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Autore: karasunosking    14/05/2016    0 recensioni
One Direction/AU/College/One Shot/Mega Fluff/Larry/Harry Styles/Louis Tomlinson
"E allora perché leggevi quei mattoni di scienze?"
"Ma io non li leggevo." Louis non riusciva a capirlo era piuttosto confuso, "Guardavo solo le figure aspettando che il signorino qui presente mi notasse." incrociò le braccia intorno al collo di Louis con un sorriso sornione era quasi a un palmo dal suo naso.
"Eh?" ora Louis era davvero confuso. "Non sei uno studente universitario?"
"Studente si, ma non ho mai detto di essere al college."
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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ATTENZIONE:



Tutti i riferimenti a persone e luoghi sono puramente casuali e o sono frutto della fantasia dell'autore.

+

I do not own the lyrics nor the songs I used in this fic, it belongs to their respective owners.

*

Note Autore: Salve, salvino gente, ecco qui che mi cimento per la prima volta per la gioia delle directioners in una fanfic sulla Larry. E no, chiariamo subito che la Starbucks non mi paga per essere citata nella mia fic. Canzoni usate in questa fic sono:

1- Can't stand it – Never Shout Never

2- Talking to the moon – Bruno Mars

3- Wonderwall - Oasis

Buona lettura e fatemi sapere se vi è piaciuta. =D











Louis, era sommerso dai libri nel suo angolo preferito della biblioteca, accanto al termosifone vicino alla finestra.

Non è affatto un topo di biblioteca, ma con l'avvicinarsi della fine del semestre gli esami erano vicini e lui aveva rimandato lo studio fino all'ultimo minuto. Sonnecchiava sommerso dai testi accademici, appunti e fotocopie di filosofia e scienze.

Fu risvegliato da un odore dolce e amaro del caffè.

Alzò lo sguardo, nel posto di fronte a lui vi era seduto di profilo un ragazzo, appoggiato di spalle contro la finestra.

Capelli lunghi e trascurati, gambe incrociate, stava sfogliando alcune pagine del libro che teneva con una mano mentre sorseggiava il suo caffè con l'altro.



Quel ragazzo, non era la prima volta che Louis lo vedeva nella biblioteca.

Ordinato e taciturno, concentrato sulla sua lettura, l'esatto contrario di Louis che era disordinato e giaceva sempre in mezzo a un caos e si distraeva facilmente.



Si tirò su stropicciando gli occhi, aprendoli a fatica, la biblioteca era vuota, a parte loro due. La luce del tramonto che entrava dalla finestra illuminava il contorno del profilo del ragazzo di fronte con un rosso arancione dei suoi caldi raggi. Era una visione mozzafiatante, quel gioco di chiaro scuro e luce rossa del tramonto.

Tramonto.

Louis notò solo allora del tramonto. Era raro vedere il sole in GranBretagna, sempre cupa e grigia, e la vista del tramonto dalla finestra della biblioteca offriva un bellissimo spettacolo di colori.

Il cielo, l'acqua dell'oceano e le case si erano tinte d'un rosso-arancio tenue facendo sembrare il tutto un quadro fermo nel tempo.

Il ragazzo alzò lo sguardo dal suo libro e incrociò gli occhi di Louis.

"Hey!"

Louis sbatté le palpebre, confuso se quel ragazzo gli avesse rivolto la parola o stesse parlando con qualcun altro, si voltò indietro, ma non vide nessuno.



Erano soli.



Lui e quel ragazzo misterioso, il quale gli indicò una tazza di Starbucks posato sul tavolo di fronte a lui. 

"Per te." disse.



Louis lo guardò sorpreso. Di solito non avrebbe accettato mai favori da un perfetto sconosciuto, ma lo aveva visto un paio di volte studiare fino a tardi come lui in biblioteca, e non era in condizioni di rifiutare un caffè gratis, ne aveva bisogno come l'ossigeno.

Notando la perplessità di Louis, il ragazzo aggiunse "...tranquillo, non è avvelenato, oggi c'era l'offerta prendi due e paghi uno!" spiegò sorridendo.

