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Autore: Tessie_chan    14/05/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ecco. Questa era la prima parte della storia. E' così che è cominciato tutto. 
Sono trascorsi ormai quasi cinque anni da quando sono tornata a casa, e in questo arco di tempo è successo di tutto...  e io non so davvero da dove cominciare, e sicuramente dovrò essere molto breve.
Ho trascorso gli ultimi cinque anni ad allenarmi e a studiare nuovi incantesimi con una assiduità e uno zelo che sono stati al limite dell'impossibile. Niente riusciva a fermarmi, non le ferite, non la fatica, non il dolore fisico e spirituale. 
Non mi sono fermata neanche quando, all'età di appena diciassette anni, sono diventata a tutti gli effetti Maestra di Arti Magiche. Era come se ci fosse una strana e sconosciuta enegia a sostenermi. Insieme alla mia famiglia, ovviamente.
Già, la mia famiglia. Mi affaccio alla finestra, e osservo con un sorriso i membri della mia famiglia che si divertono e si allenano in giardino.
Masahiro, Nex, Selina, Gon, Desirée, Alluka e Lysandro. La mia bellissima famiglia, che involontariamente io stessa ho riunito.
Per i due primi anni vissi sola con mio fratello Masahiro, mio cugino Nex e mia zia Selina. Ma, a quanto pareva, qualcuno da qualche parte pensava la mia famiglia non fosse completa.
Altrimenti non saprei come spiegare il fatto che, qualche giorno dopo il mio sedicesimo compleanno, Gon si presentò alle porte del mio castello, annunciando che desiderava rimanere a vivere insieme a noi.
Ricordo bene quel giorno: ero nel mio laboratorio, e stavo lavorando a un nuovo incantesimo di controllo, quando Masahiro fece capolino dalla porta.
<< Tess, c'è una persona che chiede di te! >>
<< Una persona che chiede di me?! Nii-sama, ti sei dimenticato che io sono a tutti gli effetti latitante?! >>
<< No, certo che no! Ma non hai motivo di preoccuparti, secondo me, perchè si tratta di... >>
<< Tess! Che bello vederti, finalmente! Ma lo sai quanto ci ho messo a rintracciarti?! >> gridò Gon piombando come un tornado nella stanza, e gettandomi le braccia al collo come un bambino.
<< Gon?! Ma... come hai...? >> 
<< Oh, se sapessi! Ho così tante cose da raccontarti! E' successo di tutto negli ultimi due anni! Ma tu come stai? Ti trovo in splendida forma! Sei diventata più alta, e ti è anche cresciuto il seno... >>
<< GON! >> gridai io, scandalizzata.
<< Che c'è? Che ho detto? >>
<< Lasciamo perdere. Mi dici come hai fatto a trovarmi? >>
<< Non è stato facile, in effetti. Ti ho cercato praticamente ovunque, ad un certo punto ho temuto che fossi ad Avalon, e che non ti avrei mai trovata! Poi però ho pensato che forse eri semplicemente tornata a casa, come ho fatto io quando sono andato a trovare mia zia Mito, ed eccomi qui! >> Gon mi sorrise in maniera così buffa che non potei fare a meno di scoppiare a ridere << Oh Gon, mi sei mancato così tanto! >> dissi, abbracciandolo forte << Ma non devi dire a nessuno che sono qui! Me lo prometti?? >>
<< Certo! Croce sul cuore! >>  esclamò Gon, e in quel momento fui assalita da un dubbio tremendo << Aspetta! Non avrai portato anche Killua con te, vero??! >>
<< No no, sono venuto da solo! Dai, siediti, che ti devo raccontare un sacco di cose! >>
E così Gon cominciò a raccontare: mi parlò dell'avventura che aveva vissuto con Killua a Greed Island, del tremendo conflitto con le Formichiere (parenti alla lontana dei demoni, anche se meno potenti) in cui purtroppo Netero aveva perso la vita, delle tremende ferite che aveva riportato e di come Alluka, la sorella minore di Killua, lo avesse salvato, della separazione da Killua, che si era messo in viaggio con la sorellina, e di come, dopo tante peripezie, alla fine aveva incontrato suo padre.
