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Autore: lolli89    14/05/2016    2 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Allora, mio piccolo miniPhelps… la mamma si siede un momento, che dici, ci facciamo uno spuntino? Si eh? Un po' di frutta ti piacerà sicuramente… e intanto, ho una sorpresa per te, sai? Ho preso una cosa da papà, anche se lui non lo sa ancora… eccoci qua >>, Xx parlava al bambino, massaggiandosi la pancia con una mano, mentre con l’altra stava prendendo e sciacquando della frutta.
 
Si sedette sulla poltrona del salotto, prese un libro per sè, mise le cuffie sulla sua pancia, una per lato, e attaccò la musica, dall’i-pod del fidanzato.
 


 << Amore, sono tornato! >>, annunciò James rincasando, alcune ore più tardi.
 
 << Ehi… ci sei? Dov, oh… >>, si interruppe: Xx si era addormentata sulla poltrona, la testa a penzoloni, la musica che usciva dalle sue cuffie poggiate sulla pancia. E un libro incastrato a lato della poltrona.
 
James sorrise tra sè, quel sorriso spontaneo e timido che gli faceva increspare le piccole rughe ai lati degli occhi, e che scaldava il cuore. Prese la macchinetta fotografica cercando di fare meno rumore possibile, e scattò una fotografia; da quando era incinta le scattava molte foto, una alla settimana di profilo, per monitorare la crescita della pancia, e molte altre di lei o loro due insieme, in modo da poter creare un album per miniPhelps.
 
Si avvicinò a Xx cercando di metterle un cuscino sotto la testa per farla stare più comoda, ma questa a causa del movimento si svegliò.
 
 << Ma che… oh, sei tu. Bentornato a casa amore >>, gli sorrise, gli occhi ancora impastati di sonno, dandogli un bacio.
 
 << Grazie… sono stato via tre giorni appena… anzi, neanche, due e mezzo, e mi sei mancata da morire… anzi, mi siete mancati. Non volevo svegliarti però, stavo provando a metterti questo cuscino sotto la testa, così stavi più comoda, scusa >>, gli disse, sedendosi sul bracciolo della poltrona, mentre lei gli avvolgeva i fianchi con le braccia.
 
 << Non fa niente. Sono contenta che sei tornato, mi sei mancato molto anche tu… o meglio, ci sei mancato >>, gli sorrise, correggendosi.
 
 << Che facevi? >>, le domandò lui curioso.
 
 << Facevo ascoltare Mozart a miniPhelps, l’ho trovato sul tuo i-pod, dicono che fa bene ai bambini ascoltare musica classica, perché sviluppano capacità di apprendimento. Avevo letto qualcosa a riguardo su una rivista, in tempi non sospetti >>, gli spiegò lei.
 
 << Ora che mi ci fai pensare, forse ho letto qualcosa anche io, ma non ne sono sicurissimo. Comunque propongo di far ascoltare a miniPhelps anche altra buona musica… tipo i The Beatles, Bon Jovi, Elvis Presley, i Muse, i Coldplay… >>, cominciò James.
 
 << Il buon vecchio rock, anche se io vorrei aggiungere anche qualche cantante italiano. Sono d’accordo con te, comunque e… >>, disse lei, e quando la musica terminò, attaccò con una canzone dei The Queen.
 
 << Ottima scelta >> approvò, annuendo soddisfatto.
 
 << Però, Jay, va bene tutto, ma gli AC/DC no! >>, decretò guardandolo risoluta.
 
James storse il naso e Xx chiuse ancora di più gli occhi a fessura.
 
 << Anche perchè, pancia mia, decisione mia >>, continuò lei con una alzata di spalle.
 
 << Sai essere dispotica quando vuoi  >>, fece notare lui prendendola in giro.
 
 << Si è vero. L’ho imparato sul manuale per essere una brava fidanzata, subito dopo la pagina che dice di essere sempre gentili e accomodanti >>, scherzò lei, ed entrambi scoppiarono a ridere.
 
 << D’accordo, niente AC/DC. Però guarda, ho preso una cosa >>, disse tirando fuori un pacchettino.
 
 << Posso aprire? >>, domandò lei, sorpresa, e James annuì.
 
 << M-ma… James… è bellissima! >>, fece Xx emozionata, gli occhi lucidi.
 
 << Che fai, piangi? >>, fece lui sarcastico, stringendola per le spalle.
 
 << È stupenda! E, James… credo sia la prima cosa in assoluto che prendiamo a miniPhelps! >>, esclamò Xx: James aveva preso una tutina bianca, abbastanza grande, così che potesse andare bene al loro bambino una volta nato, e sopra c’era scritto: I love mum & dad, e al posto della parola love un cuore.
 
 << Sono contento che ti piaccia… e anche Ollie ha preso una cosetta >>, disse lui felice, porgendole il secondo pacchetto.
 
 << Non avevo dubbi >>, sorrise, aprendo il pacchetto: c’era una seconda tutina con scritto: I love my uncles Ollie & Katie this much, con anche qui un cuore al posto della parola love, e un bambino stilizzato con le braccia aperte a mostrare quanto.
 
 << L’ha fatta personalizzare >>, sorrise James.
 
 << L’avevo notato, però è molto simpatica >>, ironizzò Xx.
 
 << Dopo li chiamo per ringraziarli. James… oh mio Dio! M-ma… ci ho pensato solo ora… siamo a fine gennaio ormai… e, e… non abbiamo ancora preso niente per miniPhelps! Una culla, una carrozzina, un seggiolino, un fasciatoio… zero biberon, ciucci… quell’affare per sterilizzare…  zero tutine, e bavaglini, e dobbiamo ancora preparare la stanza! Siamo dei pessimi genitori, il bambino nasce a metà maggio! >>, Xx fu presa dal panico per un momento.
 