"Oh, capisco...uhm, grazie!" rispose annusando intensamente il vapore caldo che fuoriusciva dalla tazza di carta.

Il ragazzo sorrise alla vista di Louis che teneva la tazza con entrambe le mani cercando di assorbire il calore della bevanda.

"Mmh, caffè caldo, Dio ti ringrazio è proprio quello che mi serviva."

"Esami?"

Luois sospirò annuendo tristemente guardando la montagna di libri e fogli che lo circondava.

"Forza e coraggio, ce la puoi fare!" lo incoraggiò il ragazzo.

Louis sforzò un sorriso sul viso al pensiero che quella montagna era solo la metà della roba che doveva studiare.

Fece un respiro profondo e si rimise a studiare.



Il giorno dopo voleva ringraziare il ragazzo misterioso del caffé, così prima di andare in biblioteca passò da Starbucks e prese due caffè,che poi dovette berlo lui stesso, poiché quel giorno non lo aveva visto.



Anche il secondo giorno prese due caffè e lo dovette berlo per due, nemmeno quel giorno il ragazzo si era fatto vivo.



In quei due giorni d'assenza del ragazzo il tempo si era fatto sempre più cupo, come l'umore di Louis. Non che a Londra il tempo fosse sempre soleggiato, ma quando c'era quel ragazzo fuori c'era sempre il sole.



Terzo giorno, non voleva fare la figura dello scemo che si porta due caffè per poi berlo da solo, decise di non prenderlo. Oltre al fatto che lo teneva sveglio, gli faceva fare tanta pipì. Infastidito dall'idea di fare la figura dello scemo per il terzo giorno di fila, decise di evitare il caffè.



Chiese alla bibliotecaria il nome del giovane sconosciuto, dato che conosceva almeno bene o male quasi tutti gli studenti che frequentavano la biblioteca dell'università, fu un tentativo invano, a quanto pare la bibliotecaria lo aveva preso in antipatia, dato che lasciava sempre il suo posto in disordine e non rimetteva mai a posto i libri nei loro scaffali dopo averli usati.



Louis cominciava a sentire la mancanza di quella silenziosa compagnia.



*



Qualche giorno dopo, lo rivide di nuovo, ma non in biblioteca.

L'ombrello di Louis si ruppe a causa del vento, e si trovò costretto a ripararsi nel primo luogo asciutto e caldo che trovò. Da fuori sembrava un locale accogliente, a Louis bastava che potesse occupare un tavolo senza essere disturbato.

Era un piccolo locale simile a un pub, un luogo in cui probabilmente la sera tardi facevano musica dal vivo, il piccolo palco era allestito da un pianoforte e la batteria e alcuni amplificatori messi qua e là.

Ordinò qualcosa da bere e si mise comodo su un tavolo in un angolo lontano dal resto dei clienti. Il locale era semivuoto, a parte qualche studente diurno come lui che si era riparato là, o stava semplicemente scroccando la connessione wi-fi gratuita del locale.



Louis mise i suoi occhiali e s'immerse nel suo studio, era così immerso nei suoi appunti che non si accorse quando il barista portò il suo ordine. Non si accorse nemmeno quando una figura lo riconobbe grazie a quel suo modo di sedersi spaparanzato ed immerso nel suo studio dell'ultimo minuto. Sentì una mano appoggiarsi nella sua spalla che cercava di vedere i suoi appunti oltre le sue spalle, si voltò e vide che era lui, il ragazzo del caffè.



"Hey?! Ancora alle prese con lo studio vedo!"

Non era una domanda.

"Uhm...beh...oh, si!" disse massaggiandosi il collo nervosamente.

"Posso?"chiese indicando il posto vuoto di fronte a lui "Prego!" e solo allora si accorse che il ragazzo aveva una chitarra sulle spalle.

"Vieni spesso qui?" chiese.

"Um...no, mi si è rotto l'ombrello...e..." indicò l'aggeggio distrutto e mutilato parcheggiato accanto alla sua borsa che un tempo era stato un'ombrello.

"Uhh, vedo, brutta fine!" osservò.

Louis si limitò a un sottile sorriso.

"E tu?"

