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Autore: Ninfea Blu    09/05/2016    2 recensioni
Storia che nasce da una costola di "Carlisle. L'anima di un vampiro", (riferimento cap. 5, se volete saperne di più) ma potete leggerla anche senza aver letto la storia originale.
Volterra inizio '800. Haidi, la pericolosa vampira dei Volturi, incontra qualcuno, un giovane mortale che la riporta indietro nel passato.
"I suoi occhi... sono ancora qui, in questa stanza. Sono ancora qui, posati su di me. Non sono mai andati via."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Heidi, Volturi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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5 cap

5 – Facile compromesso

 

 

 

Io e Santiago entriamo dentro il palazzo in silenzio, senza dire una parola. Mi è bastato guardarlo per capire. Il vampiro sa tutto; è un membro devoto e fedele – non perché sia la sua natura, ma perché gli conviene esserlo, come a tutti - e non farebbe mai nulla per scatenare le ire di Aro; la mia avventura con Carlos forse è già finita, penso, ma non capisco  questo silenzio che perdura. Mi aspetto che dica qualcosa, che mi accusi di aver tradito i Volturi, ma dalle sue labbra sigillate non esce suono, eppure qualcosa mi dice che la sua non è indifferenza. Attraversiamo il cortile interno, quadrilatero circondato da portici, dove su ciascun lato si apre una porta; da lì si va alle stanze più nascoste della dimora, che sia una biblioteca piena di volumi preziosi e antichi, o una camera con dipinti rinascimentali appesi alle pareti.

Mentre cammino più veloce dei miei pensieri, mi domando con una vaga tristezza se davvero i giochi siano già finiti. Ho appena gustato l’ambrosia e già devo rinunciarci?

Perché non sono stata più prudente? Secoli d’esperienza serviti ad affinare le mie arti sopraffine, e basta una notte di sesso a rendermi maldestra e segnare la mia sorte fatale? Con rabbia, maledico me stessa, e maledico Carlos che mi ha fatta diventare così debole e stolta. Eccolo il vampiro egoista che torna alla carica. Sono pronta a trasformare la passione in odio, sentimento che mi è più congeniale, solo perché non posso accettare la sconfitta. Non voglio essere costretta a rinunciare a lui, il mio angelo perduto che mi ha rapito i sensi e forse, quella briciola d’anima atrofizzata che ancora possiedo.

 

Osservo Santiago di sottecchi e rievoco i nostri trascorsi più recenti, gli amplessi infuocati che duravano ore, perfino giorni nel nostro cercarci instancabile. Ma non era amore. Non lo è mai stato.

Lo spagnolo è stato solo l’ultimo dei miei amanti, avevo lasciato Dimitri per lui. La nostra storia è durata qualche mese, ma l’ho interrotta bruscamente, senza rimpianti né amarezze, quando mi sono accorta che c’era qualcosa nell’atteggiamento di Santiago che m’infastidiva. Si rivelò possessivo, ma sotto altri aspetti, migliore della guardia del corpo di Marcus, un amante superbo, che adorava il sesso quanto me. Non che questo mi faccia sperare in qualcosa, ma da ammaliatrice quale sono, voglio provare a stuzzicare il suo ego, così decido di rompere il silenzio. Prima di raggiungere la grande sala dove avverrà implacabile il mio giudizio, mi fermo al centro del lungo corridoio che stiamo percorrendo, e punto il mio sguardo nel suo senza timore.

“Se intendi denunciarmi ad Aro, non sarò io ad impedirtelo, ma nonostante quello che pensi, nessuna legge è stata infranta. L’umano non sa nulla... mi crede una donna come le altre.”

Santiago non pare volermi rispondere. Continua a fissarmi con uno sguardo che non gli ho mai visto e mi sorprende; è un misto di delusione, rabbia, e una sfumatura di amarezza incomprensibile. È sofferenza, quella? Per un attimo, penso che possa essere geloso, ma il pensiero è talmente ridicolo e irreale che lo scaccio in fretta dalla mia mente. Il cuore di un vampiro non può sentire dolore, né gioia, né qualsiasi altro sentimento che abbia una sfumatura umana… oppure sì? Quante discussioni con Carlisle, vertevano su queste teorie. Quanti dubbi mi hai lasciato… prima di te, il mio cuore non aveva mai palpitato, non era mai stato tanto incerto…

Il suo ricordo torna sempre, è vivo dentro di me, e si scatena con la più banale circostanza.

