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Autore: Fabb5000    06/05/2016    1 recensioni
Milioni di anni fa, nell'universo Minecraft, situato due triliardi di parsec a nord del nostro, i Draghi Titani furono sconfitti da due fratelli : Notch, dio della luce, ed Herobrine, dio delle tenebre, entrambi figli dell'Enderdragon, il Drago Titano supremo. Il compito di rimodellare l'universo andò però a Notch, mentre ad Herobrine toccò dominare gli Inferi; furioso, il dio oscuro cercò di prendere il posto del fratello, ma fallì e fra i due nacque un odio reciproco. Ora, dopo tanti anni, Herobrine ha nuovamente l'occasione di sconfiggere il suo nemico, ma ciò gli è impedito da qualcuno : Steve, figlio di Notch, che secondo una profezia è destinato a sconfiggerlo. Per questo Steve deve morire prima della battaglia finale fra luce ed ombra, che avverrà al prossimo allineamento delle otto galassie di Minecraft, ossia fra meno di dieci anni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Minecraft : l'ultima guerra'
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Non appena il Sole sorse, l'aria calda del mattino rinvigorì gli arbusti e i cactus e gli animali uscirono dalle loro tane per godersi i calorosi abbracci dei raggi dell'astro.

Steve e Jeb erano già partiti da un'ora, in parte perché la caverna in cui alloggiavano era stata allagata dal ghiaccio sciolto (poiché era in realtà una cascata) e in parte perché avevano trovato i resti degli zombie della notte precedente ammassati all'interno del tempio; in molti erano stati decapitati e massacrati con una spada o un arco e perciò i due avevano preferito mettersi subito in viaggio : non ci tenevano a scoprire chi avesse fatto quel lavoro.

Mentre camminavano, Steve notò con sorpresa che il paesaggio cambiava sempre più : le alte dune di sabbia si erano lentamente trasformate in praterie e gli arbusti le popolavano in un numero sempre maggiore. Faceva ancora caldo, ma meno che nel deserto.

In breve i due viaggiatori raggiunsero una larga piana erbosa tappezzata da fiorellini, dove fecero una sosta. Mangiarono molto in fretta, poiché dovevano raggiungere la meta entro la sera (a detta di Jeb) ma Steve ebbe comunque il tempo di ammirare il bellissimo panorama.

Man mano che proseguivano, la pianura lasciò il posto a un'immensa foresta. Steve mai aveva visto piante così grandi e con un fusto così resistente. Rimase impressionato da quella vista.

Anche la fauna cambiò non poco : i piccoli coniglietti vennero sostituiti da grossi cavalli selvaggi e mucche selvatiche. Talvolta si intravedevano anche dei maiali o delle pecore, o ancora più raramente dei lupi.

Dopo quasi un giorno di marcia, raggiunsero il luogo più bello che Steve avesse mai visto ... o almeno che ricordasse di aver visto.

Era un lago. Una grandissima massa d'acqua costellata da spiagge e cascate. La pallida luce del Sole durante il tramonto illuminava il bacino, rendendolo un magnifico miscuglio di colori.

Sui lati del lago non c'era più la foresta, ma enormi montagne spoglie, con qualche albero qua e la. I picchi delle vette erano innevati e brillavano di fronte alla luce del Sole tramontante.

-Benvenuto nella nostra nuova casa- disse Jeb con un sorriso.

La loro nuova casa? Steve era euforico. Era troppo bello per essere vero. Quel luogo era così vivo, così diverso dal mortale e inospitale deserto ...

Jeb lo condusse verso una delle montagne più vicine, che aveva la forma parecchio squadrata e malmessa. Pareva essere stata colpita da innumerevoli frane e valanghe.

Ai piedi della vetta c'era una casupola di mattoni grezzi, con un bellissimo tetto bianco e due grandi recinti ai lati; nel primo c'erano una mandria di mucche separata da un gregge di pecore da una staccionata; nel secondo c'era un ampio orto. Davanti alla porta d'ingresso c'era un cavallo legato ad un palo, guardato diligentemente da un cane sdraiato sul prato. L'animale fece versi di gioia quando vide Jeb.

Steve osservò attentamente il cavallo. Era un magnifico palomino, con i fianchi robusti e le zampe muscolose.

Jeb bussò tre volte alla porta, e dopo qualche istante venne ad aprirgli un omino.

Era un uomo piuttosto grasso, con una larga camicia nera e pantaloni blu notte; sul capo teneva due larghi occhiali arancioni. Non appena vide Jeb gli diede un caloroso abbraccio : -Amico mio! Allora non mi avete dimenticato tutti ...-

-Ma certo che no!- rispose ridendo Jeb, ricambiando l'abbraccio. -Non ti ha dimenticato nessuno, Dinnerbone! Non ti veniamo mai a trovare solo perché abiti a due giorni di cammino da noi, e devi capire che con il deserto in mezzo ...-

-Tranquillo, ti capisco. Non mi trasferisco solo perché questo è il posto perfetto per allenare qualcuno. Anche se ormai mi chiedo perché mi ostino a continuare con questo lavoro, visto il numero sempre più basso dei miei allievi ...- un'ombra passò sul suo volto, che però tornò subito felice : -Ma perché ci costringono a stare fuori? Entrate, entrate!-

I tre entrarono nella casetta : era molto ben arredata, con tanto di cucina e tavolo da lavoro. L'omino chiese a Steve : -E tu chi sei, ragazzo?-

   
 
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