 << Xx, tranquilla, ok? Una cosa alla volta prenderemo tutto quello che ci servirà, vedrai, per maggio sarà tutto pronto per il suo arrivo >>, la calmò lui, e l’effetto della sua voce e delle sue parole fu istantaneo.
 
 << Ok, si, ce la faremo >>, si tranquillizzò lei con dei bei respiri profondi.
 
 
 
 << James? Che cerchi? >>, domandò Xx vedendolo rovistare tra alcune scatole: lei era a letto, con la schiena appoggiata alla testiera, e stava facendo ascoltare ancora della musica a miniPhelps: dopo Mozart e i The Queen, adesso stava ascoltando i Coldplay.
 
 << Trovato! >>, esclamò, riemergendo da quel caos.
 
 << Cos’hai? >>, domandò curiosa.
 
 << Io… ecco… ho letto che leggere fiabe o racconti ai bambini fa bene, perciò, beh, m-mi chiedevo se posso leggere queste a miniPhelps. È un libro di mia madre, che a sua volta le ha lasciato sua madre… sono fiabe e racconti, in inglese, perciò… >>, James era un po' in imbarazzo: voleva farlo per essere più partecipe alla gravidanza, ma si sentiva anche strano, nel frattempo.
 
 << Vieni a leggere le fiabe al tuo bambino, dai! Tu gliele leggerai in inglese, io in Italiano, così ci dividiamo i compiti >>, fece lei, allungando un braccio nella sua direzione, felice che lui si fosse proposto.
 
 James le sorrise, la baciò appassionatamente, la leggera barba che solleticava il viso alla ragazza, e le sussurrò all’orecchio: << Quando ho finito, dedicherò tutte le mie attenzioni alla mamma >>, prima di stendersi sul letto, il viso appoggiato al pancione con il libro in mano, pronto a leggere.
 
Xx fremette a quell’allettante proposta, mise la musica da parte, e con una mano carezzava la pancia, mentre con la seconda carezzava il viso di James, scompigliandogli di tanto in tanto i capelli, mentre lui iniziava a leggere:  << Once upon time… >>.
 
 

 << James… è stato stupendo! È stato un bel momento tra te e miniPhelps… e sono sicura che ti ha ascoltato tutto il tempo >>, fece Xx più tardi, quando James terminò la favola.
 
 << Lo spero, mi sentivo meno stupido ogni momento che passava >>, disse lui.
 
 << Sono felice per te, e non devi sentirti uno stupido, hai letto una favola a tuo figlio, non c’è nulla di strano in questo >>, gli rispose baciandolo.
 
 << A parte che il bambino deve ancora nascere >>, puntualizzò James.
 
 << Sottigliezze. Stai instaurando un legame con lui già da ora, e io sono molto contenta per questo. Se gli altri non lo fanno è un loro problema, io resto convinta che ti abbia ascoltato. In più… è piaciuto anche a me ascoltarti, mi sono rilassata con la tua voce  >>, lo incoraggiò.
 
James si avvicinò al suo viso, e infilandole le mani tra i capelli, avvicinò il suo viso per baciarla con delicatezza, passando il contorno delle labbra di lei con la punta della sua lingua.
 
 << Non potrei chiedere un papà migliore di te for this baby, sei affettuoso e attento ai suoi bisogni già da ora… >>, sussurrò lei, scostandosi appena dalle sue labbra.
 
 << Thanks… cerco di fare del mio meglio, ma anche tu diventerai una brava mamma. This baby is very lucky ad averci come genitori >>, annuì lui, riprendendo a baciarla appassionatamente.
 
 << Sicuramente vivrà in una casa piena di amore… >>, continuò Xx, infilandogli anche lei una mano tra i corti capelli, mentre con l’altra gli carezzava la guancia e il collo, mentre la leggera barba di lui la mandava già in estasi.
 
Continuando a baciarsi, Xx si distese sul letto, mentre James le andava dietro, non staccando le labbra dalle sue neanche per un secondo, stendendosi sopra di lei, reggendosi sugli avambracci per non pesarle.

 << I am also very lucky to have you as a boyfriend >>, fece lei, gli occhi che si dilatarono quasi impercettibilmente, mentre iniziava a sbottonarsi la camicia –ovviamente una di quelle di lui-.
 
James rimase li a fissarla come un ebete, affascinato da quel semplice movimento, nonostante lei lo avesse ripetuto tantissime volte da quando stavano insieme.
 
 << I have to be very lucky. You are so sexy, anche ora… ho sempre voglia di essere dentro di te, incinta o no >>, disse lui, rituffandosi sulle sue labbra, mentre con le mani le sfiorava i seni attraverso il reggiseno, facendole venire la pelle d’oca.
 
 << Anche io vorrei sempre averti dentro di me >>, ansimò lei, mentre con le mani scendeva sui suoi fianchi, prendendo il bordo della maglietta per sfilarla, mostrando così i suoi muscoli definiti, e la leggera peluria sul suo petto.
 
 << Ah yes, eh? >>, fece lui retorico, sorridendo nel bacio, mentre le sue dita si fecero più esigenti, stringendo un po’ più forte i seni, con più decisione, abbassando la coppa del reggiseno con un dito, senza levarlo del tutto, mentre con un altro le tormentava un capezzolo, scendendo poi con le labbra ad avvolgerlo e baciarlo.
 
  << Q-questa è la parte della giornata che preferisco >>, rantolò lei al suo orecchio, mentre gli scompigliava ancora di più i capelli con le mani.
 
 << I agree >>, sussurrò James, risalendo con i baci lungo il collo, prendendole saldamene i fianchi con le mani, mentre lei aveva gli occhi chiusi, le labbra socchiuse, assaporando quelle sensazioni.
 