<< Ero così contento, Tess! Abbiamo parlato a lungo, Jin mi ha raccontato tutte le sue avventure! >>
<< Sono felice per te, Gon! Ma questo non spiega perchè mi stavi cercando! >>
<< In realtà non c'è un vero motivo. Volevo vederti, mi sei mancata, e poi a me non piace stare da solo! Così ho pensato di venire da te, visto che non ti vedevo da tanto tempo! >> Gon si guardava intorno, incantato << Caspita, questo castello è enorme! Dimmi Tess, posso rimanere a vivere qui con voi? Non so proprio dove andare! >>
<< Rimanere a vivere qui? Non esiste proprio! >> risposi di getto, senza pensarci.
<< Perchè? Ti ho già detto che non dirò niente a nessuno! >> Gon mi guardò confuso << Mi stai nascondendo qualcosa, Tess? >>
A quella domanda non sapevo come rispondere! Che gli potevo dire? Di certo non la verità!Gon insistette e protestò così tanto che alla fine mi arresi << Va bene, puoi restare! Ma sappi che ci sono delle regole in questa casa, e anche tu dovrai rispettarle! >>
<< Farò tutto quello che vuoi, promesso! Evviva!>>.
E così Gon è rimasto con noi. Ne sono stata felice. Mi mancava tanto la sua ingenuità disarmante, e la sua bontà priva di malizia.
Ma non poteva mica finire così! La mia famiglia era ancora lontana dall'essere completa!
Nemmeno tre mesi dopo, infatti, ho portato io stessa Alluka a casa con me.
Una sera ero a Amsterdam per lavoro... Ah già, non ve lo avevo detto, qualche mese dopo il mio ritorno a casa ho cominciato a lavorare come Lost Hunter, e ora, insieme a Gon, sono considerata una delle migliori in circolazione. Dicevo, ero ad Amsterdam per lavoro, mi era stato chiesto di trovare un giovane Hunter della mia stessa età di cui non si avevano notizie da mesi. Fu facile trovarlo, era in un sexy-shop, strafatto di Dio solo sa cosa; lo spedii al quartier generale degli Hunter con un incantesimo, e me ne andai.
O meglio, feci per andarmene, perchè infatti neanche dieci metri dopo mi imbattei in un gruppo di brutti ceffi completamente ubriachi, che stavano importunando una bambina di circa tredici anni.
Mi avvicinai e dissi << Scusate, ma non vi sembra un po' troppo giovane per voi? >>
Quelli mi guardarono, e probabilmente stabilirono che io fossi una preda più appetibile, perchè provarono ad aggredirmi; due secondi dopo erano per terra con diverse ossa rotte, e io mi avvicinai alla bambina.
<< Stai bene, tesoro? >>
<< Sì, grazie per avermi salvato da quegli uomini cattivi! >>
<< Non dirlo nemmeno. Forza vieni, sei pallida, hai bisogno di bere qualcosa! >>
La portai in un bar e le feci portare un succo di frutta e una fetta di torta, su cui lei si avventò con entusiasmo, come se non fosse accaduto niente, e nel frattempo mi guardava curiosa.
<< Sai, io credo di conoscerti! Mio fratello ha una tua foto nel portafogli, la guarda spesso con le lacrime agli occhi, anche se in quella foto sei un po' più piccola! >>
<< Tuo fratello? >>
<< Sì, il mio fratellone Killua! Fino a poco tempo fa viaggiavamo insieme, ma io gli ero d'intralcio nel suo lavoro di Blacklist Hunter, così ho deciso di cominciare a viaggiare da sola! Però forse non è stata una buona idea, forse dovrei imparare a combattere... >>
<< Un momento, perciò tu sei Alluka Zaoldyeck?! >>
<< Sì, sono proprio io! Perciò anche tu mi conosci? >>
<< E' stato Gon a parlarmi di te... >>
<< Gon, il migliore amico di mio fratello? Allora vive con te! Il mio fratellone si chiedeva che fine avesse fatto! >>
Io nel frattempo non la ascoltavo più, la mia mente lavorava velocemente. Sapevo dei poteri di Alluka, e quindi di Nanika, Gon me ne aveva parlato; più di una volta ci avevo riflettuto, ed ero sempre stata convinta che fino a quel momento il potere di Alluka avesse portato così tanta morte solo perchè la poverina non aveva ricevuto alcuna lezione su come usarlo, anzi era stata respinta come un mostro,  e questo le aveva causato dolore. Il fatto che con Killua non esprimesse desideri cattivi era la prova che il suo potere poteva anche essere usato senza far male a nessuno.