 

-         Anche noi possiamo soffrire, Haidi. La solitudine che provano alcuni di noi, non è forse penosa e amara? Possiamo amare, odiare, vivere le passioni, desiderare qualcosa più del sangue. La trasformazione non uccide del tutto il nostro spirito, addormenta solo quell’istinto, che può tornare a ridestarsi, se sollecitato nel modo giusto, ma dipende da noi. L’ho vissuto, per questo ne sono così convinto…

 

Avevo riso di lui.

 

-  Stai dicendo che la nostra non è solo travolgente lussuria, ma potrei innamorarmi davvero di te?

-  Perché? Non lo sei già?

 

 

Finalmente la voce sensuale di Santiago, giunge ad interrompere il flusso caotico dei miei pensieri.

“Non ho nessun’intenzione di denunciarti, in fondo hai ragione, nessuna legge è stata infranta; finché dura, perché negarti il tuo trastullo con l’umano?”

Sulle labbra di Santiago si dipinge un sorriso spietato. È già scontato come questa storia debba finire: Carlos morto per mano mia o di un altro vampiro, io smembrata e i miei resti al rogo, salvo pentirmi sinceramente dei miei atti per ricevere il perdono di Aro. Quest’ultima evenienza, sono certa non accadrà; mai mi pentirò del mio trasporto, e libera di poterlo fare, correrei tra le braccia del mio angelo altre mille notti. Santiago vuole qualcosa, lo intuisco da quello che non dice, dalla sua apparente condiscendenza. Con una posa troppo umana, si appoggia con le braccia conserte alla parete e mi scruta a lungo con gli occhi ridotti a due fessure, dubbioso, e insolitamente mi sento a disagio.

“Comunque, è impossibile nascondere qualcosa ad Aro troppo a lungo, - prosegue allusivo - alla fine lo scoprirà da solo, Haidi: la prima volta che ti sfiorerà per un qualsiasi motivo, vedrà tutto quello che ho visto io…  e forse di più…”

Di nuovo le sue labbra di stirano in un sorriso ambiguo.

“Tu cosa suggerisci?” gli chiedo, convinta a ragione che abbia in mente qualcosa.

“Dovresti dare a tutti un argomento di cui parlare, un fatto inconfutabile che li distragga dal resto… - improvviso, si stacca dalla parete e avvicina il suo corpo al mio, con l’intenzione di creare quella tensione tipica dell’attrazione che si scatena all’istante. – Voglio che torni con me…”

Le mie labbra esangui si piegano in un sorriso morbido e compiacente.

“E Carlos? Che dovrei farne di lui, secondo te?”

Santiago mi spinge contro il muro e lì, mi blocca, appoggiando una mano ad un lato della mia testa e sfiorandomi i capelli. È vicinissimo, e sento il suo alito freddo sulle labbra.

“Così si chiama? Incredibile… - sembra divertito. – Posso anche dividerti con l’umano… tanto lui non ti avrà mai come posso averti io…”

E mi bacia; forza la mia bocca per insinuarsi a cercare la mia lingua, e io non oppongo resistenza, anzi lo afferro per i capelli scuri che gli ricadono sulla fronte in ciocche scomposte, e lo bacio con altrettanta foga, quasi mordendolo, prima di tornare a fissarlo sfrontata.

Santiago sostiene il mio sguardo con sicurezza.

“Ho capito perché hai posato gli occhi su di lui, Haidi, e ammetto, sono rimasto un po’ sorpreso, ma nel momento in cui l’hai scelto hai segnato anche il suo destino…”

“Potrei trasformarlo…” lo sfido, ma lui resiste alla mia provocazione e insinua in me la paura per la prima volta, da quando mi ha scoperta.

“Non sarà così facile… - risponde beffardo. - Aro potrebbe addirittura obbligarti ad ucciderlo, e tu non avresti scelta; per un comune mortale, non credo che oseresti metterti contro il clan più potente di vampiri che esista…”

“No, non arriverei a tanto, ma… Il compromesso che mi offri non ha senso, a cosa servirebbe? La nostra storia è finita, trovati un'altra amante. Sei molto ambito; perfino la piccola Jane gradirebbe le tue attenzioni… ti guarda con certi occhi. Dovresti provarci con lei, sarebbe un’esperienza insolita…”

Santiago si stacca da me un po’ sconcertato, ma si vede che l’idea lo stuzzica. Ride in modo cattivo.

