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Autore: ethy    14/05/2016    5 recensioni
prima mia storia AU
Killian è un ricco ragazzo che incontra Emma in un particolare momento della sua vita a cui si legherà per sempre, i due si perderanno di vista e si ritroveranno con grandi sorprese nel loro presente, non sarà facile riconquistare la fiducia l'uno dell'altro, ma ci proveranno anche se un pericolo incombe sulla vita di uno dei due dovuto ad un passato non molto chiaro.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Killian, ma tuo zio..-
-no, ti ho detto, ho controllato tutti conti, tutti i contratti, perfino i conti dei dirigenti, ma non ho trovato nulla, nessuno spostamento strano di denaro, nemmeno in piccole quantità a cadenza regolare..-
-ma solo lui…-
-no, no quel tatuaggio dovrà avercelo qualcun altro, lui l’ha cancellato, me ne sono accorto quella sera, notte.. quando… beh.. quando.-
 
-mamma…-
-ehi ragazzino che ci fai sveglio a quest’ora? Dovresti essere stanco dopo la gita in barca..-
-non riesco a dormire-
-vieni che ti accompagno su-
Killian mise una mano sul braccio di Emma
-lascia, faccio io- si alzò e lo prese in braccio – andiamo ometto, accoccolati sulla spalla, che storia ti racconto?-
 -ma di pirati ovviamente-
-bene, andiamo-
Dicendo cosi si diresse verso il piano di sopra dove era la camera di Henry, Regina stava passando dalla cucina e lo vide fermarsi a metà scala, chiudere gli occhi fermarsi un momento e riprendere fiato, e poi le scale. Era stato un momento molto veloce, niente da notare, in fondo aveva un bambino di dieci anni in braccio, ma le sembrò strano ugualmente, non disse nulla e si diresse verso il giardino dove Emma seduta sul gradino della veranda guardava le piccole lanterne creare ombre.
-allora sorellina come va con il tuo capitano? Come è stata la gita in barca?-
Si girò verso di lei con un sorriso splendente
-non serve che rispondi, lo vedo da come sorridi, bene ne sono felice-
-anche io,  sai credo di averlo ritrovato.. e poi con Henry è fantastico –
-si vede che ci tiene al bambino-
-già..- annuì la bionda
-ma… che ti preoccupa Emma?-
-veramente nulla, è tutto cosi perfetto-  era veramente tutto perfetto, tranne la preoccupazione quasi morbosa di Killian per la storia della fenice, lo capiva perfettamente, ma doveva lasciare che fossero altri a preoccuparsene..
-Emma, Killian sta bene?-
-perché me lo chiedi Regina?-
-no, è solo un’impressione che ho avuto, l’ho visto affaticato poco fa-
-si sta bene, non ho notato nulla in questi giorni, però grazie, ci starò attenta-
-ok, era solo per scrupolo, vado a prepararmi che stasera esco-
-uuhh, è da molto che non esci… e poi a quest’ora…con chi esci?-
-non penso che ti riguardi.. almeno per ora, poi ti racconterò-
-dai raccontami qualcosa…è bello come penso?-
 
 
Dopo aver lasciato uscire Regina, Emma andò a controllare Henry, lo trovò ancora semisveglio con Killian seduto a fianco a leggergli una favola di un libro enorme che nemmeno ricordava più di avere in casa.
Vederli insieme era bellissimo, si asciugò gli occhi dalla commozione di vederli cosi affiatati, inoltre non si erano accorti che lei era sulla soglia della porta.
-Killian, tu conosci mamma da tanto tempo vero?-
-si ragazzino, la conosco da tanto-
-e.. io.. sai chi è il mio papà?-
Killian rimase di stucco, per un attimo non seppe cosa dire, poteva azzardare una risposta veritiera? Doveva parlarne prima con Emma? In fondo, forse ad Henry qualche sospetto poteva essere venuto, era piccolo ma sveglio..
Gli mise un braccio sulle spalle e se lo accoccolò stretto a sé
-io conosco la tua mamma da molto tempo, le volevo un bene infinito, e gliene voglio ancora, ma vedi, io ho un papà, lo avevo, ma con me non è mai stato un padre.. è stato mio zio che mi ha sempre consolato nel momento del bisogno, era lui che trovavo sempre pronto ad aiutarmi.. non è importante chi è, ma chi lo rappresenta per te-
-perché tuo padre non ti voleva bene?-
-non lo so, forse era solo molto impegnato con il lavoro. Io credo che tu debba dire alla tua mamma che vuoi sapere davvero chi è il tuo papà, anche se saperlo non farà di lui tuo padre..-
-io vorrei che fossi tu-
-se io lo fossi, mi perdoneresti di non avertelo detto?-
-se tu lo fossi beh… credo di poterti perdonare, solo se sposerai la mamma- si sorrisero a vicenda e mentre Killian stava riprendendo la lettura Emma bussò alla porta
-si può entrare?-
-certo principessa, stavamo finendo di leggere, giusto ometto?-
-giusto Uncino!-
-ah!! ho due pirati in casa dunque! Dai Henry è ora di dormire, posso rubarti il capitano? –
-va bene mamma- disse mentre Emma gli diede un bacio sulla guancia, gli rimboccò le coperte e  prese la mano di Killian per invitarlo ad uscire dalla stanza.
 