Con le mani Xx si spostò sulle sue spalle, carezzandolo e massaggiandolo, mentre lui le baciava il profilo della mascella in modo possessivo: solitamente non era un tipo troppo geloso, ma Xx gli aveva sconvolto la vita, e quando erano in giro insieme e si accorgeva che altri ragazzi la guardavano con sguardi carichi di apprezzamento, anche ora che era incinta, diventava geloso e possessivo, e la avvicinava a lui.
 
Con una mano Xx salì a carezzargli le labbra, mentre scendeva a baciargli il petto, mordicchiandogli piano il capezzolo: prima uno poi l’altro, senza fargli veramente male.
 
Dalla bocca di James uscì un suono roco di apprezzamento, che proveniva direttamente dalla gola, e Xx sorrise tra sé, fiera di essere ancora capace di fargli quell’effetto.
 
 << Mi sembra tu stia apprezzando, non è così? >>, lo punzecchiò, scendendo ancora con la bocca fino al bordo dei jeans.
 
 << Hai… wow, hai ragione >>, riuscì a dire a fatica, perché proprio in quel momento lei gli aveva infilato a tradimento una mano direttamente dentro i boxer, senza che lui se lo aspettasse.
 
 << C-così non v-vale >>, balbettò lui, mentre lei iniziava a stuzzicargli la punta della sua erezione, sbottonandogli i jeans con la mano libera.
 
 << Vuoi che smetta? >>, domandò lei innocentemente guardandolo, arrossendo un po’, iniziando a sfilare la mano da dentro i suoi boxer, ma lui la bloccò subito, riportandola dov’era.
 
 << Direi di no >>, ghignò lui.
 
 << Lo immaginavo >>, fece lei furba, dando una stretta più decisa che fece trattenere a James il respiro.
 
 << Bad girl >>, soffiò lui divertito, baciandole la clavicola.
 
 << Io, eh? Chi è che mi ha preso la mano infilandola dentro le sue mutande? >>, domandò allusiva, alzando involontariamente il bacino per farlo scontrare con il suo.
 
 << E chi è che si è sbottonata sensualmente la camicia, sapendo l’effetto che mi avrebbe fatto? >>, continuò lui, tornando a spostarle la coppa del reggiseno, facendo dei disegni circolari sul seno con un dito.
 
 << Ma io ho la scusa degli ormoni in gravidanza. La tua qual è? >>, sorrise lei, alzando lo sguardo per guardarlo.
 
 << Che ho una fidanzata attraente e sexy anche quando è incinta… and… i’m a boy con dei bisogni, non un santo votato alla castità >>, fece lui, guardandola negli occhi, non trattenendo una risata.
 
 << Quindi sei esattamente come gli altri ragazzi, sotto questo punto di vista, nonostante la faccia da angioletto e quel sorriso timido? >>, domandò lei allegra.
 
 << Temo di si >>, confermò lui, sfoderando il suo sorriso tipico.
 
 << Uno a zero per te, allora >>, si arrese ridendo, non trovando altro da ribattere e troppo occupata, in ogni caso, a godersi le sue attenzioni.
 
 << Mi piace quando arrossisci >>, le confidò lui, il suo respiro che le solleticava il collo, prima di tornare a baciarla.
 
 << Anche io adoro quando fai il tuo sorriso timido e diventi rosso… mi fai innamorare una volta di più >>, disse lei, abbassandogli un po’ i jeans e stringendogli le gambe attorno ai fianchi, guardandolo intensamente negli occhi: doveva ammetterlo, era proprio fortunata ad avere un fidanzato come James.
 
 << I love you >>, gli uscì spontaneo, spostandole i capelli che le coprivano il viso.
 
 << Ti amo >>, gli disse anche lei, tornando a giocherellare con la sua erezione.
 
James si spostò da sopra di lei, sdraiandosi al suo fianco per levarsi completamente i jeans, per poi tornare su di lei, togliendole lentamente i leggins che indossava, sfiorando con la punta del naso la sua femminilità, baciandole l’interno coscia, mentre Xx già si dimenava sotto di lui, aggrappandosi alle lenzuola del letto, stropicciandole.
 
I due ragazzi erano stretti uno all’altra, baciandosi con foga, carezzando l’uno il corpo dell’altra in ogni centimetro disponibile, poi Xx alzò la schiena dal letto, senza spostarsi dalle labbra di lui, e ribaltò le posizioni, finendo lei sopra di lui, sorridendo maliziosa, mentre James, i capelli tutti spettinati, si godeva quello spettacolo privato, solo per lui.
 
Xx si abbassò su di lui, la punta della lingua a sfiorargli il profilo della mascella, le labbra a baciargli il collo, mentre inspirava tutto il suo profumo, e James, solo per un secondo, le circondò le spalle, bloccandola sul suo collo, baciandole la testa per poi lasciarla proseguire.
 
Lei passò le sue mani sul suo petto, mentre intrecciava le dita alla leggera peluria che aveva, scendendo fino all’ombelico in una linea retta, sostituendo le sue dita con le labbra, alternando dei baci delicati a piccoli morsi ai suoi fianchi, mentre sentiva l’erezione crescere sempre di più premerle sull’interno coscia.
 
 << Qui il mio amico chiede di poter uscire, che dici? Lo facciamo venire fuori? >>, domandò lei, innocente, prima di baciarlo sulle sue labbra morbide di nuovo.
 
 << Facciamolo venire fuori. Gli sei mancata molto >>, sussurrò lui sensuale, la sua lingua che scivolava leggera sul suo collo…
 
Xx si drizzò un po' meglio, come a prepararsi a svolgere un compito importante, levandogli i boxer con un unico gesto impaziente: << ciao piccolo James >>, fece lei, a un centimetro dalla sua erezione.
 
 << Ehi! >>, protestò.
 
 << Scusa, non intendevo in quel senso, ovviamente… non mi sono mai lamentata >>, gli sorrise, prima di bagnarsi le labbra, e baciare la punta della sua eccitazione.
 
