Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Sad Angel    10/04/2009    2 recensioni
La testa appoggiata contro il sedile, canticchiavo mentalmente una canzone dei Linkin Park quando, all’improvviso, un profumo mi avvolse. Fingendo indifferenza, continuai ad osservare il panorama finché, la nuova venuta, non appoggiò una mano sulla mia spalla, delicatamente. Solo allora, mi voltai, il sopracciglio destro sollevato, un sorriso accattivante sul volto. Senza che lei potesse rendersene conto, sogghignai. Mia cara, non hai la benché minima idea del guaio in cui ti sei andata a cacciare…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hallooooo

Hallooooo! Ringrazio innanzitutto tutti coloro che leggono ed, in particolare, coloro che recensiscono! Viel Dank! Quest’oggi posso affermare di aver lavorato sodo, perché il mio Stef era in vena^^! (Oddio…Un vampiro in vena! Ahahaha! Si,si, l’autrice è scema e se la ride da sola!) Comunque, sono a buon punto! Aggiornerò ancora presto e conto di finire anche presto! Grazie a tutti!!!!

Per Sakuruccia: Hallo!!! Innanzitutto, piacere^^!!! Sono tanto contenta che ti piaccia la storia di questa mente malata, che sarei sempre io^^! Danke! Per le tue domande sulla vampirizzazione…ehm, non rispondo per non rovinare il cappi^^! Comunque mi spiegherò meglio più avanti! Spero che anche questo ti piaccia e scusa le risposte evasive, ma l’autrice cerca di essere una tomba! Ahahah! Oddio…Stare con un vampiro fa male…. Bacio^^!

Per Shari: Hallo, liebe!!!! ^^!!! Alles gut??? ^^! Si, sono scema, non più del solito, però^^! Ma passiamo alla recensione! Innanzitutto, stamattina, Stef, mi aspettava di fianco al letto. Bill, quando l’hai visto, mi ha dato una gomitata e allora mi sono svegliata. Il vampiro mi ha fatto un mega sorriso, e poi mi ha sommerso di idee, urlando che, rischiavamo di perderle, se non mi spiacciavo a scrivere, perciò eccomi qui! Spero siano di tuo gradimento^^! Per il fatto che è geniale…Si, lo ammetto! Ma solo perché ora è a caccia e non mi può sentire^^! Per il resto, grazie ancora per i tuoi complimenti ma, come sai anche tu, il merito è solo di Stef^^! Chissà che cosa mi aspetta adesso…mah! Paura!!! Un bacio e a presto!

 

Capitolo Quarto

 

Distrazione

 

 

 

 

Il collo che pulsava, una strana sensazione di intorpidimento per tutto il corpo, aprii gli occhi lentamente.

Un secondo.

Fissando il soffitto di fronte a me, non riconoscendo il posto, sgranai gli occhi di colpo, prima di tirarmi su a sedere.

La stanza nella quale mi trovavo aveva le pareti ricoperti di pittura scrostata e, dal candelabro, pendevano numerose ragnatele. Sembrava proprio una casa disabitata.

Iniziando a domandarmi cosa fosse successo e perché mi trovassi in quel luogo, all’improvviso, una fitta di dolore al collo, mi schiarì la mente.

Ricordai la mia fuga disperata da Stefan e poi la sua aggressione. Ancora esterrefatta dall’idea che lui fosse un vampiro e che mi avesse morso il collo per bere il mio sangue, lasciai scorrere la mano sulla mia pelle, per verificare se ciò che ricordavo fosse vero o solo uno strano sogno. Quando i miei polpastrelli ebbero individuato due piccoli fori, il terrore si rimpossessò di me.

Tornai a guardarmi intorno poi mi avvicinai alla fine del divano su cui mi ero risvegliata, tentando di alzarmi. Appoggiai i piedi a terra, compiendo un paio di passi, prima di crollare al suolo senza forze, ancora troppo debole per via di tutto il sangue che lui mi aveva sottratto.

Il collo ricominciò a pulsare ed io riportai nuovamente la mano sinistra sul punto dove si trovavano i piccoli segni, poi espirai cercando di calmarmi, mentre la mia mente veniva invasa da mille pensieri.

Stefan aveva bevuto il mio sangue, ma non mi aveva ucciso. Un brivido mi attraversò la colonna vertebrale, ben conscia che in tutti i film horror, quando una vittima si risveglia dopo il primo attacco dell’assassino, al secondo, immancabilmente desidera di essere morta al primo. Espirai.

