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Autore: The_Black_Widow    08/05/2016    0 recensioni
Dal testo: "Per salvare lei e tutta Storybrooke aveva deciso di diventare il nuovo Dark One, temporaneamente, almeno finché non avrebbero trovato un modo per liberarla. Nel frattempo avrebbe controllato l'Oscurità assicurandosi di non ferire nessuno. Era certa di poterlo fare perché non era sola, la sua famiglia l'avrebbe aiutata a combatterla".
L'idea per questa fanfiction mi è venuta subito dopo aver visto il finale della quarta stagione, prima degli spoilers, delle foto bts, delle still, ecc. Un (maldestro) tentativo di omaggiare questa stupenda serie tv, da fan devota quale sono, provando a immaginare come potrebbe proseguire la storia.
Insomma una 5^a Stagione alternativa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

Anime Perse

 

Foresta Incantata, alcuni anni prima del sortilegio

Inseguiva quell'uomo già da qualche minuto, il sole era già bello che tramontato, e il Signore Oscuro detestava perdere tempo, il tempo è merce preziosa e il suo lo era di più. Si erano lasciati alle spalle un piccolo paese malandato in cui l'uomo che stava pedinando aveva trascorso il giorno a mercanteggiare cianfrusaglie, chiedendo somme esose e per niente corrispondenti alla loro qualità, approfittando di poveri ingenui da spennare come polli. Aveva una tecnica notevole, doveva ammetterlo, una favella efficace e degna di un oratore. Stavano per inoltrarsi nella foresta quando Tremotino decise di abbandonare ogni prudenza per celarsi al suo obiettivo, o a chiunque avessero incontrato per le strade dissestate del paese.

-Detesto i ciarlatani come te. Esistono modi più... leciti per gabbare le persone, dovresti saperlo visto che sei così bravo con le parole- disse apparendo davanti al malcapitato spaventandolo al punto che la lanterna che reggeva nella mano destra gli cadde rovesciando tutto l'olio, spegnendosi.

-Chi siete?- chiese questi con voce tremante

-Sono il peggior cliente che ti potesse capitare, perché mi prenderò ciò che voglio e tu non ci guadagnerai assolutamente niente-

-No, vi prego! Questo è tutto ciò che possiedo, se mi derubaste non avrei di che vivere- lo implorò il mercante ipotizzando che lo strano uomo che lo stava minacciando fosse un comune ladro

-Oh mio caro ma questo non è affatto un problema, se non troverò quello che mi interessa non avrai alcuna vita di cui preoccuparti- La sua vittima deglutì, e con riluttanza si spostò dal suo carretto, dando a Tremotino il pieno a accesso al suo inventario. Il Signore Oscuro allungò il collo per una rapida occhiata

-Non penso che l'articolo in questione sia tra questa robaccia-

-Signore vi giuro che non ho altro-

-Davvero? Invece credo proprio che tua abbia qualcosa di molto prezioso e che stia tentando di nasconderlo-

-Non so di cosa state parlando- disse il mercante indietreggiando cautamente, mentre il sudore freddo gli imperlava la fronte. Improvvisamente si voltò tentando una fuga, ma i suoi passi vennero nuovamente spezzati da qualcuno.

-Che pessimo bugiardo- commentò la donna che ne aveva interrotto la corsa. -Voglio dire, oltre ad essere un tale incosciente da sfidare così spudoratamente il Signore Oscuro. Dico bene?- Continuò rivolgendosi a Tremotino che non si era mosso nonostante la sorpresa, e che la fissava incuriosito. Era alta e con un fisico slanciato da quanto si poteva intuire sotto le vesti pesanti. Non sembrava di estrazione nobile a causa dei cenci che indossava, eppure il portamento e la pelle chiarissima, ancora più evidente dato il contrasto con i lunghi capelli scuri, raccolti approssimativamente con un fermaglio, lasciava intendere che non fosse una popolana.

-Credo di non aver avuto il piacere mia cara- le rispose Tremotino con un sorrisetto divertito

-Infatti. Non sono di queste parti, e dubito che la mia fama, per niente paragonabile alla tua, possa avermi preceduto- disse lei sfilandosi con movimenti lenti e precisi gli spessi guanti di pelle. Quando rialzò lo sguardo il Signore Oscuro rimase affascinato dalla particolarità dei suoi occhi. Erano di un colore inconsueto, a metà strada tra il verde e il castano, un colore molto simile all'ambra che li rendeva magnetici. Nonostante i lineamenti marcati e un po' spigolosi, caratteristiche lontane dai suoi canoni di bellezza, il fascino di quella sconosciuta era innegabile. Il mercante, ignorando il ping pong tra i due, si guardava intorno frenetico in cerca della maniera per dileguarsi. Stava per fare l'ennesimo tentativo quando sentì il terreno sotto i suoi piedi perdere consistenza, e se stesso finire sotterrato fino al busto, impossibilitato a muoversi. Tremotino aveva assistito alla scena piacevolmente colpito, la bella straniera sapeva usare la magia.

-A questo punto mi sembra evidente che sei una forestiera. Io conosco tutti i praticanti di arti magiche di queste terre, molti di loro li ho addestrati personalmente. Qual è il tuo nome?-

La donna girò intorno all'uomo che aveva intrappolato al suolo e si avvicinò al Signore Oscuro ancheggiando con aria soddisfatta e compiaciuta.

-Morgana- rispose, -e vengo da Camelot-

Storybrooke, il nostro tempo

Killian era piegato sulle ginocchia e fissava il piccolo gioiello a forma di ancora che aveva raccolto da terra, la mano gli tremava impercettibilmente mentre la testa gli si affollava di dubbi e di pensieri.

