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Autore: _Kurama_    14/05/2016    2 recensioni
Salve gente, premetto che sono nuova nel fandom di Detective Conan, ma mi sono immediatamente innamorata della coppia Shiho&Shinichi, e di un'altra che sarà una sorpresa, a meno che non l'abbiate già capito xp
Ci saranno momenti comici ed altri leggermente più tristi e malinconici, e non mancheranno alcuni What if...(E se...)
Spero di riuscire a rendere bene le varie situazioni e i vari personaggi durante la scrittura.
Mi piacerebbe se mi deste la vostra opinione o anche qualche piccolo consiglio per migliorare, sia la tecnica sia con i vari contesti e le situazioni...
Dal primo capitolo:
“Non sono tenuta a risponderti”
“Ah no?”
“No.”
“Sei impertinente”
“E tu sei invadente, e anche molto”
“Bisognerebbe rispondere alle domande che ci vengono poste.”
“Non è cortese scontentare la richiesta di una signorina.”
“Non è cortese mandare al diavolo chi si interessa di noi”
“Per quale motivo mi fissavi?”
“Perché mi piace”
Lei inarcò un sopracciglio, scettica
“ Ah sì?”
Sorrise.
“Sì”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Yukiko Kudo, Yusaku Kudo | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                              #10. ​Do not worry, Kudo.
 
 
 
 
Quel mercoledì mattina Shinichi era stato molto mattiniero anche se, come al solito, non era riuscito a stare al passo con Shiho, che infatti gli aveva fatto trovare la tazza di caffè, coperta con un piattino e dei muffin sul tavolo della cucina.
Si vede che quella mattina era abbastanza di buon umore perché gli aveva lasciato anche un biglietto:
 
 
non sporcare troppo, Kudo.’
 
Il suddetto si diresse in bagno per lavare i denti.
Afferrò lo spazzolino verde posto accanto a quello rigorosamente bianco di Shiho e ancora leggermente umido, spalmò il dentifricio sulle setole e quando lo portò in bocca non poté fare a meno di mostrare una smorfia.
 
 
Mentre spazzolava con cura il molare destro il suo sguardo cadde sul cestino al lato del mobile del bagno, tra le poche cose gettate dentro Shinichi riusciva a distinguere distintamente quello che sembrava il pacchetto di un qualche prodotto medico, lo prese accuratamente e lesse l’iscrizione principale
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CLEARBLUE Digital Test di gravidanza.

 
 

 
 
 
 
 
 
 
Lo spazzolino scivolò lentamente via dal molare per poi accasciarsi con un suono sordo nel lavandino in marmo bianco.
 
 
Shinichi fissava lo scatolino, pallido, gli occhi arrossati, ora tutto aveva senso!
Ecco perché quella mattina Shiho era stata così gentile da fargli trovare la colazione pronta, lui sarebbe diventato padre!
A soli ventitré anni lui sarebbe diventato padre!
 
“性交.(*)”
 
 
 
 
 
Quando uscì di casa aveva ancora gli occhi spalancati, nelle pupille l’immagine dello scatolino.
Arrivò alla centrale leggermente in ritardo, dove fu accolto dalla vista della sua scrivania piena zeppa di cartelle e file di casi.
Ma le gente non poteva starsene tranquilla ogni tanto?
Si sedette sulla sedia girevole e sbuffando si scostò una ciocca di capelli scuri dalla fronte, le sue labbra si muovevano senza emettere alcun suono e ripetevano sempre la stessa frase
“Diventerò padre!”
 
 
L’Ispettore nel corso della giornata passò dinanzi alla sua scrivania almeno cinque o sei volte e lo beccava sempre mentre era con gli occhi alzati al cielo, le labbra discostate e i capelli che gli coprivano gran parte della fronte, e per di più delle venticinque cartelle che gli aveva appioppato sulla scrivania solamente dieci erano state accuratamente riviste e avevano rivelato i particolari insospettabili dei casi.
 