"A volte, verso quest'ora, non c'è quasi mai un'anima viva."

Louis si guardò intorno, e notò che il locale si era svuotato rispetto a prima, e fuori aveva smesso di piovere ed era uscito il sole.

"Che fai? Suoni in una band?" chiese indicando la sua chitarra.

"Hmm, no preferisco cantare da solo, per ora," disse alzandosi dal suo posto, si tolse la giacca e lo poggiò sulla sedia, lasciando a Louis l'opportunità di notare le sue braccia muscolose sotto quello strato sottile di maglietta bianca che ricopriva, e quello che agli occhi di Louis parve una tartaruga ben scolpita, "vuoi che ti canti qualcosa?"

Louis s'accorse che stava fissando troppo il corpo di quel ragazzo da non aver notato quello che gli aveva chiesto, si schiarì la gola con un'aria confusa.

"Dovresti fare una pausa dallo studio, sai?!" consigliò facendogli l'occhiolino mentre si avviava verso il palco con la chitarra.



Louis si era abituato a vederlo come uno studente modello in biblioteca che quasi a fatica riusciva ad accettare il fatto che fosse quel ragazzo figo sul palco fossero la stessa persona.



Louis scosse la testa, no, gli esami venivano prima di tutto, non poteva permettersi una pausa, non ora che la data è ormai prossimo alle porte.



Il ragazzo sul palco iniziò ad accordare la chitarra.



Louis prese il libro di testo più vicino e si immerse nella lettura.



Il ragazzo si mise a controllare il suono.



Louis scarabocchiò frettolosamente qualcosa su un foglio.



One...



Two...



Three...



Il dolce suono della chitarra cominciò a interrompere il leggero brusio del locale portando l'attenzione di tutti verso il palco.



"Baby I love you, I never want to let you go, the more I think about, the more I want to let it know..."



La sua voce catturò l'attenzione di Louis, e sembrava che lui non aspettasse altro. Non appena i loro sguardi s'incrociarono, il ragazzo cambiò tonalità e cominciò a cantare più brioso e con un sorriso compiacevole sul viso.



"...that everything you do, is super fucking cute and I can't stand it..."



Louis notò che quando sorrideva, gli si formavano due fossette adorabili sul viso. S'accorse che il ragazzo si stava rivolgendo a lui. Le  parole, ogni sorriso, ogni sguardo erano rivolte a lui e a lui soltanto. Sentì le sue guance riscaldarsi, e il battito salire. Aveva una voce bellissima.



"...I've been searching for a "boy" that's just like you...

'causeI know your heart is true..."



Quel ragazzo stava flirtando con lui, la canzone, le parole, i dolci sorrisi con le fossette, ogni suo sguardo, ogni suo gesto erano rivolte a lui. Louis rimase senza parole e respiro.



A fine canzone Louis distolse lo sguardo dal ragazzo, scuotendo la testa cercando di scacciare via quei pensieri strani che avevano preso a fluttuare nella sua immaginazione.

Immaginazione.

Si, giusto, il tutto non poteva altrimenti che essere frutto della sua immaginazione. Forse a causa del troppo studio gli si erano bruciati quei pochi neuroni che aveva nel cervello.



Louis ritornò ai suoi appunti.

Il ragazzo passò alla seconda canzone.

C'era qualcosa di diverso questa volta, qualcosa di diverso nella sua canzone...nella sua voce.

Comese fosse triste.

Louis sentì una fitta al petto, non una sensazione, ma una voce, la voce di quel ragazzo.

Quella canzone, quelle parole, quella voce.

Sembravano quasi un disperato tentativo di catturare la sua attenzione, il suo sguardo.



"...at night, when the stars light up my room, I sit by my self. Talking to the moon. Trying to get to you. In hopes, you're on the other side, talking to me too..."



Alzò lo sguardo per un istante, per vedere che stava cantando con gli occhi chiusi. Una piccola folla si era formata davanti al palco e lui era concentrato sulla canzone. Forse si era sbagliato, non era rivolto a lui quelle parole. Posò tristemente gli occhi sui suoi libri.



Voleva andarsene.



Doveva andarsene.