Xx lo afferrò alla base, tendendo la pelle con il pollice e l’indice, mentre con la mano libera gli carezzava l’interno coscia e i testicoli. Lo leccò due volte, prima di iniziare a succhiarlo piano…
 
James quasi inconsapevolmente poggiò le mani sulla testa di lei, cominciando a scivolare avanti e indietro nella sua bocca, assecondando il suo oscillare.
 
Xx sentiva crescere la sua eccitazione nella sua bocca, fece qualche torsione con la testa, e poi si concentrò completamente sull’estremità, toccando i suoi punti sensibili con la punta della lingua.
 
 << Oh, yes Xx… così >>, gemeva lui, incapace di trattenersi.
 
Xx lo guardò: aveva gli occhi e la bocca socchiusi, ed era tremendamente eccitante… inoltre, sapere che riusciva a ridurre James Phelps, un personaggio conosciuto e famoso, un ragazzone di oltre un metro e novanta a un grumo di piacere… beh, la faceva sentire potente.
 
A un certo punto James si lasciò sfuggire un gemito più forte, e Xx sentì che stava venendo, lo sentiva fremere di più… e qualche istante dopo lui esplose, rantolando il suo nome.
 
James le fece segno di alzarsi con un sorriso enorme, estremamente rilassato, la prese tra le braccia e la baciò con passione, rigirandosi nel loro letto, fino a quando non fu di nuovo sopra di lei.
 
James si alzò in piedi, rimanendo al bordo del letto, la prese sotto le ginocchia e la avvicinò bruscamente al bordo: la prese da sotto il sedere e la sollevò, mentre lei si avvicinava a lui il più possibile che il pancino le permetteva.
 
 << James… sicuro che ce la fai? >> domandò.
 
 << Non hai messo su tanto peso ancora, amore >>, le sorrise, e prima di alzarla le diede una pacca sul sedere.
 
La sollevò e la sbattè -con una certa delicatezza- contro il muro: lei aveva ancora la camicia aperta e il reggiseno abbassato quasi completamente.
 
Si avventò sui suoi seni, baciandoli con urgenza, come se ne dipendesse della sua vita, mentre con la mano che la sorreggeva dalle natiche strinse un po', e la mano che aveva dietro la sua schiena la avvicinava a lui, mentre lei con una mano gli scompigliava i capelli come non mai, e con l’altra passava sulle sue braccia muscolose, godendosi il contatto della barba di lui sulla sua pelle.
 
Con la mano sotto le sue natiche, James scostò con cautela, di lato, le mutandine che si era scordato di togliere, e Xx si spalancò per accoglierlo, con un sorriso radioso, come un bambino che ha appena scoperto che Natale è arrivato in anticipo, chiudendo le gambe attorno ai suoi fianchi.
 
Era inebriante per lei sentirlo dentro, sentirlo muoversi: lui entrava ed usciva con un ritmo regolare, aumentando piano piano, mentre i fianchi di lei si muovevano per accompagnare e seguire il suo movimento.
 
Xx gettò la testa indietro, perdendosi, dopo alcuni minuti di quel ballo privato, in un orgasmo potente, gemendo il suo nome sulla sua pelle sudata.
 
 << James… >>, rantolò lei, stringendosi a lui e baciandolo, mentre tornavano a letto ancora così avvinghiati.
 
 
 << Ehi… sei sveglio? >>, sussurrò piano lei, più tardi.
 
 << Mmm? >>, mugugnò lui, nel dormiveglia.
 
 << Scusa, non volevo svegliarti, torna a dormire >>, fece lei, accoccolandosi di più con la testa sul suo petto, ascoltando il ritmo lento e regolare del suo cuore, che tanto le piaceva e la calmava.
 
 << No, dai… dimmi >>, gracchiò lui, aprendo gli occhi.
 
 << Non è nulla di che… volevo dirti solo che io sto bene qui con te. Mi sento… libera, ma molto amata, coccolata, protetta… credo di non essermi mai sentita così bene con nessuno, come se fosse da sempre che ti aspetto… come se sapessi che ora che ti ho trovato non potrei stare con nessun’altro. Poi questo bambino… è si frutto del caso, ma soprattutto del nostro amore, e avrà un po’ di te e un po’ di me, e io sono onorata ed orgogliosa di questo, nonostante tutte le insicurezze e le paure. Ti amo tanto… >>, tentò di spiegarsi, per quanto possibile alle quattro del mattino.
 
James sorrise tra sè, stringendola di più, baciandola: << Xx… anche io non sono mai stato così felice. Tutte… tutte le relazioni che ho avuto prima di te, mi sembrano così insignificanti ora, come se avessi fatto solo le prove generali per la nostra. Ti amo da impazzire, non ho mai provato nulla di così travolgente ed intenso, e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, dovrai sopportarmi ancora tanto tempo. Sento tutto l’amore che hai per me, mi arriva dalle parole, dai gesti e dagli sguardi, e mi sento amato, con tutti i difetti e i pregi. Farei di tutto per fare felice te e il nostro miniPhelps >>, gli disse, con il cuore in mano, e Xx lo trovò così bello e indifeso, in quel momento, che lo strinse a sè, come a dirgli che non l’avrebbe persa, che non sarebbe andata da nessuna parte.
 
  << Basta continuare così >>, fece lei, dandogli un bacio a fior di labbra, prima di sistemarsi di nuovo con la testa sul suo petto, addormentandosi.
 
 
 
Era un sabato mattina di inizio Febbraio, e James entrò nella camera da letto con il vassoio della colazione in mano, mentre Xx ancora dormiva, e la svegliò con un bacio.
 
 << Buongiorno >>, fece lei sorridendo, gli occhi ancora chiusi.
 
 << Buongiorno a te. Come facevi a sapere che ero io e non un intruso? >>, domandò curioso, poggiando il vassoio sul letto e sedendosi accanto a lei.
 
