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Autore: OurladyofSorrow    16/05/2016    7 recensioni
[STORIA AD OC] Iscrizioni Aperte - gli OC verranno selezionati, l'ordine nelle recensioni non viene preso in considerazione.
L’oscurità è da sempre parte integrante dell’ uomo, c’è chi resiste ad essa e chi invece viene inevitabilmente consumato.
Tre ragazzi emergono da quella stessa oscurità ed insieme decidono di fondare una gilda per dare il loro contributo alla sua estinzione. Un segreto però si cela nel loro passato di fuoco e sangue, verità ancora tutte da svelare, avversità da combattere ed un grande male da annientare.
Ma in tutto questo non saranno soli: nasceranno legami, amicizie, dissapori e forse perfino amore, come solo in una grande famiglia, una Gilda, può succedere.
Seguite le gesta di ragazzi che lottano per il proprio destino nelle articolate strade di Fiore, seguite le vicende della neo-gilda: Dragon Wing!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 3

 

L’urlo di Miku le arrivò come un flebile suono riecheggiante nelle orecchie. Quando aprì gli occhi si ritrovò coperta di polvere, così come i tre amici che con lei erano andati a prendere il premio e che si stavano rialzando da terra, frastornati e confusi dall’esplosione.
Le urla terrorizzate della gente riempivano l’aria già satura di polvere da sparo e fumo, mentre fiamme alte lambivano case, persone e le piante sparse qua e là. Homura si guardò intorno spaesata ed improvvisamente un flash riapparve nella sua memoria; un’immagine dell’incubo ricorrente che ogni notte la sgretolava e distruggeva come un castello di carte in un uragano.
Fiamme.
Il suo cuore accelerò i battiti che, frenetici, minacciavano un collasso da un istante all’altro.
Urla.
I suoni si amplificarono, donandole brividi freddi ed un senso di nausea che prepotente le soffocava il respiro.
Suppliche.
Come quelle che nell’incubo venivano ripetute a vuoto, senza sortire alcun risvolto positivo.
“È colpa mia.”
Il suo corpo paralizzato iniziò a tremare, mentre un’aura nera si espanse da lei, fino ad avvolgerla completamente; un dolore lancinante le trafisse la mente, costringendola a prendersi la testa fra le mani nel tentativo di alleggerire il dolore con un po’ di pressione, mentre dalla sua gola si liberò un urlo di terrore che si unì a quelli che già si udivano indistinti nell’aria.


Sean si rialzò da terra e si scosse la polvere di dosso, confuso.
<< Che cazzo…? Oh mio Dio... >> Il grigio iniziò a correre verso il ring bruciacchiato, guardandosi intorno nel tentativo di capire la situazione.
Il centro dell’esplosione non era così vicino al ring, da quello che poteva constatare dai segni neri a terra, ma a circa una sessantina di metri. L’esplosivo doveva sicuramente essere un conglomerato di varie parti la cui potenza aveva sprigionato un urto enorme, così grande da investire anche la zona dietro il ring e poco oltre, mentre dall’altro lato aveva raggiunto le zone abitate e parte dell’area commerciale.
Devo fare in fretta!” Il giovane corse verso le case per poi raccogliere un buon quantitativo d’aria nei polmoni e rilasciare un potente ruggito ghiacciato, con cui spense gli incendi più ingenti. Subito venne raggiunto da Zaion che, dopo un cenno in sua direzione, s’infilò nella casa su cui Sean stava intervenendo per potersi accertare della presenza o meno di vittime al suo interno.

Xeno aveva stretto di colpo a sé la piccola Miku e Byron si era posto davanti a loro per proteggerli.
<< Onee-chan...Onii-chan… >> La voce della ragazzina tremò, un misto di angoscia e paura maggiorato dall’idea di non aver accanto quelli che per lei erano fratelli.
<< Va tutto bene Miku, non ti agitare. Stanno bene, li vedo da qui. >> Byron le parlò dolcemente, celando al meglio la tensione che provava. Si alzò da terra e aiutò i due a fare altrettanto, poi prese la rosata in braccio e si allontanò rapidamente così da portarla al riparo.
Raggiunsero una locanda ad un paio di isolati e parlarono con la proprietaria affinché potesse tenere al tenere d’occhio la ragazzina fino al loro ritorno. Proprio mentre stavano per ripartire, un proiettile rosa serrò Xeno in una morsa stritolante: << Non lasciatemi qui, zio Xeno! >> La piccola si buttò fra le braccia del biondo prima ancora che lui potesse accorgersene.
<< Tesoro è meglio che tu stia qui, è pericoloso là fuori e noi non vogliamo che ti accada nulla. Stiamo andando a prendere Homura e Vorakh, perciò rimani qui al sicuro fino al nostro ritorno, ok? >> Il ragazzo ricambiò la stretta della piccola e le baciò la fronte con dolcezza, mantenendo un tono fermo e deciso sotto lo sguardo di Byron, che a sua volta, fece un cenno d’assenso per far capire meglio alla piccola quale fosse la cosa giusta da fare.
Miku annuì semplicemente, abbassando il capo con riluttanza: non avrebbe disobbedito, ma l’idea che anche i suoi adorati zii tornassero in quell’inferno le dava un’ansia ancora maggiore rispetto a prima.


