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Autore: Bianca Wolfe    14/05/2016    2 recensioni
Sono passati quarant'anni dall'ultima volta che Takao Kinomiya ha combattuto una battaglia a Beyblade. Da allora, molte cose sono cambiate, la disfatta è stata inevitabile. Quattro bladers hanno il destino di questo glorioso sport nelle proprie mani. (Attenzione! La storia è un rifacimento.)
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Dal terzo capitolo:
Max lo prese per un braccio, bloccandolo. «Aspetta, Tyler! Io non ci ho capito niente. Dove vuole portarci? Possiamo fidarci?»
«Secondo logica, non dovremmo… Ma io mi fido.»
«Come?» Chiese a quel punto Ray.
«Lo- lo sento e basta. Voi no?»
In effetti, c’era qualcosa di estremamente familiare nel volto del professor Kappa, anche Ray e Max dovevano ammetterlo a se stessi. Dopo un momento di esitazione, anche gli altri due si alzarono e seguirono il gruppo. Una sensazione strana aleggiava tra di loro, come se quel percorso l’avessero fatto insieme già tante altre volte, seppure si fossero appena conosciuti.
[...]
Appena entrati, fu Max a rompere il ghiaccio. «Dove stiamo andando, professore?»
«In un posto dove il Beyblade è ancora uno sport.»
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Professor Kappa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II.
 
 



Appena messo piede fuori dal parco, il professore e Jordan si diressero verso una lunga e lussuosa auto nera dai vetri oscurati. Non era una limousine, ma sicuramente era una macchina degna di una celebrità… Piuttosto in contrasto con la personalità di Kappa, ma – dopotutto – ci si aspettava una certa apparenza dal presidente della BBA.
            Entrando in macchina, l’assistente pose una nuova domanda al suo superiore. «Sai già dove sono gli altri tre?»
            «Due di loro, sì. Il terzo… Dovremo trovare prima la ragazza.»
            «I due sono legati?» il sopracciglio destro dell’assistente si alzò in un’espressione curiosa. Quella era una risposta che non si aspettava.
            Il professore assunse un cipiglio criptico, come se nemmeno lui sapesse realmente quanto i due fossero legati. Probabilmente, per niente. «Non saprei. Ma lei sa di sicuro dove si trova il suo nascondiglio. Dopotutto, lui è davvero un tipo misterioso… Quindi, vale la pena tentare.»
            «Intesi. Nel frattempo, gli altri due? Dove sono?»
            «Uno di loro è il migliore amico di Tyler, per questo motivo l’ho invitato a portare un amico, quando sarà il momento d’incontrarci alla sede della BBA. L’altro, invece, insegna a giocare a Beyblade ai bambini piccoli a Battery Park. Se non mi sbaglio, la sua lezione inizierà tra non molto, quindi è quella la nostra prossima destinazione.»
            «Sembra fin troppo facile.» sbuffò Jordan.
            Il professore si esibì in una risata cristallina, gli occhiali scivolarono lungo il naso e si fermarono sulla punta. «Oh, Jordan, tu e la tua negatività! Perché le cose non dovrebbero andarci lisce, una volta ogni tanto?»
 
