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Autore: Perla Bane    09/05/2016    2 recensioni
Ff ambientata dopo "La Signora di Mezzanotte". Spoiler 😉
EMMA
“Emma.” le labbra che pronunciano il mio nome mi fanno rabbrividire più dell'aria fredda che mi soffia addosso.
“Mi hai mentito Emma, tu mi ami.” una stilettata al cuore avrebbe fatto meno male.
Mi accarezzo le spalle e mi volto verso di lui.
Julian, il ragazzo che amo erge statuario davanti a me.
Faccio fatica, ma porto gli occhi nei suoi e il cuore mi si stringe. Non è arrabbiato o deluso, solo infinitamente triste.
Ha tolto la maschera che indossa, è nudo davanti a me. Quello che prova traspare in ogni sua espressione.
“Lo so.” dico solamente e prendo un grosso respiro mentre la tempesta si fa sempre più vicina.
“Dove andrai tu...” inizia, ma lo blocco esplodendo, abbattendo gli argini che tenevano insieme quei piccoli pezzi traballanti che contenevano l'amore infinito che provo per lui.
“Ti amo Julian!” grido sovrastando il rumore di un tuono che echeggia alle mie spalle “Il giuramento tra parabatai non ci appartiene più, io ti amo!” mi sposto i capelli dal viso, la tempesta ci sta raggiungendo e le raffiche di vento hanno alimentato il mare, ormai è prossimo ad una burrasca.
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Mark Blackthorn, Nuovo personaggio, Tiberius Blackthorn
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Emma

 
 

JONATHAN

Mi sveglio provando una sensazione di beatitudine infinita.

Finalmente i miei sogni si stanno avverando. Un lavoro che adoro, una fidanzata che amo con tutto me stesso e la concreta speranza di un futuro tranquillo e pieno di felicità.

Sento le labbra di Perla percorrermi il torace, adora sfiorarmi le rune e le cicatrici con le labbra “Buongiorno.” mi soffia dolcemente sulla pelle.

Porto entrambe le braccia sotto la testa e l'osservo con una gioia mai provata prima. Mi sono innamorato. La conosco da quando ha iniziato a frequentare l'accademia ad Alicante, era una ragazzina e ora è una giovane donna seduta a cavalcioni sopra di me e mentre continua il suo percorso verso le stelle.

La stanza che abbiamo scelto, affaccia sull'oceano, la brezza che entra dalla finestra profuma di salsedine, era da tanto che non mi sentivo così libero.

Ad Alicante vivevo nel mio appartamento e Perla passava da me tutti i fine settimana, era diventata la nostra casa, un angolo fuori dal mondo dove vivere in sintonia, era piena dei suoi libri, trovavo suoi calzini e slip infilati in ogni mio cassetto, mi sentivo davvero a casa. Qui è diverso, non ci sono le nostre foto che adornano le pareti, ma possiamo stare sempre assieme, tutto il giorno e tutta la notte, esattamente come ho sempre desiderato.

Una folata di vento spalanca di più la finestra e muove i tendaggi chiari attorno al letto a baldacchino che condividiamo, mi sento così felice.

Il mobilio della stanza è semplice, la scrivania è piena dei libri di Perla e le mensole sono occupate dalle mie armi, non è una casa intera, ma ci faremo l'abitudine

L'armadio in mogano scuro è capiente, ma non rimarremo qui per sempre, nel nostro futuro vedo una casa tutta nostra.

Allungo le mani e l'afferro per la vita portandole il viso davanti al mio, le scosto i capelli dal viso e mi perdo nei suoi occhi colore del ghiaccio “Buongiorno amore mio.” le sussurro prima di baciarla.

Le nostre bocche continuano ad unirsi per un tempo infinito, non penso che potrei essere più felice di così.

“Mi piaci nuda nel nostro letto.” le soffio sul collo.

Risponde con un gemito e mi afferra i polsi portandomeli sopra alla testa “Anche tu mi piaci nudo nel nostro letto e ora sei sotto il mio controllo.”

Ridacchio divertito e faccio una capriola portandola sotto di me, una risata cristallina risuona nella stanza facendomi sorridere.

“Sei imprigionata tu ora.” le dico avvicinandomi alle sue labbra.

Ci baciamo, uniamo le nostre lingue e ogni volta è come se toccassi una stella con un dito, mi sono innamorato di lei in un attimo. Prima era solo una mia allieva, poi è diventata il mio mondo.