Quando i fratelli furono tornati sul luogo dell’esplosione la maggior parte degli incendi era stata estinta, ma un nuovo pericolo incombeva ora: In lontananza, un ampio gruppo di persone incappucciate si stava dirigendo proprio verso di loro.
Allarmati, si voltarono in cerca di volti familiari e fu allora che la videro: in ginocchio ed avvolta da un’aura nera, un’Homura urlante ed in lacrime che sembrava aver perso la ragione.
Subito corsero verso di lei per aiutarla, ma improvvisamente la voce di Vorakh li bloccò:
<< Non avvicinatevi! Statele lontano! >> Il blu si portò al loro fianco, cercando di metterli in guardia del pericolo.
<< Aiutala tu, invece di lasciarla in quello stato! >> Sbottò Xeno ansioso in direzione dell’altro, che in risposta indurì lo sguardo.
<< È quello che sto cercando di fare. >> Sibilò quasi offeso, frapponendosi tra i due e la ragazza.
<< E allora, cosa stai aspettando?! Se non lo farai tu lo farò io! >> Xeno lo spostò di peso, frustrato, correndo poi verso l’albina.
Commettendo un errore.
Un’ondata di potere magico scaturì dal corpo della ragazza quasi fosse stata una difesa, sbalzando indietro il biondo e facendolo schiantare contro un albero lì vicino
<< Xeno! >> Byron si precipitò al suo fianco per verificare le sue condizioni, mentre Vorakh invece si rivestì di un’aura luminosa ed iniziò ad avvicinarsi lentamente ad Homura, palesemente ancora in preda a quelle terribili fitte che sembravano volerle spaccare la testa in due.
Un’altra ondata nera esplose da lei, ma non sortì alcun effetto sul blu che, protetto dalla luce dorata, vi passò attraverso senza ricevere danno; a fatica le arrivò di fronte e si mise in ginocchio, per poi stringere la ragazza a sé in un saldo abbraccio.
Byron e Xeno osservarono la scena senza capire: che diavolo stava succedendo?
<< Renkankei… >> Pronunciò il blu, mentre l’aura luminosa si trasferiva anche sull’altra, contrastando a stento l’ondata nera ed oscura.
Le urla di Homura si fecero più acute e stridule, mentre il suo sguardo umido e spento incontrò quello di Vorakh con sempre meno lucida vergogna in una tacita richiesta d’aiuto.
<< Kiko. >> Mantenendo lo sguardo nel suo con decisione, il ragazzo incanalò la sua energia per massimizzare l’efficacia della tecnica; l’aura luminosa che lo circondava s’intensificò rapidamente, soppiantando l’aura nera che ricopriva l’amica. Uno spasmo violento scosse il corpo della giovane che, istericamente, si dimenò per alcuni istanti nel tentativo di liberarsi dalla forte stretta; subito dopo sentì le forze venire a mancarle, mentre il dolore alla testa lentamente cessava. Confusa com’era, non seppe dire quando si erano arrestate le urla... ma il panico se n’era andato e, raggiunta dalla stanchezza, svenne fra le sue braccia, incapace di dire o fare qualsiasi cosa come una semplice bambola priva di volontà.
Entrambe le aure, oscura e luminosa, svanirono subito dopo: anche il blu lottò contro la spossatezza che la lotta, la preoccupazione, l’uso di quel potere gli avevano procurato. Con un sospiro, si alzò in piedi subito dopo e prese in braccio con delicatezza la giovane inerme. 

 

“Il padrone sarà fiero di me quando l’avrò condotta al suo cospetto…”  Higor si sfregò le mani con vigore, ghignando di soddisfazione per il piano di cattura che aveva ideato e a cui aveva appena dato inizio; dietro alla distesa di figure scure ed incappucciate, appariva come una persona lievemente gobba, basso di statura, dalle lunghe orecchie a punta, gli occhi grandi e con una chierica di capelli bianchi che lasciavano scoperta la fronte insieme alla parte superiore della testa.
Era vestito da maggiordomo, soprattutto per indicare il ruolo che rivestiva agli ordini del suo signore, ma quel giorno aveva preso il comando di una minuscola parte dei soldati del padrone per guidarli in suo nome in una missione che non era stata mai autorizzata, il tutto con lo scopo di compiacere il sovrano ancora ignaro della cosa.
I soldati avanzavano lenti in direzione del luogo ove l’informatore aveva documentato la presenza del bersaglio ed aveva poi fatto esplodere la bomba affinché, nel panico generale, non fosse possibile aiutare in alcun modo l’obiettivo; lasciandola a sé stessa, rendendola infine una facile preda.
<< Uomini! Portatemi la ragazza giusta stavolta, il padrone non deve aspettare ulteriormente! >> Gridò Higor ai suoi subordinati per poi indicare con un dito l’albina.
<< E cosa ne facciamo dei civili e dei maghi partecipanti al torneo, Signore? >> Domandò uno degli uomini, spostandosi in avanti per attirare l’attenzione del superiore.
<< Uccideteli, uccideteli tutti! >> Fu la risposta, con particolare malignità in quell’ultima parola.
Un greve urlo bellico si diffuse tra le fila degli uomini del maggiordomo, che immediatamente si scagliarono senza timore apparente verso la ragazza ormai svenuta tra le braccia del compagno. 
<< Quanto a te, mia cara… sarai il mio piano B >> Ghignò l’ometto, rivolgendo l’attenzione verso la ragazza svenuta che gli era stata portata per errore.