E adesso Alluka era lì con me, indifesa e incapace di difendersi, da sola, lontana da Killua.
Non potevo lasciarla lì. Avevo già fatto troppi torti a Killua, non potevo fare anche questo. La bambina aveva bisogno di protezione.
<< Senti, Alluka... ti piacerebbe venire a vivere con me?  Io vivo in un grande castello, in mezzo a tanto verde! Sono sicura che ti piacerebbe tanto! E potrei anche insegnarti a combattere, che dici? Così più nessuno potrebbe farti del male! >>
Alluka accolse con grande entusiasmo la proposta, e accettò << Lo sapevo che eri buona e gentile! Mio fratello non ti amerebbe così tanto, altrimenti! >> disse abbracciandomi, e io affondai il viso nei suoi capelli, per nascondere le lacrime.
Così anche Alluka divenne parte della mia famiglia. Mi affezionai subito a lei, era una bambina così dolce, che aveva sofferto così tanto.... era quasi una figlia per me. Le insegnai a combattere e a difendersi, e creai un ottimo rapporto anche con Nanika: le spiegai che non era giusto fare richieste così crudeli agli altri, che a volte è bello donare senza ricevere niente in cambio, ma che allo stesso tempo non doveva permettere a nessuno di approfittarsi di lei. 
Entrambe mi trattavano come una madre, e passavo molto tempo con tutte e due.
Trascorse altro tempo, e ormai io ero pronta per il passo successivo: diventare Maestra di arti Magiche.
 Sapevo bene che c'era solo un modo per essere riconosciuta Maestra, e cioè sconfiggere in duello un altro Maestro alla presenza di testimoni. Per un lungo tempo mi ero sottoposta ad allenamenti tremendi, ed ero migliorata in maniera impressionante, eppure continuavo a prendere tempo, quando mia zia mi incoraggiava a lanciare la mia sfida.
Non è che non mi sentissi sicura della mia forza, intendiamoci. No, la verità era che, a dispetto di ciò che volevo, avevo paura di vincere. Perchè sapevo che, una volta riconosciuta Maestra, sarebbe stato mio compito addestrare giovani Maghi alla battaglia, e il pensiero di assumermi una simile responsabilità mi terrorizzava. In fondo io stessa ero davvero molto giovane, forse troppo.
Non dimenticherò mai quel giorno. Una mattina mi svegliai come se niente fosse, e andai in giardino ad allenarmi, come facevo sempre. Quel giorno avevo deciso di fare un po' di boxe, prendendo a pugni blocchi di cemento armato rinforzato. 
Colpivo i blocchi mandandoli in frantumi con un colpo solo, senza entusiasmo, annoiata. Che senso aveva continuare ad allenarsi in quel modo? Non potevo migliorare più di così, non fino a quando qualcosa nella mia vita non sarebbe cambiato.
Se fai solo quello che sai fare, non sarai mai nulla di più di quello che sei ora.
Così avevo preso la mia borsa e avevo annunciato ai miei familiari che andavo ad Avalon.
<< Perchè? Cosa vuoi fare lì? >> le aveva chiesto Nex, senza alzare lo sguardo dal libro che stava leggendo.
<< Oh niente di che, tranquillo. Vado, sfido a duello il Maestro d'arti Magiche Shion, e torno! >>
Nex  aveva alzato di scatto la testa, ma, prima che avesse il tempo di protestare, avevo schioccato le dita e mi ero teletrasportata ad Avalon ( Sì, alla fine ho imparato a farlo! ), davanti alla casa del Maestro.
Shion era considerato uno dei più potenti Maestri viventi, e un numero incalcolabile di Maghi l'aveva sfidato, perdendo miseramente. Se riuscivi a sconfiggere uno come lui, diventavi automaticamente leggenda. Io però sfidai quell'uomo non perchè ero in cerca di fama, o perchè volevo suicidarmi in maniera fantasiosa; lo sfidai perchè mia madre era diventata Maestra proprio vincendo contro di lui.