Screeeeck.

La porta di legno della stanza cigolò, aprendosi lentamente e nel vano apparve subito lui. Stefan.

A terra, lo fissai, gli occhi sgranati, piena di terrore mentre, inconsciamente, con le mani tentavo di celargli la pelle del mio collo.

Il ragazzo mi fissò un paio di secondi, poi sogghignò. Due passi e fu sopra di me.

Incapace di spostare gli occhi, grandi per il terrore, da lui, lo vidi inginocchiarsi di fronte a me ed allungare le braccia. “Non avresti dovuto muoverti, Rory” iniziò, la voce dolce “Hai perso molto sangue…”

Inconsciamente iniziai a ridere, sarcastica, cercando di tirarmi indietro “L’espressione che dovresti usare è ‘Ti ho sottratto molto sangue!’. Quella che hai usato fa sembrare inesistente la tua colpa alla mia debolezza…”

Il vampiro mi fissò un secondo, poi sogghignò ancora. “Non finirai mai di stupirmi, vero, Rory?!”

“Se è per questo, nemmeno tu…” conclusi io, acida, guardandolo male.

Stefan il sorriso accattivante ancora sulle labbra scattò all’improvviso, afferrandomi saldamente e sollevandomi in aria. Lo fissai sbigottita un paio di secondi, domandandomi cosa avesse intenzione di farmi ancora finché, un secondo dopo, lui non mi ebbe riportato al divano. “Riposati ancora un po’…” ricominciò, dopo avermi sdraiato di nuovo, il viso all’altezza del mio “Dopo, io e te, dovremo parlare…”

“Della mia morte?!” domandai subito, sarcastica, affrontando la faccenda di petto per non fargli capire che ero terrorizzata a morte.

Stefan sorrise. Allungando una mano, mi scostò una ciocca di capelli da collo, poi osservò attentamente il segno dei suoi denti. “Non è molto profondo…non penso ci vorrà molto perché sparisca…” interloquì, come se stesse scegliendo le nuove tende per la sua cucina.

“Ah, grazie per l’ottimo lavoro, allora!” lo ribeccai di nuovo, sperando che si allontanasse da me e che sparisse per sempre dalla mia vita.

Il vampiro mi sorrise ancora, dolcemente, con fare comprensivo “Insultami quanto vuoi, Rory…” iniziò.

“…tanto le mie parole non ti toccano, vero?!” conclusi io, una gran voglia di tirargli un pugno in pieno viso per fargli sparire finalmente quell’espressione irritante.

Stefan mi fissò un paio di secondi, in silenzio “…so di meritarlo…” esclamò poi.

Sdraiata contro il divano, il suo viso a pochi centimetri dal mio sbuffai, irritata dal quella sua esclamazione che sapeva tanto di piagnisteo. Sbuffai ancora, poi aggrottai le sopracciglia “Piantala con questo atteggiamento da vittima, capito?!” lo ammonii subito “Con me non attacca!”

Un secondo, poi Stefan ricominciò a sogghignare “Non era un atteggiamento da vittima, Rory, ma solo una riflessione realista…” disse, rimettendosi eretto e allontanandosi un poco da me, sedendosi su una sedia. “Sono anni oramai che mi merito gli insulti delle persone…”

Quindi, la cosa non dovrebbe più toccarti, giusto, Stef?” lo incalzai io, continuando a guardarlo male.

Infatti, è così…” terminò, spostando un secondo lo sguardo verso la finestra.

Perché non mi hai ucciso?” domandai poi io all’improvviso, cercando una risposta alle mille domande che mi ronzavano in testa.

Stefan riportò il suo sguardo su di me, mostrandomi il solito ghigno “Cosa ti fa pensare che non lo farò ora…? Interloquì lui.

Alzai un sopracciglio “La tua loquacità, direi…”

Un secondo, poi il vampiro rise ancora, allegramente. “Bingo!” esclamò.

E poi, prima hai detto che dobbiamo parlare…quindi, finché parli…” continuai io.

Lui si appoggiò le mani sulle ginocchia, levandosi in piedi. Un paio di passi e fu di nuovo sopra di me. Mi sorrise “Sono un vampiro, Rory…” iniziò, la voce carezzevole “…Sarei perfettamente in grado di farti a pezzi anche mentre parliamo…”

Gli occhi puntati nell’abisso oscuro dei suoi, deglutii.

