Fanfic su attori
Segui la storia  |       
Autore: piccola85    09/04/2009    1 recensioni
Non ero tornata a Londra in cerca dell’amore, ero stata ferita l’ultima e unica volta che avevo aperto il mio cuore a qualcuno. È successo molto tempo fa, prima che abbandonassi la mia città natale. Ma quella è farina di un altro sacco, sono solo le conseguenze quelle che contano. Il suo sguardo mi colpì subito, non era soltanto un bel tipo, c’era molto di più in quello sguardo. Ma solo col tempo l’avrei scoperto. Non so come andrà a finire, non so se mi innamorerò, ma sono altri gli interrogativi che contano...Mi lascerò amare? Potrò evitare che accada o vorrei che accadesse? Era impossibile non sapere chi fosse, soltanto qualcuno chiuso in una bolla di cristallo poteva ignorare la sua popolarità, la sua esistenza, ma solo io potevo ignorare il legame che esisteva tra lui e una persona che mi sta a cuore.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Three things he likes about me

Spero vi piaccia questo capitolo.....

Capitolo 3 Three things he likes about me

 
Speravo di passare una bella serata, mi piacevano i concerti di persone sconosciute, trasmettono la loro musica con passione, senza tutti quei limiti che vengono imposti dai soldi.

Appena entrammo al pub, suonò il mio cellulare, guardai il display, era mia mamma, Paul rimase con me nell’ingresso mentre Vicky andò subito dentro.

Rimasi al telefono con mia mamma 5’, promettendo di richiamarla domani.

Appena misi giù, Paul mi disse: “Il pub è abbastanza pieno, sono sicuro che è perché suona il fratello di Vicky”.

“Ma è un musicista famoso?” chiesi molto incuriosita.

“No, è un attore famoso che ama la musica” risposi prontamente Paul.

“Non capisco”.

“Dai, Alex, te l’avevo detto che Vicky ha un fratello famoso”.

Alla mia faccia sbalordita, risposi: “Mi sono dimenticato di dirtelo, veramente?”

“Eh si, non avevo idea che Vicky avesse un fratello fino ad ieri sera, ancora meno che lui fosse famoso”.

“Ma tanto lo conosci, dai è su tutti i giornali e riviste, sapendo il cognome di Vicky, si capisce subito”.

“Peccato che non mi hai mai detto il suo cognome” ribadì fulminandolo con lo sguardo, anche se non ero molto interessata al fatto che suo fratello fosse famoso, ripensai velocemente a quando l’avevo conosciuta, un anno fa a Firenze, era venuta a trovare Paul,  eravamo tutti molto informali e non bravi in questioni di presentazioni, quindi non mi ero mai chiesta il suo cognome, per me era Vicky, diminutivo di Victoria e basta.

“Beh, forse sono proprio fuori dal mondo, ma se non so il cognome di Vicky e non ho idea di chi sia l’altra persona, non posso fare nessun tipo di collegamento”, dissi con un tono un po’ isterico. Avevo la sensazione che avrei scoperto qualcosa di spiacevole, ma non capivo cosa sarebbe stato.

Paul si mise a ridere: “Alex sei unica, lo sai vero?. Comunque il cognome di Vicky è Pattinson.” Mi disse mentre ci avvicinavamo a lei e suo fratello.

Mi si fermò il cuore, l’unica parola che mi uscì fu “No” sembravo più un urlo.

Lui si fermò subito, e mi disse: “Ma che ti prende?”

“Non lui” dissi.

“Lo conosci?” ma non ho avuto il tempo di girarmi e scappare che eravamo di fronte a loro due, e Robert mi guardava molto divertito.

“Si” riposi a Paul sottovoce. Non ero nelle mie piene facoltà mentali in quel momento, e Paul se ne era accorto.

Vicky era contenta, si vedeva che le faceva piacere questo incontro, si vedeva che adorava suo fratello dal modo in cui lo guardava.

 “Rob, lei è Alex, l’amica di cui ti ho parlato”.

“Ciao Alex, posso adesso sapere il tuo cognome?” disse ridendo.

Non risposi alla sua provocazione. “Ciao, piacere”.

“Mai sei davvero difficile, beh, non dirmelo, mia sorella lo sa, quindi non ce ne bisogno.”