Tyler camminava distratto per le strade di New York, rigirandosi continuamente il biglietto da visita tra le mani. Non si sarebbe mai aspettato che un esperto di Beyblade gli si avvicinasse per parlargli e lo invitasse alla sede della sua organizzazione. Per cosa poi? Gli avrebbe fatto incontrare altri bladers? Magari qualcuno che riuscisse finalmente a fronteggiarlo, qualcuno alla sua altezza. Perché Tyler era forte, questo lo sapeva bene… Eppure il Beyblade non era più uno sport così praticato, come invece lo era ai tempi di grandi squadre come i G-Revolution.
            Il giovane andò a sbattere contro un numero indefinito di persone che potevano sì ignorarlo, ma anche indirizzargli imprecazioni. Non se ne rese conto, perso nei suoi pensieri, e i piedi lo portavano senza badarci alla sua destinazione: la casa di Max, il suo migliore amico. Non vedeva l’ora di dirgli tutto! Svoltando nella strada in cui si trovava l’abitazione, fu come se Tyler fosse stato risvegliato di soprassalto. Cacciando il biglietto in tasca, percorse gli ultimi metri correndo, improvvisamente preda di una grande emozione.
            Bussò con fragore più e più volte, e quasi non colpì l’amico sul volto quando egli gli aprì la porta. «Tyler, che sorpresa! Non ti aspettavo.» Max esibiva quel suo solito tono gentile: era un buon amico per tutti, sempre gioviale e propenso ai complimenti. Con quei suoi capelli biondi e gli occhioni azzurri, aveva proprio l’aria di un bravo ragazzo.
            «Hey, Max! Non indovinerai mai cosa mi è capitato al parco oggi!» E, senza aspettare che l’amico lo invitasse a entrare, irruppe in casa e si catapultò sul divano in salotto.
            Max rise di quell’atteggiamento: dopotutto, i due erano diventati amici proprio perché il biondo trovava Tyler pieno di energie e simpatico, forse un po’ irruento e dalla testa calda, ma neanche questo gli dispiaceva. Si sedette accanto al moro, con un certo fare delicato che ben lo distingueva dall’altro.
            «Dai, avanti, dimmi tutto. Non vedo l’ora di ascoltarti.»
            Fu così che Tyler si cimentò nel resoconto del suo match a Beyblade con Marcus, della sua vittoria e del suo incontro con il professor Kappa e il suo assistente Jordan. Descrisse nei minimi particolari quest’ultimo evento, riportando parola per parola la chiacchierata con l’esperto del loro tanto amato sport, dicendogli anche della BBA. Porgendogli il biglietto da visita, concluse il suo racconto: «Mi ha invitato alla sede che si trova qui a New York. Ha anche detto che avrei potuto portare un amico, e avevo pensato a te! D’altronde, anche tu hai un beyblade forte e sei un valido avversario. Però, chissà perché si sono avvicinati proprio a me… Sarà perché sono il migliore, qui in città!»
            «Vedo che questo invito non ha scalfito la tua modestia.» Commentò Max, sarcastico. Sapeva che l’amico non si vantava per spavalderia, e infatti accompagnò quelle parole con una risata.
            «Lo sai che è vero! Però non riesco a smettere di pensarci. E se… Non è che vorranno studiarmi?» L’espressione soddisfatta sul viso di Tyler si tramutò in una terrorizzata. «Mi vivisezioneranno… Come le rane! Mi uccideranno, mi squarteranno le braccia per vedere come sono diventati i miei muscoli a forza di lanciare il mio bey. E poi, quando non gli servirò più, mi butteranno in un inceneritore. Aiutami, Max!»
            Se prima il biondo rideva, adesso si stava rotolando sul pavimento in preda agli spasmi. Tanto era la ridicolezza dei pensieri di Tyler! «Non crederai davvero che sia questo il motivo. Dai, Tyler! Crederei di più alla tua sfavillante bravura a Beyblade, a questo punto.»
            Dopo un lungo momento di silenzio, il volto di Tyler assunse una particolare tonalità di rosso. L’imbarazzo era, dunque, più che evidente. «Hai ragione, sono proprio sciocco a pensare una cosa simile! Comunque… Che ne dici di accompagnarmi alla sede della BBA?»
            «Certo, perché no? Potrebbe rivelarsi interessante, soprattutto visto che si tratta di un professore di Beyblade.»
            «Bene! Allora più tardi chiamiamo il professore per avvisarlo.»
 
