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Autore: lynsy    09/05/2016    0 recensioni
" Blaise era pacato e silenzioso, ma la sua lingua velenosa che sapeva controllare il dono della dialettica lo rendeva pericoloso, Pansy aveva l’aspetto delicato del fiore di cui portava il nome, nonostante i lineamenti duri del viso e il fisico da bambina, ma il suo carattere forte avrebbe intimorito in poco tempo perfino i ragazzi del quarto anno, e infine Malfoy aveva quello sguardo di superiorità che nascondeva ogni sorta di simpatia per chiunque non riuscisse a leggergli dentro. La loro fusione, tra pregi e difetti, avrebbe dato vita allo studente a cui Salazar pensava quando aveva creato la casata di Serpeverde, e loro questo non lo avrebbero capito per molto tempo."
Questa è una storia d'amore e una storia di vera amicizia. E' uno strano modo di affacciarsi sull'universo Slytherin per rimanerne travolti, ponendo l'attenzione su personaggi poco conosciuti ma comunque incisivi. Se siete pronti a scavare nei pensieri di quella che (secondo me) è Pansy Parkinson, non dovete far altro che leggere le mie parole e dirmi che ne pensate.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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~~“Zabini, Parkinson, prestate attenzione per favore!” 
La voce della professoressa McGranit risuonò nell’aula di trasfigurazione, causando risa divertite da parte di tutti gli studenti della casata rossa e oro, con cui condividevano l’aula. La ragazza indurì lo sguardo verso l’insegnante per poi prendere in mano la piuma e far finta di prendere appunti sul rotolo di pergamena ancora intatto, mentre il ragazzo si limitò a sbuffare rassegnato. C’erano molte materie che la affascinavano, come incantesimi e pozioni, ma trasfigurazione non era tra quelle. La odiava, soprattutto per l’insegnante, la coordinatrice di Grifondoro, eterno rivale di Serpeverde, che aveva uno sguardo severo e un comportamento altrettanto duro. L’unica materia che non sopportava del tutto, ancora più di trasfigurazione che a volte sembrava minimamente interessante, era erbologia: non sopportava sporcarsi le mani di terriccio e subire urla di piccole piante fastidiose, preferiva di gran lunga comprarle già essiccate in farmacia. Nonostante questi piccoli particolari, i primi mesi nel castello andarono bene, e l’aria fredda della scozia annunciava la venuta dell’inverno, ma soprattutto delle vacanze di natale, nelle quali avrebbe rivisto la sua famiglia. Alcune giornate erano più pesanti di altre, ma quella che odiava di più era il mercoledì, nel quale doveva sopportare due ore nelle serre, più un’ora di recupero per studenti “incapaci o altamente disinteressati”, che teneva un brillante ragazzo del quarto anno altamente esaltato dalla professoressa Sprite.
Quel giorno, purtroppo, era uno di quei maledetti mercoledì e, mentre Blaise e Draco sarebbero rimasti a divertirsi in sala comune, lei si diresse alle serre del castello. Indossò il pesante mantello per coprirsi dall’aria gelida che caratterizzava i corridoi esterni nella prima settimana di dicembre e percorse il sentiero nei giardini che l’avrebbe portata nel suo incubo peggiore. L’ora di recupero non era frequentata da molti studenti, erano solo in tredici gli interessati, di cui spiccavano cinque grifondoro, tre tassorosso, un corvonero e quattro serpeverde: con i suoi compagni di casata presenti non aveva un buon rapporto, se proprio doveva ammetterlo non conosceva neanche i loro nomi, esattamente come ignorava l’esistenza anche degli altri ragazzi. Senza i suoi “compagni d’avventura” non era neanche più divertente prendere in giro Neville Longbottom, timido ragazzo rosso e oro altamente imbranato e privo di coraggio (pur sforzandosi la ragazza non riusciva a riconoscere in lui nessuna qualità di nessuna casata) quindi si limitò ad ignorare chiunque e a sedersi in un angolino in fondo al tavolo, pieno di attrezzi e piante strane.
Anche quel giorno il ragazzo arrivò in ritardo e questo la infastidì altamente, facendole odiare ancora di più quel sorriso gentile che rivolse a tutti loro quando entrò un quarto d’ora dopo. La ragazza non seppe se definirla sfacciataggine e presunzione, o pura e semplice gentilezza e rimorso, ma nonostante questo guardò infastidita la ragazza di tassorosso che lo guardò come se non importasse che facesse ogni volta quello che voleva, gli avrebbe perdonato di tutto a costo di vedere il suo sorriso: una cosa era certa, se fosse finita in tassorosso lo avrebbe già schiantato.
Il nome del ragazzo era Cedric Diggory, frequentava il quarto anno e riscontrava una spiccata predisposizione per il lavoro nelle serre (il che, secondo la ragazza, aumentava la sua inutilità), e per il quitddich, sport più famoso nel mondo dei maghi. Nonostante ciò metteva nel suo lavoro talmente tanto entusiasmo da far venire dei dubbi alla ragazza sul fatto che quella materia fosse tanto noiosa, ma si ridissiparono subito appena la costrinse ad aprire il libro ed a maneggiare alcuni oggetti di giardinaggio.
“Pansy giusto?” si avvicinò a lei dopo pochi minuti mentre stava cercando di estrarre il veleno da un enorme fiore arancione “più delicatezza, così lo rovinerai”
La ragazza sbuffò esasperata abbandonando ogni speranza di riuscirci, per poi alzare la testa verso di lui con sguardo scocciato. “perché non lo fai tu così io me ne posso andare?”
