Not Good-bye,Farewell
Ti sei
alzato, hai detto che ti eri dimenticato una cosa in camera…che scusa idiota.
Mi hai
sorriso, ti ho sorriso anche io e poi ti ho visto
sparire su per le scale.
Come
se non sapessi dove fossi andato e a fare cosa.
Ho interpretato
la parte della fidanzatina ingenua senza fiatare, hai visto come sono stata
brava?
Ho fatto
finta di non accorgermi di niente…né di quel profumo talmente dolce da farti
soffocare di cui erano impregnate le tue magliette, né delle sbavature di
rossetto che ti rimanevano sul collo anche se cercavi
in tutti i modi di farle sparire…né della fretta con la quale ti alzavi dopo
cena per andare a fumare “una sigaretta in terrazza” e nemmeno della tue
espressioni estasiate che avevi dopo quest’ultima.
Da tre
mesi a questa parte sono stata una spettatrice silenziosa del tuo misero
spettacolino.
Poi mi
sono alzata anche io, ho preso la mia borsa e con calma ho chiesto le chiavi
della nostra camera.
Al 15°
piano del palazzo le porte dell’ascensore si sono aperte e ho percorso quei
pochi metri che mi separavano dalla 216 con lentezza…e tu, e voi non vi siete
sforzati nemmeno di far meno rumore.
Avrai
pensato che l’unica stupida in questa faccenda fossi
stata io, ma ti sei sbagliato.
L’unico
stupido sei stato tu.
Sono
entrata in camera, ho preso tutte le mie cose e me ne sono
andata.
Ho salutato
tutti, ma stai tranquillo, a tuo fratello non ho detto niente, non si merita di
soffrire così…spero solo che un giorno avrai il coraggio di dirglielo.
Ho salutato
tutti tranne te, perché non ne sentivo il bisogno e perché non volevo
disturbarti.
Un taxi
mi ha accompagnata all’aeroporto.
Un biglietto
di solo andata per tornarmene a casa.
Poi,
qualcosa è successa.
Mentre
ero in fila per imbarcarmi ho sentito qualcuno
chiamare il mio nome.
Ho sorriso.
Mi sono
girata…e c’eri tu.
C’eri
tu e il tuo sguardo afflitto così falso e poco credibile.
Sono
salita sulla navetta.
Le porte
si sono chiuse, ma tu non hai fatto niente per impedirmi di partire.
Una leggera
vibrazione nella tasca dei jeans.
Tu.
“Scusa,
ti amo, torna”.
Altro
sorriso.
No.
Questa
volta non tornerò.
Non voglio
commettere di nuovo lo stesso errore ed illudermi che un giorno, magari, potrai
cambiare.
Ma
non pretendo che tu cambi per me, questo no.
Ho vissuto
la mia favola, ma ora è tempo di tornare alla realtà.
Arrivederci Tom, anzi addio
Avevate pensato
di esservi liberate di me eh!!!
E invece io sono qui U.U
Questo obbrobrio è nato ieri
notte alle ore 01.22.
Una fulgiuida
ispirazione mi ha colpita improvvisamente.
Spero che a qualcuna sia piaciuta.
È un piccolo sproloquio mentale contro
Tom
Ora vi lascio riprendere la vostra vita in pace.
Buona Pasqua a tutti
Baci. Valentina