“Vuoi spingermi tra le braccia vergini di una sadica creatura bambina, che ha subito la trasformazione prima del suo sviluppo completo, quando posso avere una vampira bellissima e sensuale come te, tra le mie braccia?”

Il suo tono è ironico e malevolo.

“Il corpo è quello di una fanciulla acerba, ma la mente di Jane ha le perversioni e i desideri repressi di una donna adulta… Aro in persona potrebbe confermarlo. Perché credi che l’abbia trasformata così precocemente? Il suo terrificante potere è l’unico sfogo che abbia quel dolce demonietto: le dà l’orgasmo, la tortura che infligge alle sue vittime.”

“Non m’interessano le fantasie erotiche che può avere Jane su di me. Sei tu che voglio, e bada, perversa o meno, sono disposto a qualunque cosa. – E lo sento passare dalla velata minaccia, alla condiscendenza. - Prova a pensarci Haidi: se attirassimo la loro attenzione, eviteremmo eventuali sospetti che riguardano la tresca col tuo piccolo, prezioso umano.”

 

In effetti, il suo ragionamento non fa una piega, e ne potrei trarre dei vantaggi. Non c’è morale che possa farmi cadere, perché non ho coscienza da svegliare. Uso Santiago e mi lascio usare da lui, essere dannato quanto me. C’infiliamo nella prima stanza che troviamo, non ci sono mobili, ma solo tende scure alle grandi finestre da cui piove luce sul pavimento. Contro la nuda parete, la gonna alzata, le mie gambe artigliate ai fianchi del vampiro, Santiago mi prende così; sento la sua bocca vorace sulla gola, le sue mani premono sui miei glutei duri, eppure le sue dita penetrano nella carne, mentre spinge e affonda prima lento, e poi sempre più veloce e forte. Il piacere lo divora e divora me, e andrà avanti così per ore.

Potremmo durare all’infinito, senza concludere mai, perché il sesso per noi vampiri è un po’ come tutto il resto; più che tendere a un culmine, che possiamo raggiungere, è voglia perenne di godere. Invece, interrompe il contatto tra i nostri corpi, solo per ricominciare a giocare in un altro modo. Al nuovo assalto, gemo e ringhio, e mentre avido mi morde un seno, e la sua lingua scende a lambirmi più in basso, penso alle labbra calde del mio angelo che fanno la stessa cosa, e il delirio aumenta.

Con urgenza selvaggia mi prende di nuovo contro la parete, e penso che finché lo terrò dentro di me, starà lontano da Carlos, e non dirà nulla agli altri. Se è solo il sesso che vuole, lo avrà, e io mi prenderò con gran piacere la mia parte; Santiago è uno stallone, tanto vale approfittarne. Lui continua a spingere, il ritmo aumenta come i nostri sospiri bassi e rauchi, e le mie labbra si stirano in un sorriso appagato e cinico, quando decido che questo è un ottimo compromesso per il mostro che sono.

 

 

****

 

 

 

Finalmente il cielo su Volterra è tornato di un colore plumbeo come piombo. Non ho perso neppure un minuto e ho mandato Renata ad avvisare il mio angelo che presto ci saremmo incontrati nella solita piazza.

Io e Carlos camminiamo in silenzio attraverso stradine sonnolente e sembriamo una normale coppia d’innamorati.

Rari passanti incrociano i nostri passi, gente del luogo più che altro, ma decifro qualche volto straniero; mi rammentano che più tardi dovrò lasciare Carlos per andare a caccia, un pensiero che ora m’infastidisce, ma è un dovere che trascurare, sarebbe pericoloso.

Soprattutto adesso.

È strana questa parvenza di quieta normalità così lontana dalla mia natura, eppure questa inattesa sensazione che mi dà la sua vicinanza, mi piace. Sorrido quando Carlos mi guarda, e mostra gesti delicati e gentili verso di me, come quando, passando vicino ai rami fioriti di una magnolia che sporge oltre la recinzione di un piccolo giardino, coglie un fiore per infilarlo tra i miei capelli ramati.

Qualcosa nel mio petto morto si scalda, mentre Carlos parla.

