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Autore: _Nimphadora_    08/05/2016    1 recensioni
Raccolta di one shot ambientata nel periodo dei Malandrini, in particolare di genere “Wolfstar”.
Dalla storia:
«Basta!»
Sirius sentiva ancora il sapore del sangue contro il palato, le dita gonfie e il petto colpito da fitte atroci al termine di ogni respiro mozzato.
Remus ora era fermo, non si muoveva di un centimetro nonostante fosse ridotto anche peggio di Sirius. Adesso la rabbia sembrava sparita, rimpiazzata dall'elettricità che impregnava l'aria tutt'intorno a loro.
Si erano pestati, ricoperti di graffi e lividi dentro e fuori.
«Basta...»
Aveva ripetuto ancora Remus, il tono strascicato a causa del labbro gonfio e violaceo.
Nel vederlo ridotto in quello stato a causa sua Sirius si sentiva morire dentro eppure tornando indietro non lo avrebbe cambiato, sentiva ancora la rabbia viva fluirgli nel sangue inisieme alla fame.
Una fame che non si spegneva mai.
Così l'aveva preso, afferrato per il colletto sporco della divisa da Grifondoro.
«Sei un mostro»
Gli aveva sussurrato sulle labbra, specchiandosi in quegli occhi verdissimi, ora arrossati.
Non sapeva più se parlava a Remus o a se stesso.
Gli morse le labbra, forte, fino a farle sanguinare ancora e poi lo baciò, con la stessa forza.
Ancora.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When Love Hurts'
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*A fandomsunite perché te l'ho promesso e, come vedi, tutto è possibile per davvero.
 
 
Che amavo tutto di te, partendo dal modo in cui sapevi esserci sempre fino al modo in cui sapevi quando era meglio andare via. Una dolce, meravigliosa agonia.
 