Il ragazzo la guardò divertito passandosi una mano tra i capelli biondo cenere perfettamente pettinati “perché ho l’ordine di tenervi qui finché non finite tutti, e la Sprite te lo chiederebbe comunque domani, non è così difficile provaci ancora”
Ancora quel sorriso che le dava il nervoso… “um… rifiuto l’offerta! Sai com’è… a differenza tua la mia massima aspirazione nella vita non è fare il giardiniere quindi io me ne torno in sala comune!” Sorrise con lo sguardo più dolce che potesse fingere.
“non lo metto in dubbio! Ma se te ne vai adesso dovrò dire alla Sprite che hai bisogno di altre ripetizioni, non penso tu le voglia” mantenne lo sguardo divertito mentre notò il volto dei presenti posarsi su di loro.
La ragazza si alzò comunque togliendosi i guanti da lavoro, e notò che era passata solo mezz’ora da quando era entrata, meglio così, non avrebbe sopportato un’ora intera: sistemò tranquillamente nella borsa tutto il suo materiale e si avvicinò con tranquillità alla porta, come se non fosse vietato quello che stava facendo. “non mi presenterò diggory! Ci vediamo settimana prossima!” gli rivolse un altro innocente sorriso.
“A domani Pansy, finirai ciò che hai iniziato oggi, non preoccuparti!”  incrociò le braccia al petto guardandola con sguardo sospettoso.
Pansy guardò un suo compagno di casata ghignare, poi finalmente aprì la porta della serra sentendo un forte vento freddo investirla, insieme a qualche fiocco di neve. “ non ci conterei!” promise prima di sparire dal quel luogo maledetto.


Ci mise quasi venti minuti ad arrivare al castello: l’aria era molto forte e la neve le dava fastidio agli occhi così tanto da costringerla a posare l’avambraccio contro la sua fronte. Nonostante ciò, appena entrò dal grande portone che delimitava l’entrata del castello, sentì subito un piacevole torpore invaderle il corpo, amava la magia tanto quanto odiava le piccole tempeste che si abbattevano nei mesi invernali sulla struttura. Mosse la bacchetta contro il suo corpo asciugando il pesante mantello: l’incantesimo lo aveva appena imparato quindi non le uscì alla perfezione, ma ottenne un risultato più che soddisfacente, che la convinse a raggiungere subito la sala grande per la cena, al posto di andare a cambiarsi in dormitorio. La sala grande non era ancora del tutto piena anche se mancavano solo dieci minuti all’inizio del banchetto , e fu sorpresa di ciò. Posò lo sguardo sul tavolo verde-argento, notando i due amici seduti al tavolo uno di fronte all’altro, e in pochi secondi li raggiunse. Loro erano soliti sedersi all’estremità vicino alla porta, per fare in modo di poter andarsene non appena il pasto fosse finito senza correre il rischio di venire circondati da gente di altre casate, soprattutto se sulla divisa portavano il rosso.
Draco fu il primo a vederla arrivare, e la salutò con un cenno del capo, mentre Blaise, che le dava le spalle, ci mise un po’ di più a notarla.
“Non ti aspettavamo così presto Pan” le disse il biondo guardando Crabble e Goyle ai suoi lati, e indicandole le due ragazze sedute da parte a Blaise, che si voltò verso di lei, approvando le parole dell’amico con gesto del capo.
“Non c’è problema” Pansy altezzò lo sguardo verso una ragazza dai lunghi capelli neri seduta da parte a Zabini, per poi sorriderle “sono sicura che Millicent sarà ben felice di lasciarmi il posto”
La ragazza esitò un istante, ma cedette sentendo il ghigno divertito del biondo davanti a lei: prese subito il piatto e si alzò lasciando libera la postazione, guardando la mora con sguardo di sfida, che si annullò subito quando gli occhi iniziarono ad inumidirsi. Pansy si sentì quasi dispiaciuta, ma aveva anche imparato che marcare il territorio era l’unico modo per sopravvivere, oltre al mostrarsi forte in ogni situazione. Si sedette cacciando ogni sorta di sentimento dentro di lei e aspettò l’inizio del banchetto ignorando le domande di draco e le lamentele di daphne sul suo comportamento che rischiava di far perdere punti alla casata, finchè la voce del preside non preannunciò la comparsa dei ricchi piatti sul tavolo.
“chiudi la bocca Daph, e pensa a mangiare” Le disse spazientita mentre iniziò a riempirsi il piatto con dell’invitante riso al curry.
La ragazza sbuffò, ubbidendo comunque alle parole di Pansy.
“pans quel tassorosso ti sta guardando da quando è entrato in sala, è abbastanza fastidioso lo sai?” Sbottò Draco posando la forchetta sul tavolo, mentre guardò l’amica infastidito “ vai a chiedergli che vuole così la pianta”
“Di chi parli dray? Non penso rivolgerò mai la parola a un tassorosso se non strettamente necessario, il buonismo mi da il nervoso, lo sai”
“Quello vicino a Flitt, il nostro prefetto, adesso stanno… ridendo credo”
“ oh quello è Diggory” ridacchiò piano “ penso stia raccontando a Mark di come ho lasciato la lezione oggi, la scena deve essere stata divertente a quanto pare”
Blaise e Draco scossero la testa quasi contemporaneamente prima che il ragazzo dalla pelle scura girò lo sguardo verso le clessidre segna punti nella sala grande.
“dieci punti in meno Pans, potrei strozzarti, li avevo guadagnati questa mattina” sospirò alzando gli occhi verso il finto cielo della sala grande, ma l’unica cosa che ottenne in risposta fu un piccolo bacio sulla guancia e delle finte scuse borbottate.

  
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