<< Aithusa Duchannes! Lo sapevo che prima o poi ti saresti fatta viva! Sei coraggiosa e pazza proprio come tua madre! >> mi accolse il maestro con il sorriso sulle labbra, mentre un gruppo di suoi giovani allievi si preparava ad assistere allo scontro, in trepidazione.
Combattemmo a lungo: lui era veramente all'altezza della fama che aveva, ma la sconfitta non era tra le possibilità, per me: alla fine riuscii a immobilizzarlo completamente, e gli puntai la spada alla gola << Arrendetevi, Maestro! >>.
Lui cercò di liberarsi, ma la mia presa era potentissima, e non potè muoversi di un solo millimetro << Pensi davvero che io mi faccia battere da una ragazzina come te? >>
In tutta risposta mossi a velocità fulminea la spada, facendogli un profondo taglio sul petto << Non voglio uccidervi, Maestro. Ma lo farò, se non vi arrenderete. Potrò anche essere una ragazzina, ma sono una ragazzina più forte di voi, e più pericolosa! Ammettete la sconfitta! >>
L'uomo rimase in silenzio per qualche secondo, poi, lasciandomi completamente basita, scoppiò a ridere << Ma tu guarda! Hai la stessa espressione fiera che aveva tua madre, quando mi sconfisse! Sarai una grande Maestra, non ho alcun dubbio! >> e si inchinò, in segno di resa << Ammetto la sconfitta! In ginocchio, giovane Maga! >>. mi ordinò e io, ancora incredula, obbedii, mentre lui mi infilava al polso un bracciale d'oro a forma di  corona d'alloro << Solennemente io nomino voi, Aithusa Duchannes Kuruta, Maga Guardiana di Avalon e Principessa di Rusko e dei Kuruta, Maestra di Arti Magiche! Che possiate servire la Causa con lo stesso coraggio che avete dimostrato oggi! >> proclamò solenne, e mi porse le mani per aiutarmi ad alzarmi. 
<< Grazie, mio Maestro. >> mormorai, e feci per inchinarmi, ma lui mi fermò.
<< Non inchinarti, Aithusa, non più. Tu mi hai sconfitto, ora sono io che devo mostrarti rispetto! >> disse, e si inginocchiò davanti a me, imitato dai suoi allievi.
Così da quel giorno diventai Maestra come mia madre.
Quando tornai a casa, la mia famiglia mi corse incontro preoccupata << Tess, stai bene? Ma come ti è saltato in mente di andare a sfidare il Maestro Shion così, su due piedi?? Meno male che non ti ha fatto del male! Ma cosa è successo? >>
<< Oh, niente. L'ho battuto, e sono diventata Maestra! >> dissi con nonchalance, ridendo delle espressioni incredule di tutti << Be'? Cosa aspettate a farmi gli auguri? >>
Neanche un secondo dopo eravamo tutti stritolati in un abbraccio a sei, ridendo e piangendo allo stesso tempo.
<< Oh imouto, sono così fiero di te! >> singhiozzava Masahiro senza ritegno, accompagnato da Gon, mentre Nex e Selina si staccavano e si inchinavano in segno di rispetto << Mia Maestra, i miei omaggi! >> dissero insieme, mentre io li abbracciavo, ridendo << Piantatela, voi due, sono sempre io! >>
E così si realizzò il mio sogno.
In teoria sarei dovuta partire alla ricerca della Brigata, per poter finalmente chiudere quella faccenda. Ma a quanto pare, nemmeno dopo l'arrivo di Alluka la mia famiglia poteva considerarsi completa. 
Passò un mese da quando ero diventata Maestra; ormai, quando andavo in guerra, tutti mi salutavano con profondo rispetto, quasi fossi una regina, e spesso mi ritrovavo a guidare io la compagnia di Maghi di cui facevo parte. 
Un giorno eravamo sul campo di battaglia, lo scontro si era appena concluso, e io mi stavo dando da fare per guarire i feriti con il mio Nen, quando la mia attenzione venne catturata da una piccola Maga.