Vorakh teneva ancora in braccio Homura, lo sguardo fisso a studiare il volto dell’amica svenuta contratto, fino a pochi momenti fa, dal dolore e dalla paura che già aveva visto in altri momenti passati e da cui si era ripromesso di proteggerla: sentiva di aver fallito ancora una volta, esattamente nel momento in cui gli aveva chiesto aiuto con il solo sguardo, un aiuto che non sapeva come offrirle e che solo grazie al Concilio aveva potuto darle.
<< Vorakh! Portala via di qui, presto! >>
La sua riflessione fu interrotta bruscamente della voce di Xeno, che insieme a Byron si era portato davanti a lui per sbarrare la strada ai nemici. Fu solo in quell’istante che il blu, scosso da quelle urla, si accorse dell’attacco in corso; notò il gruppo di persone incappucciate che correvano nella sua direzione e, reagendo d’istinto, si posizionò l’albina sulla spalla a mo’ di sacco di patate ed iniziò a correre nella direzione opposta sperando di guadagnare terreno e trovare una sistemazione provvisoria affinché Homura potesse riprendersi senza pericolo.
Fortunatamente, non ci volle molto perché la trovasse: vide Miku in lontananza sbracciarsi per indicargli la sua posizione e, nonostante l’idea non gli andasse particolarmente a genio data la vera natura del panico dell’amica, era ahilui l’unica soluzione plausibile. Col fiato corto per la corsa, arrivò dalla piccola che, solo apparentemente calma, gli fece strada all’interno della locanda dove i gemelli l’avevano lasciata e andò subito alla ricerca di panni umidi e una cassetta del pronto soccorso per poter aiutare i due nel caso ne avessero bisogno.
Vorakh adagiò Homura su un letto della locanda e si fermò per riprendere fiato per un istante quasi eterno: quando infine si voltò verso la rosata e notò la sua espressione tesa e preoccupata si affrettò a porle una mano sulla testa per rassicurarla con una tenera carezza.
<< Sta bene, è solo svenuta...tienila d’occhio, io torno più tardi ok? Vado ad aiutare Xeno e Byron che senza di me sono inutili, non ci vorrà molto…>> Disse semplicemente il blu, l’ombra di un sorriso a tentar di sdrammatizzare l’accaduto. Miku sorrise appena ed annuì, sedendosi di fianco all’amica in attesa del suo risveglio mentre l’altro corse immediatamente fuori per dirigersi ancora una volta sul luogo del torneo.

<< Kakū no mahō: Kabe*1! >> Esclamarono in coro Xeno e Byron, evocando un possente muro di fuoco vivo fra sé ed il gruppo di nemici ormai a pochi metri da loro.
Gli incappucciati, incapaci di comprendere da dove fosse scaturito tutto quel fuoco, furono costretti ad arrestarsi di colpo; dalle loro fila si fecero avanti un paio di uomini che subito crearono dei getti d’acqua dalle mani nel tentativo di spegnerlo e riprendere l’offensiva. Rimasero non poco sorpresi nel constatare che la mossa da loro ideata non sortiva alcun effetto, non arrivando nemmeno a sfiorare la superficie infuocata del muro. << L’acqua non funziona! >> Esclamò uno di quelli, retrocedendo inorridito.
<< Evocate ghiaccio! Vento! Fate qualcosa! >> Rispose un altro facendosi avanti e dando sfoggio delle sue migliori capacità magiche; un raggio congelante di grande potenza, che indirizzò proprio al centro del muro.
Xeno ghignò divertito di fronte alla scena che gli si parava di fronte, cosa per cui Byron scosse solo lievemente la testa nel tentativo di mantenere un certo contegno.
Fu a quel punto però che il primo dei due decise di intervenire, facendo risuonare la sua voce nella mente degli sconosciuti pronunciando: <<Itami >>; subito e quasi sincronicamente, i nemici portarono le mani alle tempie iniziando ad urlare di dolore e di terrore mentre una sofferenza lancinante si propagava nel loro corpo. Caddero in preda a spasmi e convulsioni mentre il sistema nervoso collassava in seguito ad esse; la sensazione della carne che si lacerava all'interno del corpo si faceva sempre più forte, al punto da finire a terra a peso morto quasi contemporaneamente del tutto privi di coscienza.
Quando anche l’ultimo ebbe perso i sensi, i gemelli si guardarono soddisfatti, scontrando i pugni in segno d’intesa per poi esclamare all’ unisono un: << Siamo grandi, grandi! >> 
<< Si, bravi, ora dobbiamo andare ad aiutare gli altri! >> Vorakh, che era appena tornato dalla locanda, era arrivato proprio nel momento dei festeggiamenti e pensando che i gemelli stessero prendendo la cosa alla leggera era intervenuto per riportare quel minimo di serietà e di urgenza necessario per la situazione.
<< Dici così perché tu non c’eri, avresti invidiato il nostro potere! >> Byron portò una mano sulla fronte con fare teatrale, mentre Xeno sghignazzò divertito dalla scena portando nel contempo l’indice destro a risistemarsi gli occhiali sul volto.
<< Ehm…certo...certo. Andiamo. >> Il blu si sfiorò con un dito la guancia, inizialmente confuso dal comportamento molto rilassato dei due, ma poi riuscì a riprendersi e tornò con i piedi per terra, incoraggiandoli a muoversi.