 
 
 
Quando alle otto e mezzo Shinichi uscì dalla centrale aveva un terribile mal di schiena e per la prima volta nel corso della giornata un piccolo sorriso gli increspava le labbra, ci aveva riflettuto tutto il giorno e alla fine aveva tranquillamente accolto la notizia, lui sarebbe diventato padre e nonostante fosse ancora giovane avrebbe cercato di essere il padre ideale per suo figlio, gli avrebbe insegnato a giocare a calcio, a baseball, a tennis e, era sicuro, l’avrebbe consigliato quando magari anche lui avrebbe deciso di diventare un detective e avrebbe avuto il primo grosso caso, oppure quando sarebbe stato abbastanza grande gli avrebbe detto di trovarsene una come sua madre.
 
 
 
 

Se fosse stata una femmina, bè  se fosse stata una femmina lui sentiva già che sarebbe stata bella, intelligente e forte come sua madre, una bella bambina dagli occhi color indaco e i capelli rosso fragola, con i lineamenti dolci e antichi, tipici degli europei, e con una fervida immaginazione.
Lui le avrebbe insegnato il calcio, era una cosa a cui proprio non si poteva rinunciare, poi le avrebbe fatto leggere le prime cose sulla grande poltrona della biblioteca, l’avrebbe aiutata nei suoi sogni, le avrebbe insegnato a non fidarsi mai troppo dei ragazzi e ci sarebbe stato per lei quando si sarebbe lasciata con il suo primo fidanzato che, era sicuro, lei stessa avrebbe malmenato.
 
Questi pensieri aveva per la testa Shinichi mentre camminava con gli occhi rivolti verso l’alto e le mani in tasca, poi in sorriso ancor più grande gli nacque sulle labbra e prese a correre veloce.
 
 
 
Entrò nel negozietto vetrato e si poggiò al bancone
“Cosa posso fare per lei?”
 
“Un mazzo di girasoli e se possibile un biglietto.”
 
“Ma certo! Cosa vuole scrivere?”
 
“L’attesa più dolce.”
 
“Per la sua fidanzata?”
“Sì”
“Allora posso affermare di invidiarla” la cassiera ammiccò piegando la testa di lato e facendo l’occhiolino.
“G-grazie” Shin sorrise imbarazzato e infilò il biglietto in tasca, afferrò i fiori e si diresse verso l’uscita trovandosi faccia a faccia con la sua migliore amica
“Shin, ciao!” Ran gli sorrise espansiva, le guance leggermente  arrossate a causa del freddo autunnale.
“Ran! Come mai qui?”
“Questo week-end la mamma viene a casa e volevo rendere il tutto più accogliente, purtroppo i fiori finti che papà si ostina a comprare si riempiono di polvere, alla quale, puntualmente la mamma è allergica e sarà meglio non dare altri motivi di discussione tra quei due.” Concluse Ran sospirando
“Tu piuttosto, qualcosa di carino per Shiho?”
“Già, ho una fantastica notizia!”
“Cosa? Dimmi, non dirmi che vuoi chiederle di sposarti!”
“No a dire il vero è tutta opera sua comunque, è incinta!”
“Oh mio Dio! E’ una fantastica notizia! E lei, lei come te l’ha detto? Ti prego voglio sapere tutto!”
 
Shinichi si portò una mano dietro la testa sorridendo.
 
“Bè a dire il vero, non me l’ha ancora detto!”
 
“Cosa? E allora tu…”
 
“Ho trovato lo scatolo del test di gravidanza in bagno questa mattina.”
 
“Oh Shinichi, sono davvero felice per voi!”
 
“Grazie Ran, grazie davvero! Ora devo andare, si sta facendo tardi.”
 