È stato il destino a farci incontrare, non stavo cercando una persona di cui innamorarmi e all'improvviso mi sono reso conto che non ho mai desiderato nient'altro di meglio al mondo di lei.

L'Angelo mi ha fatto questo regalo, Lucas sarebbe felice per me.

Perla abbassa le mani sfiorandomi la runa parabatai, è una parte incredibilmente sensibile, mi guarda con malinconia, sa che mi manca, comprende il dolore che si prova a perdere una parte di sé stessi.

Sa che parlare di lui mi fa percepire la sua presenza. Annuisco e le sposto i capelli dal viso, mi appoggio su un braccio per evitare di schiacciarla e le lascio un dolce bacio sulle labbra.

Le sorrido tristemente, con lei posso essere me stesso, posso dirle sempre la verità “Mi manca in ogni momento, quando mi succede qualcosa di bello, inconsciamente volto ancora lo sguardo per cercare un suo gesto di approvazione. Quando ho un problema mi tocco la runa come a cercare un aiuto silenzioso.”

Mi passa delicatamente i polpastrelli sul costato “Mi dispiace, vorrei averlo conosciuto.” mormora addolorata.

Le sorrido, i raggi del sole che entrano dalla finestra rendono i suoi occhi ancora più chiari. Torno sulle sue labbra rosse come ciliegie “Gli saresti piaciuta sicuramente.”

Spalanca gli occhi sorpresa “Davvero?”

Annuisco sicuro di me “Adorava le more che non riescono a stare zitte.”

Inizio a farle il solletico, non resiste e cerca in tutti i modi di afferrarmi le mani, ma sono molto più forte di lei, non può competere con me senza l'uso di un pugnale.

“Jhon!” uggia senza smettere di ridere “Mi sentiranno tutti!”

Mi blocco e la guardo, la amo, è gioia pura, è lei la mia anima gemella “Sposami.” le sussurro “Sposami e cresciamo insieme, sposami e mi sentirò completo, sposami e fammi l'uomo più felice del mondo.”

La mia fidanzata mi sorride allungando le mani sul mio viso, mi accarezza dolcemente infilandomi le dita tra i capelli.

Sorride gaia, è un sì, me lo sento, non è la solita risposta -un giorno- o un -quando sarò cresciuta almeno un po'-, è sicuramente un sì, glielo leggo negli occhi, è felice, innamorata, mia.

Dall'emozione il cuore mi batte velocissimo.

Sta per rispondere e la maniglia della porta scatta, James entra nella stanza di gran passo senza aver bussato.

Non mi ci abituerò mai. Ci copro subito con il lenzuolo, a loro non interessa, a me sì. Non mi piace quando vede le sue nudità.

Il cacciatore si osserva disgustato la camicia che indossa e sospira “Mi servono degli abiti nuovi, vieni con me?”

Per l'Angelo, non ora! Parabatai, un dono, una maledizione.

Perla ridacchia senza il minimo imbarazzo “Mi lasci ancora un momento?”

James, in tutta risposta, alza lo sguardo e finalmente ci vede allacciati uno all'altro.

Sorride maliziosamente e infila le mani nei pantaloncini che indossa “Sai che mi deprimo quando fai più sesso di me, quindi alzati e accompagnami.”

Oddio. Mi mancava così poco!

Sospiro pesantemente e sprofondo con il viso nel collo di Perla, non mi ci abituerò mai al loro rapporto. Io li vedo come un maschio ed una femmina, due entità che dovrebbero provare un minimo di vergogna uno nei confronti dell'altro, ma dimentico sempre che invece sono parabatai, una cosa sola.

Perla ride ancora accarezzandomi le spalle “Ne parliamo dopo.” mi sussurra all'orecchio.

Sbuffo sonoramente, vorrei un po' di privacy.

James si volta e Perla si alza dal letto dandomi un veloce bacio, inizia a vestirsi voltandosi di spalle, adoro le sue curve, dolci, perfette, soffici e sode al tempo stesso “Anche a me servono dei vestiti nuovi, da Alicante ho portato solo la divisa.”

Strabuzzo gli occhi, cosa c'era dentro alla sua sacca allora?! Pesava trenta chilogrammi come minimo.

Mi copro la vita con il lenzuolo e mi sistemo il cuscino sotto la testa.