Non molto distante, Alèk e Alexis stavano assistendo dei feriti, Sean aveva estinto le fiamme di un’abitazione mentre Zaion usciva dall’ultima casa controllata.
<< Con questa abbiamo finito, no? >> Chiese Zaion, ripulendosi nel mentre i capelli dalla cenere accumulata.
<< Sì, era l’ultima. Ora cerchiamo gli altri, non li vedo da quando c’è stata l’ esplosione. >> Rispose Sean, cercando di riprendere fiato dall’utilizzo intenso e continuativo della propria magia.
<< Mi sembra di aver visto Vorakh portare Homura in quella locanda laggiù! >> Si intromise Alexis, portando un dito ad indicare in direzione dell’ edificio in questione.
<< Che diavolo sarà successo? >> Il ragazzo con braccia e mani bendate si era allontanato di qualche passo, nel mentre, per vedere meglio la distesa di figure incappucciate a terra.
<< Siamo qui! >> Vorakh, Xeno e Byron apparvero dalla strada, attirando l’attenzione degli altri che subito si fecero loro vicini.
<< State tutti bene? >> Domandò Alèk con voce tesa e carica di preoccupazione.
<< Non...proprio… >> Vorakh esitò, avvertendo un mancamento nelle sue forze che subito ricondusse all’utilizzo eccezionale di quel potere unito allo stress fisico; si ritrovò in ginocchio senza nemmeno accorgersene, sentendo la stanchezza sopraffarlo rapidamente.
<< Ohi! >> Xeno e Byron lo sorressero immediatamente, cercando di non farlo cadere a terra.
<< Santo cielo… è morto! >> Esclamò di getto Alexis, scioccato, portando una mano alla bocca.
<< Che ti è successo?! >> Zaion gli prese il volto con una mano, costringendolo a guardarlo in faccia. << Guardami! Resta sveglio! >> Gli diede delle leggere pacche sulle guance per farlo restare lucido.
<< Smettila idiota, mi fai male >> Borbottò il blu piccato, rimanendo vigile e aggrappandosi ai gemelli per rialzarsi.
<< Scusa tanto se ci tengo a non farti svenire eh >> Ribatté l’altro, mentre lo aiutava a sua volta a rimettersi stabilmente in piedi.
<< Oh ma questo lo so tesoro, ti ringrazio… >> Gli fece l’occhiolino Vorakh, sorridendogli sghembo e facendo percorrere le schiene di tutti i presenti da brividi freddi.
<< No...ti prego...non farlo mai più. >> Rispose Zaion inorridito, prendendo d’istinto le distanze da lui.
<< Come sei noioso. Dunque...il punto della situazione? >> Domandò il blu, una volta ripreso il controllo di sé.
<< Incendi estinti, feriti soccorsi...Homura e Miku? >> Rispose Sean, incrociando le braccia sul petto un po’ più tranquillo.
<< Sono in una locanda qui vicino, stanno bene. >> Disse Xeno, sistemandosi gli occhiali sul naso.
<< Benissimo. Quindi non ci resta che vedere chi c’è dietro a tutto questo...dividiamoci >> Propose Byron, cercando il consenso di tutti con lo sguardo.
<< Scusate solo un secondo, non vi sembra che manchi qualcuno? >> Intervenne Alexis guardandosi intorno, condividendo con tutti quella sensazione di incompletezza.
Dopo qualche istante di silenzio, il gruppo raggiunse all’unisono ad una conclusione: << Gala! >>
Immediatamente, i ragazzi si separarono alla ricerca della giovane dai capelli glicine; chi tornando negli immediati dintorni dell’esplosione, chi nei punti di fortuna allestiti per i feriti, chi ancora nelle locande o i negozi vicini... tuttavia, di lei sembrava non esservi traccia.