Accostarono la porta e lui provò a baciarla proprio due passi dopo, ma lei rimase fredda
-hai sentito cosa mi ha chiesto..- disse alzando gli occhi al cielo – senti, io non sapevo che dire, se ho sbagliato.. io ti chiedo scusa-
-no, no è che hai ragione, forse è ora che sappia-
-Emma ne sei sicura? Non, non voglio affrettare..-
-si ne sono sicura- cosi dicendo lo abbracciò e nascose il suo viso nell’incavo della sua spalla, mentre lui le carezzava i capelli sorridendo appena e ringraziando per quell’occasione mai sperata prima.
 
I giorni passavano ed Emma e Killian erano inseparabili, Killian spesso era a cena a casa Mils, Cora non sembrava più cosi ostile nei suoi confronti ed Henry si affezionava sempre di più, chiedeva di lui spesso, e spesso chiedeva i racconti della notte tanto da obbligarlo a resta fino a tardi.
 
 
Una di quelle sere Emma notò Killian poggiarsi alla parte del corridoio,  ingoiare un paio di pasticche e  ritirarsi su, sembrava più stanco del solito  e sembrava accaldato.
Non gli chiese nulla in un primo momento, aspettò di stare da soli, seduti sul dondolo a contemplare le stelle luminose di quella sera.
 
-Killian, tutto bene?-
-certo, perché me lo chiedi?-
Lui si girò a guardarla, fissò dolcemente gli smeraldi che a loro volta fissavano i suoi zaffiri..  quel momento sembrò interminabile, fino a quando lei non ruppe il silenzio.
-sembri stanco, e prima ti ho visto prendere..-
-vieni qui- disse stringendola a sé –tranquilla Swan, è tutto sotto controllo, sto bene, sono solo un pochino nervoso, mio zio mi ha chiamato, mi ha detto che tra qualche giorno forse dovrò andare da lui, ed io non ho ancora scoperto nulla per aiutarlo..-
-ma tu non devi scoprire nulla, non devi pensarci tu, ci sono persone che se ne stanno occupando, non metterti in pericolo-
-ehi, ehi, calma principessa, non fare quella faccia, non voglio mettermi in pericolo proprio ora che ci sei tu e che c’è il nostro pulcino, non farò l’avventato ma..-
-devi scoprire chi è che ha quel tatuaggio.. visto che non è tuo zio, ma tu non eri un pirata? Ora perche devi giocare a Sherlock?-
 
 
 
 
***
 
 
 
 
-allora? Sto bene si o no?-
-diciamo di si, ti stai stressando troppo in questo periodo Killian, non potrai continuare per molto a fare questa vita, rischi di rovinare tutti gli anni in cui hai dovuto operarti-
-avevate detto che quella sarebbe stata l’ultima volta, che sarei stato bene- disse furioso
-è vero infatti, ma chi immaginava che ti saresti messo a girare il mondo, a fare un lavoro pesante pure per chi non aveva mai avuto i tuoi problemi? Hai rischiato, ed ora se non ti tranquillizzi, rischi di rioperarti, sempre se è ancora possibile-
-non mi interessa, io non voglio più operarmi, ho chiuso con quella storia-
-stai scherzando? Ti conosco fin da bambino, hai sempre lottato-
-io, io non voglio più sentirmi squarciare il petto, non voglio più sentire il peso del mondo sul mio sterno, cosi pesante da non respirare,e… da aver paura di affogare anche solo con’aria. Io non mi sottoporrò a nessun altro intervento.. –
-prendi queste, ti aiuteranno, quando ti sentirai soffocare, ma se senti il bisogno di prenderle tutti i giorni torna, fammi sapere o sarò costretto..-
-lo so... comunque grazie-
Si alzò dal lettino e se ne andò quasi sbattendo la porta dello studio.
 