“Vieni anche tu?” Perla, ormai vestita, si inginocchia sul letto e si sporge in avanti per baciarmi.

Scuoto la testa “Devo ordinare del materiale per l'allenamento.”

“Okay, ti prendo qualcosa io. A dopo, ti amo.” mi bacia ancora e fa per alzarsi, ma le afferro il polso “Aspetta.” gli dico serio.

La mia fidanzata si volta pensierosa.

“Niente fate, non cercate fate, non fate domande sulle fate, non pensate neanche alle fate. Sono stato chiaro?” affermo in tono autoritario.

Perla si scurisce in volto e volta gli occhi verso il suo parabatai incontrando il suo sguardo.

Un attimo dopo riposa i due pezzi di ghiaccio nei miei occhi verdi.

Merda, si irrigidisce e stringe le labbra.

Non va bene, mi metto seduto e le accarezzo il viso “Ti ho promesso che avremo cercato quello che ti è stato rubato e sai che mantengo le promesse, non mettetevi in pericolo, a causa della stupida Pace Fredda, le fate ci vedono come potenziali nemici...”

James soffoca un verso di indignazione schernendo le mie parole “La Pace Fredda è una delle poche Leggi sensate che abbia fatto il Conclave.”

Mi passo la mano sugli occhi, non ho intenzione di intraprendere una discussione sulle fate dopo un inizio giornata perfetto.

Il mio parabatai non è stato ucciso dalle fate, lui è morto in battaglia, durante l'attacco alle sorelle di Ferro è stato colpito da un Oscurato mentre mi soccorreva. È morto per me, per salvare la mia vita. Io gli ho promesso che avrei vissuto per entrambi, sarei stato felice, avrei vissuto una vita meravigliosa, senza rimpianti e rancori, solo gioia. E così sto cercando di fare.

La madre di James è stata martoriata dalle fate e Perla ha perso più di quello che è stato tolto a tanti, ha visto madre e sorella incinta tradite dalle persone di cui si fidavano ed uccise senza la minima compassione.

Entrambi odiano le fate, hanno colto nella Pace Fredda un diritto che era stato tolto ai cacciatori durante gli anni degli Accordi con i Nascosti. La possibilità di uccidere senza ritorsioni da parte del Conclave.

Io invece penso che sia immorale castigare un'intera specie per l'errore di pochi.

Perla salta dal letto e prende il suo parabatai sotto braccio “Niente fate oggi, a meno che non ci capitino sotto le mani...” tossisce mangiandosi le ultime parole e sorride a James “Chiederemo a qualcuno di accompagnarci.”

Mi fa un sorriso ed esce con una parte di lei che non le permetterò di perdere. Proteggerò la sua felicità.

Ho bisogno di sentirla mia, non solo a parole, sento la necessità di scambiarmi la runa con lei per rendere il nostro rapporto come quello con James.

Unico.

Sospiro e mi porto una mano sul costato Lucas, ho bisogno di te.

 

 

EMMA

“Quello rosso mi piaceva.” Perla sbuffa incrociando le braccia e volta lo sguardo fuori dal finestrino.

James, seduto accanto a me, alza le mani in segno di resa “Era praticamente trasparente, Jonathan sarebbe andato fuori di testa, gli altri ti stanno benissimo, soprattutto quelli che ti lasciano la schiena nuda, così si vede la mia runa.”

Ridono all'unisono, sono parabatai, un rapporto che va oltre ogni cosa.

Mi sento così sola da quando ho parlato con Julian, come se avessi spezzato qualcosa dentro di me.

Svolto a sinistra e percorriamo la rampa che porta all'istituto, finalmente siamo arrivati. Questi battibecchi tra parabatai sono difficili da gestire nelle mie condizioni.

Funesto destino, doloroso amore.

Parcheggio ed usciamo dall'auto, James prende le innumerevoli borse con gli abiti e si avvia verso l'entrata.

Perla mi affianca sorridendomi, indossa già uno dei vestiti che ha comprato, quello verde che che si allaccia dietro al collo, le sta bene “Grazie d'averci accompagnati, ti va di andare fuori a cena una sera con i nostri rispettivi ragazzi? Sarebbe divertente!”

Il cuore mi salta un battito.

Fuori, a cena, con Mark. Come prenderà la cosa Julian?

Cosa faremo? Dobbiamo baciarci e tenerci per mano?! Per l'Angelo.