 << Chi altri mi sveglierebbe con un bacio? Non credo un ladro o un malintenzionato avrebbero fatto nulla del genere. Inoltre… il tuo profumo, quell’odore che emani che mi attrae come una calamita… senza contare che riconosco le tue morbide labbra, quando mi baciano… e questa barbetta appena accennata? Non scherza in quanto a scariche di erotismo.. >>, gli spiegò a occhi ancora chiusi, alzando un braccio per carezzargli il viso con la mano.
 
 << Dici eh? Sherlok, guarda che ti ho portato >>, scherzò lui.
 
 << Ehi! >>, protestò lei, tirandogli una piccola botta sulla gamba.
 
 << Ti amo anche io >>, continuò lui ridendo sotto i baffi.
 
 << Uhm. E cosa avrei fatto, di grazia, per meritarmi la colazione a letto? >>.
 
 << Esisti, e porti in grembo mio figlio >>, rispose con una sincerità disarmante nella voce.
 
 Xx lo guardò fisso per un po'.
 
 << Ci ero quasi cascata. Che ti serve? >>, domandò lei ridacchiando.
 
 << Niente! >>, fece lui offeso.
 
Xx alzò le sopracciglia, continuando a fissarlo.
 
 << Non è proprio un favore… >>, farfugliò sconnesso.
 
 << Ha! Lo sapevo. Continua >>, fece lei trionfante.
 
 << Beh… la settimana prossima, a Birmingham c’è la prima del mio ultimo film. Ora, avevi detto che mi avresti accompagnato, ma… se non te la senti, dopo quello che è successo l’ultima volta, beh, ti capirei… >>, cominciò a spiegarsi.
 
 << Quello che è successo… eravamo a Londra, ma non ho intenzione di non tornarci più… per lui. Quindi non ti libererai di me così facilmente in modo da… amoreggiare con quell’altra >>, soffiò fuori.
 
 << Who else? >>, fece lui, sinceramente disorientato.
 
 << La tua amica con cui hai girato quella scena >>, sputò.
 
 << Non abbiamo fatto sesso davvero >>, puntualizzò.
 
 << Lo spero bene! >>, fece lei scandalizzata.
 
 << Ho l’impressione che Amber non c’entri >>, fece notare lui.
 
 << Certo che sì. Senti, lo so, mi hai detto che non c’è stato niente, che lei ha un fidanzato eccetera. Io ti credo. E so che durante i film gli attori non fanno veramente sesso, sarebbe sconcertante, soprattutto per chi non ha fidanzati o mogli nel settore. Però io voglio essere lì per te, fare il tipo, se serve. Inoltre voglio controllare questa Amber, fidanzato o no. A meno che tu non abbia cambiato idea, certo, per via della gravidanza o qualcos’altro >>, insistè.
 
 << Fingere è il mio lavoro, e so quando qualcuno lo fa, me ne accorgo. Comunque, quando sarai pronta a dirmi tutto lo farai; ti porto con me volentieri, te l’ho chiesto io! Se faranno domande su miniPhelps risponderemo >>, disse infine, avvicinandosi a lei ancora di più, osservandola.
 
 << Quindi devo dedurre che tu fingi, a volte, senza che io me ne accorga? >>, domandò lei sospettosa, più per sviare il discorso, che perché lo pensava veramente.
 
 << Non ci casco, in ogni caso dovresti sapere che con te non fingo mai >>, calcò lui sull’ultima parola, immaginando dove lei volesse andare a parare.
 
 << Certo, si >>, annuì , sentendosi piuttosto in colpa.
 
 << Ma non eravamo partiti bene con questa colazione? Ora basta con questi discorsi >>, aggiunse, data la piega che aveva preso la loro conversazione.
 
 << Certo, ora fai colazione, e dopo andiamo a fare shopping, prendiamo un vestito per te per la prima, e cerchiamo un negozio che venda cose per donne incinte, come ti avevo promesso >>, fece lui, riacquistando il buonumore, lieto che avesse cambiato argomento.
 
 << E tu niente colazione? >>, fece lei guardando il vassoio.
 
 << Già fatta >>, rispose baciandola.
 
 << Ma qui c’è cibo per due! >>, protestò.
 
 << Appunto >>, sorrise lui, dando un rapido sguardo alla pancia di lei.
 
Xx sorrise, seguendo i suoi occhi: << Almeno mi fai compagnia? >>, domandò, accoccolandosi nell’incavo del suo collo con la testa.
 
 << Certo >>, sorrise anche lui.
 
 
 << Ascolta… non è che non mi fidi di Amber o di te. Di te mi fido ciecamente, mi dispiace se prima ho insinuato qualcosa di strano, non volevo assolutamente. E lo so che non fingi, me ne accorgerei, anche se non faccio l’attrice, ti conosco come le mie tasche. Però… cerca di metterti nei miei panni: mi rendo conto che il tuo lavoro ti piace, e io sono contenta per te, e che a volte può capitare di girare scene del genere, ma, vedi, è difficile accettare tutto. Nonostante io mi fidi eccetera, probabilmente mi verrà voglia comunque di staccarle la testa, quando vedrò il film. In più… da quando sono incinta, è cambiato qualcosa in me. Tu mi rassicuri sempre che mi ami, mi trovi bella eccetera, e io non voglio essere una di quelle ragazze che ha bisogno di rassicurazioni ogni minuto, e in ogni caso ti credo… me lo dimostri, quindi non è questo. Non so spiegartelo… ma è qualcosa dentro di me. Voglio dire, tra qualche mese sarò mamma, e io devo riuscire a trovare un compromesso tra essere mamma ed essere donna, senza togliere troppo a una delle due parti. Poi sono la tua ragazza, e devo essere sempre all’altezza del ruolo, diciamo, anche perché dietro di me c’è la fila che arriva fino oltre oceano… e so che tu non lo puoi neanche immaginare, e neanche io, ma potrebbe succedere. Quindi si, ti accompagno, lo faccio per te, perché sai quanto non sia proprio il mio ambiente, e non mi interessa proprio apparire nelle foto su internet, ma lo faccio anche per me… >>, raccontò lei all’improvviso poco dopo, in macchina, quando stavano andando a fare shopping.
 