<< Onee-chan…? >> Miku, seduta su una sedia posta di fianco al letto, accarezzava il volto dell’albina con dolcezza provando a svegliarla e tentando di contenere l’agitazione che sentiva forte dentro di sé nel vedere l’altra distesa e priva di coscienza.
Homura emise un mugolio e iniziò lentamente ad aprire gli occhi, focalizzando pian piano il luogo in cui si trovava; sembrava una normale stanza da letto, spoglia ma pulita, ordinata nel suo essere minimale e tutto sommato accogliente; le mura erano tinteggiate di un tenue color crema, il mobilio antico profumava di cera d’api, segno che era stato lucidato di recente e dal soffitto pendeva uno di quei lampadari con le pale ruotanti utili a rinfrescare la stanza nelle giornate più calde. Le finestre erano coperte da tende color panna e le lenzuola del letto in cui si trovava distesa erano del medesimo colore e profumavano di lavanda.
<< Onee-chan? >>  La vocina della piccola la colse alla sprovvista, facendola sentire di nuovo come se fosse scivolata nuovamente nell’incubo; si ritrasse di scatto fino a cadere dal letto, strisciando fino all’angolo opposto a dove si trovava Miku, nel cui volto si rifletteva ora una grande tristezza mista ad impotenza.
<< Onee-- >> << Non dirlo… ti prego… basta… basta… >> Homura portò le mani a coprire le orecchie e si sciolse in un pianto dirotto, chiudendosi nella sua frustrazione senza che l’altra potesse avvicinarsi per tentare di consolarla.
<< Vado… vado a prenderti qualcosa da mangiare… ok? >> Senza aggiungere altro, la rosata si allontanò dal letto ed uscì dalla porta, chiudendosela alle spalle e lasciandola per un po’  da sola, libera di sfogare l’esplosione di sentimenti ed emozioni che aveva dentro.
Non le capitava praticamente mai di vedere la sua onee-chan piangere in quel modo...beh, non le capitava mai di vederla piangere, a dirla tutta, le era successo di sentirla a volte, come a volte accadeva di udirla urlare dalla sua camera, cosa per cui era sempre intervenuto Vorakh. Quando gli aveva chiesto spiegazioni, il blu si era irrigidito ma non aveva voluto rivelarle niente, liquidandola semplicemente con un “ È troppo presto perché tu capisca...quando arriverà il momento ti spiegherò tutto, te lo prometto. “
“Anche gli zii sanno...ma nemmeno loro mi diranno niente finché onii-chan non dirà loro che possono…” Rifletté la ragazzina, sospirando mestamente prima di andare a cercare la proprietaria della locanda e chiederle qualcosa da mangiare per Homura.


Alèk e Alexis sbuffarono quasi all’unisono di fronte all’ennesima negazione alla frase “Avete visto la ragazza della coppia che ha vinto il torneo?”
<< Dove sarà finita? Possibile che l’esplosione fosse così forte da sbalzarla da qualche parte? >> Chiese Alèk, sinceramente preoccupato per quell’ingiustificata sparizione.
<< Nah, impossibile. Come hai visto, gli altri che erano con lei sono rimasti nelle vicinanze… temo che c’entrino qualcosa quei tizi incappucciati che sono stati stesi dai due biondini… >> commentò Alexis, picchiettandosi la guancia con l’indice pensierosamente.
<< Cosa te lo fa credere? >> Le domandò curioso il fratello, portando lo sguardo proprio verso l’ammasso disordinato di tizi incappucciati ancora incoscienti poco più in là.
<< Non lo so...è troppo strano. L’attentato, quel gruppo di tizi, una compagna scomparsa… fa pensare a qualcosa di organizzato, è impossibile che siano coincidenze… >> Commentò l’altra, portando a sua volta lo sguardo nella medesima direzione di quello del fratello.
<< Non hai tutti i torti. Perché non chiedere ad uno di quei signori laggiù? >> Propose il moro, ridacchiando ed iniziando a muovere alcuni passi verso di loro, seguito da una concorde e silenziosa Alexis.
Giunti di fianco a loro, Alèk si chinò verso quello più vicino a lui e lo prese per il bavero della tunica che indossava, scoprendogli il volto che in principio era nascosto dal cappuccio, rivelando l’aspetto d’un normale uomo sulla quarantina dai capelli lievemente brizzolati ed i segni delle prime rughe d’espressione.
<< Hey. Svegliati. >> Il moro scosse l’uomo con forza nel tentativo di svegliarlo, ma senza sortire alcun effetto.
<< Ohi. Sveglia! >> Alèk diede alcuni schiaffi all’uomo, destandolo rudemente da quello stato d’incoscienza.
<< C-chi siete?! >> Domandò lo sconosciuto, sconvolto.
<< No, no. La domanda è chi siete voi...e soprattutto, che cosa ne avete fatto di Gala? >> Continuò il giovane, sotto lo sguardo impassibile della sorella.
<< Non conosco nessuna Gala io! Lasciami andare! >> L’uomo cominciò a dimenarsi, così Alèk fece sì che dalla terra si creassero come due lacci che andarono a legare le gambe del tizio e lo immobilizzarono al suolo.
<< Allora, ricominciamo. Chi siete voi? Dove avete portato la nostra amica? >> Quasi cantilenò il moro, già stufo di quella situazione.
<< Se la vostra amica è quella che è finita fra le mani del capo, rassegnatevi all’idea che non sia più recuperabile, Higor l’avrà sicuramente già resa una componente del suo arsenale! >> Ringhiò l’uomo, digrignando i denti.
<< Quindi lavori per questo Higor eh? E dimmi, di che arsenale parli? >> Alexis si chinò di fianco al fratello, lo sguardo ceruleo concentrato in quello del nemico.
<< Certo, come se ve lo rivelassi, piuttosto la morte! >> Ribatté l’altro, sfrontato.
<< Vuoi che ti accontenti? >> Il volto inespressivo della ragazza e il tono glaciale che utilizzò per quelle poche parole scaturirono dei brividi di paura nell’uomo che balbettò qualche parola senza senso prima di tacere nuovamente.
<< D’accordo allora. Raiu*2>> La mora alzò gli occhi al cielo e subito lì si raccolsero alcuni nuvoloni neri che lentamente si espansero per alcuni metri, carichi d’acqua e promettendo tempesta.