Sembrava davvero che tutto dovesse filare per il verso giusto, tanto che persino il traffico newyorkese, conosciuto per essere uno dei più imbottigliati al mondo, lasciò che il professor Kappa e Jordan raggiungessero Battery Park prima del previsto. La lussuosa auto nera si fermò poco distante da una delle entrate principali al parco, e il professore ne uscì in fretta, conducendo l’assistente tra le insidie del parco. Lo sguardo frugava frenetico tra i volti delle persone, alla ricerca del ragazzo giusto. Non sarebbe dovuto essere difficile: il diciassettenne che stava cercando sarebbe stato circondato da bambini più piccoli che lanciavano il loro beyblade per la prima volta.
            «Professore!» Jordan chiamò alle spalle di Kappa. Si era voltato e la sua espressione lasciava intendere divertimento. «Credo di averlo trovato.»
            Con un cenno del capo e una risata ben poco velata, Jordan indicò un ragazzo dai folti capelli neri e gli occhi nocciola circondato non solo da bambini (che avevano l’aria piuttosto annoiata, al momento), ma anche da un mucchietto di ragazze dagli occhi sognanti.
            «Non ci credo… Anche lui!» Neanche il professore riuscì a trattenersi dallo sfoggiare una piena risata.
            Il povero ragazzo, intanto, cercava in tutti i modi di allontanare con gentilezza le ragazze che gli si erano radunate intorno. «Scusate, ma… Se continuate così, potrò insegnare ben poco a questi ragazzi. Hanno bisogno della mia attenzione.» Un braccio raggiunse la sua nuca in un gesto imbarazzato, le guance leggermente rosate mentre cercava di fare un passo verso i bambini a cui doveva insegnare. Le ragazze, però, sembravano non demordere.
            «Aiutiamolo…» Disse allora Kappa, incitando l’assistente ad avvicinarsi all’orda di ragazze.
            Jordan colse l’input e, una volta vicini abbastanza, gridò a squarciagola: «Una svendita di scarpe al negozio qui accanto? Non ci posso credere!»
            Nemmeno una di quelle ragazze se lo fece ripetere due volte: la calca sparì in fretta, quasi smaterializzandosi nel nulla. Jordan aveva fatto segno, il ragazzo poteva finalmente tornare a respirare, libero. Guardando i due sconosciuti, riservò loro un sorriso riconoscente.
            «Non c’era nessuna svendita, vero?»
            «Sembravi in difficoltà. Non potevamo certo lasciarti alla stregua di quelle fanciulle!» Il professore ricambiò il sorriso in maniera cordiale.
            «Grazie mille! Se non fosse stato per voi, non mi avrebbero lasciato fare la lezione in pace.»
            «Ah già, la tua lezione… Spero di non essere troppo invadente, ma non ho fatto a meno di notare che insegni ai bambini a giocare a Beyblade.» Il tono di Kappa era innocente, ma Jordan sapeva che sotto si celava il suo piano. Però doveva ammettere che sembrava piuttosto convincente.
            «Oh, sì. Adoro questo sport!»
            «Beh, questa è davvero una bella coincidenza! Sai, io sono un professore che studia i Beyblade. Piacere di conoscerti, lui è il mio assistente Jordan e io… Puoi chiamarmi professor Kappa.» Finalmente si presentò, e porse una mano da stringere alla nuova conoscenza.
            Il giovane afferrò la mano senza remore. «Ray, Ray Gillian. E il piacere è tutto mio, professore!» Lasciando la mano, Ray assunse un’espressione imbarazzata. «Senta, mi dispiace doverla lasciare così, ma devo proprio iniziare la mia lezione…»
            «Oh, nessun dispiacere, Ray! Capisco perfettamente. Mi piacerebbe, comunque, che tu venissi a farmi visita al mio studio, uno di questi giorni. Magari potremmo parlare di Beyblade e potrei anche mostrarti i laboratori dove sviluppiamo questi meravigliosi oggetti. Ci servirebbero bladers come te, alla BBA.» E, così come aveva fatto con Tyler, gli porse un biglietto da visita, che Ray prese subito, dandogli anche una rapida occhiata.
            «Sarebbe bello, sì. Ci sentiremo presto.» Il giovane blader si ficcò il biglietto in tasca e, con un altro sorriso, salutò i due, tornando alla sua classe di Beyblade.
            Kappa si prese qualche secondo prima di voltarsi, fissando il ragazzo con orgoglio.
 