“Non capisco niente, voi vi conoscete?” disse Vicky guardandoci entrambi.

“Se si può dire di conoscere, una persona che ti rovescia il caffè e poi si rifiuta di dirti come si chiama, si, ci conosciamo”. Aggiunse Robert, sforzandosi per non ridermi in faccia.

“Non direi proprio, ci siamo visti stamattina, 5’ minuti, il tempo di rovesciare il suo caffè, e ricomprargli un altro” aggiunsi seccamente.

“Ti trovo più carina di stamattina, ma anche più irritabile e antipatica”. Mi mordì il labbro.

“Non perché una ragazza si rifiuti di darti il suo numero, la devi trovare per forza antipatica”. Dissi.

“Ey, basta voi due! Potete sotterrare l’ascia di guerra, sembrate due bambini” aggiunse Vicky delusa.

Paul invece era lì che guardava quello che era successo, non aprii bocca, ma io sapevo che appena fossimo rimasti da soli ne avrei sentito di tutti i colori.

“Okay, va bene, scusami Vicky. Vado a prendere da bere, cosa vi prendo? Volevo solo fuggire dal suo sguardo, quegli occhi grigio-azzurro erano ipnotici, da quando Vicky ci aveva ripresentati, lui non mi toglieva gli occhi di dosso.

“Vengo con te” aggiunse Paul.

“Prendine due birre chiare per noi, amore” disse Vicky a Paul, ignorandomi, l’avevo offesa e mi spiaceva molto, la consideravo più di un’amica, avrei voluto fare qualcosa per rimettere le cose a posto, ma il suo sguardo mi faceva innervosire, ed io continuavo a toccarmi i capelli, lo facevo sempre quando diventavo nervosa.

Appena siamo andati verso il bancone, Paul mi fulminò con lo sguardo. “Che cavolo ti prende?, non ti ho mai vista reagire così, sembri matta”.

“è così pieno di sé” risposi.

“Non è vero, gli piace scherzare, e poi si vede che gli piaci”.

Mi girai subito sbalordita, non sapevo cosa dire. Rimasi zitta e lui continuò a parlare.

“Anche tu, te ne sei accorta, ma hai troppa paura di piacere a qualcuno, diventi peggiore di un muro duro e freddo, o mi sbaglio?”

Continuai a guardarlo, non avevo parole, non sapevo cosa mi stava succedendo, da quando l’avevo incontrato la prima volta, diversi sentimenti si erano scontrati, odiavo il suo modo di fare disinvolto ma allo stesso tempo mi faceva rimanere senza parole, e poi quello sguardo, mi tormentava, sembrava pieno di curiosità quando incontrava il mio, mi sembrava che scrutasse la mia anima.

“Portiamo le birre, mi comporterò da adulta, se non mi provoca, lo prometto.”

“Rifai la frase” mi ordinò Paul. Sbuffai.

“Okay, mi comporterò da adulta, lo prometto.”

Siamo tornati al tavolo, mi sedei davanti a lui, provai a ignorarlo, ma non ci riuscì, sentivo la sua presenza, il suo sguardo fissò su di me, e questo mi faceva sentire irrequieta.

Dopo 5’ che mi sembrarono un’eternità, Robert si alzò. “Io vado a suonare”.

Sospirai, era un sollievo vederlo allontanarsi.

“Ricordati di suonare la mia canzone” gli chiese Vicky.

Appena egli salì sul palco, partì un applauso. Una parte di me sperava che non fosse bravo, che fosse solo la sua fama, il motivo per cui era pieno il pub, ma invece mi sentivo trafitta dalla sua musica.

Era bravo, non avevo mai visto un suo film, ma con la chitarra ci sapeva fare, mentre suonava mi lasciavo trascinare dalle parole, c’era tanta tristezza nella sua voce, una tristezza che non avevo mai percepito in lui prima d’ora, ma è un attore, pensai, riesce a trasmettere anche le cose che non sente probabilmente.