Era una piccola creatura di circa dodici o tredici anni, un po' più piccola di Alluka, con corti capelli rossi, lentiggini e occhi verde prato, e un profondo taglio sul braccio.
Nessuno sembrava fare caso a lei, così mi avvicinai << Piccola, è tutto a posto? >>
Lei alzò lo sguardo e mi fissò come se avesse davanti una divinità << Ma- maestra Aithusa! I miei omaggi! >> esclamò, e fece per inginocchiarsi, ma io la fermai.
<< Eccone un'altra! Ma perchè mi trattano tutti come se fossi Dio sceso in terra?! >> 
<< Perchè siete una leggenda vivente! Lo sapete che c'è chi dice che siete la più grande Maga di tutti i tempi? >>
Sbattei la palpebre, perplessa. Davvero c'era gente che diceva queste cose di me?
<< Be', stai tranquilla tesoro, non devi formalizzarti! Su, fammi vedere quel braccio! >> 
La bambina mi mostrò il braccio, e io lo guarii con il Nen, sotto il suo sguardo incredulo << Ecco fatto, sei a posto! >> le dissi, accarezzandole la testa << Dimmi, come ti chiami? >>
<< Desirée Lovelace, mia signora! >> rispose la bambina balbettando << E sono la Maga Guardiana del... del.. >>
<< Sì? >> chiesi io, confusa dalla sua esitazione.
<< Dell' Amore, mia signora! >> rispose tutto d'un fiato.
Non potei fare a meno di ridacchiare << Lo hai detto come se fosse un delitto! >>
<< Ma lo è, mia signora! I miei genitori dicono che un potere simile non ha alcuna utilità in battaglia, che sono solo un peso per la mia famiglia, perchè costringo il mio fratellone di diciassette anni a proteggermi in continuazione! >>
<< E a lui dà fastidio? >> chiesi io, cercando di nascondere il disgusto che provavo.
<< No, mia signora! Lui dice che non devo dare retta ai nostri genitori! >> 
Annuii seria << Capisco. Be', tuo fratello ha ragione! Non devi ascoltare quello che ti dicono! Tutti i poteri sono validi, e tu troverai sicuramente il modo per sfruttare il tuo! >>
<< Mi piacerebbe, mia signora! Ma i miei genitori non vogliono aiutarmi in nessun modo! Ho provato a cercarmi un Maestro, ma nessuno ha voluto una Maga con un potere così inutile come allieva! >> singhiozzò la piccola con il volto tra le mani.
Non pensarci nemmeno mi disse la solita vocina nella testa Tu hai una Missione, un compito che ti aspetta...
<< Be', adesso l'hai trovata! Ti piacerebbe diventare mia allieva? >>
<< Davvero? Dite davvero davvero? >> chiese la bambina con gli occhi spalancati.
Brava, complimenti! Ma che ti è saltato in mente?
<< Ne sarei felicissima! Però... come faccio con mio fratello? Lui è molto protettivo, non vorrà lasciarmi! >>
<< Allora potresti chiedergli di venire con noi! Non potrò fare da maestra anche a lui, però! >>
<< Non preoccupatevi, lui è molto forte, non credo ne avrà bisogno! >> esclamò Desirée entusiasta, e corse verso un ragazzo della mia stessa età << Nii- sama, nii-sama! Vieni, ti devo far conoscere una persona! >> gridò, e cominciò a trascinarlo verso di me.
Era un ragazzo bellissimo, davvero particolare. Aveva capelli bianchi come la neve, ma il lungo ciuffo che copriva quasi del tutto l'occhio destro era nero; era affascinante, e aveva gli occhi di diverso colore, uno era verde come quello della sorella, l'altro era castano nocciola. Aveva un'aria malinconica da poeta maledetto, ma quando si avvicinò, stava sorridendo.
<< Fratellone, lei è la Maestra Aithusa Duchannes, Maga Guardiana del Fuoco! Maestra Aithusa, lui è mio fratello! >>
<< Lysandro Lovelace, Mago Guardiano del Vento, al vostro servizio, mia signora! >> disse tendendomi la mano. Io gliela diedi, pensando volesse stringermela, invece lui vi posò sopra un bacio.