Un tuono rimbombò dopo alcuni istanti, annunciando rumorosamente l’intenzione della ragazza di attaccarlo. << C-cosa...? >> Lo sconosciuto guardò sopra di sé, mentre in lui si faceva largo la consapevolezza di non avere alcun scampo.
Uno scudo dalla consistenza della terra stessa si chiuse su di lui proprio alcuni istanti prima che una folgore lo investisse, scaricandosi su quella superficie senza arrecare alcun danno; poi scomparve.
Il tremito della paura colse l’uomo come un fiume in piena, mentre davanti a loro i due si stagliavano minacciosi.
<< Ti ho salvato una volta, ma se non parli non ci sarà nessuno scudo a proteggerti dal prossimo fulmine e… >> Alèk alzò momentaneamente lo sguardo al cielo nel medesimo istante in cui un’altra folgore squarciò nuovamente il silenzio. <<... Direi che non hai più di due minuti prima che arrivi. >> Concluse con un sorrisetto, prima di chinarsi nuovamente per raggiungere l’altezza dell’altro.
<< D-D’accordo! D’accordo! Higor è...il braccio destro del padrone, ma nemmeno io so chi sia o che aspetto abbia, non si è mai mostrato a noi! >> Cominciò l’uomo, balbettando per la paura che quella minaccia si avverasse.
Un altro tuono rotolò fra quelle nubi nere e pesanti e subito questi si affrettò ad aggiungere:
<< Higor ha un arsenale di fantocci! La sua magia è...è un marionettista! Chiunque entri in contatto con lui rischia di diventare una marionetta nelle sue mani! Potresti suicidarti solo perché lui ti guida nel farlo! >> Spiegò concitatamente, suscitando l’interesse dei due giovani fratelli.
<< Dove avete portato la nostra amica? >> Domandò Alexis, con voce seria e determinata.
<< Non ne ho idea! Una squadra specifica è stata incaricata di prendere la ragazza indicata dall’informatore, ma a quanto pare hanno preso quella sbagliata e hanno mandato noi dal vero obiettivo! Non so dove sia! >> Gridò il quarantenne, sempre più esasperato.
<< Credo possa bastare. >> Una voce gracchiante dal timbro maschile attirò la loro attenzione, incoraggiando il duo a cercare il proprietario della stessa; il loro sguardo si posò su un vecchietto gobbo con una chierica di capelli bianchi semi-lunghi vestito da maggiordomo, con un ghigno beffardo in volto e che li squadrava come se fossero praticamente inutili.
<< Chi sei tu? >> Alèk tornò in posizione eretta, concentrando tutta la sua attenzione sul nuovo arrivato.
<< Signore si salvi! Se ne vada! >> Esclamò il quarantenne a terra, ricevendo in premio per il suo disturbo un forte pugno nello stomaco da Alexis affinché tacesse.
<< Tu, spazzatura, non mi servi più. >> Il vecchietto allungò una mano ossuta verso l’uomo, e da essa partì uno strano raggio violaceo che sbriciolò le leghe che lo tenevano bloccato a terra e lo sollevarono a mezz’aria.
<< No! La prego! Posso rimediare! >> Lo implorò l’altro, il ritratto del puro terrore a fargli da volto.
<< Ningyō*3 >> Pronunciò semplicemente l’anziano, mantenendo un’espressione neutrale nonostante la condanna emessa.
Immediatamente, un urlo di dolore si fece largo dalla gola del quarantenne; nel giro di pochissimi istanti, si trasformò completamente in una bambola di pezza senza vita. Tuttavia, l’uomo non si fermò a questo; stringendo la mano con cui lo indicava a pugno, disintegrò la bambola rendendola un cumulo di fine polvere che scivolò lentamente al suolo.