 << Lo sapevo che c’era qualcosa sotto, ma amore, perché non me l’hai detto subito? >>, domandò lui, prendendole la mano.
 
 << Non è stato facile ammetterlo neanche a me stessa, figuriamoci dirlo ad alta voce >>, fece lei mogia.
 
 << Va bene. Posso riuscire a capirti, almeno fino a un certo punto, e mi dispiace che tu ti senta così. Se c’è qualcosa che posso dire a fare per aiutarti… >>.
 
 << Non credo. Continua così e prima o poi non avrò queste paranoie. Nel caso cambiassi idea te lo dirò. Mi dispiace aver rovinato la sorpresa stamattina >>, ammise.
 
 << Non hai rovinato niente, non preoccuparti >>, le sorrise incoraggiante.
 
 << Però sono stata una sciocca, e mi dispiace >>, si scusò, stringendogli la mano.
 
 << Allora vuol dire che te la porterò un’altra volta, la colazione a letto >>, le assicurò con il sorriso.
 
 << Che hai? >>, domandò subito, vedendo il cambiamento repentino nel viso di lei, che si portò le mani alla pancia.
 
 << N-non lo so. Ho sentito… come delle bolle d’aria nello stomaco, non saprei. È una sensazione strana, non mi era mai capitato >>, disse lei, stringendosi la pancia, e anche lui ci mise la mano sopra, massaggiandola.
 
 << Ti è passato? >>, le domandò.
 
 << Un pochino, forse ho mangiato troppo… o qualcosa che mi ha portato aria nella pancia >>, tentò.
 
 << Può darsi. Quando abbiamo la prossima ecografia? >>, le chiese, per cercare di distrarla.
 
 << Un paio di settimane. Hai impegni in quel periodo? >>, gli domandò.
 
 << No, nessuno, sono tutto per te >>, le sorrise, baciandola al rosso di un semaforo.
 
 << Perfetto >>, rispose lei allegra.
 
 << E… James, tu e Oliver che avete intenzione di fare per il vostro compleanno? >>, si informò.
 
 << Ne abbiamo parlato quando ci siamo sentiti un paio di giorni fa, ma niente di sicuro. Volevamo essere a casa qualche giorno, per quel periodo… ed organizzare una festa con gli amici… che ne pensi? >>.
 
 
 <<È una bella idea, e i tuoi saranno felici di avervi di nuovo per casa >>.
 
 << Ma ovviamente verrai con me >>, fece lui ovvio: avvertiva qualcosa di strano nel tono in cui lo diceva.
 
 << Devo vedere se ho ancora ferie a disposizione, James, non ho un lavoro elastico come il tuo, da questo punto di vista >>, gli fece notare.
 
 << Ma… c’è forse qualcosa che non va? Mi sembri piuttosto strana >>.
 
 << No James… solo che a volte, tu dai questo genere di cose per scontate. Troppo. Intendiamoci, sono felice che tu ti stia organizzando e che veda la tua famiglia, ma… se io non te lo avessi chiesto, me lo avresti detto il giorno prima di partire? E se io avevo altri programmi? Mi hai tagliata fuori dall’argomento! Sono i tuoi trent’anni! E che diamine! >>, si infuriò.
 
 << M-ma, Xx! Che ti succede oggi? Certo che te ne avrei parlato prima, ma avrei aspettato che la cosa fosse sicura. Sei la mia fidanzata e la mamma del nostro bambino, non mi sono dimenticato di te. Non credevo di doverti chiedere il permesso >>, sbottò lui.
 
 << Non devi, infatti, e a pensarci è il tuo compleanno e quello di Oliver, era quasi scontato che tu tornassi a casa. Solo… potevi almeno dirmi che avevi quell’idea, anche se potevo arrivarci da sola >>, continuò.
 
 << Forse sì… ho dato per scontato il fatto che tu ci fossi senza chiederti niente. Lo so che a volte può essere complicato starmi vicino, scusa… >>, disse mesto.
 
 << Oh… James. Non lo so che mi prende oggi. Sono un fascio di nervi, e ho questa aria nella pancia che non mi dà tregua. Sono io che dovrei scusarmi, non certo il contrario. Ci sarò al tuo compleanno, non me lo perderei mai. Tu fai così tanto per me… in realtà sospettavo che tornavi a casa tua, e… >>, ma non finì la frase perché James la zittì con un bacio: aveva appena parcheggiato e Xx manco se ne era accorta.
 
 << Torniamo, a casa nostra. Amore tu sei la mia famiglia, ora.  Mi dispiace se ti sei sentita tagliata fuori, non era mia intenzione, e neanche di Ollie, ma anche lì è un po' casa tua, come mio fratello e la mia famiglia ti ricordano sempre… e poi Xx, sei stata troppo brava fin’ora, pochi sbalzi d’umore in gravidanza, prima o poi doveva succedere >>, minimizzò lui.
 
 Xx si emozionò a quelle parole, così si avvicinò a lui e lo baciò con trasporto, la mano dietro il collo per tenerlo li vicino.
 
 << Grazie per quello che hai detto. E scusami ancora. Andiamo a prendere un bel vestito? >>, domandò più allegra.
 
 << Certo >>, sorrise di buonumore.
 
 
 << Amore… questo vestito ti sta benissimo! >>, decretò James due ore dopo alzandosi dalla poltroncina e avvicinandosi a Xx quando uscì dalla cabina di prova con probabilmente il trecentesimo vestito.
 
