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Autore: Morgana89Black    12/05/2016    1 recensioni
Severus Piton accetta di tornare a fare la spia per Silente. Va dal Signore Oscuro per riconquistare la sua fiducia. Cosa accadrebbe se dopo questi fatti qualcuno dal passato tornasse nella sua vita?
Dal primo capitolo:
Un lampo di luce ed un taglio poco profondo, ma doloroso si apre sul mio viso, sento il sangue sgorgare lentamente. Al primo se ne aggiungono altri, su ogni parte del mio corpo: gambe, braccia, petto. Non sono così profondi da uccidermi, ma lo sono abbastanza per torturarmi.
Dal quarto capitolo:
Non riuscivo ad evitarmi di tornare regolarmente ad osservare la sua figura armoniosa dalla quale, nonostante tutto, mi sentivo attratto. La contemplai a lungo mentre, sicura di sé, con gesti precisi e misurati portava a compimento una delle pozioni più complicate con cui una ragazza della sua età poteva venire a contatto.
Dal settimo capitolo:
"Sei ubriaco, Severus! Solo per questo ti dirò quel che sto per dirti: in un altro mondo, forse, ti avrei concesso almeno una notte con me", sorrideva placidamente mentre pronunciava quelle parole.
Dall'ottavo capitolo:
Lei non risponde, mi volta le spalle. Sta tremando, è evidente. Ed io non so cosa fare. Se ora l'avvicinassi mi respingerebbe...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Astoria, Lily/Severus, Lucius/Narcissa, Lucius/Severus, Severus/Narcissa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Sei la mia acqua nel deserto.

Lei è qui, quasi nuda davanti a me. Ed io per qualche secondo senso un forte senso di vertigine che mi assale. Non posso sopportare di averla qui, sapendo che la perderò presto. Di nuovo.

"Non farlo. Te ne prego. Ti sono grato di avermi salvato. Ma ti imploro: vestiti e va via", riesco a pronunciare queste poche frasi, senza che la mia voce tremi, è questo mi sembra già un enorme successo.

"So che l'ultima volta ti ho ferito. Credimi... Ne sono consapevole. Ma ero una ragazzina incastrata in un matrimonio che non desiderava, con un uomo che non conosceva. Non avevo la forza di ribellarmi ai miei genitori e, forse, non volevo farlo. Avrei arrecato loro un enorme dispiacere", ascolto le sue giustificazioni, di cui non ho bisogno, perché infondo so già tutte queste cose, "tu sei stato la mia ribellione alla mia famiglia. Una ventata di aria fresca in una vita opprimente. Sei stato un ricordo da custodire gelosamente per tutti gli anni del mio matrimonio".

"Hai ragione, Cassandra. Io sono stato qualcosa, tutto questo probabilmente. Ma è passato", non so neanche perché lo sto dicendo. Forse temo troppo che lei mi ferirà ancora. "Non ero l'uomo giusto per te allora e non lo sono neanche ora. Non sono ciò che cerchi; non posso amarti".

"Non insultarmi, Severus. Se pensi che io stia cercando un uomo che mi ami e mi veneri, dimostri solo di non conoscermi affatto", non riesco a concentrarmi sulle sue parole, perché mi perdo inesorabilmente sul suo corpo perfetto.

È più maturo. Forse porta qualcuno dei segni della gravidanza; le sue curve sono più morbide, meno acerbe. Ma non ricordo di aver mai visto nulla di più bello. Si avvicina a me ed io non ho più la forza di protestare, quando le sue labbra rosee si posano sulle mie, mi perdo nel calore del suo bacio. Dopo alcuni minuti lei si stacca da me e a me sembra che manchi l'aria in questa stanza. Scosta delicatamente le coperte dal bordo del letto e si sdraia accanto a me. Sento il calore del suo corpo nudo scaldare le mie mebra.

"Non intendo farti male e so che non puoi sopportare troppo nelle tue condizioni, perciò dovrai accontentarti dei miei baci e di qualche dolce carezza. E non storcere il naso. Ti ho visto!", mi rimprovera ed io non posso non piegare le labbra in un piccolo sorriso.

"La dolcezza non è decisamente il tuo forte. Come puoi pretendere che non sia scettico se usi questi termini?". Forse è perché ho ripreso il mio tono acido, non ne sono certo, ma mi sembra che lei sia più rilassata ora.

"Non ti posso promettere che ci sarò per sempre. Non lo farei e sai che non sarebbe da me. Ma se non altro posso prometterti che domattina non me ne andrò lasciandoti un biglietto sul comodino". Ci addormentiamo così, stretti l'uno all'altra, in un abbraccio che di dolce non ha nulla, ma che mantiene il gusto amaro del possesso.