La tempesta che incombeva sulle loro teste si allargò ulteriormente, oscurando il sole con prepotenza.
<< Dunque, signori… >> Il vecchio mosse alcuni passi in avanti, prima di allungare un braccio verso la massa incosciente di nemici incappucciati.
<< Direi che potremo affrontare una negoziazione matura fra civili, che ne dite…? >> Mentre l’anziano parlava, un cerchio magico di grandi dimensioni si era creato sotto al gruppo di uomini. L’istante seguente, avvolti da una forte luce violacea, questi sparirono dalle loro viste lasciando la strada sgombra.
<< Non so se lei ha qualcosa che possa fare al caso nostro… >> Ribatté Alèk, incrociando le braccia sul petto con una certa sfrontatezza.
<< Ohoh...beh, io invece credo proprio di sì… >> Ghignando divertito, l’ometto evocò un nuovo cerchio magico di fianco a sé dal quale comparve la figura, all’apparenza completamente priva di emozioni - quasi fosse una bambola, o una marionetta - di Gala.
<< Liberala subito! >> Esclamò Alexis, muovendo un passo in avanti con malcelata aggressività.
<< Vorrei farlo ma...come vi ho detto è una negoziazione. Se io la libero pretendo di avere qualcos’altro in cambio… >> Commentò l’altro con divertimento sadistico, abbracciando la ragazza inerme al suo fianco.
<< Toglile quelle manacce di dosso, lurido-- >> << Che vuoi in cambio? >> Alexis interruppe il fratello, frapponendosi fra lui e il nemico con fare deciso.
<< Voglio che mi consegnate l’albina. >> Rispose secco l’ometto, l’espressione seria e priva dell’ombra scherzosa di poco prima.
<< Che vuoi da lei? >>  Domandò Alèk confuso, mentre si portava al fianco della sorella.
<< Non è affar tuo, giovanotto. Consegnatemela e la vostra amica qui sarà libera. >>  Sentenziò l’altro, mostrando un ghigno beffarlo.
<< Non credi di essere sleale? Ci stai chiedendo di darti una nostra amica per una nostra amica! >> Alèk sbottò, portando le mani sui fianchi oltraggiato.
<< Questa, mio caro ragazzo, è la vita. Non si può avere tutto, dare e ricevere, funziona così. Adesso ditemi dove si trova l’albina e questa fanciulla tornerà alla sua placida vita come se niente fosse successo… >> Commentò il vecchietto, portando la punta della sua viscida lingua a leccare la guancia morbida dell’immobile giovane dagli occhi viola spenti sotto lo sguardo impotente dei due fratelli.
<< Scordatelo! >> Sbraitò il moro, fuori di sé, preparandosi a combattere allo stesso modo della sorella la cui tempesta borbottava nel cielo pronta a rovesciare una tempesta di fulmini in qualsiasi istante.
<< Molto bene...vuoi fare tu gli onori di casa, mia cara? >> Soffiò l’anziano in direzione di Gala, una punta d’eccitazione nella voce.
La giovane scattò in avanti, le mani trasformate in due getti di fumo; iniziò a menare colpi verso Alexis che, sorpreso da quell’offesa inaspettata, schivò con non poca difficoltà prima di riuscire con un balzo all’indietro a prendere le distanze da lei.
<< Arashi*4>>  Al comando della mora, dal cielo piovvero crepitanti saette che andarono a cadere in prossimità di Gala, per scoraggiarla; ma questa, come se non fosse successo niente, continuò la sua carica incontrollata.
Per evitare di colpire la compagna, Alexis decise di cambiare bersaglio mirando invece all’anziana figura che la teneva sotto controllo. Questi però non si fece cogliere impreparato e alzò una mano, convogliando in essa la sua magia, riuscendo a disperdere con facilità la forza del fulmine e ripetendo la medesima mossa con le altro quattro scariche che si manifestarono di fronte lui in veloce sequenza, rimanendo completamente illeso.
Alèk, dopo aver visto il fallimentare attacco della sorella, decise di intervenire: repentinamente portò avanti una mano, facendole fare un movimento ellittico con cui fece sollevare parte del terreno sottostante.
Plasmandolo rapidamente, gli diede la forma di un enorme testa di tigre alta quasi come un edificio; << 
Teikoku tora no kiba!*5>> Esclamò il giovane moro mentre la creatura appena plasmata si si avventava sul nemico, inizialmente sorpreso per la maestosità della tecnica appena eseguita, aprendo le sue grandi fauci ed inghiottendo così l’intera figura dell’anziano senza che opponesse alcuna resistenza.
Il maggiore dei fratelli Lancaster si ritrovò ad ansimare per lo sforzo compiuto, dovuto soprattutto all’impiego di un gran quantitativo di potere magico in un sol colpo; nonostante lo scontro sembrasse essere terminato con esso, la magia che l’uomo esercitava su Gala non si era interrotta obbligando Alexis a continuare una danza elusiva che le permettesse di evitare gli attacchi dell’altra senza bisogno di contrattaccare.

Proprio mentre Alèk cercava di fermare la glicine, modellando il terreno sotto ai suoi piedi a mo’ di corda, fu interrotto da un boato.
Si volto di scatto in direzione del rumore, sorpreso, giusto in tempo per assistere all’improvvisa esplosione della testa di tigre; già divisa in due parti, esplose ulteriormente sollevando un banco di polvere da cui riemerse Higor, completamente inerme, ghignante e solo lievemente sporco di terriccio.
<< Bel tentativo, ragazzo, davvero… ma niente da fare. Consegnatemi l’albina o la vostra amica qui presente morirà per mano mia! >>  Il vecchietto allungò un arto in direzione di Gala, bloccandola sul posto finché una luce violacea l’avvolse completamente.
<< No! >> Esclamarono in coro i due, scattando verso di lui per fermarlo….

Fu un attimo.

