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Autore: Chichilina    10/04/2009    9 recensioni
Una storia nella storia. la mia versione dell'amore di Minako per il suo Alan...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minako/Marta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A seguito delle recensioni avute e ringraziando in particolare la critica costruttiva di Ellephedre, riscrivo completamente il secondo capitolo e pubblico anche un terzo. Chiedo scusa del ritardo!^_^

Non sono molto contenta del risultato. E' la prima volta che mi capita di avere in mente la storia e non essere in grado di esprimerla e raccontarla come vorrei. Spero sarete cliementi. Vi voglio bene. Aspetto vostro parere carissimi/e.

Bacione

Chichilina

CAPITOLO 2

Londra è una città bellissima.
Si può girare e conoscere tutto il mondo ma... se non si è vista Londra si sarà sempre legittimati a pensare che c’è  davvero molto altro da conoscere.

Erano quasi due settimane che biondi capelli lunghi e flash luccicanti facevano capolino fra le strade della capitale d’Europa.

Occhi curiosi studiavano ogni angolo e, obiettivi impietosi immortalavano ciò che riusciva a solleticarle lo spirito.

Uno sguardo distratto l’avrebbe catalogata come una turista, orientale sicuramente, ma lei era molto di più.
Come alla ricerca di un tesoro sepolto, Minako Aino, moderna Indana Jones metropolitana, camminava, quasi senza soste,  alla ricerca di un qualcosa di speciale.
Più forte di una comune curiosità  di viaggiatrice, ovunque avesse abitato, i primi giorni di un  viaggio, erano dedicati sempre a soddisfare una necessità ormai solita:  trovare il proprio posto.
Non un posto qualsiasi, si intende. Minako Aino doveva scoprire una coordinata, un ipotenusa al quadrato,  in cui sentirsi al proprio posto, in pace.  

Si, era una necessità vera, un ‘esigenza che veniva prima di negozi, souvenirs, visite guidate e quant’altro di più…turistico.
Bisognava trovare un posto in cui non sentirsi di passaggio, in cui lo scorrere del tempo non la riguardasse, in cui proteggersi dall’aggressione delle mille parole di una giornata intensa.
Una caccia al tesoro in una città come Londra.
Non che mancassero posti meravigliosi capaci di rapire il cuore.
Il tramonto sul fianco del Ponte di Londra, per esempio,  sembrava a Minako, e a chiunque lo avesse visto almeno una volta, quanto di più incantato si potesse immaginare: le acque del Tamigi che si colorano di rosa e arancio e il cielo che saluta la luce e si prepara ad accogliere la notte, tra i mille filamenti di congiunzione dell’orgoglioso ponte simbolo della città.

Ma Londra era ed è una città così grande e così trafficata che tutti i posti, anche quelli più belli, sembravano essere già stati scelti da qualcuno oppure erano troppo esposti ad un passaggio senza fine.

Usciva presto la mattina, era sempre stata pigra ma ora non poteva.
Era un peccato capitale non sfruttare completamente quei pochi giorni di vacanza prima dell’inizio delle lezioni.
Voleva ardentemente  diventare una vera londinese e trovare il “suo posto” in quella città così aperta, prima di non avere più molto tempo per farlo.
In fondo era lì per studiare nella rinomata università per stranieri di Londra. Non doveva dimenticarlo e sapeva che duri mesi di impegno l’attendevano. Aveva pochi giorni per fare la turista.
Non era mai stata una studentessa modello. Eppure era riuscita a vincere una borsa di studio per l’Europa grazie ad un’innata e indiscutibile propensione per le lingue.

Divisa tra pensieri responsabili, voglia di avventura e necessaria ricerca, continuava a camminare e scrutare ogni anfratto della sua nuova, meravigliosa città.

I lunghissimi capelli si lasciavano carezzare da un leggero vento di fine estate. Una sensazione di benessere la attraversava. Dopo molti chilometri si ritrovava all’ingresso del Regent’s Park, a sud di Londa. In quel momento sentiva che presto avrebbe trovato quello che cercava.  

<< Mmm…quella panchina non va bene. Nemmeno quel muretto, passa troppa gente. Quel ponte? No sembra un po’ traballante…Ecco! …Ci siamo!!>>

Foglie intrecciate creavano una piccola capanna naturale e un ruvido schienale di quercia poteva essere il giusto sostegno per i suoi pensieri. Un meraviglioso e maestoso albero, poco distante da un cheto laghetto, aveva catturato in pieno tutti i suoi desideri di ristoro.

Piedi veloci arrivavano prima della consapevolezza.  Nessuno doveva arrivare per prima. Nemmeno quella figura che di spalle sembrava avvicinarsi proprio all’oggetto dei suoi desideri.

E poi…

Quando mancavano solo una manciata di stupide falcate…

…la testa cominciò a girarle dispettosa, in preda ad una improvvisa visione.
In un instante lo seppe. Quello non era un sorriso, quella era una finestra sul paradiso.

   
 
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