 << Sul serio? >>, gli domandò specchiandosi: aveva le maniche in pizzo bianco, salendo il pizzo formava sul petto una scollatura a V non troppo pronunciata sul seno una fascia con svariati brillantini, e appena sotto la fascia, partiva la gonna svolazzante, tutta svasata, che davanti arrivava al ginocchio, mentre dietro il vestito era lungo: la pancia non si notava per niente.
 
 << Si. È il migliore che hai provato, ti valorizza la figura, inoltre non si nota che sei incinta, con un vestito così >>, sorrise lui.
 
 << Io non sono mai andata ad un evento del genere, dici che è adatto all’occasione, o sarò un pesce fuor d’acqua? Il vestito mi piace, ma non vorrei fare una figuraccia>>, gli chiese lei titubante.
 
 << Non potresti fare una figuraccia neanche venendo con un sacco di patate come vestito. Il vestito ti sta molto bene, fidati >>, disse James, avvicinandosi ancora, a mezzo passo da lei.
 
 << Ok, mi fido. E tu cosa ti metterai? >>, domandò lei alzando il viso verso il suo.
 
 << Ho uno smoking nell’armadio, nero. Quindi io e te staremo benissimo insieme… come se ci fosse bisogno di una conferma del genere >>, sussurrò baciandola, e Xx lasciò che la lingua di lui si insinuasse prepotentemente nella sua bocca, cercando di non farlo passare come un bacio pieno di lussuria, ma come un bacetto da nulla.
 
 << J- James… >>, soffiò lei, sorridendo sulle sue labbra, lambendogli la lingua con la propria.
 
 << Si? >>, le domandò soave, staccandosi appena da lei, spingendola piano verso la cabina armadio.
 
 << Niente… >>, si arrese lei, guardandolo negli occhi: voleva ricordargli che erano in un luogo pubblico, e che FORSE certi slanci non era il caso di farli in luoghi del genere, no, certe cose andavano fatte a casa propria, senza occhi troppo curiosi e uditi esageratamente sensibili; certo, voleva dirgli tutto questo… ma era bastato un suo sguardo e si era dimenticata anche come si chiamava.
 
 << Credo che ti strapperò di dosso questo vestito >>, annunciò chiudendosi la porta del camerino alle spalle.
 
 << Devo ancora pagarlo… >>, annaspò lei, già in scarsità d’ossigeno dopo il suo bacio.
 
 << Gli diremo… che era difettoso… >>, sussurrò al collo della ragazza.
 
 << Ho giusto qualcosa da mostrarti…. >>, disse sensuale al suo orecchio, mordendogli il lobo.
 
 << Vuoi farmi impazzire, vero? >>, fece lui voltandola verso lo specchio, mentre lui era ancora dietro di lei.
 
Xx sorrise a quella domanda retorica, ma a disagio cercò di voltarsi verso di lui.
 
 << Stai una favola, non ti voltare e guarda quanto sei bella >>, le disse, mentre le carezzava il sedere nudo, intrufolando le mani sotto il vestito.
 
 << Dovremmo aspettare… può… entrare chiunque… >>, gemette Xx senza troppa convinzione, tenendo chiusi i denti mentre lui provava premere con la lingua su di loro per entrare e baciarla.
 
James non si perse d’animo, e mentre con una mano si avvicinava al punto della sua femminilità, con l’altra entrava nella scollatura sul seno.
 
Xx gemette e senza rendersene conto schiuse le labbra, e lui ne approfittò per entrare con la sua lingua, rincorrendo quella di lei.
 
 “ Sei stato furbo, James “, fu quello che pensò lei, non appena il ragazzo raggiunse il suo intento.
 
 << Cosa devi mostrarmi? >>, le chiese roco, mentre Xx sentiva l’eccitazione premerle sulle natiche.
 
 << Guarda tu stesso >>, rispose lei a fatica, cercando di non cadere in quel vortice di passione in cui si stavano addentrando.
 
James intuì e le alzò la parte davanti del vestito, rimanendo sbalordito: Xx aveva messo un perizoma di pizzo nero, con degli inserti in pelle… mooolto provocante.
 
 << E poi dici a me che non si fanno queste cose? >>, ringhiò lui piano, quasi dolcemente, mentre si avvicinava allo specchio di un passo, e infilava una mano dentro quel tanga striminzito, mentre con l’altra mano teneva sollevata la parte davanti della gonna, nonostante lei cercasse di abbassarla.
 
La presa di James era salda, e Xx rinunciò quasi subito, spostando invece le mani dietro, iniziando a slacciare la cintura dei jeans, abbassando la cerniera…
 
James spostò improvvisamente entrambe le mani, e Xx guardò il suo riflesse nello specchio con espressione corrucciata, mentre lei era ancora indaffarata con il bottone dei suoi jeans.
 
James ridacchiò a quella reazione: << Ma… mi pare avessi detto non era il posto giusto… >>, cantilenò, mentre le sbottonava alcuni bottoni del vestito, passando con le sue mani, talmente leggero che sembrava una carezza.
 
Xx non rispose, ma finalmente, abbassando appena i jeans di lui, intrufolò una mano dei suoi boxer, cominciando a carezzare la sua erezione.
 
James finì di sbottonarle i primi bottoni, e riuscì a spostare un po' la fascia con i brillantini, e intrufolare la mano su un seno, mentre le faceva alzare una gamba per poggiarla sullo sgabello all’angolo del camerino, a fianco lo specchio.
 
Con la mano libera, le sfiorò il collo, i fianchi, la pancia, per poi insinuarsi di nuovo nelle mutandine di lei.
 
Xx stava già gemendo: era tutto incredibilmente erotico, la situazione era fuori controllo, non avrebbe più trovato la forza di opporsi e resistere a quell’assalto... “ come se volessi farlo sul serio “, mormorò una vocina fastidiosa nella sua testa.
 
