Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Morgana89Black    16/05/2016    1 recensioni
Severus Piton accetta di tornare a fare la spia per Silente. Va dal Signore Oscuro per riconquistare la sua fiducia. Cosa accadrebbe se dopo questi fatti qualcuno dal passato tornasse nella sua vita?
Dal primo capitolo:
Un lampo di luce ed un taglio poco profondo, ma doloroso si apre sul mio viso, sento il sangue sgorgare lentamente. Al primo se ne aggiungono altri, su ogni parte del mio corpo: gambe, braccia, petto. Non sono così profondi da uccidermi, ma lo sono abbastanza per torturarmi.
Dal quarto capitolo:
Non riuscivo ad evitarmi di tornare regolarmente ad osservare la sua figura armoniosa dalla quale, nonostante tutto, mi sentivo attratto. La contemplai a lungo mentre, sicura di sé, con gesti precisi e misurati portava a compimento una delle pozioni più complicate con cui una ragazza della sua età poteva venire a contatto.
Dal settimo capitolo:
"Sei ubriaco, Severus! Solo per questo ti dirò quel che sto per dirti: in un altro mondo, forse, ti avrei concesso almeno una notte con me", sorrideva placidamente mentre pronunciava quelle parole.
Dall'ottavo capitolo:
Lei non risponde, mi volta le spalle. Sta tremando, è evidente. Ed io non so cosa fare. Se ora l'avvicinassi mi respingerebbe...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Astoria, Lily/Severus, Lucius/Narcissa, Lucius/Severus, Severus/Narcissa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Ritorno ad Hogwarts.
 

"Cassandra, che piacere averti di nuovo qui, ad Hogwarts", le parole del preside sembrano risvegliare l'intera sala, che immediatamente stacca gli occhi sognanti dalla figura di quella bellissima donna.

"Preside, è un onore per me essere qui. Anche se devo ammettere, avrei preferito tornare fra queste mura in altre circostanze", la sua voce è melodiosa come quella di un usignolo. Senza aspettare altre parole si avvia decisa verso il posto che è rimasto libero al tavolo degli insegnanti e nel farlo passa dietro alla mia sedia ed io non posso, purtroppo, far a meno di fremere quando percepisco il suo profumo (fiori di thiaré ed argan, sensuale ed esotico, come lei).

Si siede sicura fra Minerva e Sirius Black, e nel farlo la vedo rivolgere un cenno sicuro all'uomo, e dire con voce ferma e sufficientemente alta da essere udita in tutta la sala "ti trovo bene fratello, a quanto pare Azkaban non ha avuto alcun effetto negativo su di te". Lui si avvicina e le bacia la guancia, "ed io noto con piacere che il matrimonio non ha avuto alcun effetto negativo su di te, Cassandra".

A queste parole un mormorio concitato percorre l'intera sala. Vedo in un angolo del tavolo di grifondoro Potter ed i suoi amici sussurarre guardando la donna ed il suo fratellino. Ormai tutti hanno compreso chi sia la donna entrata in sala con così tanta sicurezza: Cassandra Dorea Black.

Il minstro termina il discorso in poche battute e, subito dopo, comincia il banchetto. Per tutta la durata della cena mi sforzo di conversare con Minerva normalmente, quando in realtà la mia mente mi rimanda immagini diaboliche della notte appena trascorsa, che dovrei solo sopprimere. La verità è che vorrei prendere Cassandra per un polso, trascinarla nei sotterranei e prenderla sulla mia scrivania. Non posso permettermi di continuare ad indugiare in queste elucubrazioni mentali, soprattutto non quando l'oggetto delle stesse e seduta a due sedie da me e sta conversando col caro fratellone.

Al termine della cena, mentre la giovane strega si avvicina ai suoi studenti, probabilmente con l'intenzione di istruirli, visto che l'indomani torneranno a Durmstrang, Albus attira la mia attenzione e quella di Minerva. Rimaniamo nella sala ancora qualche minuto e, salutato e ringraziato il ministro, anche Black si avvicina a noi. Nello stesso momento Potter, Weasley e Grenger si spostano verso il tavolo degli insegnanti.

"Sirius. Sono felice che tu sia libero", sento il ragazzino rivolgersi al padrino, dopo un breve abbraccio.

"Siamo molto felici anche noi", esprimono il loro sollievo anche gli altri due.

"Harry", interviene il preside attirando l'attenzione su di sé, "ho discusso con Sirius prima di cena, ed ho concordato con lui che dopo un paio di giorni dai Dursley, potresti passare il resto dell'estate con lui. Ed egli ha espresso la volontà che anche i signori Weasley e Grenger si uniscano a voi".