-Hai trovato qualcosa?- gli chiese Mary Margaret ridestandolo. Lui si rialzò e mostrò a tutti la spilla

-Questa ce l'aveva Cassandra, gliel'ho data io proprio ieri sera-

-Chi è Cassandra?- domandò la fata Turchina che non aveva conosciuto la giovane

-E' una ragazza che abbiamo conosciuto durante il nostro viaggio a Camelot. Ci è stata di grande aiuto e l'abbiamo portata qui con noi per salvarla dalle grinfie di Artù e dei suoi cavalieri- rispose Biancaneve. -Perchè credi che sia venuta qui?- chiese poi a sua volta al pirata che scosse la testa

-Non saprei, ma sembra scomparsa, e Emma ieri quando l'ha vista non era entusiasta-

-Questa Cassandra ha dei poteri magici?- li interruppe con un'altra domanda Turchina.

Hook fece una mezza risata scettica. -Non penserai che...- disse, poi si fermò. Non poteva credere ai sospetti della fata, basati su cosa poi? Se la madre Superiora avesse conosciuto Cassandra non le sarebbe mai passata per la mente un'assurdità simile. No era molto più probabile che la ragazza, nel tentativo di aiutarli, fosse stata sorpresa dalla Signora Oscura, e loro, invece di stare lì ad accusarla, avrebbero dovuto darsi una mossa per scongiurare il peggio. Quella ragazzina dagli occhi grandi e sinceri non poteva essere nessun altro che la giovane in difficoltà di cui si erano fidati, e che avevano deciso di aiutare. Qualsiasi altro pensiero era semplicemente ridicolo.

-Qualsiasi cosa tu stia pensando ti sbagli di grosso- disse con tono deciso alla suora

-Beh non sarebbe la prima volta, che di ritorno da un viaggio in un altro mondo o tempo, ci si porti dietro qualcuno di potenzialmente pericoloso- asserì David facendo del suo meglio per non sembrare sarcastico, ma Killian parve offendersi lo stesso

-Se ti stai riferendo a Elsa vorrei ricordarti che, alla fine, il vero pericolo non era lei-

-Basta così!- Li rimproverò la fata alzando il tono della voce, -è inutile litigare tra di noi quando qualcosa, o qualcuno, di ignoto minaccia la città. Uncino spero davvero di sbagliarmi sul conto della vostra amica, ma per adesso ogni nuovo arrivo o anomalia è sospetto. La potenza magica che percepisco in questo posto è qualcosa che non ho mai sentito-

-Hai detto che le scie magiche sono distinguibili per i praticanti esperti, giusto? Se Cassandra fosse una strega non credi che Regina se ne sarebbe accorta?- Provò ancora il pirata, deciso più che mai a scagionare la giovane.

-E' una giusta osservazione, ma maghi e streghe di livello superiore sono in grado di occultare le tracce-

-Quindi secondo te Cassandra non solo sarebbe una strega, ma sarebbe anche tanto potente da ingannare la Regina Cattiva o il Signore Oscuro? E poi che senso avrebbe renderle visibili ora? E' un'assurdità!-

-Probabilmente hai ragione Killian, ma ne ha anche Turchina quando dice che ora andrebbero prese in considerazione tutte le ipotesi- intervenne David, seguito a ruota da Mary Margaret

-Non potrebbe essere stata Emma ad evocare questa nuova potenza oscura che senti, come ha fatto con i mostri di inchiostro?-

-Certo potrebbe- ammise la suora, -per questo credo sia opportuno fare delle ricerche. Io e le mie sorelle proveremo a creare un incantesimo per scovare la fonte di questa magia, anche se sarà difficile con questi pochi elementi-

-Io invece torno al negozio di Gold. E' lì che abbiamo visto Cassandra l'ultima volta, magari scopro qualcosa.- Hook si incamminò nervoso senza aspettare consensi.

-David noi dovremmo andare a cercare Regina- disse Mary Margaret al marito visibilmente preoccupata, -ho un brutto presentimento.-

Emma teneva in mano il suo cuore a pochi centimetri da lei, avrebbe potuto allungare un braccio e riappropriarsene in un attimo, e il pensiero le aveva davvero sfiorato la mente. Mente che per sua fortuna era sempre stata attenta e razionale, evitandole innumerevoli volte di cacciarsi nei guai. Tenendo a bada le emozioni, la paura su tutte, e analizzando la situazione con obiettività, forse si poteva affermare che il fatto che Emma fosse lì a mani vuote, cuore suo a parte, era un vantaggio, perché Mary Margaret e gli altri erano riusciti ad arrivare al pugnale prima di lei. Certo lo sguardo incandescente che le stava piantando negli occhi non poteva lasciare tranquilli.

-Non mi rispondi, eh? Spero per te che sia la paura ad averti tolto le parole, perché la spavalderia, ora come ora, ti si ritorcerebbe contro- tuonò la Signora Oscura stanca di attendere invano una risposta alla sua domanda. Dopo aver scoperto il nascondiglio del pugnale con l'aiuto di Zelena, e aver messo in atto un diversivo, vi si era precipitata ansiosa di ottenere il pieno controllo dei suoi poteri, rimanendo di sasso quando si era accorta che l'arma non era più lì. Non aveva la più pallida idea di come Regina e gli altri avessero fatto ad anticiparla, ma questa era davvero l'ultima goccia. In preda all'ira era corsa ad interrompere il tète a tète tra sorelle, decisa più che mai a riversarla tutta sulla sua nemesi. Si allontanò dalla mora di un passo o due rimettendosi dritta

-Sono parecchio infastidita, sai?- Continuò a dirle mentre si rigirava pericolosamente tra le mani il suo cuore. -Ho speso giorni interi a cercare un modo per aggirare il tuo stupido incantesimo della memoria, sai quanto odio fare ricerche sui libri, e sai anche che la pazienza non è il mio forte. Ma stavolta ho voluto seguire il tuo esempio, stavolta, mi sono detta, ne varrà la pena. Così ho messo a punto il mio piano con minuzia e senza frenesia, convinta che così facendo non avrei trascurato nessun particolare, che sarei stata pronta a far fronte ad ogni imprevisto. Ho persino portato il circo in città, con la ranocchia la serpentessa e quell'obbrobrio con le ali- Regina la vide indicare con le braccia larghe Zelena e un punto indefinito oltre il bosco, -il tutto per darmi il tempo di godere della mia vittoria. Peccato che tu abbia un talento formidabile nel mettermi il bastone tra le ruote.-

