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Autore: Aagainst    16/05/2016    2 recensioni
Una serie di omicidi sconvolge Washington. Le vittime sono tutti ragazzi, pestati a sangue. La squadra è chiamata a risolvere il caso, ma il rischio di rimanere intrappolati in un gioco mortale sarà altissimo
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 7
 
 
Mentre fuggi ti porti sempre dietro te stesso.
(Lucio Anneo Seneca)

 -Rodney Smith, quarant'anni. È stato trovato da un clochard che ha prontamente affermato di non sapere nulla.- illustrò Rossi. JJ e Morgan si lanciarono uno sguardo d'intesa.
-Avete da dirci qualcosa?- chiese Hotch.
-Quest'uomo ha aggredito Elizabeth ieri notte. L'abbiamo messo in fuga col nostro arrivo.- spiegò Derek. 
-Il modus operandi, però, è diverso questa volta. È stato sgozzato e pugnalato diverse volte. E guardate sul muro!- esclamò Emily, indicando una scritta dipinta, probabilmente, con il sangue della vittima.
-"Erzsebet". Che significa?- domandò JJ.
-È un nome. Ma sarebbe assurdo se... Anche se avrebbe senso, in fondo.- parlottò tra sé e sé Spencer.
-Reid, potresti spiegare anche a noi?- lo richiamò Morgan, confuso.
-Avete mai sentito parlare di Erzsebet Bathory?- 
-La vampira?- chiese Emily.
-La serial killer. Erzsebet Bathory era una contessa ungherese. Si sospetta abbia ucciso più di seicento persone. Era convinta che il sangue di donne vergini potesse ringiovanirla.- spiegò Reid.
-Ed Erzsbet Bathory è conosciuta per lo più come Elizabeth Bathory.- aggiunse il più giovane della squadra. Tutti capirono subito dove Spencer volesse andare a parare.
-Elizabeth Taylor novella Elizabeth Bathory. Non male. Spiegherebbe anche il cambiamento del modus operandi.- dichiarò Hotch. JJ scosse la testa.
-Oh, andiamo! Secondo voi una ragazzina sarebbe in grado di sgozzare un uomo? E poi, ieri notte sembrava più volesse essere lei a farsi uccidere!- esclamò, dura.
-Sull'ultima considerazione di JJ concordo pienamente.- asserì Morgan.
-Quella ragazzina ha bisogno di aiuto! È invischiata in qualcosa di grosso, quello sì, ma non riesco a credere che possa uccidere qualcuno e che sia un'assassina!- continuò Jennifer. 
-A meno che non vogliano che lo diventi.- affermò Rossi. 
-Questo Pastore potrebbe averle fatto il lavaggio del cervello e spinta ad azioni criminose. Magari non ha ucciso nessuno, ma potrebbe aver aiutato l'assassino. Sempre che non si tratti di più persone.- rincalzò Spencer.
-Quella ragazzina non è un'assassina!- replicò JJ, esasperata.
-E se fosse quel... Pastore? Magari vuole incastrarla, semplicemente.-. Hotch annuì.
-Siamo pronti a costruire il profilo del Pastore.- affermò.
 
Elizabeth si svegliò di soprassalto. Aveva freddo, molto freddo. Si coprì con una coperta e si accese una sigaretta. Iniziò a pensare. Non capiva come mai quella agente federale volesse a tutti i costi aiutarla. 
"E se mi facessi trovare?" pensò tra sé e sé. Aspirò un'ultima boccata di sigaretta, poi si rivestì e uscì. 
 
Gli agenti della BAU si accingevano a illustrare il profilo del Pastore alla polizia.
-Il soggetto che cerchiamo si fa chiamare Il Pastore. Pensiamo si tratti di un individuo bianco, di origini scandinave. Purtroppo la nostra esperta non è riuscita a isolare un piccolo gruppo di sospettati tra i cittadini di origine nordica, ma sappiamo che, sicuramente, è a conoscenza delle tradizioni finlandesi.- esordì Hotch.
-Si tratta di una persona con un forte ego e anche con un certo grado di intelligenza. Ha una personalità molto forte ed è carismatico.- aggiunse Morgan.
-Oltre alle tradizioni nordiche già accennate, è anche un conoscitore di leggende.- puntualizzò Emily. 
-Ed è un sadico.- concluse Reid. 
 
-JJ, tutto bene?- domandò Emily, preoccupata. Per tutta risposta, Jennifer si morse il labbro.
-La troveremo. Vedrai.- la rassicurò. JJ accennò un sorriso di rimando. 
-Perché non vai un po' a casa? Sei stata fuori tutta la notte.- 
-Prentiss ha ragione. Torna dalla tua famiglia.- le consigliò Rossi.
 