“D’accordo, fammi sapere tutto!”
“Naturale, a presto!” Shinichi corse fuori l’impermeabile che svolazzava nel vento.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando rientrò in casa Shiho stava ultimando i preparativi per la cena.
“Hai avuto la decenza di ritornare Kudo, dove diavolo… che sono quelli?” Shiho si girò verso di lui puntando pericolosamente il coltello ben affilato.
Shinichi le scoccò un veloce bacio sulle labbra
“Niente, solo una cosa così. Tu come stai?”
Lei lo guardò inarcando un sopracciglio
“Come dovrei stare Kudo?”
“Non si può chiedere?”
 
Le avvolse la braccia intorno alla vita poggiando la testa sulla sua spalla.
 
“Uhm… Kudo, devo forse presuppore che stanotte soffrirò d’insonnia?”
 
Shinchi la guardò sorridendo
 
“Dipende anche da te”
 
Lei ghignò e increspò leggermente le labbra, non servivano parole.
 
 
Sedettero a tavola cominciando a pregustare l’udon preparato da Shiho.
Shinichi la guardava di sottecchi, non faceva altro che pensare al momento in cui lei gli avrebbe dato la notizia.
 
 
“Non credo che dovresti bere, cara.”
Lei lo guardò interrogativa “Perché?”
Shin la guardò imbarazzato
“Bè, potresti stare male…” doveva cercare di non farle capire che lui sapeva
 
Lo guardò ghignante
 
“Tranquillo, lo reggo l’alcool, io.
“Anche io, so tenerlo benissimo!”
“Kudo, ti rendi conto che tu hai la resistenza di un bambino di cinque anni nel momento esatto in cui tocca dei soffici cuscini.”
 
 
Shiho poggiò i gomiti sul tavolo e posò il mento sul dorso della mano sinistra mentre con l’altra continuava a reggere il calice con dentro il saké  tenendolo per il bordo e facendo volteggiare lentamente.
 
 
“Dobbiamo parlare.”
 
“Ah si?” Shinichi deglutì e poggiò le posate orientali che la sua dolce metà aveva scelto di usare quella sera sul bordo del piatto.
 
Restando nella medesima posizione la rossa parlò:
 
“Dai tuoi sguardi di sottecchi, dal fatto che non vuoi che io beva alcool e che da quando sei tornato non fai che starmi addosso, deduco che questa mattina tu abbia trovato il test di gravidanza, non è così?” gli sorrise amorevole.
 
“Già.” Sembrava imbarazzato ed emozionato al tempo stesso.
 
“Il risultato del test è stato positivo- Shinichi si stava commuovendo- quando sono arrivata a lavoro in ospedale ho fatto le analisi del sangue e sono risultate negative- prese fiato- la falsa positività del test è stata data dalla proteinuria nelle urine.
Mi dispiace, a quanto pare ci tenevi molto…”
 
Shinichi saltò e la coinvolse in un caldo abbraccio
“Non hai nulla di cui dispiacerti.”
“Vuoi dire che non sei arrabbiato per il fatto che non sono incinta?”
“Bè ovviamente mi dispiace, stavo già pensando a tutte le cose che potevo insegnargli, ma non temere, abbiamo tempo.” Le diede un veloce bacio sulla tempia.
 
“Comunque Kudo, dovresti aspettare a dare una notizia prima di averne la certezza.” Sorrise sorniona
 
“Che vuoi dire?”
 
“Quella scellerata di Mouri mi ha chiamata completamente elettrizzata facendomi le congratulazioni e pregandomi di non dirti il fatto che tu le avevi detto che sapevi prima che te l’avessi detto.”
 
Lui ridacchiò “E’ davvero impossibile.”
 
 
 
 
 
 
 
Più tardi, quella sera mentre Shiho metteva a posto i cappotti  trovò il biglietto nella tasca di Shinichi.
 
 
“L’attesa più dolce.”
 
 
Lo guardò dormire stanco sul divano, sorrise.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(*) una sottospecie di 'cavolo!' in giapponese.
  
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