I ragazzi sono, ovviamente, disgustosamente entusiasti della cosa.

"Immagino che lei stia velatamente ipotizzando di riempire la mia dimora di ragazzini, preside", la voce melodiosa di Cassandra interrompe bruscamente le esclamazioni entusiaste ed un piccolo ghigno soddisfatto si dipinge nella mia mente.

"La tua dimora Cassy? La casa in Grimuld Place è, sino a prova contraria, mia. Sono io l'erede dei Black", mi preparo mentalmente (e gongolando) a godere di una bella litigata fra fratelli, quando "non era mia intenzione agire senza il suo consenso, Cassandra", la risposta pacata di Albus, giunge con l'evidente intenzione di portare ad una conciliazione, e mi impedisce di gustarmi lo spettacolo.

"Raggiungo i miei studenti, domattina intendo partire per le dieci, in modo tale da arrivare prima di sera. La ringrazio per l'accoglienza che ha riservato ai ragazzi della mia scuola. Buonanotte, preside", con un genno del capo ai presenti, si volta e se ne va, senza dare il tempo ad altri di intervenire.

"Mi spiace, Sirius. Temo di aver agito senza pensare alle conseguenze e non era di certo mia intenzione alimentare discordie fra di voi", Albus si rivolge a Black, che gli sorride pacatamente. È ormai evidente a tutti nella stanza che fra i due fratelli non scorre buon sangue e, forse, non sono mai andati veramente d'accordo.

Mi congedo e mi dirigo nelle mie stanze. Non sopporto di rimanere nello stesso luogo con quell'uomo per un secondo di più. Sto già meditando di immergermi nella lettura di un buon libro, prima di andare a dormire, quando, aperta la porta un profumo esotico colpisce, nuovamente, le mie narici. Chiudo la porta senza distogliere lo sguardo dalla figura perfetta che mi si staglia dinanzi, "pensavo fossi tornata dai tuoi studenti".

"Vado ad attendere il suo professore di pozioni nelle sue stanze, con l'intento di passare tutta la notte nel suo letto... suonava male, non credi?", pungente come sempre.

"E' questo il tuo intento?".

"Se non mi vuoi qui, esco immediatamente", mentre parla si dirige verso la porta ed io non posso far altro che bloccarla prendendola per un polso.

"Non ho detto nulla del genere e non desidero che tu te ne vada", detto ciò mi avvicino a lei e la bacio, e quando lei risponde con urgenza, nulla ha più importanza, se non i nostri corpi abbracciati e le nostre labbra unite. In un lampo di lucidità mi ricordo di sigillare la porta, prima di prenderla in braccio e trasportarla nella mia camera da letto.

L'adagio sul letto e mi sdraio sopra di lei, "che cosa stiamo facendo?", la frase esce dalle mie labbra senza che io riesca a fermarla. "Mi stai chiedendo di definire questa cosa, Severus?", la sua risposta mi coglie impreparato. Non sono certo di voler veramente dare una definizione a ciò che sta accadendo fra di noi.

"Non so, Cassy. Solo mi stavo chiedendo perché sei qui... e, soprattutto, quanto resterai... non fraintendermi. Non ho intenzione di tirarmi indietro. Ma tu sai bene cosa sto facendo e che i prossimi anni saranno sicuramente difficili...".

"Sta per iniziare una guerra. Forse domani non saremo neanche vivi. Che importanza ha una definizione? Non possiamo solo... vivere il momento?", mi interrompe ed io non so più cosa ribattere. Ha ragione. Forse domani saremo morti, perché rifiutarla.

Passiamo la notte insieme e la mattina lei è ancora qui, nel mio letto. Il suo corpo nudo è stretto al mio ed un fremito mi percorre la schiena al solo contatto col calore della sua pelle. Le sto accarezzando i morbidi capelli d'oro, quando i suoi occhi si aprono lentamete. "Che ore sono?".

"Le sette, Cassandra. Puoi dormire ancora un...", si alza interrompendo la mia frase.

"Non posso. Vorrei parlare con Albus Silente prima di raggiungere i miei studenti e partire". La confusione nei miei occhi dev'essere evidente, perché continua a parlare dandomi spiegazioni che non ho chiesto, ma per le quali le sono grata. Mezz'ora dopo è uscita dalle mie stanze lasciandomi solo coi miei pensieri.

Il solo pensiero che fra poche ore lei sarà tornata in un paese straniero mi colpisce come un pugno nello stomaco. La quotidianità degli ultimi giorni mi stava piacendo. Mi sono abituato ad averla nella stessa stanza e nel mio letto.