Quando mi sveglio è notte inoltrata ed il mio stomaco reclama del cibo. Mi alzo senza svegliarla e mi dirigo in cucina, dove mi preparo un panino ed un buon caffé amaro. Un'abitudine, quella del caffé, che ho imparato da mio padre e non ho mai abbandonato. Mentre sto mangiando arriva Cassandra, avvolta in una delle mie vesti da camera. Il blu della seta fa risaltare meravigliosamente il blu dei suoi occhi. Morgana! Come divento sdolcinato quando c'è lei! Mi crucerei se potessi.

"Non immaginavo indossassi questo genere di indumenti", sottolinea l'ultima parola con l'intenzione di schernirmi e la sua battuta ironica ed altezzosa risveglia i miei sensi.

"La tua lingua biforcuta meriterebbe di essere punita", se mi aspettavo che la mia risposta sarebbe stata accolta con timoroso silenzio, ovviamente sbagliavo.

"Forse è proprio quello che vuole", riesce sempre a spiazzarmi con la sua arroganza.

Mi alzo, la prendo per il gomito e la trascino di sopra. Forse sono un pò troppo rude, ma sicuramente lei non protesta affatto.

"Se ti venisse voglia di protestare, ricordati che lo hai voluto tu...", la voce mi esce come un ringhio roco e l'unica sua risposta è un brillio eccitato negli occhi.

La mattina ci raggiunge, trovandoci svegli, solo molte ore dopo, ma a me sembra sia sempre troppo presto. Quando decido di alzarmi e vestirmi, oramai il mio corpo si è completamente ripreso e sento solo un leggero indolenzimento alle ossa ed ai muscoli.

"Devo tornare ad Hogwarts. Se vado ora posso arrivare per la colazione", mi sto giustificando?

"Se non ti spiace io resto a poltrire ancora un pò. Ci vediamo questa sera?", non faccio neanche in tempo a rispondere che lei sta già dormendo.

 

Mi smaterializzo ai confini del parco del castello e mi dirigo immediatamente verso l'interno. In pochi minuti sono dinanzi all'ufficio del preside. È mattina, quindi so per certo che lo troverò qui, infatti quando busso la sua voce gentile e pacata mi invita ad entrare.

Entro un pò titubante. Non mi preoccupa dover raccontare a Silente del mio incontro con Lord Voldemort; mi preoccupano molto di più eventuali sue domande su come ho trascorso gli ultimi due giorni.

"Severus, sei qui", è un'affermazione la sua, non certo una domanda e come al solito non dimostra alcun timore, né alcuna preoccupazione. Anche se scorgo un certo sollievo nel tono della sua voce.

"Sono qui, Albus. Ho provveduto a portare a termine il mio incarico nel migliore dei modi", rispondo senza lasciargli il tempo di chiedere, e proseguo, sperando che se parlo io, lui non interverrà "il Signore Oscuro mi ha riaccolto fra i suoi mangiamorte, non senza qualche difficoltà, ma credo di essere riuscito a convincerlo della mia devozione".

"Ho parlato col Ministro a lungo negli ultimi giorni. Ci sono avvenimenti di cui credo tu non sia al corrente. Peter Minus è stato avvistato a nord di Londra, da alcuni Auror. Tale circostanza ha convinto Cornelius della verità delle mie affermazioni degli ultimi anni", parla con circospezione, come se temesse la mia reazione a queste rivelazioni, "questa sera verrà ad Hogwarts per parlare alla scuola al fine di chiarire gli avvenimenti che hanno portato alla morte del giovane Diggory. Vi sarà anche un inviato della Gazzetta del Profeta probabilmente, e mi sono permesso di invitare anche Sirius Black". Rimango spiazzato da quest'ultima affermazione.

"Dovrebbe importarmi, Albus? Sai bene che non sono tra i fan di Black, ma sono certo di poter rimanere nella medesima stanza con lui senza ucciderlo, almeno per qualche ora", noto con piacere di non aver perso il mio tono mellifluo ed ironico.

"Hai fatto il possibile per... diciamo vendicarti di Black l'anno scorso. Mi sentivo in dovere di avvisarti che il Ministro ha rivalutato la sua posizione e che intende rendere partecipe il mondo magico questa sera stessa del fatto che Sirius è stato assolto dal Wizengamont questa mattina e che, pertanto, da domani potrà essere considerato un uomo libero", si ferma titubante, sembra voler prendere tempo, "credo che la notizia renderà felice il giovane Harry e qualche altra persona".

"Ti riferisci a qualcuno in particolare?", cerco di sondare il terreno. Albus non sa con chi ho trascorso gli ultimi giorni, ne sono sicuro, non può saperlo.