 
 
***
 
 
 
qualche sera dopo Killian annunciò che sarebbe partito a breve, che suo zio lo aveva chiamato per dirgli che se voleva partecipare alla missione di consegna poteva raggiungerlo, ma che avrebbe fatto il possibile per tornare presto, Emma gli disse di non preoccuparsi, era lì ad aspettarlo, e lì sarebbe rimasta… gli stava dicendo di si, veramente, ed al suo ritorno avrebbero detto ad Henry la verità, nulla poteva farlo sentire più felice di cosi.
 
Partì con la gioia di aver chiuso con il passato, e di iniziare una nuova vita.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
-quindi sarà al deposito due-
-bene, sai che non voglio che venga ucciso..-
-perché dovrei tenere da conto quel che vuoi? Eh? Ti sono grato della possibilità che mi stai dando per chiudere questa faccenda, ma perché dovrei risparmiarlo?-
-perché so chi sei veramente, cosa che a quanto pare lui non è riuscito a scoprire, so dove vivi, chi è tua moglie e che aspetta un bambino, è sufficiente questo?-
Rimase un attimo interdetto prima di rispondere con un sorrisino perfido sulle labbra.
-sai anche che non è facile entrare in casa mia-
-oh si che lo so, infatti ho faticato molto per riuscirci- disse Brennan  mostrandogli delle foto scattate col suo cellulare
-queste non provano niente, potresti aver solo violato le telecamere di sicurezza-
Gliene mostrò una quarta, in cui lo raffigurava dentro la casa del suo interlocutore che non potè che fare silenzio ed acconsentire alla richiesta.
Brennan per essere sicuro aggiunse -mettimi alla prova se vuoi- e cosi dicendo, controllò il trasferimento del denaro richiesto, direttamente dal cellulare, e lo salutò con un cenno della mano.
Si sarebbe vendicato, oh si,  si sarebbe vendicato di questo affronto.
 
La prima parte del piano era andata, ora doveva mettere in atto la seconda.
 
 
 
 
***
 
 
 
Killian era arrivato sulla piattaforma in anticipo, difatti Eithan lo guardò perplesso.
-sei caduto dal letto nipote?-
-no, no è che non vedo l’ora di finire..-
-ah capisco…- disse in tono canzonatorio Eithan, la facoltà di leggerlo come lui faceva come con  Emma lo rendeva vulnerabile, ed a Killian non piaceva affatto sentirsi cosi esposto, ma non potendo farci nulla rimase in silenzio  -immagino che  impazzirò dietro orde di giornalisti petulanti che vorranno sapere quando, dove, con chi…-
Killian arrossì leggermente, ed annuì felice, era parecchio che non sorrideva a quel modo si disse tra sé lo zio.
-allora, coraggio vieni qui e controllami subito che abbiano trasferito il petrolio necessario nella seconda cisterna, e che il deposito 3 sia in ordine per il prossimo carico che deve arrivare stasera-
-certo, vado subito-
 
Killian vide con la coda dell’occhio suo zio dirigersi al deposito 2 e si chiese che altro dovesse fare li dentro, visto che per i due giorni successivi le attività erano già schedulate sul programma che gli aveva appena consegnato. Si distolse da quei pensieri e si diresse dove gli aveva chiesto, cercò di sbrigarsi magari poteva raggiungerlo e dare un’occhiata.
 
 
Eithan entrò nel deposito di soppiatto, cercò di non far rumore, si accordò con uno dei suoi uomini, mentre si assicurò di vedere Killian girare per la direzione giusta e Clarke fargli un cenno di ok da dietro la schiena, quasi impercettibile, ma per loro allenati a questo era visibilissimo.
Non voleva averlo sulla piattaforma, dopo aver saputo dell’intrusione, stava cercando di tenere la situazione sotto controllo e di non far notare nulla di stravagante, se sapevano come intrufolarsi lì, sapevano anche che Killian doveva arrivare e se si fossero accorti della sua mancanza probabilmente sarebbe saltato tutto, e nonostante volesse proteggere il nipote non poteva far saltare questa missione, era ora che Gold finisse in carcere una volta per tutte.
 
