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Autore: JinTatsumoto    13/05/2016    1 recensioni
Storia ambientata in un mondo alternativo in cui Nick non avendo con se i mirtilli non riesce a trovare un soluzione e viene colpito dal siero di Bellwether.
Se siete curiosi di sapere come si svolgerà questa fan fiction verrà aggiornata una volta ogni settimana/due settimane
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Furry
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Il flashback
Ero confuso, non potevo crederci, la mia carotina era in quel letto di ospedale per colpa mia, solo per colpa mia. Se non fossimo passati per il museo forse ne io, ne lei saremmo qui ora.
I miei ricordi si ristabilirono velocemente come quella scarica di colpi che feci in addestramento con un’arma molto potente, ora ricordo tutto, se prima nel raggiungere questa stanza mi ero sentito male, ora che mi sono ricordato tutto rischio l’infarto. Eravamo appena saltati dal vagone-laboratorio di Doug in corsa verso il terminale della stazione sotterranea, se non fossimo saltati altro che ospedale… saremmo sicuramente morti durante l’esplosione, avevo voglia di mangiare qualche mirtillo ma, nel saltare dal vagone avevo preso solo la valigetta con l’arma e i mirtilli mi erano caduti all’ interno del vagone e credo che ormai siano andati. Ahhhh se non avessi pensato a quella dannata valigetta e avessi pensato esclusivamente ai mirtilli… mi ricordo ancora il pugnetto che Judy mi dette sulla spalla quando le feci vedere la valigetta.
Lei propose, per accorciare i tempi, di passare per il museo di storia naturale e li incontrammo la docile e dolce “amica” di Judy, che in un primo periodo sembrava darci manforte, poi capimmo che non era così, lei ci chiese: “date a me la valigetta non serve che la portate al capitano, ci penso io!” fu lì che io e Judy capimmo… infatti rifiutammo la richiesta e iniziammo a scappare… ovviamente lei non era da sola, si era portata con se tre scagnozzi. Nella fretta di scappare io e Judy non guardammo dove stavamo mettendo le zampe e lei si ferì vicino alla zampa destra con un reperto, cadde a terra sofferente; mi fermai e le chiesi: “Carotina… Carotina ce la fai?” lei mi rispose: “lasciami qui Nick porta la valigetta alla polizia io penserò a trattenerli.”
“Non esiste! Tu vieni con me…” risposi : “ma come? non posso camminare”
“beh troverò una soluzione.” Queste ultime parole mi tormentano ancora perché non ero riuscito a trovarla.
Le fasciai la ferita la presi sotto braccio e ricominciammo a correre, purtroppo lei zoppicava e quindi rallentava la nostra fuga, uno degli scagnozzi di Bellwheter ci raggiunse e ci colpi duramente facendoci precipitare dentro una fossa espositiva del museo; a causa del contraccolpo mi cadde la valigetta e la “pecorella” la prese e estrasse l’arma.
Judy allora le chiese: “che vorresti fare… uccidermi?” lei con un ghigno malefico rispose: “no, no non lo farò io… lo farà lui!” e detto questo mi sparò senza esitare, sentii un forte dolore, la vista mi si annebbiò sentii la voce di Judy che mi diceva: “Nick! No! Non farlo resiti!” intanto sentivo quella pecora nera che ridacchiava di gusto nel vedermi trasformare in selvaggio, i miei muscoli non rispondevano più si muovevano da soli ero a un passo da Judy e….
“N-Nick N-Nick…” mi ero appena risvegliata e riconobbi la coda arancione del mio migliore amico, alzai lo sguardo e per un momento pensai di risvenire per l’accidente che mi ero presa, il suo muso era bianco, più bianco delle pareti della stanza, lo provai a chiamare: “N-Nick Nick…” e notai che lui mi guardò.
Venni interrotto al momento giusto altrimenti sarei morto veramente e la guardai, aveva gli occhi spalancati, aveva visto un fantasma? Le risposi con voce strozzata: “J-Judy…” lei mi guardo e disse: “stai pensando a ciò che è successo vero?”
“Si, come h-hai fatto a capirlo?” le risposi: “sei pallido e stai piangendo non sono talmente ottusa come credi…” mi sorrise debolmente. Io le risposi continuando a piangere: “I-Invece S-si è C-colpa mia, se avessi trovato una soluzione adesso non ti troveresti con quella enorme fasciatura…” lei si commosse vedendomi, così io Nicholas Piberius Wilde piangere come un cucciolo.
Cercai di avvicinarmi a lui non notando che nella stanza c’era Bogo ero li quasi a toccare il suo muso con il mio che… una fitta mi fece ricadere sull’letto, mi faceva talmente male che… piansi per il dolore. Vidi nei suoi occhi appena mi accasciai sull’letto il terrore, la paura, aveva capito che mi ero ritratta per la ferita provocata dal suo morso. Lo vidi semplicemente alzarsi dalla sedia e uscire dalla stanza… poi più niente solo nero.
Cap. by TheDarkWolf
   
 
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