La stanza, immediatamente, fu invasa da uno strano silenzio.

Il vampiro, inginocchiato davanti a me, intanto, continuava a sorridermi. Io, infine, feci quello che mai una persona sana di mente avrebbe fatto in una situazione del genere. Chiusi gli occhi, sperando invano che lui sparisse.

Un secondo, poi la sua mano si appoggiò sul mio collo. Sentii i muscoli irrigidirsi ma rimasi immobile.

“Provi la tattica di fingerti morta?!” domandò un secondo dopo lui, la voce allegra avvicinandosi ancora di più. “Guarda che, con me, non funziona…Sono nato per uccidere…”

Gli occhi ancora chiusi, sospirai “E immagino che ora mi dirai che la cosa ti riesce anche bene, vero?” lo canzonai.

Stefan rise “Effettivamente…nessuna persona è mai sopravvissuta, dopo che io avevo deciso di ucciderla…” concluse lui.

“Nessuna tranne me…” gli feci coerentemente notare io, sentendomi stranamente spavalda e a mio agio.

Lo Stefan che mi stava vicino infatti, non sembrava più lo spietato vampiro che mi aveva aggredita, ma solo il mio nuovo ed irritante compagno di scuola che trovava divertente il fatto di non piacermi.

Un secondo. Strinsi gli occhi, il panico che si impossessava di me. Deglutii, all’improvviso conscia che forse non era più vero quello che gli avevo detto. Dandomi della stupida per aver solo pensato di poter trovare piacevole una persona come lui, quando Stefan parlò, ringraziai il cielo, perché così mi distraeva da quei pensieri.

“Prova a chiederti perché non sei morta…” interloquì lui, la voce dolce, una mano che ricalcava i piccoli segni che mi aveva lasciato sulla pelle.

La stanza ricadde nel silenzio, mentre io riflettevo, senza però arrivare a nessuna conclusione. Non avevo nessuna idea del perché lui non l’avesse fatto. Vedendo che, dopo dieci minuti, ancora non avevo risposto, lui esclamò “Nessuna idea…?” ed io, prontamente, annuii.

“Guardami, Rory…” esclamò lui, un secondo dopo.

Ubbidiente, aprii gli occhi, specchiandomi in quelli profondi di lui. Stefan sorrise, dolcemente poi, il suo viso si irrigidì, di colpo. Si voltò di scatto, verso la porta e, con voce imperiosa, ordinò “Resta qui…Torno subito…” e, silenziosamente, si allontanò.

Nonostante il suo ordine, essendo curiosa per natura, mi alzai, a fatica e mi trascinai sino alla porta. Da dietro il legno, sentii il suono attutito della sua voce, poi un rumore improvviso. Spaventata, spalancai la porta.

Stefan se ne stava con le ginocchia piegate sul petto di un ragazzo che non avevo mai visto precedente, bloccandolo al suolo.

Un secondo dopo, entrambi si voltarono verso di me.

“Sbaglio o ti avevo detto di non muoverti, Rory?!” abbaiò Stefan, minaccioso.

Io, ferma nel vano della porta, deglutii mentre lo sconosciuto, continuava a fissarmi, gli occhi sgranati “Ma allora… Non l’hai uccisa, Toi?” domandò, la voce sconvolta.

Stefan tornò a concentrarsi su di lui. Lo scrutò un secondo, poi sollevo il sopracciglio destro, sogghignando. “Perché avrei dovuto, Markus? Era sufficiente che tu, credendolo, lo riferissi a Sturm, per ottenere il mio scopo…”

Lo sconosciuto lo fissò, ancora più sconvolto, per un paio di secondi, poi corrugò le sopracciglia “Bastardo! Vedrai come te la farà pagare Sturm, quando lo saprà!”

Stefan, bloccandolo ancora a terra, sogghignò “Pensi davvero che vivrai abbastanza per raccontarlo, Markus?” lo sfotté la voce suadente.