 
 
 
***
 
 
 
Casa Mils
 
-Mamma?! Sto cercando Henry, lo hai visto?-
-era in giardino pochi minuti fa.. – disse Cora affacciandosi dalla cucina, era pronta, Eithan le aveva fatto sapere di stare all’erta, che c’erano 2 agenti in più dietro la casa e che poteva chiamarli all’ordine se necessario..
-lo hai trovato Regina?-
-no, ma è strano, era con me, mi ha detto che sarebbe andato in giardino a prendere un gioco che aveva lasciato li… mamma eccolo… il gioco l’ha lasciato qui…-
Cora si allarmò all’istante, si diresse in giardino e vide ai confini con l’altra casa l’agente di perimetro a terra.
-Regina entra in casa, RUBY,JEFF,dite a Robin di prendere la macchina di corsa!-
Quasi dal nulla comparve Ruby con in mano un cellulare d’emergenza, Regina guardò la domestica con aria sospetta.
-avete caricato qui il programma?-
-si signora-
-bene, accendi, vediamo se si sono accorti del chip-
-mamma che succede?-
Nel mentre comparve Jefferson con una valigetta che aprì davanti a Cora e Regina, dentro c’erano 3 pistole e molti caricatori, Regina guardava esterrefatta e non capiva assolutamente vedendo sua madre prendere le pistole metterne una sotto la giacca, dove c’era già una fondina posizionata, una dietro la schiena e quella più piccola nello stivaletto sotto il pantalone.
-mamma?? Il chip? Ma cosa?-
-Regina tesoro, ti spiegherò tutto al mio rientro, è probabile che lo abbiano rapito, vai da tua sorella, trattienila fuori dai guai ok? Lo riporteremo a casa, vedrai. Prendi questo cellulare, è una linea sicura, non usarlo finchè non ti mando un messaggio ok?-
-Robin con la macchina capo-
-Bene, li abbiamo localizzati?- chiese a Ruby mentre si stava dirigendo alla macchina lasciando la figlia completamente basita.
-si, stanno andando al porto-
-MALEDIZIONE, presto, presto.. –
Robin accelerò cosi tanto da far sgommare l’auto, e si diressero al porto.
 
Regina li vede allontanarsi, poi un uomo in giacca e cravatta, le si avvicinò aiutandone un altro vestito uguale
-signorina stia dentro, prego, non esca-
-io devo andare da Emma-
-signorina, entri un momento, adesso-
Senza protestare troppo entrò in casa ed aspettò spiegazioni da quegli uomini
-vi ascolto, che cosa è tutto questo?-
-eravamo qui per impedire azioni di questo tipo, ma il bambino ci è sfuggito dalla visuale, il signor Jones senior, ha richiesto di sorvegliarvi, ci sono faccende poco chiare per cui sospettava un attacco verso suo nipote …-
-non serve aggiungere altro, ho capito, ma mia madre… non fa nulla, devo andare mi ha detto di andare da Emma-
-siamo qui per scortarla signorina Mils-
-bene non perdiamo tempo-
 
 
Intanto Cora stava inseguendo il segnale del chip messo nella cintura dei pantaloni di Henry, sperando che non se ne fossero accorti, almeno subito. Aveva il backup nel primo bottone della polo, si sarebbe attivato solo una volta spento il primo.. pregò che la cintura non fosse diretta in un posto dove non era diretto Henry.
-hanno cambiato strada, stanno andando in centro città..-
-seguili non perderli-
Mandò un messaggio ad Eithan dal cellulare preso da Ruby, non scrisse nulla di particolare se non le iniziali del bambino, avrebbe capito sicuramente.
 
 
 
 
Quando il messaggio di Cora arrivò ai telefono di Eithan e Clarke, Killian era appena entrato nel deposito tre.
-signore torno subito le dispiace?-
-ah no,  Clarke no, prego-
Clarke non si allontanava mai di più di 10 metri da Killian ma ora stava uscendo dal magazzino.. Killian distrattamente si girò a guardarlo, lo vide armeggiare con il telefono, poi vide l’uomo di suo zio uscire dal deposito due.. si insospettì e nascondendosi dietro a delle casse si avvicinò per sentire.
-prendi tu il comando- disse la scorta di Eithan, e Clarke annuì senza dire nulla.
 