Due raggi violacei, identici a quello con cui il vecchio tratteneva la ragazza, si scomposero ciascuno in cinque finissimi fili che si agganciarono alle estremità dei due giovani: la luce viola li rivestì interamente mentre il vecchietto si sciolse in una risata malvagia, sicuro di aver vinto.
<< Ora, piccoli sciocchi, siete in mano mia! Ahahahahah!! >>
Proprio mentre i due, tentando di liberarsi da quei fili, stavano iniziando a perdere la capacità di reagire, Vorakh apparve dalla traversa di fianco:
<< Renkankei- Kiko! >> Esclamò, tagliando con la mano rivestita d’energia i filamenti che legavano i tre ragazzi al vecchio.
<< Che cosa?! Com’è possibile! Nessuno è mai riuscito a recidere i miei fili! >> Esclamò Higor, scioccato, rivolgendo un’occhiata per la prima volta impaurita al nuovo arrivato sul posto.
<< Fin’ora… >> Lo corresse il blu, seccamente, per poi scagliarsi immediatamente sul vecchietto e iniziando a menare colpi potenti senza esitazione verso il suo viso e costato; colpi da cui l’anziano riuscì a stento a difendersi, ma che lo tennero impegnato mentre era preparativo di un attacco che sarebbe stato decisivo:
<< Honouma no Gekikou*6! >> Zaion si mostrò qualche metro dietro le spalle del nemico, facendo capire chiaramente al blu di doversi allontanare; dalla sua bocca scaturì un ampio getto di fuoco color bianco puro che andò ad investire il solo Higor in pieno, nascondendolo alla vista.
Quando la luce scaturita dalle fiamme scomparve, al posto di Higor i giovani trovarono nient’altro che bambole carbonizzate dall’impatto del colpo, ma del vecchio nessuna traccia.
<< Cosa?! Dov’è finito?! >> Sbottò il ragazzo dalle braccia bendate, sbattendo gli occhi, sorpreso e allo stesso tempo deluso di aver apparentemente mancato il bersaglio.
Una risata sguaiata rimbombò nel cielo sopra le loro teste: << Ahahahah! Mi spiace, ma vi è andata male! Per stavolta mi ritiro, però non è certo finita qui! >>
Il gruppo rimase a scrutare il cielo per alcuni tesissimi istanti, assicurandosi che il nemico se ne fosse effettivamente andato; poi Alèk e Alexis, recuperate le forze dopo l’attacco nemico, emisero un sospiro di sollievo e si riunirono agli altri due.
<< Tutto bene? >> Chiese Zaion, un filo di preoccupazione nella voce. << Sì, stiamo abbastanza bene… mi sento leggermente intorpidita, è come se quei fili ti spegnessero dentro tutte le emozioni… >> Rispose Alexis, mentre Alèk si stiracchiava a sua volta per riprendersi completamente. << Ora però sarà meglio di tornare dalle ragazze, Miku sarà in pensiero… e chissà Homura… >>
Vorakh annuì brevemente, e fu in quel momento che, finalmente, anche Sean arrivò sul luogo del combattimento. << Ah, eccovi finalmente! Cosa diamine è successo qui? >>
Guardò gli altri stupito, accorgendosi dello stato in cui erano ridotti, per poi avvicinarsi subito a Gala per verificare che non avesse subito danni.
<< Ti spiego strada facendo, iniziamo intanto a dirigerci verso la locanda >> Fu la risposta di Alèk che, apparentemente ripreso, prese a muoversi seguito subito da tutti gli altri del gruppo.
Era deciso; avrebbero portato Gala alla locanda dove Miku ed Homura, ancora ignare dell’accaduto, stavano attendendoli con impazienza.

 

 

*1 Kakū no mahō: Kabe = Magia illusoria: muro

*2 Raiu = Temporale

*3 Ningyō = Bambola - pupazzo

*4 Arashi = Tempesta 

*5 Teikoku tora no kiba = Zanne della tigre imperiale

*6 Honouma no Gekikou = Ira del demone di fuoco

 

Note degli autori :

Ed eccoci qui :)
Perdonate il ritardo eccessivo ma abbiamo avuto dei problemi col documento che non salvava correzioni ecc…
Ne approfitto per fare la seguente comunicazione: per motivazioni legate a vari impegni, il giorno di pubblicazione si sposterà a domenica, sempre con una distanza di 2 settimane circa da un capitolo all’altro, “ci scusiamo per il disagio”.
Parlando del capitolo: che ne pensate? Homura ha passato un brutto quarto d’ora, i ragazzi hanno avuto un incontro interessante e Gala era caduta vittima del nemico...e ora? Che accadrà ai nostri eroi? Sarà davvero finita?
Capisco che ne abbiate i cosiddetti ormai pieni di questa cosa del torneo, ma vi giuro che siamo agli sgoccioli, di certo non potevo troncare l’argomento lì senza né A né B… xD
Fateci sapere le vostre opinioni, ci teniamo davvero molto.
Ci raccomandiamo: se qualcosa non vi piace (questo più che altro è un discorso mirato ai proprietari dei pg utilizzati) vi prego scrivetecelo! È importante per noi figurare i vostri beniamini al meglio!
Detto questo, ci scusiamo ancora per l'immenso ritardo e vi diamo appuntamento al prossimo capitolo ;)
A presto \o/

  
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