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Autore: RheaEve    16/05/2016    0 recensioni
Quando si è adulti si tende a ripensare spesso al passato, un pò per nostalgia e un pò magari per rabbia. I motivi sono gli stessi: frasi non dette, azioni non fatte, occasioni o persone perse o lasciate andare via. Niente rispecchia meglio tutto ciò come le nostre storie passate. Niente può far capire meglio una persona che l'amore. Adesso io non sono adulta, sono solo un pò più cresciuta (anche se non più alta) ma con la stessa voglia di riguardare ciò che mi ha portato fin qui e magari mi scappa anche un sorriso mentre lo faccio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non potevo crederci. Eppure era lì. Chiaro e semplice. L'impossibile stava bussando alla mia porta e io avevo dimenticato come si usasse una maniglia. Non riuscivo a comprendere come un gesto elementare, che avevo ripetuto un milione di volte, potesse risultarmi così complicato in quel momento. Si trattava solo di muovere il mouse, seguire il percorso della freccia e condurla fino a quel "Accetta richiesta d'amicizia" tanto familiare. Ma qui non si trattava di condividere le tue informazioni personali con amici, parenti, sconosciuti arabi dall'altra parte del mondo. Dall'altra parte dello schermo c'era Rui che stava, o meglio speravo, stesse aspettando una mia risposta. Avevo fissato talmente tanto quelle parole scritte in minuscolo che ormai non avevano più un significato logico. Mi trovavo sicuramente ai confini della realtà oppure non ne capivo davvero nulla di rapporti umani. Magari il mio ignorarlo tutta la sera aveva fatto colpo. Del resto quale ragazza è più attraente di una con cui non hai scambiato minimamente parola? Finalmente, dopo un lasso di tempo ovviamente inadeguato per questo genere di cose, cliccai su quell'opzione dando inizio alla mia amicizia virtuale con Rui e non solo a quello. Non appena il mio dito ebbe adempiuto al gesto catartico e liberatorio di rispondere ad una richiesta su Facebook mi passarono davanti agli occhi tutte le infinite possibili varianti della mia vita con Rui. Tutte volgevano ad un lieto fine, tutte scandivano con momenti felici la nostra storia multietnica e i nostri figli sarebbero stati mulatti e bellissimi. Ero estasiata dall'idea del futuro che mi aspettava, del ragazzo che mi aspettava. Mi alzai dalla sedia e iniziai a vagare per casa sorridendo, come facevo ogni volta che mi capitava qualcosa di bello. Non riuscivo a star ferma, dovevo sfogare in qualche modo tutta quella sensazione di leggerezza, emozione ed impazienza che avevano inondato tutto il mio corpo e la mia mente. Fremevo per Rui, per me, per noi due assieme ma ovviamente non durò molto. Tutto quell'idillio si dissolse non appena mi si pose davanti un importante, anche se ero riuscita perfettamente ad ignorarlo fino a quel momento, quesito. Un dettaglio non sicuramente trascurabile. Chi era questo ragazzo? Non sapevo praticamente nulla di lui. Ero conoscenza che fosse il figlio, appena trasferito dal Brasile, dell'ex badante di mio nonno, divenuta in seguito un amica molto stretta di mia madre e della famiglia in generale. Motivo per cui erano con noi a festeggiare l'anno nuovo. Avevo passato settimane intere aspettando il suo imminente arrivo cercando di ostentare il meno possibile la mia curiosità e tentando di far sembrare vaghe e casuali le mie domande su di lui a sua madre, la cui emozione per il trasferimento del figlio era molto più giustificabile della mia. Mi resi conto di essere un ingenua ragazzina alle prese con una cotta adolescenziale immotivata e irragionevole, ingigantita solo da una sciocca fantasia sul "ragazzo straniero", "diverso", "esotico" e per cause di forze maggiori "bello". Perché, ovviamente, il Brasile può sfornare solo bei ragazzoni scuri che ballano la salsa. Non che Rui non fosse un bel ragazzo, anzi era molto carino, ma rimaneva un ragazzo carino di 15 anni, probabilmente spaesato e spaventato da un paese che non aveva mai visto e in cui si era appena ritrovato a vivere e la prima cosa che aveva incontrato era una ragazza assatanata che non aspettava altro che saltargli addosso. Fortunatamente non sapeva nulla di tutto ciò quindi il mio senso di vergogna si mitigò quel tanto che bastava per farmi ricordare che nonostante tutto aveva dimostrato di voler entrare, in qualche modo, in contatto con me ed ero comunque lusingata e desiderosa di potergli parlare per la prima volta. Solo che non avevo considerato QUANDO questa prima volta si sarebbe presentata.....
  
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