Killian tornò dove era e Clarke rientrò senza badare che si fosse spostato.
 
“Cosa stava succedendo?” Si chiese Killian, decise di terminare il suo lavoro e di andare poi a verificare cosa stesse facendo Eithan.
 
 
Finito il lavoro, tentò di andare al deposito, ma Clarke lo portò nell’ufficio di Eithan con la scusa che suo zio lo stava aspettando già.
Killian vide l’ufficio vuoto, e si sedette nervosamente, che motivo aveva di tenerlo chiuso in quella stanza?
Cominciò a rovistare tra i documenti dello zio.. Clarke era fuori la porta, stava parlando con qualcuno e lui  si mise a sbirciare senza essere disturbato.
Tra le varie carte vide un documento con un colore diverso, la carta era vecchia.. lo sfilò lentamente..
C’erano molti foglii attaccati tra loro sembravano fotocopie pero’.. no, sembravano copie di un fax, un fax comunque volto vecchio.
Scorrendo tra le pagine si accorse di un esame clinico,era un test genetico.. ma non riusciva a leggere i nomi, erano, sembravano copie di copie.. ma da qualche parte i nomi dovevano pur stare altrimenti, questi documenti erano inutili, continuò a sfogliare, il risultato del test era “relazione padre figlio” perché questo test?
Per un attimo realizzò di avere un cugino, forse tutto questo mistero era dovuto al fatto che in passato lo zio avesse avuto un figlio, qualcuno lo stava minacciando per soldi? Oppure questo figlio non era più in vita? Spiegherebbe l’umore di Eithan ed il suo costante rammarico negli anni, e anche perché non vi erano stati spostamenti di soldi.. ma perché ora questi documenti erano qui, visto che sembravano vecchi? Abbastanza vecchi.. No, si convinse che con la faccenda del tatuaggio non c’entrasse nulla, e nemmeno con le apparenti norme di sicurezza che stavano attuando in quel momento…
Avrebbe chiesto spiegazioni, se aveva un cugino voleva saperlo, adesso.
Clarke era ancora impegnato fuori la porta, cosi continuò a sfogliare quel blocco di documenti e trovò la copia di una lettera…
La staccò dagli altri fogli, per leggerla meglio e nel caso per infilarla in tasca.
 
 
Eithan, non so come sia andate le cose, se sono sopravvissuta o se non sono nemmeno riuscita a vedere il mio piccolo tesoro, ma questa lettera te la dovevo..
 
Manca ancora un mese alla nascita del mio cucciolo e non sai quando sia felice di non aver dovuto rinunciare a lui.
Mi sono assicurata che gli venga dato il nome che ho scelto per lui, ho suddiviso i miei beni tra lui e Liam, e li ho messi al sicuro, dove tu sai, in Svizzera.
Io ti prego Eithan, in nome di tutto quello che c’è stato tra noi, ti supplico di badare al bambino se io non dovessi farcela.
Mi rendo conto di  quello che ti sto chiedendo, perché so bene come la prenderà tuo fratello, ma  ho paura che non riesca a ragionare dovesse accadere il peggio.
Vi ho sempre amati entrambi, non sarei mai stata in grado di scegliere tra voi se tu non fossi scomparso per due anni e non ti avessero dato per morto… perfino il tuo reggimento.
Ancora mi chiedo come tu sia riuscito a tornare, ho solo ipotesi, e se ho ragione, hai trovato la tua avventura.
Sono felice per la realizzazione dei tuoi desideri, della tua sete di giustizia e di rendere il mondo un posto migliore, e per questo motivo, so che sarai quel che non sarà Brennan per il bambino, ma io, mio caro Eithan non sono fatta per le avventure, e per questo ti chiedo infinitamente perdono.
Per tutto quel che ti ho fatto, ti prego di perdonarmi.
 
 
Stai vicino a Killian, Eithan, ti prego, non lasciarlo mai.
 
 
E questa lettera da dove sbucava? Non riusciva a leggere il resto perché era sbiadito, forse su un altro foglio, ma non fece in tempo a prenderlo, Clarke entrò e lui si mise in tasca quel foglio.
 