La ragazza intercetta il mio stato d'animo e mi guarda meravigliata “Se vi va, ovviamente...”

Scuoto la testa e sfoggio un sorriso “Devo chiedere a Mark, ma penso sarebbe contento di passare del tempo con Jonathan ricordando i vecchi tempi.”

Mark e Jonathan si conoscono da prima della Pace Fredda, quando l'ha visto la prima volta gli è saltato al collo, temevo volesse ucciderlo, invece l'ha abbracciato stretto.

Per l'Angelo.

La ragazza mi sorride gaia, sorride sempre, come se racchiudesse nel cuore la felicità dell'intero mondo... la mia mi ha abbandonata.

Deve aver vissuto una vita meravigliosa, penso che la Guerra Oscura non l'abbia neanche toccata, sembra una persona libera, libera d'amare e essere amata.

Per l'Angelo.

Ha un viso amichevole, non ha mai smesso di parlare da quando siamo partiti dall'istituto, mi ha chiesto della città, dei miei interessi, della routine all'istituto, mi ha raccontato di Alicante, dell'Accademia, di James e della paura che ha provato quando ha capito d'essere innamorata di un Istruttore e di come lui le abbia confessato il suo amore.

Mi ha chiesto di Julian, Jules, di quando siamo diventati parabatai... sentivo un peso sul torace quando le ho raccontato della cerimonia, di come lui è sempre stato tutto per me... ma non le ho detto di quando lui sia diventato unico per me.

Spero non l'abbia capito.

-Julian è semplicemente Jules- le ho detto guardandola negli occhi -Lui non ha difetti.- A questa mia affermazione ha sorriso gaia, come se sapesse esattamente di cosa stessi parlando.

Per l'Angelo, non ha mai smesso di parlare, dubito che il suo parabatai si annoi.

Ci incamminiamo verso l'istituto, alzo lo sguardo e vedo il nuovo istruttore, nonché fidanzato della cacciatrice al mio fianco, sorridere “Ti sta bene il vestito.” dice, incatenando la ragazza con lo sguardo.

Lei arrossisce vistosamente e ci avviciniamo. Jonathan afferra subito il volto della ragazza e unisce le labbra alle sue.

Mi guardo attorno a disagio, per l'Angelo, mi mancava proprio una coppia innamorata che si bacia senza il minimo imbarazzo.

La prende tra le braccia e si volta velocemente verso di me, ha gli occhi di un verde smeraldo, sembrano pietre preziose, i capelli biondissimi gli creano delle leggere ombre sulla fronte, è allenato, ha più muscoli di Julian e un sorriso magnetico, ma Jules è imparagonabile a qualunque altro, lui è semplicemente perfetto “Julian è già in palestra, ti aspetta per l'allenamento, vorrei simulare un combattimento tra le due coppie di parabatai.”

Per l'Angelo, no, non possiamo. Come faremo con le rune?!

Annuisco automaticamente tre o quattro volte, non ho più parlato con Julian da quel giorno dietro l'istituto...

Avrà parlato con Mark?!

Non so davvero cosa fare, ho bisogno del mio parabatai, ma non so come comportarmi con lui.

Ho bisogno di parlarne con qualcuno.

 

 

JAMES

Senza volerlo, l'occhio mi cade su Julian, il maggiore dei fratelli Blackthorn, sta osservando la sua parabatai dall'altra parte della palestra. Che comportamento bizzarro, io e Perla ci alleniamo sempre insieme, è come se volessero tenere le distanze.

Boh.

Non sa d'essere osservato, ha uno sguardo strano, non è lo stesso con cui io guardo la mia parabatai, sembra ferito, arrabbiato, infelice, smarrito...

Mmmm. Questa cosa è davvero strana.

Allungo il collo verso l'entrata della palestra, Perla deve ancora arrivare, strano, Jonathan ormai è in palestra da un quarto d'ora.

Quando siamo arrivati, la coppietta innamorata si è appartata per venti minuti. Jonathan è entrato in palestra con un sorriso talmente soddisfatto da farmi venire il voltastomaco. -Perla arriva tra un attimo.- mi ha sussurrato all'orecchio prima di iniziare l'allenamento pieno d'energia, ma ancora non si vede.