Regina, riacquistando un po' di sicurezza, ribatté sarcastica, -Mi sembra che tu abbia effettivamente trascurato un particolare, e neanche di poco conto, una cosa che ho imparato tanto tempo fa sulla mia pelle, e che tu dovresti conoscere bene: gli eroi vincono sempre!-

Emma scoppiò in una risata fragorosa. -Dimenticavo che adesso ti consideri un'eroina. Presuntuosa-

-Oh no mia cara, non parlavo affatto di me, ma dei tuoi genitori. Sono riusciti per l'ennesima volta a sgominare la strega cattiva di turno. Dovresti esserne fiera-

Lo sguardo di Emma tornò per un attimo serio, poi riprese a sorridere amaramente. -Mi risulta difficile esultare per i loro successi se questi vanno contro i miei interessi-

-Non deve essere per forza così-

-E tu cosa ne sai?-

-Ne so molto più di quanto credi- rispose Regina con tono grave. -So quanto può essere seducente l'Oscurità, so cosa si prova ad avere tutto quel potere. Ti fa sentire viva e invincibile, ti fa credere che niente più al mondo potrà ferirti, ma è esattamente il contrario. L'Oscurità ti isola, ti consuma, ti corrompe l'anima. E ogni volta che cedi alla tentazione ti fa precipitare in un abisso dal quale diventa sempre più difficile riemergere. L'unico modo è aggrapparsi alla luce, se ce n'è anche solo uno spiraglio, un raggio sottile e impercettibile, devi afferrarlo con tutte le tue forze e risalire. Se ce l'ha fatta io, puoi farcela anche tu.-

Emma aveva fissato Regina per tutto il tempo senza battere ciglio. -Io non sono come te, tu sei debole, l'Oscurità non riuscirebbe mai a consumarmi, perché io posso dominarla- ribatté sicura.

-Ne sei convinta? A me invece sembra che si stia già servendo senza troppi complimenti. Emma noi siamo più simili di quanto credi, non è troppo tardi per te come non lo era per me. Il mio appiglio è stato Henry, e sarà anche il tuo, insieme al resto della tua famiglia, devi solo tendere loro una mano- concluse il sindaco. Sperava di aver almeno scalfito la spessa corazza dietro cui si era rifugiata la bionda. Henry le aveva raccontato del suo tentativo mezzo riuscito. Che per un attimo Emma aveva abbandonato le tenebre e stava tornando ad essere se stessa. E adesso lei aveva provato con la stessa tattica, ma con scarsi risultati. La ex Salvatrice sembrava annoiata

-Che bel discorso toccante... a cuore aperto direi- commentò mostrando l'organo alla sua proprietaria. -Basta così, dei miei genitori mi occuperò più tardi, adesso preferisco finire quello che ho iniziato con te.-

Regina si irrigidì aspettando di sentire di nuovo il suo cuore in una morsa terribile, invece la Signora Oscura si avvicinò a Zelena che, non potendo parlare, esprimeva tutto il tuo terrore sbarrando gli occhi. Le accarezzò con gesti ampi il ventre e tornò a rivolgersi alla mora.

-E se facessi male al cucciolo di Robin Hood che è qui dentro?-

La mora si costrinse a mostrarsi impassibile, non era contenta del fatto che la sua sorellastra fosse incinta del figlio del suo fidanzato, ma quella piccola creatura innocente era pur sempre sangue del sangue di Robin. -In tutta sincerità? Mi risolveresti un bel problema- disse assumendo il tono più indifferente che poteva. Forse Emma avrebbe creduto al suo bluff, come aveva fatto Zelena che si era voltata sconvolta nella sua direzione.

-Bugiarda- sibilò la bionda, e tornando a guardare la donna dai capelli rossi vide spuntare tra gli alberi l'arciere di Sherwood. -Lupus in fabula!- esclamò, -ecco arrivare “l'uomo d'onore” armato di stuzzicadenti.-

Robin si approcciò alle tre fissando Emma con aria trova. -Regina stai bene?- chiese alla mora. Poi senza attendere risposta puntò una freccia in direzione della Signora Oscura. -Allontanati da mio figlio!-

-Robin va via, è pericoloso e non c'è niente che tu possa fare!- provò a dissuaderlo Regina.

-Sì Robin, dai ascolto alla tua innamorata- fece Emma con fare divertito, -ci siamo già passati una volta, e mi pare di ricordare che non sia stata una bella esperienza per te.-

Robin digrignò i denti, di qualsiasi cosa fosse capace la Dark One lui non aveva paura. -Non vado da nessuna parte finché la mia famiglia è in pericolo- la sfidò.

-Peggio per te-

La notte era scesa velocemente, e il buio ora inghiottiva la foresta accompagnato da un vento freddo e umido che sferzava i rami degli alberi, e i visi imperturbabili delle sole due persone libere di muoversi in quel tratto di bosco. Tremotino e Morgana si fronteggiavano a pochi passi di distanza, e subito dietro di loro, costretto in una fossa, c'era ancora lo sfortunato imbroglione che avevano, per qualche motivo, preso di mira, e che pregava silenziosamente di uscire vivo da quella situazione.

-Morgana- ripeté il Signore Oscuro dopo che la donna gli aveva rivelato la sua identità, -che brutto nome cara- commentò senza preoccuparsi di risultare scortese, e senza ottenere reazioni. -E' stato gentile da parte tua volermi aiutare con questo furfante, ma non ce n'era alcun bisogno. Adesso puoi anche andare- le disse infine agitando la mano come se volesse scacciare un insetto. Morgana non si mosse

-A dire il vero gli ho impedito di fuggire perché ha qualcosa che mi preme avere- spiegò

-Beh, il suo carretto è lì, serviti pure- fece lui spostandosi verso l'uomo intrappolato

-Ti ringrazio ma ho già fatto-

Tremotino ruotò il capo per guardarla, sentendo la rabbia montare quando si accorse di ciò che la donna teneva tra le dita. -Quello è mio- le ringhiò indicando l'oggetto che altro non era che un fagiolo magico. Lei scosse la testa e lo strinse in un pugno

-Eppure ce l'ho io-

-Ancora per poco. Nessuno si prende gioco del Signore Oscuro a meno che non abbia istinti suicidi- la sua voce vibrava pericolosamente.