“Siete bellissima Haidi; avete rapito tutti i miei pensieri, al punto che ho dimenticato ogni mio altro interesse, perfino questa pittoresca cittadina sembra meno affascinante… questi giorni senza di voi, mi sono parsi interminabili…”

“Vi capisco, Carlos. Anch’io non resistevo più, senza incontrarvi…” confesso con un trasporto che non riesco a dissimulare.

All’improvviso ho paura; non so se riuscirò a fare a meno di questa eccitazione, e presa dall’impeto potrei commettere un errore fatale. La sua dolcezza, il suo candore mi affascinano e mi conquistano, caratteristiche umane che dovrebbero lasciarmi indifferente, invece mi scavano dentro, come se fossi roccia friabile.

“Accarezzate la mia vanità… Volete dire che non pensate nemmeno alla vostra fidanzata? Sembravate così in ansia per lei, solo pochi giorni fa…”

“È vero, lo ero. Ma dopo quello che mi avete detto al nostro ultimo incontro, mi è rimasta solo l’amarezza per il suo improvviso abbandono e la sua immagine è fuggita completamente dal mio cuore. Dubito persino d’averla amata…”

Vedo il suo sguardo incupirsi.

“Perdonatemi, devo sembrarvi molto sciocco, ma non credevo che i miei sentimenti fossero così inconsistenti, eterei quanto la bruma leggera del mattino… - esita un istante - o forse, è solo il risentimento verso di lei che mi fa parlare…”

“Non è vero, Carlos. Non siete uno sciocco. L’innocenza illumina il vostro sguardo in un modo meraviglioso, e non potete capire quanto questo mi affascini…” sussurro posando una carezza sulla sua guancia, e una scossa di piacere mi attraversa.

 

Sono passati due giorni dalla notte che ho approfittato di lui, e nel frattempo, senza pudore ho concesso le mie grazie a Santiago almeno in un paio d’occasioni, eppure il pensiero di quello che è stato, e di cosa voglio ancora, annienta ogni mia reticenza, facendomi perdere il controllo. Non dovrei indurlo a ricordare, ma sono troppo tentata.

“In questi ultimi giorni, mi avete sognata, per caso? Sarei curiosa di saperlo…” la mia domanda è insinuante, ma lui non immagina ciò a cui mi riferisco.

“Non lo ricordo con precisione, ma credo possa essere accaduto; sarà per questo che l’altra notte ho avvertito il vostro profumo… me ne sentivo avvolto completamente, quasi soggiogato… fu davvero strano... e inquietante. Al mattino, mi sentivo esausto, come se uscissi da una lotta…”

Osservo ancora i suoi occhi, incapace di resistere al dolce mistero di quel cielo limpido che leggo in essi, e mi accorgo che sono lucidi, velati d’impazienza; Carlos mi sorprende con un impeto a cui non sono preparata.

“Vi prego Haidi, dobbiamo trovare il modo di frequentarci con maggior assiduità; è un’agonia inutile stare lontani.”

“Non dovete chiedere l’impossibile, Carlos. Le condizioni che vi ho proposto non sono negoziabili, né modificabili.”

Febbrile mi afferra per le spalle.

“Allora venite nel mio alloggio, o se lo ritenete sconveniente al vostro buon nome, verrò io a casa vostra…” la sua voce è una supplica accorata che mi sconvolge. Nella fantasia, lo vedo fare il suo ingresso nel nostro covo di demoni, e l’idea mi atterrisce.

“No! Questo mai. Non sapete cosa mi state chiedendo. – La mia voce è diventata un sibilo più duro di quanto volessi, ma ho tutta l’intenzione di spaventarlo, inibire il suo ardimento. - Non dovrete mai venire a cercarmi, per nessun motivo, avete capito?”

Il suo sguardo si fa amareggiato e perplesso.

“Carlos, è importante.” Lo afferro per il mento, mentre insisto e fisso i miei occhi nei suoi per piegarlo al mio volere, cosa che mi riesce in maniera piuttosto facile.

“Mi chiedo se per voi tutto questo non sia altro che un gioco… non comprendo tutto questo mistero che vi circonda, a volte mi sembra di avvertire una minaccia…”

Dilato le mie iridi; il senso delle sue parole mi è tanto chiaro quanto a lui è oscuro, e forse Carlos si accorge del mio impercettibile mutamento perché nella sua voce colgo una sfumatura amarognola.