Che sciocco per solo averlo pensato...

Cominciò a riordinare i suoi appunti e a chiudere i libri.

Il ragazzo passò alla terza canzone.



"...I don't believe that anybody feels the way I do, about you now..."



Louis non sapeva cosa avesse quel ragazzo nella sua voce, così magnetizzante che il solo a sentire il suo respiro tra una pausa e l'altra gli faceva battere all'impazzata il cuore.



E questa volta ci riuscì a catturare la sua attenzione.

Quando alzò lo sguardo s'accorse che stava cantando il suo cuore, quelle parole della canzone quelle esatte parole sono una dichiarazione d'amore. Quelle esatte parole che solo Louis percepì, erano per lui, lo fece capire con la sua voce.



Quel ragazzo sul palco non si stava esibendo per il pubblico, no, stava parlando a lui.



"...there are many things that I would like to say to you, but I don't know how..."



Nessuno dei due osava distogliere lo sguardo l'un dall'altro, quel ragazzo stava aprendo il suo cuore a lui, a un Louis che stava cincischiando sul si, no, boh, non lo so e forse, mentre quel ragazzo avrebbe accettato solo una risposta da lui.



Louis deglutì, non riusciva più a sentire il tamburellare del suo cuore nelle sue orecchie, sentiva solo quella melodica voce.



Il ragazzo posò la sua chitarra, ringraziò il pubblico e si diresse verso Louis, lo prese per il braccio e lo trascinò discretamente ai bagni dove gli rubò il suo primo bacio bloccandolo contro la parete del bagno.



"Mha..ashpettaH!"Louis cercò di divincolarsi dalla presa, "...non possiamo."

"No?" il ragazzo chiese con gli occhi da cuccioletto a cui gli era appena stato negato il biscottino, "Sai quanto ho dovuto aspettare per farmi notare da te? Non negarmi di questa opportunità!"

"Cioè volevo dire, non qui, non adesso. Non posso, ho gli esami di metà semestre fra poco e devo concentrarmi sullo studio!"

"Va bene, tu ti concentri sullo studio e io mi concentrerò su di te!"replicò arditamente.

"Cos...non dovresti studiare per gli esami anche tu?"



Il ragazzo scosse la testa con il suo sorriso spavaldo che mostrava le sue fossette.



"E allora perché leggevi quei mattoni di scienze?"

"Ma io non li leggevo." Louis non riusciva a capirlo era piuttosto confuso, "Guardavo solo le figure aspettando che il signorino qui presente mi notasse." incrociò le braccia intorno al collo di Louis con un sorriso sornione era quasi a un palmo dal suo naso.



"Eh?" ora Louis era davvero confuso. "Non sei uno studente universitario?"

"Studente si, ma non ho mai detto di essere al college."

Louis lo spinse contro il muro di fronte.

"Chi cazzo sei e cosa vuoi da me?"

"Oh giusto, non mi sono presentato ancora, sono Harry piacere di conoscerti Louis."

"Guarda che io non sono...insomma...gay."

"Oh, nemmeno io."

"E allora perché mi hai baciato?"

"Sono gay solo per te!"

"Tornatene a casa ragazzino, non ho tempo da perdere, ho un esame da superare."questa volta Louis stava davvero cominciando a perdere la pazienza.



"E se torno dopo che avrai finito gli esami?"

"Cosa?"

"Se ritorno dopo gli esami, potresti dedicarmi almeno 5 minuti del tuo prezioso tempo?"

"Io...cosa?" Louis non fece in tempo ad obiettare che Harry scoccò un bacio sulle sue labbra prima di correre via, "...non dimenticartelo, è una promessa eh?!"



Louis scioccato ritornò al suo tavolo, e di Harry non vi era nemmeno l'ombra.



Non lo vide più da quel giorno, né al locale, né in biblioteca. E le giornate uggiose cominciavano a influire sempre più sul suo umore.



Quando era stato l'ultima volta che aveva visto il sole? Non se lo ricordava più. Cominciava a sentire la sua mancanza.



