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Autore: Kind_of_Magic    11/05/2016    1 recensioni
Storia nata da un prompt sul gruppo Facebook "We are out for prompt"
JOHNLOCK: Sherlock si rifiuta di mangiare durante i casi dicendo che lo rallenta e al di fuori delle indagini mangia appena a sufficienza. John, preoccupato per lui, cerca inutilmente di farlo ragionare. Così decide di ripagarlo con la stessa moneta. Incomincia a diminuire le sue porzioni di cibo, a saltare i pasti fino a rischiare di diventare anoressico. Questo per dimostrare a Sherlock che senza cibo non si può sopravvivere. Come reagirà il detective davanti a questa dimostrazione estrema?
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: “Sherlock si rifiuta di mangiare durante i casi dicendo che lo rallenta e al di fuori delle indagini mangia appena a sufficienza. John, preoccupato per lui, cerca inutilmente di farlo ragionare. Così decide di ripagarlo con la stessa moneta. Incomincia a diminuire le sue porzioni di cibo, a saltare i pasti fino a rischiare di diventare anoressico. Questo per dimostrare a Sherlock che senza cibo non si può sopravvivere. Come reagirà il detective davanti a questa dimostrazione estrema?”

---Comportamento infantile---

«John, voglio che tu sappia che ritengo questo comportamento estremamente infantile»
«Quale comportamento?» chiese John, fingendo di non sapere di che si trattasse.
«Lo sai benissimo» rispose Sherlock «Il tuo rifiuto di mangiare»
«Non mi sto rifiutando di mangiare» John ostentò meraviglia «Imito solamente il comportamento della più grande mente del nostro tempo»
«Ma sei cosciente di star mangiando troppo poco rispetto al tuo fabbisogno»
«Esattamente come lo sei tu»
Sherlock sapeva di essere testardo: non solo glielo ripetevano tutti, ma ne era anche completamente convinto e anche un po' compiaciuto. Ma sapeva meglio di chiunque altro che quando John ci si metteva riusciva a essere perfino più ostinato di lui. La cosa era notevole, doveva riconoscerlo, anzi, era uno dei motivi per cui John gli piaceva tanto, ma in parecchie occasioni si rivelava molto, molto fastidiosa. Come quella, ad esempio.
«Sherlock» lo chiamò John «Mi stai ascoltando?»
Assolutamente no, ma sapeva comunque che cosa aveva detto. Lo sapeva da prima che John aprisse bocca. Annuì leggermente, come suo solito. «John, davvero, è molto bello che tu ti preoccupi per me in questo modo, ma io sto bene così»
 
Non ci fu verso di convincerlo per quel giorno, così come era stato per le due settimane precedenti. Ma il mattino dopo Sherlock era sparito. John lo cercò ovunque, in tutti i luoghi che frequentava. Ovviamente non rispondeva al cellulare, come al solito. Non lo trovò da nessuna parte. Verso sera, tornò a casa, sentendosi solo e affamato. Mentre saliva le scale, però, gli tornò in mente la discussione avuta il giorno prima e gli si chiuse lo stomaco. Andò a letto senza mangiare, ma quella notte non chiuse occhio.
 
Il giorno dopo per prima cosa si recò a parlare con Lestrade. L'ispettore non diede troppo peso alla sparizione di Sherlock: disse che non era la prima volta e sicuramente non sarebbe stata neanche l'ultima. Nel giro di qualche giorno sarebbe tornato a farsi vedere, come sempre. John, però, non era tranquillo. Anche quel giorno mangiò il minimo indispensabile per non svenire e dopo aver trascorso tutto il giorno in giro per Londra alla ricerca del suo compagno tornò a casa per dormire. Rimase a rigirarsi nel letto fino alle tre del mattino, poi il sonno lo vinse.
 
Si svegliò legato, imbavagliato e con gli occhi bendati.
«Se non gridi ti tolgo il bavaglio» disse la voce di Sherlock nel suo orecchio. John annuì e sentì che gli veniva liberata la bocca.
«Ti sono mancato?» domandò Sherlock. John sorrise e lo chiamò bastardo per come era sparito.
«Ne deduco di sì» continuò l’investigatore. Dalla sua voce si capiva che anche lui stava sorridendo «mi stavi facendo davvero preoccupare, sai John? Così ho dovuto trovare una soluzione. E mi sono detto che non mi rifiuteresti mai una cenetta romantica, non è vero?»
«Beh, ho qualche possibilità?»
«Lo prenderò per un sì» disse Sherlock. Gli tolse la benda e lo slegò e prima ancora che avesse tempo di guardarsi intorno lo trascinò fuori in un taxi. Dettò all’autista un indirizzo che John non conosceva e dopo circa un quarto d’ora arrivarono a destinazione. Entrarono, Sherlock diede il proprio nome e si sedettero. Invece di leggere i menu, però, continuavano a fissarsi. Alla fine John ruppe il silenzio.
«Hai intenzione di mangiare?»
«E tu?»
«Beh, mi hai invitato a cena» sorrise John «Chi sono io per offendere il mio compagno non mangiando quando lui mi porta fuori a cena?»
Sherlock parve molto contento di essere stato chiamato “il suo compagno”, anche se cercò di non darlo a vedere: «Sono contento. Vorrai che mangi anch’io, immagino»
«Elementare, Sherlock»

(One-shot, 603 parole)


Siate clementi, è la mia prima fic di questo fandom! :)
   
 
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