-Lo so benissimo. Sono confinata in queste terre da molto tempo, e conosco tantissime cose sul tuo conto-

-Allora saprai che sono un tipo piuttosto violento- la minacciò lui, stanco della sfacciataggine con cui la strega gli parlava.

-Certo, e so anche che hai una propensione a stipulare accordi-

-Perché dovrei stringere un accordo quando mi basterà un dito per spezzarti il collo e prendermelo?-

-Perché, per quanto desideri ricongiungerti col tuo figlio perduto, vuoi anche il potere, e io posso offrirti un modo per ottenerne a dismisura- gli disse gongolante per il lampo di interesse che aveva attraversato lo sguardo di Tremotino.

L'Oscuro si avvicinò alla donna così tanto che lei poté notare al meglio ogni dettaglio della sua pelle verdognola e luccicante. -Come fai a sapere di Baelfire?-

-Forse volevi chiedermi: come riuscirai a mantenere le tue promesse?- Tremotino non rispose e lei continuò. -Da quando sono qui ho cercato un modo per tornare a casa mia, ma ho scoperto presto che non si trattava di un'impresa facile. Un tempo Mistheaven era una terra piena di possibilità, adesso pare che gli oggetti in grado di aprire portali siano merce rarissima, quasi impossibile da reperire. Se non sai dove cercare- indicò con un cenno il mercante. -Ne ho incontrati molti di ciarlatani ed imbroglioni, persone che non possono più raccontarlo in giro, fino a che non mi è giunta voce di questo qui-

-A tirare troppo la corda si spezza, mia cara- sibilò a denti stretti Tremotino, ne aveva abbastanza di tutte quelle chiacchiere.

-Vieni a Camelot con me- disse Morgana sorprendendo il folletto che adesso la osservava con aria perplessa. -Lì c'è un uomo, uno Stregone molto potente, capace di aprire portali verso ogni mondo, e di renderti invincibile-

-Sciocchezze- rispose lui seccato

-Affatto! Il suo nome è Merlino, è il mio maestro. E' stato lui a esiliarmi qui, perché spaventato dal mio potenziale. Mi ha fatto un torto enorme e io ho intenzione di vendicarmi, solo che da sola non ci riuscirei mai. Quindi, una volta in possesso del fagiolo sarei venuta da te a proporti questo accordo, ma tu mi hai battuto sul tempo- rivelò finalmente. A Tremotino però non sembrava importare

-Ti rendi conto che la cosa più conveniente per me resta ancora ucciderti e prendere il fagiolo?-

Morgana sorrise nervosa -Sì se ricongiungerti a tuo figlio fosse il tuo unico obiettivo. A Camelot Merlino lavora per la famiglia reale, e nel castello possiede un reliquiario dove sono stipati artefatti magici di ogni fattura e provenienza, che saranno tutti tuoi dopo che mi avrai aiutato a sconfiggerlo-

Il Signore Oscuro era ancora titubante, -Tutto questo perché ti ha esiliata? E' tanto male la Foresta Incantata?- le chiese sarcastico

-Mi ha negato la possibilità di compiere il mio destino. Aiutami e avremo entrambi ciò che desideriamo- rispose serrando la mascella. Tremotino fece un risolino dei suoi

-Non ho ancora capito se sei più determinata o incosciente, ma ti darò una possibilità. Ricordati soltanto che se non otterrò una sola delle cose che mi hai promesso il nostro accordo sarà nullo, e io ti ucciderò.- Dopo quest'ultimo avvertimento attese che la strega attivasse il portale.

Il mercante urlò fino a che il fuoco nella sua gola glielo permise, mentre vedeva il vortice allargarsi sempre più e lambire la buca in cui era intrappolato. Quando i due vi sparirono dentro, e il portale si richiuse repentinamente, l'uomo era ancora lì. Intero e sconvolto, esausto e abbandonato a se stesso, vivo e aggrappato alla speranza che un'anima passasse presto di lì.

Lungo Main St. i proprietari dei negozi che avevano subito i danni peggiori dall'attacco dei mostri mitologici, passato lo spavento, avevano iniziato a sistemare quello che potevano, in attesa di un aiuto magico da parte delle fate. In strada regnava ancora il caos, ma crisi di questo genere a Storybrooke erano all'ordine del giorno. Killian osservò i nani mettere un nastro di protezione intorno alle voragini che martoriavano l'asfalto prima di entrare nel banco dei pegni di Gold; vi trovò Belle intenta a risistemare alcune delle armi che aveva tirato fuori per aiutare Biancaneve. La ragazza notò subito che qualcosa preoccupava il pirata.

-Killian va tutto bene? Dove sono gli altri?- gli chiese agitata

-Hai visto Cassandra?- Fece lui. Belle aggrottò la fronte facendolo spazientire. -La ragazza che era con noi stamattina, te ne ricordi?-

-Ma sì certo- rispose la donna una volta capito a chi faceva riferimento

-E' scomparsa, e poiché questo è l'ultimo posto dove è stata vista, mi chiedevo se avessi notato qualcosa, se l'avessi vista andare via con qualcuno e in che direzione-

-Mi dispiace, l'ho vista uscire dal negozio con voi e poi basta.- disse lei scuotendo la testa. Gold apparve dal retrobottega e la moglie gli rigirò la domanda fatta da Uncino, scoprendo che l'uomo ne sapeva quanto lei.