 
Sirius si era messo a letto da almeno un paio d'ore, o comunque non di meno, ma proprio non riusciva a prendere sonno.
Niente, era inutile.
Non faceva che rigirarsi alla disperata ricerca di una posizione comoda, un modo per riuscire a chiudere gli occhi senza avere pensieri per la testa.
"Sono stato così stupido da innamorarmi di te"
Era questa semplice frase che, continuando a vorticargli nella mente senza sosta, lo stava letteralmente facendo impazzire.
Sulle prime non ci aveva creduto, e come avrebbe potuto?
Insomma, Remus era molto più di quanto lui sarebbe mai stato. Non erano compatibili.
Moony poteva anche essere infatuato ma l'amore, l'amore è un'altra cosa.
È più simile a una spina che a una rosa, Sirius l'ha imparato in fretta. Fa più male che bene, ma non ne hai mai abbastanza.
Non ci aveva creduto ma poi quel dubbio folle e stupido si era insinuato nei suoi pensieri e aveva messo radici.
Comunque, anche se Remus l'avesse amato, non sarebbe cambiato nulla. Niente.
Era una fantasia ingenua.
Perché tanto, non si poteva.
Erano nati per durare poco, Sirius se lo ripeteva quando i sensi di colpa erano troppi e difficili da sopportare.
Ora però si rendeva conto che proprio non riusciva a vedersi lontano da lui, perché Sirius lo amava.
Aveva buttato metà della sua adolescenza nel negare a se stesso il suo amore per Remus e a cosa era servito?
Dentro di se' l'aveva saputo dal primo momento e solo in quell'istante, nel buio dei dormitori maschili Grifondoro, si era concesso di ammetterlo.
La realizzazione improvvisa lo lasciò quasi senza fiato.
E non fu come se l'era immaginato, non si sentì più sbagliato o più sporco di prima.
Certo, non di meno, ma fece meno male di quello che pensava.
Ormai ci sono dentro e con tutte le scarpe. Non posso fare finta di niente, o continuerò a sentirmi in questo modo: come se stessi affogando all'aria aperta.
Non l'avrebbe detto a nessuno, ma lui lo sapeva.
Bastava.
Quando poi Sirius si voltò, disteso su un fianco, e vide Remus dormire poco distante da lui sereno come un bambino sentì dentro di se' un coraggio che non credeva poter avere.
Era bello come sempre, bello perché era imperfetto, perché aveva quelle cicatrici che odiava tanto ma che Sirius amava esplorare con le dita, perché pur di avere un pezzetto di lui si era accontentato del niente, perché piangeva quando facevano l'amore e quando Sirius gli chiedeva il perché lui rispondeva "Piango di gioia, sono felice" anche se non era vero.
Era bello perché aveva quella purezza, quel candore naturale che Sirius non avrebbe mai avuto e che prima di incontrarlo non conosceva.
Era bello e lo amava e sapeva che lo amava per milioni di perché, e ne conosceva solo una piccola parte.
Remus, che aveva ancora il labbro gonfio ma finse di non notarlo.
«Moony? Moony sei sveglio?»
Chiese sporgendosi verso di lui, conosceva la risposta ma non sapeva in che altro modo svegliarlo.
«Remus?!»
Si sentì un tonfo, attutito dal piumone dorato.
Sirius saltò fuori dal letto per raggiungerlo.
Remus era caduto e in un modo anche parecchio comico. Se Sirius d'un tratto non si fosse sentito così nervoso probabilmente sarebbe scoppiato a ridere.
«Tutto bene?»
Gli chiese, aiutandolo a liberarsi le gambe dalla matassa di lenzuola.
Remus annuì, ancora scombussolato dal brusco risveglio.
«Si può sapere cosa diavolo vuoi per svegliarmi nel cuore della notte?!»
«Non riuscivo a dormire»
Non si erano parlati molto dopo la loro ennesima lite ma avevano comunque fatto finta di niente.
Era la prima volta che si parlavano davvero dopo giorni.
Remus alzò gli occhi al cielo ma Sirius notò un piccolo sorriso spuntare sul volto pallido.
L'unica luce presente nella stanza era quella della luna che filtrava dalle ampie finestre del dormitorio.
Si vedeva appena a un palmo di naso ma Sirius ne fu felice. Non sapeva se avrebbe avuto lo stesso coraggio con piena visibilità.
«E io cosa posso farci?»
«Ti va di venire a letto con me? N-Nel senso, cioè, vuoi dormire con me?»
Anche con quella poca luce Padfoot poté vedere gli occhi di Moony sgranarsi alle sue parole.
Quasi si sentì venire meno.
«E se James o Peter si svegliano prima di noi?»
Sirius alzò le spalle, semplicemente non voleva pensarci.
Vide Remus continuare ad esitare ed ebbe voglia di arrendersi.
«Lascia stare, è stata un'idea stupida»
«No okay, va bene»
«Sei sicuro?»
Remus non sorrise stavolta, ma annuì appena.
«Sì»
Furono piuttosto impacciati, Sirius si infilò fra le coperte abbastanza in fretta e nel fare spazio a lui quasi cadde all'indietro. Remus, costretto a intrecciare le gambe a quelle di Sirius, non riuscì a non arrossire e ringraziò il cielo che fossero al buio.
«Sei comodo?»
Chiese proprio Moony stringendosi sul ciglio del materasso.
Si sentivano stupidi a comportarsi in quel modo, erano stati a letto insieme decine di volte ma la dolcezza, la delicatezza, quelle per loro due erano delle cose rare.
«Adesso sì»
Sembrò si fossero guardati negli occhi per un tempo lunghissimo prima di decidere di parlare ancora. Cercarono il coraggio l'uno dall'altro.
«Remus devo chiederti una cosa»
«Dimmi»
Sirius prese un lungo respiro e strinse i pugni.
Ora o mai più.
«Pensavi davvero ciò che hai detto l'altro giorno. Quando... sì insomma, quando è successo quello che è successo»
La voce d'un tratto più sottile, sembrava assottigliarsi di più ad ogni parola.
Remus dovette sforzarsi per capire ogni parola pronunciata da Sirius e per non costringerlo a ripetere. 
«Ho detto tante cose, Padfoot. Per metà non le ricordo nemmeno»
Sirius chiuse gli occhi, per non doverlo guardare.
«Hai detto che ti sei innamorato di me, l'hai detto, prima di colpirmi. Io ho bisogno di sapere, ho bisogno di saperlo se è vero o ti giuro Remus, rischio di impazzire»
Moony, contro tutte le aspettative, non sembrò sorpreso.
«Domani fingerai che tutto questo non sia mai accaduto, come sempre»
Il tono era sia amaro che dolce. Sirius rabbrividì sia di piacere che di sorpresa quando sentì la mano calda di Remus posarsi sulla sua guancia e tracciarla con le dita fino a scendere verso il collo e poi risalire. Su e giù, senza fermarsi.
«Non pensare a domani, perché domani non avrò più il coraggio di chiedertelo, Moony. Lo so io, lo sai anche tu»
Padfoot gli avvolse la vita e lo strinse forte contro il suo petto, sentiva le lacrime premergli per uscire e non voleva che lui lo guardasse così.
«Non chiedermi di cambiare, non posso. Non ci riesco»
Remus tremava contro di lui, spaventato, forse ancora più di Sirius.
«Io ti amo, Sirius. Non lo vedi?»
E Sirius si concesse di essere debole, di sciogliersi insieme alle lacrime salate contro il collo di Remus.
Di tremare e di singhiozzare.
Si concesse di essere quello che era, solo per quella notte.
«Non me lo dirai mai più, vero?»
Sirius glielo chiese con le labbra contro la sua pelle, Remus strinse i pugni con la stoffa del suo pigiama fino a lacerarla con le unghie fini.
«Non te lo meriti»
Padfoot annuì piano, Moony aveva ragione. Come sempre il suo Moony aveva ragione.
Non avrebbe negato.
«Ti amo anche io»
E fu come liberarsi da un macigno schiacciato contro il petto. Fu una liberazione e una maledizione insieme.
«Ricordalo, sempre»
«Sempre»
Non era una promessa ma una resa silenziosa. Dopo tanto tempo si erano arresi a loro stessi, al loro non essere abbastanza giusti per andare bene sia per il mondo sia l'uno per l'altro.
Erano po' più vicini, senza perdere però la consapevolezza che quello fosse il massimo che avrebbero mai ottenuto l'uno dall'altro.
Stretti, prima di lasciarsi andare.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice/SHIPPER COMPULSIVA: Ziao.
Perdono, lo so, è passata un'eternità. È che sono stata travolta da un'altro progetto e... niente, non ho giustificazioni. Ma voglio rassicurarvi! Ho pronti gli altri capitoli fino a l'ultimo e se riesco a completarlo anche un piccolo spin off.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, davvero.
Baci,
-Nimph
  
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