Erano poco più che le cinque del pomeriggio e Tyler si trovava ancora a casa di Max. I due amici aspettavano un orario che potevano ritenere adeguato per fare la loro chiamata al professor Kappa. Max, che dapprima sembrava poco entusiasta della nuova conoscenza dell’amico, col passare delle ore dovette ricredersi: non vedeva più l’ora d’incontrarlo e sperimentare quella stessa sensazione di familiarità che Tyler gli aveva descritto prima. Chissà per quale motivo, già si sentiva legato a quell’uomo, nonostante non l’avesse neanche visto in faccia. Tyler, d’altro canto, era già eccitato all’idea di visitare un vero laboratorio di Beyblade – che ormai aveva ritenuto estinti a causa della cattiva reputazione che da anni caratterizzava quello sport. Ora, si sentiva più eccitato e curioso che mai!
            Comunque, i due decisero di aspettare altri trenta minuti, prima di effettuare la chiamata. Arrivato l’orario, digitarono il numero in preda alla trepidazione. Il telefono all’altro capo squillò due volte, prima che la voce di una segretaria potesse rispondere. «Beyblade Battle Association. Ufficio del professor Saien Manabu. Come posso aiutarla?»
            «Ehm…» All’improvviso, Tyler si sentì un nodo in gola, come se la sola prospettiva di parlare col professore fosse troppo da elaborare. Eppure i due avevano già parlato – e dal vivo – solo poche ore prima! Si schiarì la voce, prendendo il coraggio a due mani. «Mi- mi chiamo Tyler Gibson. Il professore mi ha detto che potevo chiamarlo…»
            Fu interrotto quasi immediatamente dalla segretaria: «Certo. Le passo subito il professore. Buona serata.»
            Partì in sottofondo una musichetta che avrebbe dovuto calmare i nervi del giovane, ma che provocò tutt’altre emozioni: la gamba sinistra di Tyler iniziò a muoversi incontrollabile, tanto che Max dovette dare un pugno sulla spalla dell’amico, per farlo smettere. Tyler non sembrò nemmeno accusare il colpo. Pochi secondi, e la voce del professor Kappa (o professor Saien? Non ci capiva più nulla) echeggiò attraverso il ricevitore del telefono.
            «Buonasera, Tak- Tyler!» Il tono era sempre quello cordiale e allegro di qualche ora prima, il che aiutò il blader a prendere in mano la sua agitazione e di metterla un attimo da parte, per non sembrare un completo idiota al professore.
            «Buon- buonasera, professore.» Un sospiro, e riprese a parlare, adesso più calmo e lucido. «Chiamo per il suo invito… Quello di venire a visitare il laboratorio di Beyblade di cui mi aveva parlato.»
            «Mi fa davvero piacere che tu abbia accettato, Tyler.» La voce del professore sembrò assumere una sfumatura di gioia che nemmeno il giovane blader riuscì a spiegarsi. Era un po’… Strano. «Per quando vorremmo fissare l’appuntamento? Qualsiasi giorno e orario andranno bene.»
            «Beh, pensavo… Va bene anche domani pomeriggio?»
            «Ma certo! Domani pomeriggio alle cinque, che ne dici? Ti assicuro che ti divertirai un mondo, qui alla BBA.»
            A quel punto, Max diede una gomitata a Tyler, per ricordargli che anche lui era lì. «Oh, quasi dimenticavo!» esclamò prima che il professore potesse riattaccare (e gettando un’occhiataccia al biondo per la gomitata appena subita e che, evidentemente, lo aveva fatto male più della precedente). «Posso portare un amico con me? Anche lui è un appassionato di Beyblade, e gli farebbe davvero piacere visitare il suo laboratorio.»
            «Assolutamente, non aggiungere altro. Sarò ben lieto di ospitare anche il tuo amico. Ci vediamo domani, Tyler.»
            «A domani, professore.»
            Detto questo, entrambi attaccarono la cornetta e, dopo un lungo e sonoro sospiro di sollievo, Tyler guardò Max.
            «Visto? È fatta!» commentò il biondo, ridendo e offrendo la mano al compagno.
            Tyler riprese quasi immediatamente tutte le sue energie e schiacciò il cinque con l’altro. Rise anche lui, ma non seppe spiegarsi per quale motivo. Perché erano entrambi così contenti di visitare un laboratorio di Beyblade? Certo, era il loro sport preferito e lo praticavano con passione, eppure…
 
Una volta messa giù la cornetta, Kappa dovette trattenersi dal lanciare un urlo di gioia: finalmente, tutto stava andando per il verso giusto. Presto i Bladebreakers sarebbero tornati sul campo di battaglia. Ora doveva aspettare solo la chiamata di Ray.



Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Ebbene ho deciso di continuare la mia impresa dal momento che la storia ha ricevuto un bel po' di visualizzazioni *sorriso smagliante!* Ovviamente, non ho idea di quante di queste visualizzazioni abbiano letto interamente il primo capitolo, ma visto che la storia ha avuto una recensione (ringrazio ancora Ben, a proposito) ed è stata aggiunta alle seguite/preferite di qualcun altro (davvero, grazie uwù), non ho saputo resistere. Vi invito a recensire per farmi sapere se la trama v'intriga, se ho bisogno di rivedere qualcosa (sia stilisticamente che dal punto di vista della storia)... Le vostre opinioni sono importanti! Per allora, ci si vede al prossimo capitolo ;)
Bianca

   
 
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