-Maledizione! Non può essersi volatilizzata nel nulla, deve esserle successo qualcosa- imprecò Hook

-Magari si è solo nascosta, spaventata dal trambusto- ipotizzò la signora Gold

-No, abbiamo trovato qualcosa di suo nel posto dove era il pugnale. La fata Turchina dice di aver sentito tracce di una magia potente e sconosciuta, e sospetta di lei. Ma io dico che qualcuno può averle fatto del male-

-Mi duole ammetterlo, ma credo che la falena abbia ragione- sentenziò Gold seccamente. -L'atteggiamento della ragazza stamattina mi aveva colpito, quel modo di fare non penso fosse dovuto all'eccessiva timidezza.-

-Si può sapere cosa diavolo avete tutti quanti? Da quando ci si ferma alle apparenze in questa città dove a chiunque è concessa una seconda opportunità?- commentò il pirata irritato.

-Le apparenze possono ingannare, ma la magia non mente mai. Dietro un aspetto innocente può celarsi l'insidia peggiore. Non deve essere stato difficile per lei ingannare uno stupido come te, le sarà bastato sbattere le lunghe ciglia- incalzò l'uomo più anziano.

-Cosa vorresti insinuare?- sbottò Killian

-Niente di più di quello che ho detto- rispose beffardo l'altro

-Pensi anche tu che sia una strega tanto potente da riuscire a nascondere la propria magia anche a Regina?-

-La cosa non mi stupirebbe. Ho già avuto il dispiacere di incontrarne... proprio a Camelot.-

La foresta di Camelot non era poi tanto diversa da quella del suo mondo, pensava Tremotino tra sé mentre avanzava verso il castello accanto a Morgana. Da quando erano giunti a destinazione, la donna non aveva detto una parola, concentrata sul suo obiettivo aveva tirato dritto, come se non volesse attendere un solo minuto in più. Tremotino la seguiva osservando attento tutto ciò che li circondava, al contrario di lei non aveva alcuna fretta.

-Allora qual è il piano cara?- le chiese scavalcando un tronco che ostruiva il sentiero

-Il piano è uccidere Merlino- rispose la donna come se fosse la domanda più stupida che avesse mai sentito. Tremotino si accigliò e lei si affrettò ad aggiungere: -Dopo che lo avremo costretto ad aprire il portale ovviamente-

-Sì. Ma. Come?- domandò ancora l'Oscuro

-Non lo so! Intanto andiamo al castello e vediamo come vanno le cose- fece Morgana proseguendo per la sua strada. Poi si accorse che Tremotino si era fermato un paio di metri dietro di lei, e che con una mano spolverava una roccia sulla quale si sedette subito dopo incrociando le gambe.

-Che cosa fai?- sbottò la strega

-Aspetto che tu abbia un piano decente cara- rispose il folletto senza scomporsi, -Credo che un'irruzione improvvisata sia una pessima idea. Se il tuo maestro è davvero potente come dici, un'azione così sconsiderata gli darebbe solo un vantaggio.- Morgana lo fissava a bocca aperta

-Noi due abbiamo un accordo-

-A cui io terrò fede solo con determinate garanzie- le ricordò Tremotino.

-E va bene!- sbuffò lei, -perlustrerò la zona intorno al castello e studierò un piano d'attacco, se proprio ci tieni!-

-E io starò qui ad aspettarti. Non tardare- fu la risposta dell'uomo, accompagnata da un sorrisetto di circostanza che fece irritare ancora di più la strega. Questa si tirò su l'orlo della gonna e ispirando profondamente si inoltrò cupa nel folto della foresta.

Per diversi minuti gli unici rumori intorno a lui furono quelli prodotti dalle foglie smosse dal vento, e dal canto ritmico dei grilli, finché uno sbattere d'ali non attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo notando un grosso gufo, dal piumaggio tendente al rosso, appollaiato su un albero poco distante che lo fissava con i suoi occhi che sembravano risplendere di luce propria riflettendo quella della luna.

-Non essere timido- disse rivolto all'animale, questi spiegò le ali e prese il volo, compì un giro intorno agli alberi e planò giù. Appena le zampe toccarono il suolo, un denso fumo blu lo avvolse e il gufo assunse l'aspetto di un uomo apparentemente giovane e di bell'aspetto. Il Signore Oscuro ridacchiò prima di riprendere la parola

-Lasciami indovinare: tu sei... Merlino!- disse gesticolando e ponendo l'accento sul nome. L'uomo di fronte a lui si limitò a sorridere debolmente. -Ti immaginavo più vecchio- commentò ancora.

-Per gli uomini come me e te Tremotino l'età è un dettaglio di poco conto- disse Merlino con voce profonda

-Come hai fatto a...- riprese l'Oscuro

-A nascondere le tracce della mia magia?- concluse per lui il mago di Camelot. -Potere ed esperienza-

-Beh niente di eccezionale quindi. Soprattutto inutile, se non sei in grado di seguire furtivamente qualcuno, mi sono accorto della tua presenza molto prima che Morgana si allontanasse.- Il tono del Dark One era sprezzante, forse invidioso delle straordinarie capacità dell'altro stregone.

-Magari volevo che tu mi notassi-

-Strana strategia. Sai perché lei mi ha portato qui?-

-Non è difficile indovinarlo. Ma, se permetti, dubito che il signore Oscuro si trovi a suo agio a farsi manovrare come una marionetta da una sciocca ambiziosa come Morgana- Tremotino si irrigidì

-Io non mi faccio manipolare da nessuno- ringhiò, -Sono qui perché ne guadagnerò qualcosa-

-Perciò se ti dessi quello che vuoi non avresti problemi a tradirla, giusto?-

-Dipende da cosa vuoi tu in cambio- disse il folletto puntando un dito contro il petto di Merlino

-Sto per lasciare questo reame, e devo farlo prima che lei mi veda- iniziò a spiegare Merlino. -Se Morgana ottenesse il potere nessun mondo sarebbe al sicuro. Per questo devo fare di Camelot la sua prigione. Mi dispiace condannare il regno e tutti i suoi abitanti, ma non ho altra scelta. Ho già modificato i loro ricordi perché nessuno si ricordi di lei, e ho fatto in modo che tutti temano la magia, così sarà braccata e costretta a vivere in clandestinità-

-Sembra quasi che tu abbia paura di lei, perché? E cosa ti fa pensare che se ne starà buona?- chiese curioso Tremotino.

