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Autore: AndreMCPro    09/05/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.64 La squadra radunata
 
La notizia della fuga di Richard alias Herobrine, nome tenuto nascosto per non generare il panico, si spande a macchia d’olio in tutto il regno e giunge ancor prima di Massimo a Vulcan City, dove a dargli la notizia è lo stesso Angelo ancora inconsapevole della novità che lo riguarda.
 
«Buongiorno, Angelo. È un piacere rivederti, anche se ho fatto passare troppo tempo. Spero che ti abbiano trattato bene»
«Loro sì, ma non è di loro che voglio sapere e comunque ho pessime notizie»
«A che ti riferisci?» Chiede Debora, rientrata con mio fratello ed Ettore da Enderia.
«Richard è stato avvistato ad Atlantis. Si era rifugiato nel Nether, cosi lo chiamate, ma ora ne è uscito e con l’aiuto di qualche mob è riuscito a superare il corpo di guardia»
Interviene Ettore: «Ci sono stati feriti o…»
«Morti?» Conclude Angelo «No, nessuno. So che ha lasciato un messaggio, o così si dice. Credo che fareste bene a tornare a Enderia. O meglio, ad Atlantis»
«Sì, hai ragione» Risponde Massimo. «Manda un messaggio alla capitale, avvisa che ci avviamo ad Atlantis»
«Sì, ecco…» Mormora Angelo per un attimo titubante. I presenti lo guardano più perplessi di lui, poi Massimo guarda Ettore e i due scoppiano a ridere.
«Perché ridete?» Chiede Angelo, e subito risponde Debora consolandolo.
«Abbi pazienza, sono idioti»
«Scusa ma non capisco… Io sono bloccato qui da mesi e ancora non so che fine farò e loro mi deridono» Risponde, innervosito ovviamente con i due cretini e non con Debora
«Infatti ridono per questo, ma adesso ci penso io» E sferra un cazzotto sulla spalla di Ettore e un calcio -perché il cazzotto se lo aspettava- agli stinchi di Massimo, e ovviamente i due smettono di ridere.
«Glielo dite o volete farlo penare ancora?» Riprende innervosita.
«Ok, ok… Cavolo se ci va pesante…» Risponde Massimo dolorante.
«E ringrazia che sei ancora il mio capo. Mi sto controllando» Risponde, incitandoli a parlare.
«Tu non devi mandare nessun messaggio. Anzi, prepara le tue cose: vieni con noi. Sei un uomo libero, ma i tuoi doveri da agente…» Mio fratello non conclude la frase che Angelo prende uno zaino nascosta fra i rami di un albero e se lo mette in spalla.
«Io sono pronto, voi?» Chiede con un sorriso accecante. I due lo guardano sorpresi, fanno un sorriso e poi guardano Debora.
«Sì, sì, ci penso io. Voi datevi una mossa e vedete di tornare tutti interi»
«Sì mamma» Risponde Massimo ridendo, e i tre si avviano ad Atlantis sfruttando le scorciatoie tra le montagne insegnate loro dal gruppo di guide, ormai loro amici.
 
 
 