<< Io al vostro, Lysandro. Come stavo dicendo a vostra sorella, mi sono offerta di diventare la sua Maestra. So che è stata affidata a voi, perciò chiedo il vostro consenso. >>
<< Ovviamente lo avete. Vi sono molto grato, mia signora. Ma ho sentito dire che voi vivete sulla Terra, e che non è vostro desiderio venire a vivere ad Avalon. Io però non posso lasciare la mia sorellina. >>
<< Lo so, Desirée me lo ha detto. Se volete, potete venire sulla Terra con noi, ed essere mio ospite, così potrete rimanere vicino a vostra sorella. >> 
Lysandro accettò, e così tornammo a casa tutti insieme.
Mia madre diceva sempre che il segreto per essere un buon guerriero è diventare il miglior sè stessi possibile. Desirée si dimostrò subito un'allieva straordinaria: non era un granchè nel corpo a corpo, ma mi resi conto da subito che aveva un grande talento nel creare le pozioni (non solo quelle d'amore!), e una vista e una mira eccezionali. Così le regalai una balestra in titanio con un corredo completo di frecce, che Daisy avvelenava con i suoi potentissimi filtri, e in poco tempo diventò una cecchina abilissima dell'esercito, e il suo valore era riconosciuto da tutti.
Lei però non si vantò mai dei propri progressi: con il passare degli anni continuava sempre ad avere un po' paura di me, e a trattarmi con un timore reverenziale, sebbene si fosse affezionata molto a me, e io a lei.
Con Lysandro le cose furono più difficili, ma adesso sento di dovergli molto di quello che sono oggi.
All'inizio era sempre molto gentile, educato e rispettoso con tutti, ma se ne stava sempre sulle sue, era sempre malinconico, sempre pensieroso, e parlava molto poco. Io non mi preoccupavo più di tanto: un po' il suo atteggiamento mi infastidiva, ma allo stesso tempo ero contenta di avere una persona in meno ad alitarmi sul collo, a cui dovevo dare conto. Qualche settimana dopo però le cose cambiarono radicalmente.
Ero da sola nella grande sala della musica del castello: ci andavo spesso per riflettere, poichè, dopo la morte dei miei genitori, non avevo più avuto il coraggio di azzardare un solo passo di danza, di cantare una sola parola, o di suonare una sola nota, nonostante mio fratello cercasse spesso di convincermi a farlo. Sentivo che, senza mia madre seduta al mio fianco, suonare il pianoforte non avesse più alcun significato per me.
Stavo seduta vicino al piano e lo guardavo con profonda nostalgia, eppure non avevo il coraggio di toccarlo, quando una voce alle mie spalle disse << Cosa ti ha fatto di male quel povero pianoforte? Lo guardi come se fossi un'amante tradita! >>
<< Lysandro, sei tu. >> dissi io, asciugandomi le lacrime dal volto << Cosa fai qui? >>
<< Vengo spesso in questa stanza. Da queste pareti trasuda una musica silenziosa straordinaria. >>
<< La senti anche tu? Pensavo di essere l'unica. >>
<< Ci vuole una sensibilità particolare, per percepirla. >> mi rispose, porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi. << Allora, come mai ce l'hai tanto con quel pianoforte? >>
<< Non ce l'ho con lui. E' solo che... >>
<< Ti manca la musica. >> concluse lui << E' abbastanza evidente. Se ti manca così tanto, perchè non ti siedi e suoni qualcosa? >>
<< Io... dopo che mia madre è morta, non ho più... >> dissi, ma non ebbi il coraggio di continuare.
Mi guardò e annuì << Capisco. Ma dovresti saperlo, la musica è soprattutto per noi stessi, non per gli altri. >> disse Lysandro, e mi condusse verso il pianoforte.
<< Aspetta un attimo! Sono passati tanti anni, sono fuori allenamento... >>
<< Non c'è bisogno di essere in allenamento per questo. Avanti, siediti, e fammi sentire qualcosa. >>
Mi sedetti accanto a lui, e lui mi sorrise, incoraggiandomi a suonare. Sfiorai appena i tasti, e tirai subito indietro la mano, come se scottassero.