-Ho i miei buoni motivi, e non ti riguardano- Merlino sfoggiava un sorriso sereno, -Se tu farai la tua parte non ho dubbi sulla riuscita del mio piano. Conosco molto bene Morgana, so come ragiona e posso prevedere le sue mosse-

-Lei può sconfiggerti...- sussurrò quasi a se stesso il signore Oscuro

-No, non può. Neanche col tuo aiuto- si affrettò a dire l'altro. Qualcosa nel suo atteggiamento non convinceva. -Perderà, e a te non piace perdere- aggiunse.

-Dunque cosa vuoi che faccia?- Non aveva ancora ben chiaro da quale schieramento avrebbe ottenuto maggiori benefici. Gli importava poco delle sorti di Camelot o di Morgana, e la possibilità di distruggere uno stregone potente come Merlino, per quanto minima e ipotetica, lo solleticava parecchio. La risposta del mago fu sorprendente

-Voglio che tu vada via e che non racconterai mai a nessuno di questo nostro incontro.- Si voltò e tirò su un braccio, lentamente, a disegnare un rettangolo nel vuoto. A poco meno di un metro di distanza da loro, in quella stessa direzione, apparve una porta. Tremotino capì subito che si trattava di un portale, e mentre lo fissava trepidante, Merlino riprese a parlare. -E' questo ciò che ti ha promesso Morgana?- gli chiese retoricamente, gli occhi del Signore Oscuro saettarono verso di lui

-Sì...- rispose piano. -Questo e... il potere-

-Non essere ingenuo- lo fermò l'altro intuendone le cattive intenzioni. Forse non era saggio provare a eliminare lo stregone. -Sei il Signore Oscuro da abbastanza tempo da sapere dell'esistenza di una maniera per liberarti dal giogo del pugnale-

-Il cappello- Tremotino dedusse serrando i pugni

-Esattamente- commentò Merlino in tono neutro. -Il tuo cuore si divide da secoli tra l'amore che provi per tuo figlio e la brama di potere e, purtroppo, una cosa esclude l'altra-

-Io le avrò entrambe!-

-Non oggi, né mai. Il portale ti aprirà la strada verso una sola di esse, sta a te decidere quale.- Così dicendo lo stregone fece apparire un guanto di ferro, probabilmente appartenente ad un'armatura. -Questo guanto ha il potere di mostrare, senza ombra di dubbio, il punto debole di una persona, quello che il suo cuore desidera sopra ogni altra cosa al mondo, e nel tuo caso, attraversando questa porta, ti ci condurrà.- Lo porse a Tremotino fermandosi a osservare la sua reazione, poi scomparve nello stesso modo in cui era apparso.

Il Signore Oscuro aveva afferrato l'oggetto magico fissandolo assorto, le ultime parole del mago ripetute nella sua testa come un mantra.

Il suono delle minacce di Emma vibrava ancora nell'aria.

-Non ci provare- ringhiò istintivamente Regina. La bionda l'aveva messa in una situazione difficile, Robin e il bambino erano in pericolo e lei non poteva fare nulla per proteggerli. -Sono io il tuo obiettivo, o sbaglio? Anche se non ho ancora capito perché tu abbia sviluppato questa ossessione nei miei confronti-

Emma rise di gusto. -E' questo quello che pensi?-

-Che cosa vuoi da me Emma?- le chiese ancora il sindaco sperando di capirci qualcosa e magari guadagnare tempo.

-Adoro questo lato della tua personalità- ricominciò Emma continuando a ridacchiare, -Mi ha sempre fatto venire voglia di mollarti un pugno dritto in faccia, ma ammetto che te l'ho sempre invidiato. Il piglio fiero e sicuro che ti ostini a mostrare in ogni situazione, anche quando sei terrorizzata... e noi due sappiamo quanto lo sei adesso.- Un'altra scarica di brividi percorse la schiena di Regina, che inghiottì rumorosamente la paura. -Non è difficile- continuò Emma, -qual è l'unico scopo dell'Oscurità? Estirpare la Luce-

-Allora cosa stai aspettando? Uccidimi- la provocò la mora intuendo che c'era qualcosa che impediva alla Signora Oscura di farlo.

-Sarebbe troppo semplice, e poco divertente- rispose la bionda scuotendo la testa, poi si voltò a guardare Robin Hood, che non aveva smesso di puntarle contro l'arco. -Adesso facciamo un gioco- disse, e con la mano libera compì dei movimenti circolari che smossero l'aria. Presto un mulinello di piccole dimensioni si caricò di magia oscura, crepitando di scariche nere di energia, e ingrandendosi, andò ad avvolgere il corpo immobile di Zelena. La rossa spalancò la bocca in una smorfia di dolore senza produrre suoni, mentre il vortice magico le provocava tagli sul corpo e sul viso.

-Ah già dimenticavo- Emma ridiede la voce a Zelena e le sue urla strazianti, finalmente libere, stordirono sia Regina che Hood. Quest'ultimo ebbe appena il tempo di domandare cosa stava succedendo che l'Oscura strinse forte il cuore che aveva nell'altra mano e le grida di Regina si confusero a quelle della sorella. -Dunque- riprese la bionda alzando il tono della voce per farsi sentire dall'uomo. -Il gioco si chiama... dubbio amletico. Da un lato abbiamo Zelena, o meglio, tuo figlio; e dall'altro il tuo Veeero Amore. Entrambi sono inermi ed entrambi stanno per morire- fece una smorfia dispiaciuta. -Ma tu puoi salvarne uno. Ti basta solo decidere chi.-

Gli occhi colmi di terrore di Robin si alternavano senza sosta sull'una e sull'altra donna, mentre la Signora Oscura spiegava le regole del suo sadico “gioco”. -S... Smettila- le intimò balbettante.