Livvy indica l'ascia che tengo stretta tra la mano, è un regalo speciale, mi ha salvato la vita in diverse missioni. Osservo la cacciatrice davanti a me, è davvero una bella ragazza, una delle più belle che abbia mai visto “Vuoi provarla?” le chiedo alzando solo un lato della bocca.

Perla mi ha consigliato di conoscerla prima di provarci, una cosa nuova, forse una cosa bella.

Sei annuisce e le allungo l'arma, nel passargliela le sfioro leggermente la mano e la vedo sorridere.

Si rigira la mia ascia tra le mani e gli occhi le cadono sull'incisione. Ne accarezza i caratteri sospirando.

-L'amore nega ogni scelta-

La dedica in oro che ha fatto incidere Perla, spicca a rilievo sulla lama.

Mi passo una mano tra i capelli, devo dare l'idea di un inguaribile romantico “Lo so, sembra una stupidaggine, ma per noi ha un grande significato.”

Livvy in tutta risposta spalanca gli occhi guardandomi “Non lo penso assolutamente.” risponde tornando a studiare l'arma.

Sorrido, mi ha fatto piacere la sua risposta, magari un giorno le spiegherò il significato di quella frase “Me l'ha regalata la mia parabatai il giorno in cui abbiamo fatto il giuramento.”

Lancia un'occhiata a Tiberius e increspa leggermente le labbra, sembrano soffici da baciare “Anch'io vorrei un parabatai, ma il mio gemello non ne vuole sapere, è come se non mi volesse legata a lui per sempre.”

Alzo gli occhi verso Jonathan, è circondato da tre cacciatori, il gemello di Livia, Kit e Drusilla, la sorella minore. Avere una persona, una parte di te che ti conosce come nessun altro, a cui puoi confessare tutto, è un regalo degli Angeli, ma quando muore, la solitudine che ne sussegue è infinita. Difficile da gestire.

Niente e nessuno può prendere il posto del tuo parabatai.

Jonathan ne è l'esempio, mi ha consigliato lui, quattro anni fa, di chiedere a Perla di diventare la mia parabatai. Aveva viso in noi qualcosa di più dell'amore, qualcosa che ci completava, che ci rendeva migliori e più forti.

Aveva notato quanta alchimia ci fosse tra di noi, un rapporto come pochi.

Baciala, mi aveva detto. Capirai se quello che vi unisce è amore o il premio che l'Angelo ha deciso di conferirvi dopo tanto dolore.

L'ho sempre ringraziato per questo, mi ha dato la felicità.

Sorrido, credo sia felice anche lui che l'esperimento del bacio sia fallito, ora non starebbe con lei.

Perdere il suo parabatai l'ha spezzato, ma non si è lasciato andare, ha deciso di mettere a disposizione tutto il suo sapere addestrando i giovani cacciatori e offrendo consiglia tutti quelli che ne hanno bisogno.

Sì è specializzato nell'addestramento dei parabatai perchè negli sguardi che ci scambiamo riesce sempre a cogliere l'affetto che provava per Lucas.

Ci osserva con infinito affetto quando io e Perla ci perdiamo uno negli occhi dell'altra e parliamo senza usare le parole, basta uno sguardo per farmi capire di cosa ha bisogno, basta un mio sospiro per metterla a conoscenza del mio stato d'animo.

In questi anni ho notato spesso la mano di Jonathan posata sulla runa parabatai posta sul costato destro, come se chiedesse aiuto ad una parte di lui che non c'è più.

Maledetta Guerra Oscura, maledetto Morgenstern, maledette fate.

Arriva il fratellino di Livia, il minore dei Blackthorn e le tira la maglietta, Livia si volta donandogli un dolce sorriso “Cosa c'è Tavvy? Hai fame?”

Il piccolo scuote la testa e si scurisce in volto “La nuova cacciatrice è uscita dall'istituto, sta litigando con Kieran.”

Il cuore mi salta in gola, lui, è qui.

Perla.

Kieran, no, non può essere. L'ha trovato.

Strappo dalle mani di Livia la mia ascia e corro fuori dall'istituto.

Ucciderò l'assassino.

 

 

 

 

 

….

Carissime lettrici, grazie delle letture e delle recensioni.

Accetto consigli, apprezzo i pareri delle altre persone, soprattutto di quelle che amano leggere e scrivere.

Avete qualche bella ff da consigliarmi?

A presto, grazie.

Kiss

Pi

 

 
   
 
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