventati maggiorenni.
-Come? Non si ricorda? Oggi è il compleanno suo e di suo fratello. Sua madre ha organizzato una festa per la vostra maggiore età- rispose guidandomi verso l'enorme cucina. Per le scale però vidi Zach. Sembrava diverso. Magari per come era vestito. Camicia e pantaloni eleganti. Niente a vedere con i jeans che si metteva di solito. Sorrisi incerta prima di andare da lui.
-Hei Zack- dissi facendo per abbracciarlo. Lui si scansò guardandomi confuso e disgustato, possibile?
-Mathilde. Da dove viene fuori Zach? Mi chiamo Zachary. Mi faccio chiamare così da tutti. E tu di certo non fai eccezione- fece freddo per poi superarmi
-Hei aspetta. Ma che ti prende?- chiesi, ora con una punta di stizza nella voce. Lui si fermò
-Non capisco. Ci siamo sempre ignorati a vicenda. Tu mi odi, io ti odio. L'unico motivo per il quale non litighiamo è che cerchiamo sempre di non stare nella stessa stanza. Non vedo cosa prenda a te. Non penserai mica di cambiare solo perché oggi facciamo diciotto anni?- disse lui sempre più freddo e guardandomi con un sopracciglio alzato. Poi senza aspettare risposta se ne andò. Ma cosa stava succedendo? Mi girò la testa e mi appoggiai al corrimano delle scale.
-Alfred, vado in camera mia. Di a mia madre che sono a riposare prima della festa- continuai incerta per poi salire definitivamente le scale. Cercai nel corridoio quella che sarebbe dovuta essere la mia stanza. Camminai fino a che non trovai una stanza diversa dalle altre dipinta completamente di verde bosco. Solo io potevo fare una cosa del genere. Entrai e chiusi la porta dietro di me. Mi buttai sull'enorme letto che trovai. Però, non avevamo nulla da invidiare a Stark. Presi il telefono che trovai sul comodino lì accanto. Chiami un numero che ormai avevo imparato a memoria. Sentii uno squillo, due squilli
-Pronto?- chiese una voce maschile dall'altra parte
-Nox...- mormorai
 -Come prego. Mi dispiace deve aver sbagliato numero- disse lui insicuro
-No no. Sono io. Lucas, sono Mat- dissi ormai con le lacrime agli occhi
-Ehm...sembri avere una voce troppo femminile per un Matt- disse lui
-Ascolta, lo scherzo è bello quanto dura poco- continuò
-No, non è uno scherzo- urlai quasi
-Allora devi aver sbagliato numero Matt. Senti, non so come tu abbia avuto il mio numero e come tu faccia a sapere il mio nome, ma non è divertente. Arrivederci- Attaccò prima che potessi fare qualsiasi cosa. Avevo le lacrime agli occhi. Cosa diavolo stava succedendo? Accesi la TV
-E così il signor Stark con una conferenza stampa conferma che non smetterà di vendere armi ai nostri eserciti per la guerra- disse una giornalista. A costo di essere ripetitiva, cosa diavolo stava succedendo? Non era reale. Niente di questo era reale. Mio fratello mi amava. Nox mi amava. Tony era Iron Man. Provai di tutto per svegliarmi. Arrivai persino a infilare la testa in una bacinella riempita con acqua gelida. Ma niente. Ero ancora intrappolata dentro la mia testa. Mi ricordai di aver letto da qualche parte che se ti uccidevi in un sogno, poi ti risvegliavi. Ma sinceramente non ero mai stata una Grifondoro coraggiosa (o stupida), ero più che altro una Serpeverde. Non mi sarei mai uccisa. Ok, o la va o la spacca. Guardai verso un diario sulla scrivania. Allungai una mano. Niente. Non succedeva niente. Perché quel dannato diario non veniva da me? Sbuffai cerando di trattenere le lacrime. Mi avvicinai lentamente alla scrivania. Presi il diario e iniziai a leggere
13 Agosto 2015
Caro diario,
Non trovo che sia giusto. Odio Zachary con tutto il cuore. Certo, è mio fratello gemello. Ma quanto vorrei che non fosse mai nato. Agli occhi di tutti è perfetto. Solo io vedo la verità. Lui è terribile. Certo. Quasi quasi vorrei che quella macchina nel 2002 avesse colpito la nostra. Magari ora avrei un gemello in meno
Chiusi di scatto il diario. Al diavolo. Non potevo aver scritto io quelle cose. L'unica cosa che volevo era avere la mia vera famiglia al completo.
Quel pomeriggio non-reale piansi tanto. Come non avevo mai fatto. E come non avrei mai rifatto. Ad un certo punto la porta si aprì. Vidi la testa rossa di Zach che entrava. Si fermò un attimo perplesso. Poi riprese il cipiglio freddo
-Mamma ti vuole vedere- disse. Poi chiuse la porta e se ne andò. Chiusi gli occhi e mi addormentai.
Mi svegliai urlando
-Ehi ehi, calmati. Mat calmati. Smettila di piangere. Ci sono qua io- le parole dolci di mio fratello mi arrivarono all'orecchio. Alzai lo sguardo verso di lui. E lo strinsi forte
-Ti prego, non mi lasciare mai. Mai. Promettimi che saremo sempre io e te contro il mondo- mormorai. Lui annuì perplesso
-Sicuro. Come sempre- disse
-Voglio che questa storia finisca. Era un incubo. C'era una pietra gialla. Ancora quelle dannate pietre. Dobbiamo trovare il modo di farle smettere. O altrimenti inizierò a non dormire per paura di quello che potrei sognare- dissi ancora tra le lacrime. Lui per risposta mi strinse ancora più forte. Di colpo la porta si aprì
-Ho sentito urlare. Tutto bene?- chiese preoccupato Nox. Mi buttai anche su di lui. Lui mi prese in braccio, sorpreso, ma non mi lasciò. Poi mi misi di nuovo a sedere sul letto. Guardai mio fratello e annuii
-Nox, ti dobbiamo parlare- fece Zach grattandosi il collo a disagio
 
 
Salve gente. Ed ecco un altro capitolo, un po' diverso dagli altri, ma spero che vi piaccia lo stesso. Non mi dilungo.
Arrivedorci 😄
  
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