-Fai la tua scelta Robin, o nessuno di loro sopravvivrà.-

Hood sentiva il proprio cuore battere a un ritmo insostenibile, quasi volesse scappargli dal petto. La testa gli girava vorticosamente, aveva le vertigini, come fosse in bilico sul bordo di un baratro che sembrava senza fondo, e ansioso di accogliere la sua paura e le sue membra. Un forte senso di nausea gli attanagliava le viscere, e compì uno sforzo enorme per reprimere il bisogno di vomitare. Provò, per quel che poteva, ad ignorare le urla che gli stavano facendo scoppiare il cervello e a ragionare. Non c'era nulla che potesse fare, eppure non poteva limitarsi a subire, doveva reagire, doveva almeno provare a fermare Emma. Ma come? Regina aveva ragione, contro la Signora Oscura non aveva scampo, già una volta aveva rischiato di restarci secco, se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Henry. Il punto era che della sua vita non gliene importava nulla, ciò che contava era salvare la sua anima gemella e suo figlio, anche se per assicurarsene avrebbe pagato un prezzo tanto alto. Non avrebbe mai conosciuto il suo bambino, né avrebbe più potuto rivedere Regina... e Roland. Il suo corpo si mosse in autonomia, seguendo l'istinto scagliò una freccia mirando al petto della bionda, ignorando la voce della ragione che gli ripeteva “è inutile”. Forse colpendola, la donna avrebbe almeno mollato la presa sul cuore di Regina; oppure si sarebbe distratta al punto da dare tregua a Zelena. Era un azzardo, ma era anche l'unica cosa che si era sentito di fare. Sfortunatamente per lui i riflessi di Emma erano prontissimi. Le bastò fare un passo indietro e chinarsi leggermente per ghiacciare il sangue nelle vene dell'arciere: tendendo il braccio destro aveva posto il cuore della mora nella traiettoria del colpo che di certo non avrebbe mancato il bersaglio, e che a quella velocità sarebbe stato fatale. La freccia si fermò a pochi millimetri dal cuore.
-Non barare Hood, conosci le regole- disse freddamente Emma strizzando un po' più forte l'organo incantato. Regina era allo stremo. -Ti conviene sbrigarti, non resisteranno per sempre.-
La Signora Oscura sperava di spingere l'uomo a compiere una scelta. Era questo il suo piano per distruggere la Luce che albergava nella ex Evil Queen, la stessa donna che era stata in grado di usarla per sconfiggere Zelena senza avere il cuore nel petto. Doveva cancellare ogni sentimento positivo di cui la Luce si nutre: speranza, altruismo e, ovviamente, amore, per sostituirlo con delusione, rabbia e odio. La visione dell'uomo caduto in ginocchio con la testa tra le mani per la disperazione, ne confermava la validità.
-Io non posso... non posso- farfugliava tra le lacrime Hood, ed era perfettamente udibile perché Zelena aveva smesso di gridare ora che era svenuta, e Regina non aveva più fiato e respirava a fatica, distesa su un fianco con le gambe leggermente piegate e le braccia strette al petto.

-Guarda Regina- gridò improvvisamente Emma, -Quanto è patetico il grande amore della tua vita. Il codardo che non sa assumersi la responsabilità delle sue scelte nascondendosi dietro ad un “codice etico”, che non ha il coraggio di lottare per le persone che ama scegliendo la strada più facile, e accontentandosi di quello che gli altri hanno scelto per lui.- Il suono sprezzante delle sue parole feriva più efficacemente della magia che stava attaccando Zelena, e provocava squarci profondi nel cuore dell'arciere, ma soprattutto in quello di Regina, e lei poteva sentirlo mentre lo stringeva nella mano destra. Quindi continuò la sua invettiva. -E' davvero per questo che mi sono presa l'Oscurità al posto tuo? Lo sai che sceglierà il bambino, tu sei sempre venuta dopo. Dice di amarti ma ha già scelto di vivere senza di te due volte, e stavolta non sarà diverso.-

Regina si tirò su poggiandosi sul gomito, -Sceglierà il bambino perché è la cosa giusta da fare- disse con un filo di voce. -I figli vengono prima di tutto.- Doveva essere un rimprovero che la Signora Oscura non colse, o che semplicemente ignorò.
-Raccontati quello che vuoi, il tuo cuore è nelle mie mani e posso sentire la delusione che stai provando invaderlo- le disse prima di tornare a rivolgersi a Robin. -Non fartene una colpa, il suo amore è debole quanto il tuo.-
Si prese ancora un po' di tempo per ammirare gli sguardi distrutti dei due innamorati. Poi richiamò il tornado magico che stava tormentando Zelena e allentò la pressione sul cuore di Regina.
-Non ho mai voluto fare del male al bambino, l'ho protetto con un incantesimo e le ferite di Zelena sono superficiali- spiegò all'uomo che era corso a sincerarsi delle condizioni della madre di suo figlio. -E non avevo alcuna intenzione di uccidere te. Almeno non fisicamente- disse a Regina mentre con un colpo secco le riposizionava nel petto l'organo che aveva maltrattato.
La mora le bloccò il polso mentre lo ritirava, avrebbe voluto gridarle in faccia tutta la sua rabbia, ma senza trovare le parole lasciò che fossero i pozzi neri che erano i suoi occhi a parlare per sé. Emma si liberò dalla debole presa e si allontanò dalla donna
-Basta coprire tutte le crepe per impedire alla luce di entrare nell'abisso- le disse camminando piano, e liberandola dal bracciale che le bloccava la magia.
Si fermò di colpo fissando la propria mano come se fosse un corpo estraneo, la vide tremare, sollevarsi seguendo una volontà propria, e muoversi in direzione della freccia che Robin Hood le aveva scagliato contro, e che giaceva a terra... fino a quel momento. Non si accorse dell'urlo di sua madre che insieme a suo padre era arrivata un attimo prima; né del rumore del corpo di Regina che si trascinava a fatica verso Robin, o del tonfo del corpo di lui che colpiva il terreno mentre gli ultimi frammenti di vita lo abbandonavano. Tutto ciò che sentiva era l'eco di una voce sconosciuta che le rimbalzava nella testa: “uccidilo”. Tutto ciò che vedeva erano due occhi ambrati e magnetici tra gli alberi, e il bagliore di una lama ondulata che vi si rifletteva.
Un guanto di ferro non poteva conoscere il suo cuore meglio di lui, non poteva sapere quanto grande fosse l'amore che provava per il suo Baelfire, che doveva essere più forte della sete di potere che lo consumava dal giorno in cui era diventato il Signore Oscuro. Eppure, nonostante le sue certezze, stava ancora lì, esitante, di fronte a quella porta. Al diavolo Merlino e le sue prediche! Certe regole varranno per i comuni mortali, pensò, non per quelli come lui. Se anche quel portale si fosse aperto sulla Foresta Incantata lui avrebbe comunque raggiunto Bae in un altro modo, la veggente a cui aveva rubato quel dono glielo aveva predetto. Infatti aveva già cominciato a tessere la trama del suo piano da tempo, e alla fine amore e potere sarebbero stati suoi, doveva solo aspettare. Prese un respiro profondo, si infilò il guanto e afferrò la maniglia.