“Perdonatemi Haidi, mi rendo conto d’essere offensivo nei vostri riguardi… solo che… di voi, in realtà non so niente. Sembrate una donna di mondo, una scaltra cortigiana libera e indipendente, eppure ho capito che dovete rendere conto a qualcuno di voi stessa… forse c’è un marito che reclama le vostre attenzioni…”

Non posso fare a meno di ridere per queste sue considerazioni.

“Oh, no, non c’è nessun marito… - ma mi obbligo riconoscere il gusto della verità più amara – ma la mia famiglia mi impone vincoli che non posso infrangere, e passi che non posso fare.”

Una sensazione soffocante mi attanaglia la gola e lo stomaco, quando realizzo che è tutto vero: non sono altro che un burattino nelle mani dei Volturi; la mia volontà è un satellite che ruota attorno ad un punto fermo da cui non può staccarsi. Posso allontanarmi per un po’, puntare il mio sguardo altrove, alla disperata ricerca di un fremito vitale che dia un senso all’eternità, ma raggiunto il limite massimo, devo fermarmi o tornare indietro; oltre non è possibile andare.

“Allora, davvero siete legata a qualcuno… che stupido che sono. Non ho il diritto di pretendere nulla da voi; dovrei solo essere grato per quello che mi concedete, dell’interesse che mi mostrate…”

All’improvviso diventa temerario e mi afferra per stringermi tra le braccia. “Haidi…” sussurra sulle mie labbra. È vicinissimo.

Il suo alito bollente è un invito, e io non so più resistergli. Lo voglio, erano giorni che non pensavo ad altro. Desidero soltanto fondere in un bacio i nostri respiri così diversi. Non m’importa se scoprirà che le mie labbra sono gelide, non mi preoccupo del disgusto che potrebbe provare.

“Finalmente avete capito, Carlos… - sussurro, spostando una mano sulla sua nuca, per attirarlo più vicino. – Cogliamo quest’attimo. Prendete quello che vi spetta, e non preoccupatevi di altro…”

Le nostre bocche si uniscono; sono fuoco e ghiaccio che si scontrano e lottano. Le mie braccia si aggrappano al suo corpo, lo artigliano possessive e devo fare uno sforzo per non fargli male; controllare la mia forza, mentre sono vinta dall’eccitazione, è più difficile di quanto credessi, ma resisto stoicamente. Non voglio che finisca, non voglio staccarmi da lui, che oramai m’invade, e io lo lascio fare; impudente e smanioso, mi assaggia, accarezza la mia lingua intrecciandola con la sua, avido di questo contatto intimo quanto me. Neppure il freddo lo ferma, né lo fa esitare. Non pensavo fosse così, ma la scoperta mi delizia. Sento il suo calore che mi avvolge, si propaga attorno al mio corpo, una sensazione che mi fa girare la testa, mentre il bacio diventa sempre più profondo ed esigente, al punto che vorrei divorarlo, farlo mio completamente, mordere le sue labbra e sentire il suo sangue scendermi in gola. Questo pensiero mi costringe a fermarmi, prima che io perda la testa sul serio. Riapro gli occhi che sono ancora accesi di rosso, e dal troppo desiderio che ho di lui, e incontro il celeste del suo sguardo che mi scruta, perso nel delirio, arreso alla forza della brama reciproca che ci ha trascinato. Sembra non abbia fiato per parlare il mio angelo, pronuncia solo il mio nome in un sussurro, tanto simile ad un rantolo.

“Haidi… oh, Haidi… io non…”

Poso una mano sulle sue labbra per zittire ogni sia protesta, supplica o richiesta. Vorrei solo baciarlo ancora, ma il nostro tempo è scaduto. Devo tornare al Palazzo dei Priori e non posso farlo a mani vuote.

“Devo andare ora…”

Cerco di allontanarmi, ma Carlos mi afferra per le braccia; cerca di dire qualcosa, ma io prevengo ogni sua parola.

“Vi faccio una promessa… stanotte verrò a farvi visita nei vostri sogni, e voi mi lascerete entrare…”

Oh, sì. Stanotte entrerò di nuovo nel suo letto, per godere del suo giovane corpo unito al mio, e sentire il profumo squisito della sua pelle calda; non posso attendere il prossimo giorno senza sole, neppure se fosse già domani. Più nulla mi terrà lontana da lui.