"Sirius ha dei parenti in vita. Lo sai bene; oltre alla sorella, che per quanto ne so non si trova in Inghilterra, ha anche tre cugine. Mi chiedevo solo se potessi tenere d'occhio Narcissa Malfoy ed eventualmente informarmi se lei manifestasse l'intenzione di riallacciare i rapporti col cugino", ora capisco di cosa stiamo parlando e mentalmente tiro un sospiro di sollievo.

Dopo essermi dato dello sciocco mi azzardo a rispondere ironicamente "Lady Malfoy ha ottimi gusti in fatto di amicizie e di parentele da coltivare", sottolineo l'ultima parola.

"Mi stai dicendo che non si riavvicinerebbe al cugino? Per quel che ne so, ha sempre avuto un ottimo rapporto con l'ultima dei Black, pertanto posso permettermi di coltivare la speranza che ove la ragazza riallacciasse i rapporti col fratello, probabilmente anche lei potrebbe voler fare altrettanto. E questo, un giorno, potrebbe andare a nostro favore, non trovi?". Mi limito ad annuire e dopo essermi congedato esco dall'ufficio di Albus Silente e mi ritiro nelle mie stanze nei sotterranei.

 

La sera mi raggiunge sin troppo in fretta e quando mi dirigo verso la sala Grande la stretta allo stomaco che mi ha accompagnato per tutto il giorno non è ancora andata via. Entrando vedo immediatamente che il tavolo degli insegnanti è già al completo e che vi sono state aggiunte delle sedie. Il preside mi accoglie col suo solito sorriso sereno, ma nei suoi occhi vedo un tacito monito. Raccogliendo tutta la pazienza che posso racimolare mi avvicino ai miei colleghi ed al ministro e quando scorgo la sua figura magra ed arrogante, un ringhio cerca di uscire dalle mie labbra, ma lo controllo e con il tono più controllato che trovo lo saluto con un semplice "Black" ed un cenno del capo.

Lui risponde con la stessa freddezza, ma di sicuro non mi aspettavo nulla di diverso.

"Fra pochi minuti i ragazzi cominceranno ad entrane, per il banchetto di fine anno", interviene Albus, probabilmente con l'intento di evitare battibecchi fra di noi.

Prendiamo posto al lungo tavolo e noto immediatamente che rimane una sedia vuota fra Minerva e Black – seduto alla sinistra del preside.

Quando la sala si riempie molte teste si voltano a fissare con curiosità la figura di Sirius Black, ma noto che pochi sono gli sguardi apprensivi, pertanto è evidente che la notizia della sua riabilitazione deve già essere stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica. Mentalmente mi maledico per aver passato due giorni senza leggere i giornali.

Quando Cornelius Caramel si alza ed inizia a parlare alla sala gremita, annunciando a tutti il ritorno del mago oscuro più temuto d'Inghilterra, ed a spiegare che il ruolo di Black è stato ormai rivalutato e la sua innocenza riconosciuta, gli studenti e gli insegnanti ascoltano in religioso silenzio. L'intera scolaresca trattiene il fiato ascoltando le parole dell'uomo.

La porta si apre con un tonfo sordo, ogni singolo studente ed insegnate sobbalza sulla sedia ed all'unisono tutti si voltano verso l'ingresso. Il tempo sembra fermarsi quando la figura eterea della donna più bella che io abbia mai visto si muove sicura fra i tavoli delle case di Hogwarts. Mi concedo il lusso di osservarla, consapevole che tutti gli occhi sono rivolti su di lei, che sembra non curarsene affatto.

I suoi occhi blu incrociano per un secondo i miei, per poi muoversi sul resto delle persone presenti. È altera, sicura di sé e della sua bellezze. I lunghi capelli biondi risplendono come oro fuso alla luce delle candele; sono acconciati in una treccia lunga posata dolcemente sulla spalla sinistra che sfiora, al ritmo dei suoi passi, il suo seno e la fa somigliare ad una valchiria. Il corpo è snello e sinuoso, pieno nei punti giusti e nulla in esso lascia trasparire che ha affrontato una gravidanza. Il viso è un ovale perfetto ed i lineamenti sono quelli di una bambola di porcellana. Il sorriso, appena accennato, sembra gridare al mondo che lei sa perfettamente di essere bella e che il resto del mondo non è nulla in suo confronto.

Indossa una lunga tunica vermiglia, con una cintura nera in vita ed un mantello di pelliccia marrone sulle spalle esili.

È bella di una bellezza sfrontata ed irriverente. È una donna che non passa inosservata e che sa di attirare l'attenzione su di sé, ma non se ne cura. Ogni cellula del suo corpo sembra urlare "io sono troppo per te, non perdere tempo ad osservarmi, non ne hai il diritto".  

   
 
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