-Dove credi di andare traditore?!- lo fermò Morgana di ritorno dal castello.

-Mi dispiace cara, ma come puoi vedere ho ricevuto un'offerta migliore- le disse Tremotino aprendo la porta

-Mi avevi promesso che mi avresti aiutato-

-Sì ma perché farlo se ho già quello che volevo?-

-E di tutti gli oggetti nel reliquiario?- La strega non sapeva più a cosa appellarsi. Se Tremotino aveva deciso di non tener fede al loro accordo, lei non poteva farci nulla, però non sopportava l'idea di essere stata raggirata ancora una volta da Merlino.

-Credo proprio che mi farò bastare questo- Il Signore Oscuro le mostrò il guanto. Il corpo di Morgana era scosso da forti tremiti per la rabbia

-Dimmi...- disse provando a mantenere la calma, -dimmi almeno dov'è andato.- Tremotino alzò le spalle

-E cosa vuoi che ne sappia? Non mi ha fatto una buona impressione, trovo che sia arrogante, e anche un po' spocchioso- le rispose sprezzante. Fece un altro passo verso il portale che si affacciava su una distesa apparentemente infinita di alberi, e sentì Morgana borbottare

-A causa tua questo regno sta per conoscere il periodo più nero della sua storia-

-Lo penso anch'io- concordò l'oscuro, -ma non sarà solo per mano tua- aggiunse. La strega aggrottò la fronte confusa. -Dopo tutto ti meriti un po' di aiuto.- Tremotino le si avvicinò, protese le braccia verso di lei e chiuse gli occhi. Restò in questa posizione pochi istanti, poi li riaprì e riprese a parlare

-Un giorno avrai modo di incontrare il tuo maestro. Vi affronterete in battaglia, e grazie a un pezzo della sua magia, avrai la meglio- le predisse.

-Che significa un “pezzo della sua magia”?- chiese Morgana

-Immagino che lo scoprirai da sola, devi solo pazientare. Le vendette richiedono tempo, dedizione e... le persone giuste-

-Ho già atteso troppo- sbottò lei

-Dovrai farlo ancora se vorrai avere successo. Nutri la rabbia e mantieni intatta la magia- concluse Tremotino. Poi, tornando alla porta, si voltò un'ultima volta prima di passare la soglia. -Il nostro amico ha perso qualcosa- le disse ancora indicando qualcosa sul terreno.

Morgana afferrò una piuma rossastra sorridendo trionfante. -Un pezzo della sua magia- ripeté rivolgendosi al Signore Oscuro che nel frattempo era sparito insieme al portale. Dunque avrebbe davvero raggiunto il suo scopo, ma stando alla profezia di Tremotino sarebbe trascorso diverso tempo, forse decenni. Lei sarebbe invecchiata, e il potere di cui la piuma era impregnata sarebbe svanito prima o poi, a meno che... . “Mantieni intatta la magia” ricordò, il folletto si riferiva a quella della piuma. C'era un solo modo per farlo: conservarla in un posto carico di potere, come il reliquiario di Merlino. Il periodo più nero della storia di Camelot iniziava adesso, e sarebbe durato indefinitamente, perché lei avrebbe rallentato lo scorrere del tempo con un incantesimo, aspettando la sua occasione e conservando “intatte” anche le sue energie.

Molti anni dopo...

Morgana stava tirando la corda del piccolo secchio di un pozzo, quando si accorse di un cambiamento nell'aria, ed era certa che non si trattava di un fenomeno atmosferico. Lei era, ormai, l'unica persona di quel regno capace a usare la magia, e il suo corpo reagiva istintivamente quando la percepiva da fonti esterne, facendole formicolare la pelle. Qualcosa o qualcuno era giunto a Camelot usando mezzi non convenzionali. Raccolse le sue cose e si incamminò nella direzione da cui proveniva l'anomalia. Scansando i rami della fitta boscaglia sentiva l'eccitazione crescere dentro di lei, da troppo tempo aspettava la famosa occasione che le aveva predetto Tremotino, e il fatto che dei visitatori fossero giunti nel reame per la prima volta dopo anni, doveva pur significare qualcosa.

-Ho pensato che vi sareste sentiti più a vostro agio con i vostri vecchi abiti.-

-Per me va più che bene.-

Delle voci riecheggiavano poco lontano, si avvicinò il più possibile e si nascose dietro una grossa quercia per spiare i forestieri senza essere vista. C'erano due donne dai capelli scuri e un uomo molto affascinante che discutevano animatamente. La donna con i capelli più lunghi sembrava essere l'unica dei tre ad avere poteri magici, ed era anche piuttosto abile, pensava mentre la osservava cambiare gli abiti di tutti. Dunque erano loro l'ultimo tassello che le avrebbe permesso di vincere su Merlino. Un sorriso incontrollato le illuminò il volto. -Grazie mille folletto. Ora non mi resta che guadagnarmi la loro fiducia- disse tra sé e sé prima di cambiare il proprio aspetto assumendo le sembianze di una giovane con abiti dimessi. Cassandra.

 

Widow's corner

Non so gli autori di OUAT, ma io, come Merlino, ho le mie buone ragioni...

...non odiatemi, e non mi abbandonate!

   
 
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