-non è il caso di muoversi da qui signore, c’è qualche problema fuori…-
 
 
 
Clarke non fece in tempo a finire di formulare la frase che sentì dei colpi provenire dal deposito a fianco, senza attendere direttive dalla sicurezza Killian si precipitò di fuori ed entrò nell’altro deposito.
 
 
Si appiattì dietro la porta ed entrò sgattaiolando dietro ad una pila di contenitori, Clarke lo seguì e lo acciuffò letteralmente per un braccio.
-Killian fermo, non fare un altro passo-
Il ragazzo si girò vide il volto dell’uomo preoccupato con in mano un giubbotto ed una pistola.
-mettilo subito-
-cosa?-
-non fare storie ragazzo, mettilo e resta fermo, tuo zio sa quel che fa, ma stai in disparte, non avresti dovuto essere nemmeno qui-
-mio cosa? Che succede? Chi sei tu?- “bingo!” dalla faccia che aveva appena fatto Clarke, Killian aveva fatto la domanda giusta.
-sono qui per proteggerti e per altre cose, che saprai presto, ora fermo qui, ok? Non mettermi nei guai-
Clarke si spostò più avanti, cercò di vedere oltre le casse cadute a terra…
 
Nel momento in cui Clarke si allontanò Killian riprese a pensare a quei fogli, messi li sparpagliati sulla scrivania dello zio, e quella lettera.. non l’aveva mai vista prima era sicuro che non dovesse essere lì… Eithan era troppo scaltro per lasciare documenti in giro, qualcuno era stato lì dentro ed aveva rovistato nella cassetta di sicurezza.
“ma perché tenere un test del dna e quella lettera nella cassetta di sicurezza?” per un attimo non si capacitò, poi lentamente.. ricongiunse tutte le parole che il padre gli urlava contro quando si arrabbiava con lui e gli sembrò chiaro, ora, che forse lui non era chi credeva di essere…
Si appiattì sui contenitori, ed iniziò ad annaspare come se stesse affogando, sentì l’aria mancargli completamente, mise una mano in tasca e tirò fuori il flaconcino delle pasticche, ne prese un paio e solo quel gesto lo fece star meglio.. la vista gli si stava offuscando, non stava per svenire come credeva, a causa delle pulsazioni accelerate a premergli sulle tempie, stava dando spazio a quei pensieri che nel profondo aveva sempre avuto, alla speranza di avere un padre affettuoso che non fosse il suo, al realizzare che lo zio era sempre presente, e insieme a Liam era sempre pronto a difenderlo, a consolarlo e farlo sentire parte della famiglia, stava semplicemente realizzando che aveva vissuto anni ed anni dentro ad una menzogna senza capirne il motivo, e per questo gli si riempirono gli occhi di lacrime, di dolore e rabbia, di astio in suo padre.. in entrambi i suoi padri.. odio profondo… e poi il dubbio.. quando suo zio aveva scoperto il tutto?
Non era sicuro di tutto quel che stava pensando e sentendo, ma non era stupido, se veramente fosse stato suo padre lo avrebbe portato via dal fratello, si ricordava i litigi per lui... Quando lo aveva scoperto? E perché non averglielo detto poi?
 
Allo sparo successivo, Killian si riprende dai suoi pensieri e si concentrò sulla conversazione che si teneva poco distante da lui.
-Per favore, basta, non possiamo più andare avanti cosi.. due anni fa il deposito, poi la petroliera, ora questo.. facciamola finita tra di noi e basta-
-non penserai che sia cosi facile giusto?-
-vuoi me, bene eccomi sono qui-
 
Non capiva bene chi parlasse con Eithan, riuscì a sporgere il viso dallo spigolo di uno dei contenitori e rimase senza parole, rimase immobile e sconcertato, mentre un uomo lontano da lui, in cima alle casse a sinistra, era pronto nella sua direzione.
Clarke lo vide e…









note dell'autrice: buon pomeriggio a tutti, questo capitolo forse è un po' lungo, ma dovevo spiegare un po' di cose, e siamo vicini alla resa dei conti.
Non so bene quanti capitoli ci saranno ancora, ma non siamo lontani dalla fine.
bene spero vi piaccia a presto
Ethy
   
 
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