Guardo l'orologio. Sono le nove ed io dovrei proprio alzarmi. Mi faccio una doccia veloce e mi vesto con una delle mie solite tuniche nere, dopo raggiungo la sala grande per la colazione e vi trovo gran parte degli studenti.

Al tavolo dei professori Cassandra sta parlando col preside ed io mi concedo ancora la possibilità di guardarla per qualche minuto e mi perdo nel ricordo di una mattina di diversi anni fa.

 

Era il mio primo anno come professore ad Hogwarts ed ero forse più agitato io dei miei studenti. Quando posai gli occhi su quella che era stata la mia casa, notai immediatamente due iridi blu puntate su di me. La proprietaria non doveva avere più di diciassette anni e non mi era completamente estranea. D'altronde avevo frequentato quella scuola sino a pochi anni prima e, pertanto, io e lei sicuramente ci eravamo incontrati qualche volte. Passai diversi minuti osservando la bellezza di quella ragazzina e cercando di rammentare un nome che non voleva affiorare alla mia memoria.

Poco dopo la ragazza, accompagnata dalle sue amiche uscì dalla sala grande ed io mi diressi alla mia prima lezione, rendendomi conto, troppo tardi che il destino aveva voluto prendersi gioco di me, ed infatti mi ritrovai gli stessi occhi blu ad accogliermi in aula. A quel punto, in compenso, mi fu semplice scoprire il suo nome e con non poco timore mi accorsi che non si trattava di altri che della sorella minore del mio acerrimo nemico, Cassandra Blck.

Fu sicuramente la lezione peggiore e la più lunga della mia vita. Non riuscivo ad evitarmi di tornare regolarmente ad osservare la sua figura armoniosa dalla quale, nonostante tutto, mi sentivo attratto. La contemplai a lungo mentre, sicura di sé, con gesti precisi e misurati portava a compimento una delle pozioni più complicate con cui una ragazza della sua età poteva venire a contatto.

Era bella, elegante e... irragiungibile. Non solo perché mia studentessa (anche se ancora per poco), ma soprattutto perché ultimo membro di una delle famiglie di purosangue più influenti e potenti del mondo magico ed anche se io non fossi stato un mezzosangue, sapevo comunque di non essere abbastanza per lei.

Eppure quello fu il primo momento nella mia vita in cui i miei pensieri si riversarono inesorabilmente su quella giovane donna dai capelli d'oro come i riflessi del sole sulle acque del Lago Nero in una calda mattina d'estate.

 

Sorrido sedendomi accando a lei al tavolo dei professori e rendendomi conto che nulla è cambiato realmente: oggi come allora lei riesce sempre ad attrarmi irrimediabilmente ed a farmi sentire inadeguato. Lei è sempre troppo per me.

Non faccio in tempo ad allungare la mano per appropriarmi dell'agognata tazza di caffè, che una voce sgradita mi giunge all'orecchio.

"Mocciosus, non dovresti stare così vicino a mia sorella, non te lo permetto ed inoltre, dubito che lei gradisca la tua viscida presenza".

"Sei ancora qui, Black!", la mia replica atona, giunge all'uomo senza che io mi volti e prima che possa continuare, la donna di fianco a me si alza, per avvicinarsi al fratello. Si allontanano, perciò non posso sentire cosa si stanno dicendo, ma dalle maniere concitate, posso ben dedurre che stanno discutendo animatamente.

Dopo qualche minuto la ragazza ritorna al suo posto e con poche parole si congeda dal preside e dagli altri insegnanti, senza neanche degnarmi di uno sguardo. Non che mi aspettassi dimostrazioni di affetto o altro, anche perché non avrei gradito nulla del genere in pubblico, ma almeno un gesto di saluto. Stizzito termino la mia colazione e subito dopo mi dirigo di nuovo nel mio ufficio. Quest'oggi gli studenti torneranno alle loro case ed anche io dovrei fare i bagagli. Devo ammettere che quest'anno scolastico è stato particolarmente estenuante e difficile.

Quando entro nel mio ufficio noto una foglio di pergamena dall'aria piuttosto pregiata sulla mia scrivania. Non appena riconosco la calligrafia elegante ed ordinata un tenue sorriso increspa le mie labbra e per l'ennesima volta negli ultimi giorni mi maledico per la mia debolezza. Sono solo poche parole, ma mi rasserenano la giornata: "Ci vedremo presto". Un unico pensiero mina per un secondo la mia felicità: quanto presto?

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Morgana89Black