Elizabeth se ne stava seduta su un muretto, con le cuffiette nelle orecchie e una canzone di MGK sparata a mille. Anche se si definiva metallara, nutriva un debole per la musica rap. Si accese una sigaretta.
-Ehi, ragazza. Sei sola?- le domandò un ragazzo, vedendola sola. 
-Come, scusa?- chiese, togliendosi le cuffiette.
-Chiedevo se fossi sola.- spiegò il giovane. 
-Comunque, hai una sigaretta?- 
-E perché dovrei dartela?- lo provocò lei. 
-Perché sono carino, simpatico, intelligente e ho una pistola a portata di mano.- replicò lui. Elizabeth si morse il labbro. 
-Vuoi un consiglio? Levati dalle palle.- ribatté, scocciata. Il ragazzo estrasse una pistola dalla tasca dei pantaloni. Elizabeth si finse impressionata. Il giovane le puntò l'arma alla tempia.
-Ora me la vuoi dare? E no, non intendo solo la sigaretta.- sghignazzò. 
-Stai giocando con la persona sbagliata.- gli sussurrò lei all'orecchio. 
-Io non sto giocando.- asserì lui.
-Nemmeno io.- esclamò Elizabeth, estraendo il suo coltello e pugnalando la mano del suo aggressore. Afferrò la pistola e la puntò contro il suo petto. 
-T-ti prego.- supplicò il ragazzo.
 -Mi stai pregando? Patetico.- lo canzonò lei, caricando l'arma. Il ragazzo deglutì, chiudendo gli occhi dal terrore. Elizabeth lo guardava, divertita. Scoppiò a ridere.
-Sparisci, pidocchio!- intimò. Il suo aggressore non se lo fece ripetere due volte e filò via, a gambe levate. Elizabeth si mise a giochicchiare con l'arma rubata al ragazzo. Udì un fruscio, che la riportò alla realtà. 
-Chi è là?- esclamò, puntando la pistola contro il nulla. 
-Merda!- imprecò. Deglutì. Il silenzio era assordante. 
-Fanculo, non mi avrete!- urlò, sparando un colpo e iniziando a correre, senza alcuna destinazione e senza alcuna protezione. Era sola.
 
-Reid, ti vedo preoccupato.- asserì David. Reid scosse la testa.
-Stavo solo chiedendomi cosa porta una ragazzina a scappare di casa, un luogo comunque abbastanza sicuro, per unirsi con un gruppo di delinquenti capeggiati da un folle.- spiegò Spencer.
-E a che soluzione sei giunto?- domandò Rossi. Reid chinò lo sguardo, per poi alzarlo immediatamente.
-Tu che ne pensi?- ribatté, cogliendo David alla sprovvista. L'agente più anziano si ritrovò spiazzato.
 
Elizabeth correva, a più non posso. Non poteva vederli, ma era certa di averli alle calcagna. Se l'avessero raggiunta, nemmeno il suo puukko avrebbe potuto fare qualcosa. Continuava a correre, nonostante le gambe implorassero pietà. Sentiva il cuore pulsare, come se dovesse esploderle. 
 
-Penso che ognuno ha bisogno di riconoscersi parte di qualcosa. In questo caso, Elizabeth non si sentiva parte della sua nuova famiglia. Magari era furiosa per questo, piena di rabbia. Quando si è arrabbiati si tende a percepire tutta la realtà come ostile. In un certo senso, ci escludiamo da soli dalla realtà. Allo stesso tempo, però, abbiamo bisogno di sentirci importanti per qualcuno. Alla fine siamo soli. Ma restiamo affascinati da qualcosa o da qualcuno. Ne abbiamo bisogno, è parte di noi. Ci illudiamo di non esserci chiusi, di avere una speranza. Ma non è così. Rimaniamo soli. E non abbiamo via di scampo, a meno che non decidiamo di aprirci alla realtà. Forse, a quel punto, capiremmo che, più che temere il reale, dovremmo temere noi stessi, il nostro ego.-.
 
Elizabeth si fermò. Sperava di averli seminati. Si guardò intorno: non conosceva quella zona. 
-Ehi, scusa, mi passi la palla?-. La ragazza si voltò. Un bambino la guardava, indicando un pallone rosso accanto a lei. La diciassettenne gli sorrise e gliela passò. Improvvisamente, un brivido le percorse il corpo. Sentiva freddo, tanto freddo. Si ritrovò carponi, tutta sudata.
-Ehi tutto bene?- si preoccupò il bambino. 
-Mamma!- chiamò il piccolo, per aiutarla. Elizabeth si ritrovò distesa per terra. L'ultima cosa che vide fu una signora bionda correre verso di lei. Le sembrava qualcuno di conosciuto, ma la vista era troppo sfuocata. La donna la prese in braccio, mentre intorno a lei tutto diventava nero. 
 
 
 


Angolo dell'Autrice
 
Eccomi qui col nuovo capitolo. Grazie a chiunque leggerà. Vi chiedo di recensire, almeno per invogliarli a continuare e per capire se la storia vi piace o no. 
Alla prossima!
 
   
 
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