Carlos vorrebbe trattenermi, ma io sono inafferrabile come il vento che scivola via dalle mani chiuse sul nulla.

 

 

*****

 

 

L’ultimo sussulto di vita se ne va con l’ultima goccia di sangue della preda che stringo tra le braccia. Un uomo robusto che ho ucciso velocemente, a cui non ho dato il tempo di fiatare. In realtà, non mi piace sentire i lamenti delle mie vittime, che quando posso, soffoco prima che abbiano tempo di capire quello che succede.

Nella sala restano per terra decine di cadaveri, mentre qualche vampiro si attarda sulla gola delle ultime vittime.

Vicino a me sgorgo Felix, una belva feroce con gli occhi ottenebrati del suo delirio di sangue, un mostro che qualche volta impressiona persino Aro; tra le sue braccia possenti, giace il corpo nudo, molle e inerte di una bella donna martoriata dai suoi canini, che aveva eccitato in lui altre fantasie che il brutale vampiro non ha esitato ad attuare. Le sue urla di terrore si sono spente in fretta, e ne sono stata quasi sollevata.

Poco oltre, Santiago mi guarda con intenzione; è febbricitante, e un rivolo di sangue gli cola sul mento. So che cosa vuole, e percepisco già la sua impazienza, ma forse per questa sera lo farò aspettare.

Tra il clan, il ritorno di fiamma tra noi è già di dominio pubblico. Nessuno ha reagito con sorpresa al fatto, o così sembra. Evidentemente, tutti si aspettavano che finisse così. Neppure Dimitri ha mostrato alcun turbamento o fastidio, e ai tempi, quando lo scaricai per mettermi con lo spagnolo, l’inizio della nostra storia non l’aveva presa affatto bene.

Si era sentito tradito, e si era mostrato molto arrabbiato.

Nonostante tutto, mi sento inquieta dal mio rientro a palazzo, quando ho colto uno sguardo strano da parte di Jane; un lampo di sfida le ha attraversato le iridi sanguigne. Possibile che la piccola sadica sia gelosa?

 

Il crepuscolo sta lasciando il posto alle dense ore notturne.

Un fremito mi attraversa all’idea che presto, molto presto, questione di un’ora al massimo, raggiungerò Carlos per rubare un’altra notte di passione al mio angelo addormentato.

Indosso il mantello nero per confondermi nell’oscurità e mi appresto a lasciare la dimora dei Volturi. Sono già sulla soglia, quando Santiago piomba dal nulla e mi blocca impedendomi di uscire dal palazzo.

“Quanta fretta; non hai scordato qualcosa? Il nostro patto, Haidi…” mi sussurra allusivo, in un orecchio.

“Il nostro patto dovrà aspettare… ho già un impegno per questa sera…” ribatto, e come l’ombra inquietante che sono, mi allontano velocemente sulla strada, ma Santiago non si arrende.

Mi corre dietro e mi afferra un braccio. La sua stretta è possessiva.

“Andrai da lui più tardi, ma adesso resti qui! – Sibila rabbioso. - Io ti voglio ora, e nessun umano insignificante ha la precedenza su di me. Mi hai capito, Haidi?”

Non ho nessun’intenzione di piegarmi alle sue richieste, né mi lascio intimidire dalle minacce di Santiago, che non fanno altro che accendermi d’ira e istigare la mia ribellione. Strattono decisa per liberarmi dalla sua presa ferrea.

“Ascoltami bene, perché te lo dirò solo una volta: io adesso, vado da Carlos, che ti piaccia oppure no. – Alzo il mento in segno di sfida e punto gli occhi su di lui. - Tu aspetterai il tuo turno, da bravo bambino! Quando tornerò, non prima, avrai tutta la mia attenzione, e farò sesso con te, giorno e notte. Adesso me ne vado, e non provare a seguirmi, altrimenti per la prossima scopata dovrai aspettare duecento anni!”

Santiago non ribatte.

Mi ha lasciata andare, senza una parola.

La sua espressione è indecifrabile. Resta fermo sulla strada a fissarmi, mentre mi allontano.

Nei suoi occhi accesi di rosso cupo, scorgo nuovamente la scintilla di quella fiamma intravista pochi giorni fa; comincio seriamente a chiedermi che cosa sia.

 

 

 

Continua…

 

   
 
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