James le bacia il collo, passando la punta della lingua sulla pelle ipersensibile di lei, che inarcava la schiena, spingendosi più contro la sua mano, baciandogli il collo o qualsiasi altra zona dove riusciva ad arrivare, non mollando la sua erezione, scendendo con una mano a giocare con i suoi testicoli, schiacciando la schiena contro il suo petto, strusciandola contro di lui, giù e su… a tempo delle sue dita…
 
Con la mano che era sul seno, afferrò il sedere di Xx, allargando appena la sua apertura, e lei capì cosa volesse fare e lo assecondò, indirizzando la sua erezione verso di lei.
 
James restò immobile per qualche secondo, come per farle assaporare la sua voglia, e poi cominciò a muoversi… dentro e fuori, dentro e fuori… lentamente… prendendo un certo ritmo…
 
Xx stava morendo di piacere. Era un’agonia che non voleva far smettere mai, mentre James, ormai a meno di trenta centimetri dallo specchio, le girò la testa con una mano verso lo specchio, mentre guardavano assieme i loro corpi che si univano, le loro anime che si mescolavano…
 
Qualcosa in Xx risalì lungo la sua schiena, fino alla testa, e gemette, incapace di trattenere oltre quell’esplosione di godimento.
 
 << Shh >>, fece lui, chiudendole con un dito la bocca, mentre continuava a baciarle il collo, il profilo della mascella… a mordicchiarle il lobo dell’orecchio… tutto con gli occhi rigorosamente puntati allo specchio.
 
Toc Toc
 
 << Signorina… come le sta il vestito? L’ha provato? Se esce lo posso dare un consiglio >>, la voce della commessa arrivò da molto lontano, quasi fosse di un altro continente.
 
 << Rispondile >>, bisbigliò James, dopo 2 secondi di sangue freddo.
 
 << Oh… s-si. L’… l’ho p-provato. Credo prenderò questo, grazie >>, squittì lei, cercando di mantenere la calma… ma era difficile con James che entrava e usciva da lei, apparentemente ignaro della ragazza dall’altra parte della porta.
 
 << Posso entrare? Così magari le do un consiglio >>, insistè.
 
 << NO! >>, quasi urlò vedendo la maniglia della porta abbassarsi, mentre James aveva deciso proprio in quel momento si prenderle un seno con la mano libera - l’altra sempre sulla coscia a tenerla aperta, mettendo “ in mostra “ la loro unione – e stringerlo, irrigidendo il capezzolo.
 
 << M-mi scusi. Ma il mio f-fidanzato mi ha già consigliata al meglio… e mi f-fido del suo giudizio >>, rantolò lei: era allo stesso tempo incredibilmente imbarazzata e assurdamente eccitata dalla situazione.
 
 << Oh… d’accordo. A proposito lui dov’è? Sa, è proprio un gran bel ragazzo, peccato che sia fidanzato >>, si lasciò scappare la commessa, mentre James tentava di non sghignazzare troppo forte, mentre Xx gli tappava la bocca con la mano.
 
 << Si, beh, sarà andato a provare qualcosa per lui, perché non prova nel reparto uomo? >>, fece lei ironico – aggressiva.
 
 << Certo, mi scusi. Si sente ben? La sento un po' strana >>.
 
 “ Ancora qui? Perché non te ne vai? “, pensò Xx.
 
 << Non si preoccupi, non potrei stare meglio >>, rispose a fatica, trattenendo un gemito, mentre guardava il suo ragazzo.
 
 << D’accordo, buona giornata >>, si congedò la commessa.
 
James la penetrò con una spinta più forte delle altre, e Xx gemette più di prima, ormai non riuscendo più a staccare gli occhi dalle loro intimità.
 
Un nuovo, famelico, dolce tormento crebbe dentro di lei, che la fece sussultare in preda a scosso profonde: non esisteva più niente altro, sentiva arrivare l’orgasmo scomposto e sfrenato.
 
Il respiro accellerò , il cuore andava all’impazzata, e senza riuscire a controllarsi Xx quasi urlò: un urlo rauco e potente, mentre James le tappa la bocca, e lei continua ad urlare nel suo palmo, che attutisce la sua voce e i suoi gemiti.
 
James tremò anche lui da capo a piedi, la vista annebbiata, e gemette forte, mentre anche Xx gli metteva una mano alla bocca, per non farsi scoprire, e lui continuò quel lungo gemito cavernoso contro le dita di lei, sprofondando di più dentro Xx, poggiando la fronte allo specchio, respirano affannosamente.
 
Xx e James rimasero ancora un po' così, a regolarizzare il respiro, fin quando lui non uscì da lei, voltandola e baciandola dolcemente, a occhi chiusi, mentre piano piano i rumori del negozio: il vociare dei commessi e dei clienti, le porte della cabina che si chiudono sbattendo, la musica di sottofondo, e i messaggi degli spot pubblicitari non riemergono. Si erano del tutto scordati di dove si trovavano.
 
James le rimise in ordine le mutandine… o almeno ci provò: si rese conto che nella foga le aveva strappate, e le lisciava la gonna, mentre lei gli riabbottonava i jeans: stavano sorridendo tutti e due, divertiti ed eccitati da quanto successo.
 
 Xx lo guardò sconcertata.
 
 << Peccato. Mi piacevano… ma stai bene anche senza >>, le disse lui.
 
 << Allora prendo questo? >>, fece lei diventano rosso pomodoro, alzando gli occhi al cielo.
 
 << Direi di sì >>, fece lui baciandola, dandole un piccolo morso alla fine del bacio.
 
 << Ti rendi conto… tra tre mesi e mezzo diventerò mamma… e sto andando in giro senza mutande! >>, gli soffiò, staccandosi dal bacio.
 
James non rispose, ma scoppiò a ridere di gusto.

Ho provato in tutti i modi a mettere le foto, ma non ci riesco, comunnque trovate in google le foto, sulla prima pagina! Le cuffie sono quelle esterne, grandi... e trovate anche le tutine! Besos!
  
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