Aveva dato i suoi ultimi esami, e si era ritrovato dalle parti della biblioteca. Preso dalla nostalgia vi entrò e si sedette al suo solito posto, accanto alla finestra col termosifone. Con lo sguardo perso nel vuoto fuori dalla finestra stava osservando le gocce di pioggia scivolare sul vetro.



"Son giorni che piove ininterrottamente!"

"Eh già!" concordò annuendo.

"Preferisco il sole alla pioggia!"

"Anche io."

"Vedi? Abbiamo già una cosa in comune!" disse Harry sedendosi al posto di fronte a Louis.

"Wow, dovrei essere impazzito, sento così la tua mancanza che ti sto addirittura sognando qui di fronte a me!"

"Ti sono mancato?" chiese Harry mostrando il suo sorriso con le fossette.

"Mi son mancate le tue fossette!" rispose allungando una mano per toccare con un dito le guance di Harry e...no, non era affatto un sogno.

"Waah!" Louis sobbalzò sulla sedia rompendo la quiete che aleggiava nella biblioteca, guardando scioccato Harry che era compiaciuto dalla sua reazione.

"Anche tu mi sei mancato e non sai quanto!"



"Ma non eri sparito?"

"Mi hai detto di ritornare a fine esame."

"Si, ma li ho finiti secoli fa, come mai hai deciso di farti vivo ora?"

In risposta Harry tirò fuori dal suo zaino un foglio con un'espressione trionfante sul viso.

"Guarda, mi sono diplomato, e mi sono iscritto alla tua stessa università!"

"Diplomato?"prese il foglio dalle mani del ragazzo, "Cosa, diamine? Oh, per Diana, sei illegale!"

"Non più, ora sono un adulto a quasi tutti gli effetti!"

"Si, ma quando ci siamo baciati eri ancora un ragazzino! Ti rendi conto che mi potevano arrestare?"

"Ora non lo sono più, quindi possiamo andare anche oltre al bacio!?"

"Cosa ti fa pensare che io abbia voglia di toccare un'infante?"

"Lo sai!"

"So cosa?"

"Quando ci siamo visti l'ultima volta. Quando ho cantato quelle canzoni tu hai provato qualcosa, non negare."

"E anche se lo fosse?"

"È amore!"

"Ma tu sei pazzo!"

"Si pazzo di te!"



Louis sorrise non poteva negare. Si era convinto che un'emozione del momento e che forse nel tempo quel sentimento si sarebbe placato, dimenticato, come se fosse un terribile mal di testa che passa. E invece era cresciuto ed era diventato avido nel corso del tempo, nei giorni di pioggia e solitari trascorsi senza la sua silenziosa compagnia. Sorrise per il fatto di essere stato così lento a capire che verso Harry poteva provare qualcosa più di una semplice compagnia di studio, ma non voleva nemmeno ammettere la sua sconfitta di fronte a quel marmocchio e di aumentare il suo ego, avrebbe preferito a prendersi a pugni in faccia piuttosto.

"Spero che non ti sia dimenticato della promessa!"

"Quale promessa?" Louis si alzò mettendosi la giacca.

"Non fare il finto tonto!" Harry seguì Louis fuori dalla biblioteca.



"Non ricordo d'aver fatto alcuna promessa. Ricordo solo che "tu" hai parlato di una promessa e che poi sei scappato via prima che potessi rispondere. Però ricordo che ti devo un caffè!"

Il viso di Harry s'illuminò di un dolce sorriso.

"Oops!"

Si rese conto di quanto era emozionato quella volta e la fretta che aveva di crescere e di finire il liceo solo per poter stare accanto a quel ragazzo tutto il tempo del mondo, che non si rese conto delle sue azioni. Arrossì ripensando a quanto era stato stupido allora.

"Allora che fai? Non entri?"

Harry era perso nei suoi pensieri che non aveva notato d'aver seguito Louis fino al Starbucks vicino alla biblioteca e che Louis gli stava tenendo la porta aperta.

"Mentre ci beviamo un caffè caldo, magari mi racconti anche un po' di te, dato che sembra tu su di me sappia già tutto. E...magari mi racconti anche il perché io ti piaccio così tanto." disse facendogli l'occhiolino.

  
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