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Autore: Spettro17    15/05/2016    2 recensioni
La narrazione parte dagli eventi successivi alla 01x13, riusciranno i Malec a superare la loro prima crisi e a collaborare per salvare Jace, sconfiggere Valentine e recuperare la Coppa Mortale?
La storia nasce per dare continuità agli eventi conclusivi della prima stagione in attesa della seconda, con l'obiettivo di mantenere vive le emozioni trasmesse dai Malec e non solo.
Buona Lettura.
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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cap3

Mi lasciai trascinare in un sonno senza sogni ed agitato, almeno non provavo più dolore fisico, ancora una volta stavo inibendo me stesso ma questa volta non era per proteggere qualcun altro ma per proteggermi. Speravo che quel dolore con il tempo si attenuasse e che i miei sentimenti per Magnus potessero cambiare. Restai a letto per ore o forse giorni, ritrovai la forza di riaprire gli occhi solo quando l’immagine di Jace sofferente e solo mi si palesò nella mente, era qualcosa che non potevo sopportare di vedere o immaginare ma la mia mente continuava a presentarmi gli scenari peggiori: Jace torturato, Jace ferito, Jace dolorante, Jace che mi chiamava con tutte le sue forze. Piano riaprì gli occhi e fui quasi sollevato nello scoprire di essere solo nella stanza, mi alzai e mi diressi nel bagno attiguo alla mia camera, decisi di aver bisogno di una doccia, giusto per rimettere le idee al loro posto ed in effetti il getto d’acqua calda mi aiutò a rilassarmi. Ritornato in camera indossai i miei soliti abiti ma prima di uscire dalla stanza qualcuno bussò.

“ Avanti” la mia voce sembrava stanca, nonostante avessi riposato allungo.

Quando vidi una folta chioma rossiccia fare capolino nella stanza, capì che si trattava di Clary, mi sembrò veramente strano averla nella mia camera, troppo strano.

“Buongiorno, come ti senti” Mi chiese piano.

“Bene” mentì almeno in parte, lei mi guardò con sguardo indagatore ed io assunsi la miglior espressione da Poker che conoscessi.

“Senti ancora dolore?”

“No” la incalzai, cosa era questo un interrogatorio?

“Okay” mi disse

“Cosa c’è che non va Clary?” Ero stufo di giocare.

“Niente, ecco io volevo ringraziarti per aver difeso me e mia madre, è stato..." si prese del tempo per ispirare forte "...Carino" concluse, sembrava sincera, ma l’appellativo carino proprio non andava, decisi di sorvolare sulla cosa ma involontariamente alzai un sopracciglio e lei accennò in automatico un sorriso.

“Ho solo detto quello che pensavano tutti” risposi ugualmente sincero.

“Si ma non tutti hanno avuto il coraggio di parlare, quindi Grazie”

“Dovere Clary, sono uno Shadowhunter è mio compito essere obiettivo e valutare ogni situazione al meglio” conclusi sottolineando quello che per me era ovvio.

“Capisco…” tentennò, sapevo che c’era altro quindi la invitai con lo sguardo a continuare “…Ecco poi vorrei darti un consiglio se permetti” sollevai automaticamente un sopracciglio, probabilmente c’era una predica in arrivo, solitamente ero io quello che predicava però.

“So che le cose tra te e Magnus non vanno tanto bene, ecco io vorrei tu sapessi che si è dannato come un’ anima in pena per te in questi giorni, è stato lui a starti vicino e a curarti senza chiedere nulla, era intrattabile e nervoso, visibilmente preoccupato, prova davvero qualcosa di importante e non lasciare che dei dubbi possano privarti di vivere queste emozioni, usale e vivile perché così deve essere” Rimasi interdetto nel rendermi conto che probabilmente aveva parlato così veloce da non respirare nel mentre ma soprattutto mi resi conto che aveva ragione, stava sottolineando l’ovvio ma sentire quelle parole ad alta voce fu terribile, cosa avevo fatto? In quel momento mi resi conto che io e Clary stavamo probabilmente provando emozioni simili.

“Clary vedrai che riusciremo a riportare Jace a casa” la mia voce suonò ferma e sicura, era qualcosa in cui dovevo credere anche io, lei accennò un sì in risposta, “adesso devo andare” riuscì a sussurrarle prima di abbandonare la mia stanza e dirigermi fuori dall’Istituto, ignorando i gridolini di Isabelle e di mia madre. Senza rendermene conto mi ritrovai a passeggiare per le strade, era il tramonto di non so quale giorno esattamente e c’era un silenzio innaturale come se ogni cosa fosse in attesa. Non sapevo esattamente cosa stessi facendo ma dovevo farlo.