<< Non devi avere paura. >> mi mormorò lui all'orecchio.
Lentamente le mie mani tornarono sui tasti, e cominciai a suonare e cantare una canzone che avevo scritto io stessa molti anni prima.
Un milione di pensieri nella mia mente
Dovrei lasciare che il mio cuore ascolti
Perché finora ho percorso una strada
Non ho perso nulla, ma mi sono mancate tante cose
Non riesco a decidere
Cosa è giusto, cosa è sbagliato
In che direzione dovrei andare?
Se solo sapessi quello che mi sta dicendo il mio cuore
Non so cosa provo
E’ solo un sogno?
Ah oh, yeah
Se solo potesse leggere i segnali che ci sono davanti a me
Ah Oh, se solo
Se solo 
Ogni passo, ogni parola
Ogni ora mi sto innamorando
Di qualcosa di nuovo, qualcosa di coraggioso
Qualcuno che io non sono mai stata
Non riesco a decidere
Cosa è giusto, cosa è sbagliato
In che direzione dovrei andare?
Se solo sapessi quello che mi sta dicendo il mio cuore
Non so cosa provo
E’ solo un sogno?
Ah oh, yeah
Se solo potesse leggere i segnali che ci sono davanti a me
Ah Oh, se solo
Yeah
Sono pazza? Forse possiamo farcela
Starai ancora con me quando la magia finirà?
Se solo sapessi quello che mi sta dicendo il mio cuore
Non so cosa provo
Se solo potesse leggere i segnali che ci sono davanti a me
Se solo potessi capire chi sono destinata ad essere
Ah oh…
Se solo, yeah
Se solo....

Quando la canzone finì, avevo il viso di nuovo bagnato di lacrime, ed ero tra le braccia di Lysandro, che mi stringeva delicatamente, accarezzandomi i capelli.
<< Brava. E' questo che devi fare. >>
Da quel giorno fra noi si è creato un rapporto molto particolare. Non come quello che ho con Nex, o come quello che ho con Gon, o Masahiro, ma comunque straordinario.
Non parliamo quasi mai, preferiamo comunicare in modo diverso: con la musica, o con il ballo, ad esempio.
Lysandro si è rivelato un musicista straordinario, e un ballerino ancora più incredibile. Passiamo ore intere a ballare insieme il valzer, o qualsiasi altro ballo esistente, oppure ci sediamo fianco a fianco al pianoforte e suoniamo insieme, e a volte lui canta con me, perchè sa che così mi rende felice.
E' gentile e comprensivo, e non mi lascia mai da sola, quando sono triste; è la persona più sensibile che io abbia incontrato. E' per merito suo se ho permesso alla musica di tornare nella mia vita. Quando sono con lui, riesco quasi a dimenticare il mio dolore.
Vado verso lo specchio, e guardo il mio riflesso: lo faccio ogni giorno, e ogni volta rimango colpita da quanto il tempo mi abbia cambiata.
Il viso ha perso la rotondità dell'infanzia, il fisico è notevolmente maturato, i capelli ora sono davvero molto lunghi: ho smesso di raccoglierli da tempo, e ora mi ricadono sulle spalle come una cascata di inchiostro. Non sono cieca, mi rendo conto di essere diventata una donna bellissima, ma la cosa non mi tocca più di tanto.
Quello che però mi sconcerta di più è come è cambiata la mia espressione: un tempo era allegra, solare, piena di luce, ma adesso..
La ragazzina che ero una volta è scomparsa da tempo. Ora sono una donna di quasi vent'anni malinconica e triste, ancora capace di sorridere solo per merito della sua famiglia, che la ama incondizionatamente, nonostante tutti i difetti che ha.
Come ho fatto ad arrivare a questo? Come ho fatto a cambiare così tanto?
Mi rendo conto però che questa tranquillità sta per finire: ormai è giunto il momento. Devo realizzare il mio destino, e annientare la Brigata, come avevo promesso.
L'incantesimo che mi ha protetto per tutti questi anni sta per spezzarsi. Non posso più aspettare.
Dovrò giocarmi il tutto per tutto, e la posta in gioco è la più alta che io abbia mai scomesso.



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