Al contrario, ad Enderia la notizia dell’apparizione di Richard ad Atlantis e della sua fuga genera il panico e più di qualche malvivente cerca di approfittare della situazione, costringendo Stefano a restare in città per controllare la situazione. Io e Seth, che lavoriamo costantemente per progettare difese sempre più efficaci per proteggere la futura città, veniamo subito richiamati dal Re, che avute notizie da mio fratello ci spedisce senza tanti complimenti ad Atlantis per indagare.
«Lui è partito questa mattina e teoricamente ha bisogno di due o tre giorni di viaggio. Voi al contrario sarete li entro mezz’ora, visto che siete autorizzati per l’utilizzo del teletrasporto. Voglio sapere come ha fatto quel mostro a scappare e perché le vostre tanto acclamate difese hanno fatto cilecca»
«Qualcuno deve averle manomesse, mi sembra ovvio» Risponde Seth, secco «Anche se non capisco come…»
«E il messaggio per noi ? Ho sentito dire che Herobrine…» Ma Spark lo zittisce.
«Non voglio sentire quel nome nemmeno per sbaglio. Chiamatelo Richard, la situazione è già critica per conto suo, ci manca solo che la voce che un dio voglia distruggere tutto si sparga per il regno. Ci siamo capiti?»
«Sì ok Richard, che messaggio ha lasciato?» Riprendo.
«Il solito: vuole le vostre teste, tua e di tuo fratello, e ha promesso di lasciarci in pace ma, punto uno, non sacrificherò due miei amici e preferisco combattere e soccombere che sporcarmi del vostro sangue senza nemmeno aver tentato di difendervi. Punto due, non credo a una sola parola quindi il discorso si chiude qui. Voglio sapere come ha fatto e se qualcuno lo ha aiutato. Andate»
L’ordine di Spark è molto semplice e non da’ spazio a interpretazioni. Possiamo solo alzarci e andare, e così facciamo dopo un veloce sguardo tra me e Seth. Vicini alla porta ci da’ almeno una bella notizia
«Ah, lì con voi ad aiutarvi ci sarà anche Angelo. Dategli questo cartellino, l’ho assegnato alla vostra squadra»
«Scusa Spark, ma a chi ha lasciato il messaggio Her… ehm… Richard?»
«Vi ricordate di quel giovane arciere che ci ha coperto le spalle nel Nether la prima volta? Davide, se non ricordo male»
«Sì, me lo ricordo. Giovane e inesperto ma una mira eccezionale»
«Ecco, spero che si riprendi dallo shock, non deve aver passato un bel quarto d’ora»
Accenniamo ad un si con la testa e Spark ci congeda.
Mezzora dopo siamo già ad Atlantis e la città è praticamente sottosopra, nonostante le strade deserte. Subito veniamo raggiunti dal capo delle guardie della città che ci spiega la situazione.
«Dov’e il ragazzo?» Chiede Seth anticipandomi.
«All’ospedale. Da dove volete iniziare?»
«La zona del portale?» Chiedo io per sicurezza.
«Isolata. Nessuno entra o esce senza un mio ordine. Il gruppo di esplorazione è tutto radunato nei suoi alloggi in attesa del vostro arrivo, e nessuno si è allontanato o ha provato ad allontanarsi dalla città»
«Bene, allora andiamo dal ragazzo. Poi proseguiremo con un’ispezione ai sistemi critici, dopodiché  l’interrogatorio»
«Sìssignore!» E subito veniamo accompagnati.
Raggiunto Davide questo ci guarda con uno sguardo terrorizzato, che subito si rilassa.
«Andrea, Seth…» Reagisce Davide ancora con i vestiti bruciacchiati dalla saetta che lo aveva stordito «Scusate, Sign…»
«Niente scuse, va tutto bene. Puoi ripeterci cosa ti ha detto e cosa ricordi?»
«Semplice, vuole le vostre teste, la sua e di suo fratello. E non so cosa sia successo, è avvenuto tutto molto in fretta… So solo che un attimo dopo che il portale si è aperto i sistemi di sicurezza si sono disattivati e noi come prevede il piano di emergenza ci siamo schierati di fronte i due lati del portale pronti a colpire. Poi è uscito lui, il capitano ci ha ordinato di aprire il fuoco ma nessuno dei colpi ha scalfito la sua armatura. Un attimo dopo erano tutti a terra e lui mi guardava divertito»
«Che sia lui non c’è dubbio, ma come ha fatto a riaprire il portale?» Chiede Seth guardandomi. Di tutta risposta prendo un foglio e con una scintilla controllata faccio partire una fiamma.
«Già, è vero, ma perché i sistemi non…»
«Quello lo andiamo a verificare adesso» Gli rispondo. «Ora riposa, Davide, qui sei al sicuro»
Ma lui mi fissa e abbassa lo sguardo.
«Nessuno è al sicuro da quel mostro…»
Non so cosa obiettare e faccio finta di non aver sentito, ma lui mi richiama.
«Signore, una cosa, forse non centra niente, ma…»
«Dimmi, cos’altro ricordi»
«Non sono sicuro, ma credo che qualcuno ci osservasse di nascosto. Qualcuno o qualcosa ha visto tutto ma non so chi fosse, era nascosto nell’ombra»
«Un testimone! Grazie Davide, se c’era qualcuno come dici stai pur certo che lo troveremo»
Lui accenna ad un sì, un OK, e torna a sdraiarsi sul letto su cui si era seduto non essendo in grado di mettersi sull’attenti.
Fuori dalla stanza e via verso il portale.
«Andrea, un testimone può essere un’arma a doppio taglio»
«Sì lo so, può darci il punto della situazione ma anche far scatenare il panico se non controllato»
«Io inizio a smontare il meccanismo, ma ho bisogno di tempo. Nel frattempo ti conviene interrogare i soldati. Massimo sarà qui tra due giorni, e a me serve una giornata per fare il mio lavoro»
«La squadra radunata… Quando entriamo in gioco noi…» Inizio, ma Seth mi zittisce.
«Vediamo di non portarci sfiga da soli e capiamo cosa è successo »
  
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