Quando raggiunsi l’appartamento di Magnus era ormai sera, entrai come mi era capitato di fare altre volte, senza chiedere il permesso e senza bussare, l’ampia entrata era vuota, l’unica cosa che notai erano due calici di vino su un tavolino di vetro vicino la finestra, probabilmente non era solo. Forse per curiosità iniziai a girare per la casa in cerca di Magnus e del suo ospite ma quando raggiunsi la sua camera mi ritrovai davanti la scena peggiore che potessi immaginare. Magnus se ne stava sdraiato a petto nudo sovrastato dalla figura di Camille, che lo stava baciando dappertutto e quando lui emise un gemito di piacere, la mia unica reazione fu quella di scappare, dovevo andare via. Corsi per i corridoi e per un po’ pensai di essermi perso, il mio cuore era a pezzi avevo ottenuto quello che volevo, lo avevo allontanato e ora lui non voleva più me, sentì il mio viso bagnato e quando mi portai le mani al volto capì di stare piangendo, era orribile non ricordavo neanche l’ultima volta in cui avevo pianto, la mia mente cercò di ricordare e ciò che ottenne fu una immagine di me disperato sul letto perché avevo capito di essere innamorato di Jace e di non avere possibilità di essere ricambiato, che stupido! Allora non avevo alcuna idea di cosa fosse l’amore.

Amore, era quello che provavo per Magnus? Era troppo non potevo sopportare altro, era inutile negare ero innamorato di lui ed adesso lo avevo perso per sempre.

Cercai di concentrarmi sui miei passi e mi ritrovai all’ingresso, dovevo uscire da lì subito! Dopo pochi secondi però una luce bluastra mi bloccò la strada e mi ritrovai a terra era stato come sbattere contro un vetro trasparente, mi resi conto che la ferita all’addome si era probabilmente riaperta perché del sangue era finito sulle mie mani, chiusi gli occhi per il dolore, cercando di assimilarlo o almeno abituarmici, quando li riaprì mi ritrovai Magnus in piedi coperto dalla sola vestaglia, che mi osservava sconvolto e preoccupato, lo guardai con lo sguardo più truce che sapessi fare e respinsi la mano che mi protese per aiutarmi a rialzare, non avevo certo bisogno di lui per farlo.

Quando mi rimisi in piedi Magnus se ne stava davanti a me in silenzio, passarono secondi o forse minuti fino a quando decisi di staccare i mei occhi dai suoi e andare via.

“Alexander” mi chiamò e mi afferrò per un braccio mentre ero già pronto ad uscire da quell’appartamento.

“Magnus lasciami andare” Non riuscì a controllare la mia voce rotta dalle lacrime.

Lui strinse più saldamente la mano intorno al mio braccio, costringendomi a voltarmi.

“Ti prego Alexander guardami” Non avevo più forze ero distrutto, alzai lo sguardo perché volevo fosse consapevole del dolore che mi aveva inflitto e fissai i miei occhi nei suoi, era preoccupato, era triste ma non era il mio Magnus.

“Lasciami andare Magnus” ripetei come una cantilena.

“Alexander perché sei venuto qui?” la sua mano era ancora salda intorno al mio braccio, come se volesse assicurarsi che io non scappassi, come se io avessi possibilità di scelta, come se lui non potesse obbligarmi a restare usando la magia.

“Ero solo venuto perché volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me in questi giorni” nel suo sguardo notai sorpresa per le mie parole “ma ho visto” continuai “che avevi da fare e quindi mi è sembrato poco opportuno disturbarti” conclusi sprezzante.

Lui mi guardò squadrandomi “Vedo che hai bisogno di cure” disse osservando la mia ferita sanguinante.

“Non c’è bisogno, ti lascio tornare ai tuoi doveri” lanciai uno sguardo alla sua mano intorno al mio braccio “Lasciami andare ora”.

“Alexander tu mi hai lasciato, non puoi piombare qui e fare una scenata di gelosia” incalzò

“Hai ragione” conclusi, quella discussione sarebbe finita male lo sapevo, mi guardò interrogativo e io continuai “Ci siamo lasciati, non mi devi alcuna spiegazione, ora se me lo permetti vado via”

“No che non te lo permetto” Okay ora basta, sfruttai la runa della velocità per sottrarmi dalla sua presa e spingerlo verso il muro, bloccandolo con il mio corpo.

“Tu non hai il potere di impedirmi nulla, capito?” mi guardò stupito, probabilmente quella era una parte di me che lui non conosceva, beh era giusto fare le doverose presentazioni.

Evitai di pensare che probabilmente era nudo sotto quella vestaglia, evitai di pensare che probabilmente Camille era nell’altra camera in attesa del suo amante e lasciai la mia mente libera.

“Ti amo Magnus Bane e per quanto noi non potremo stare insieme, sarai per sempre il mio primo bacio e il mio primo amore, sei libero” abbassai le braccia lungo i fianchi e lo sguardo, non volevo sapere cosa pensasse davvero, ormai era fatta.

“Addio Magnus” riuscì a dire prima di lasciare definitivamente quell’appartamento, in cui probabilmente lasciavo anche una parte di me.



Eccovi il nuovo capitolo, sono successe tante cose e non vorrei commentare più di tanto ma lasciare la parola a voi, cosa ne pensate? Cosa succederà ora? Tante domande e non vendo l'ora di leggere le vostre reazioni. Grazie a chi ha lasciato una recensione al capitolo precedente, i vostri commenti e le vostre idee sono preziose. Alla prossima!
  
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