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Autore: venusmarion    07/05/2016    2 recensioni
Raccolta di drabble e flashfic su the 100, per lo più IC, qualche AU, out of prompts.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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#prompt: Clarke tells Bellamy she love him but in trigedasleng and Bellamy doesn’t know what it means and is just generally confused.
words: 457

Ai HoD Yu iN
(whatever it means)


Bellamy roteò gli occhi, perché il piano faceva schifo. 
Clarke incrociò le braccia sotto il seno, unico tentativo di difesa che le venne spontaneo mentre un brivido le attraversava la schiena. Non faceva freddo, ma 
la prospettiva di quello che stava per succedere ghiacciava dall’interno, paralizzando le ossa. «Ripeti, Bell—»
«Spero tu stia scherzando.» Bellamy forzò una risata sarcastica anche se non c’era nulla di divertente in quella situazione. «Non irradierò un intero pianeta per —»
«Salvarci,» disse Clarke. «Salvare tutta l’umanità.» Prese un respiro profondo e lasciò andare le braccia lungo i fianchi. «E’ la nostra occasione, Bellamy. Lo sai. Distruggere il nucleo che tiene in vita A.L.I.E. è l’unica mossa che ci resta.»
Bellamy si morse un labbro a sangue, scuotendo la testa. «Potremmo morire tutti. Potremmo far estinguere l’intera razza umana.»
«Siamo nati nello spazio,» ribatté Clarke, «sopporteremo le radiazioni. E i trikru sono immuni quanto noi.» Mosse un passo verso Bellamy e gli afferrò un polso. Il battito cardiaco di lui le solleticò le dita. «Ora ripeti il piano.»
Bellamy roteò ancora gli occhi. «Prendo a martellate una bomba di isotopi radioattivi. Scappo e spero di non morire.»
Clarke sentì qualcosa collassare nel petto, all’altezza del cuore. Lei e Bellamy avevano rischiato la vita tante di quelle volte che aveva perso il conto degli addii che si erano detti nelle occasioni in cui pensavano che non si sarebbero più rivisti, ma per qualche ragione in quel momento c’era qualcosa di diverso. Un presentimento nero. Fissando Bellamy, Clarke aveva la certezza che quella sarebbe stata l’ultima volta che si scambiavano uno sguardo. L’ultima volta che gli occhi di Bellamy avevano il colore delle cortecce degli alberi, l’ultima volta il suo zigomo sanguinava, l’ultima volta che i capelli gli stavano appiccicati alla fronte. Clarke dovette frenare l’impulso di allungare una mano e scostarglieli dal viso, anche se l’istinto le diceva di memorizzare in fretta ogni millimetro della pelle di Bellamy.
«Che c’è?» chiese lui. «Perché mi guardi in quel modo?»
Clarke si sforzò di sorridere, ma fu più spontanea la lacrima che le scese giù lungo una guancia. «Ai hod yu in1
Bellamy aggrottò la fronte, accigliandosi. «Lo sai che faccio schifo con il trigedasleng. Che diavolo significa?» 

Clarke non rispose. Si sporse solo verso di lui per depositargli un piccolo bacio all’angolo della bocca. Poi fece per andarsene, ma Bellamy la afferrò per un braccio, trattenendola. Forse lui non conosceva alla perfezione il trigedasleng, ma conosceva a memoria il modo in cui funzionava la mente di Clarke, tanto da saperla interpretare senza margine di errore. Recuperò la distanza tra loro, tirandosela vicina, e le restituì il bacio — con più invadenza, più impeto, più viscere.
Ai hod yu in1, pensò. Qualunque cosa significasse.  




1 "Ti amo" in trigedasleng.

[N.d.A.: I'M A BELLARKE TRASH AND I REGRET NOTHING.]

  
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