Il concerto finì dopo un’ora, c’erano parecchie fan, che si avvicinarono a lui per scattare foto o chiedergli un autografo. Si vedeva, le ragazze stavano ai suoi piedi, tutte avrebbero dato qualsiasi cosa per uscire con lui. Era palese, sbavano per lui. Beh, devo ammetterlo, anche se è un cretino pieno di sé, fisicamente se la cava direi. Ma che pensieri sono questi, Oh, mio Dio, trovo Robert Pattinson attraente! Beh, per fortuna non legge i miei pensieri, cosa ne direbbe se sapesse che lo trovo carino? Ravvibridì a quell’idea.

 “Vi è piaciuto?” ci chiese, interrompendo il mio viaggio mentale.

“Forte, mi è piaciuta molto l’ultima canzone”. Disse Paul e Vicky annuii.

Io rimassi zitta, avevo combinato troppi guai quella sera, preferivo evitare commenti, non mi andava di criticarlo perché era stato bravo, ma non era il caso di dire qualcosa di carino, perché non volevo che lui l'interpretasse in modo sbagliato.

Si voltò a guardarmi, i suoi occhi sembravano infuocati, mi mancò il respiro, perché doveva guardarmi in quel modo, distolsi lo sguardo e lui rise. E a te è piaciuto, o sono troppo noioso? Voleva stuzzicarmi. Non potevo dargliela vinta, ma avevo promesso a Paul di comportarmi bene, quindi mi alzai e dissi: “Niente male, vado a prendere altre birre, ne volete?”

“Si, dai”. Paul si alzò automaticamente e mi accompagnò.

-----------------------------------------------------------------------------------------

 
Dal punto di vista di Vicky

 
“Sai Vicky” disse Robert fissando la sagoma di Alex sul bancone…continuò a parlare senza aspettare una mia risposta.

“è una sfida questa ragazza”.

“Non te lo permetterò, è una mia amica, le voglio bene, sei mio fratello adorato, ma non mi piace se cominciano a piacerti tutte le ragazze”

Robert si rabbuiò…

“Sai perfettamente, che quello che dicono i giornali non è vero, non sono vere tutte le storie che mi attribuiscono, non ho tutta questa fortuna.” Disse ironicamente.

Guardai Robert con scetticismo.

“Beh, qualche storia è vera, ma sai che sono timido, è la prima volta che cerco apertamente una ragazza, da quando sono diventato famoso, di solito succede il contrario, sono le ragazze mi cercano, che devo fare?”.

“Non lasciare che la fama ti sopraffa”, dissi tristemente.

Robert si avvicinò e mi guardò agli occhi. “Sono il solito ragazzo, tuo fratellino, non sono per nulla cambiato, magari credo un po’ di più in me stesso”. Fece una smorfia.

“Ma questo non cambia le cose, perché ti intestardisci con Alex, hai visto, non è interessata a te”. Aggiunsi con tono fermo. Non volevo fargli del male, ma avevo paura che finisse ferito, sapevo che la sua vita non era stata tutta rose e fiori. E dall’altra parte c’era Alex, la mia confidente, si, in quest’ultimo anno ci sentivamo spesso, mi piaceva il fatto che per lei non ero mai stata solo la fidanzata di Paul, mi aveva considerato la sua amica dall’inizio.

 “Mi piacciono le cause perse” ribadì stringendosi nelle spalle.

“Stai perdendo il tuo tempo, non hai nessuna speranza con lei e poi mi dici cosa ti piace di lei, o è solo un capriccio?”.

“Anche la mia prima ragazza era per te una causa persa e guarda com’è andata” replicò.

“Ma la conosci appena e poi non mi hai ancora risposto”.

Respirò profondamente prima di parlare, misurando ogni parola…“Mi piace il modo in cui gioca con i suoi capelli quando si innervosisce, due, mi piace il suo sguardo, mi sembra di scrutare la sua anima, e terzo, mi piace quando si morde il labbro inferiore in segno di disagio”.

Ero senza parole, sbalordita, avevo un groppo in gola. Riuscì solo a dire: “Mi hai convinto”.

Si voltò a guardare lei, Paul e Alex, erano sul bancone che aspettavano le birre. Mi sorrise come quando eravamo piccoli e lui voleva qualcosa. “ Mi dici il suo cognome? Per favore.”

Non avevo scelta, non potevo resistere al suo sorriso, era sempre stato così, non sapevo dirgli di no. “Hübner, si chiama Alex Hübner”.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori / Vai alla pagina dell'autore: piccola85