Lo sconosciuto sbatté un paio di volte le palpebre, poi cercò di scaraventare via Stefan che, a sua volta, aumentò la pressione, schiacciandolo maggiormente al suolo “Sono io, il più forte, Markus…Non avresti dovuto metterti contro di me…”

“Io sto solo eseguendo gli ordini di Sturm, proprio come te…Niente di più…” mormorò l’altro, in un sussurro “Facciamo parte della stessa squadra, Toi…”

Stefan rise ancora prima di piegarsi sopra di lui “Ti sbagli, Markus. Io, sono la squadra…” esclamò la voce divertita, dopodiché, si voltò ancora verso di me “Vattene, Rory! Non obbligarmi a farlo davanti a te…”

Io ricambiai il suo sguardo, deglutii, poi annuii ma le mie gambe si rivelarono all’improvviso troppo deboli ed un secondo dopo, mi ritrovai accasciata al suolo, come un sacco vuoto mentre lo sconosciuto, cercando di mostrarsi sicuro di sé, esclamava “Non oserai, Toi! Sturm te la farà pagare se…”

Stefan si voltò di colpo, sorrise maligno “Niente di personale, Markus… Nella prossima ‘non vita’ cerca di capire prima a chi puoi pestare i piedi e a chi no…”

Un secondo dopo, scattò, afferrandogli il capo saldamente.

“No! Toi! No, ti prego…!”

Stefan gli sogghignò ancora in faccia, poi urlò “Chiudi gli occhi, Rory!” ed io, ben consapevole di quello che sarebbe successo a breve, questa volta pensai fosse meglio obbedire.

Crack. Tump.

Un secondo dopo, quando sentii un paio di mani sul volto, sobbalzai, sgranando gli occhi.

Stefan, inginocchiato davanti a me, mi impediva la visione dello sconosciuto.

“L’hai ucciso?” domandai, la voce tremante.

Al contrario di quello che mi aspettavo, questa volta, Stefan non sorrise mentre annuiva. Rimase un paio di secondi di fronte a me, scrutandomi negli occhi. “Stai tremando…” esclamò poi, le sue mani che accarezzavano febbrilmente i miei capelli.

Un altro brivido mi attraversò ed io deglutii, ricominciando “Hai ucciso un uomo…”

“Tecnicamente, non era più un uomo, ma comunque sì” rispose, spostando le mani sulla mia vita, per sollevarmi. Immediatamente osservai le sue mani. Quelle stesse mani, un attimo prima, avevano spezzato una vita. Deglutii ancora. Stefan seguì la direzione del mio sguardo e, dopo un secondo, si ritrasse.

“Ti consiglio di chiudere gli occhi, se non vuoi vederlo mentre lo porto via…” mormorò poi, la voce dura. Dandomi le spalle, iniziò ad allontanarsi. Lo fissai, camminare tranquillo, piegarsi sul cadavere, afferrandolo come un pacco, per gettarlo chissà dove.

Cosa ne farai?” domandai, incapace di levargli gli occhi di dosso.

Stefan, il corpo di Markus che ciondolava da una spalla, si voltò verso di me, il volto fermo. “Lo faccio sparire. Sturm deve pensare che se la sia data a gambe con la ricompensa dopo aver portato a termine il lavoro…”

Senza sapere chi fosse Sturm, esclamai ancora “E se non dovesse crederci?”

Stefan tornò a fissarmi, il volto fermo, poi espirò. Diede un’occhiata veloce al cadavere, poi lo gettò al suolo con un altro tonfo. A passi lenti, si avvicinò di nuovo a me, i suoi occhi scuri nei miei. Allungò la mano destra poi la fermò a mezz’aria, facendola cadere. “Ci crederà, Rory…” iniziò, la voce gentile “Sono bravo in queste cose…”

Io, inconsciamente, tornai a fissare il corpo “Sei bravo a far sparire i cadaveri?” domandai, mentre nella mia mente iniziavo a chiedermi quanti cadaveri avesse fatto sparire, per raggiungere la bravura di cui si stava vantando.

Stefan, di fronte a me, espirò, poi abbozzò un mezzo sorriso “Anche se immagino lo troverai disgustoso, è una cosa che devi imparare, quando sei un vampiro…”

Abbassai il capo, riconoscendo che aveva ragione. Lo trovavo davvero disgustoso.

Restammo alcuni secondi immobili, in un perfetto silenzio, poi lui si rialzò. “Vado e torno. Non ci metterò molto…”

Alzando di nuovo la testa, deglutii, poi annuii. Stefan, intanto, si era avvicinato nuovamente al corpo senza vita. Senza più degnarmi di uno sguardo, lo sollevò, e, in un secondo, sparì dalla mia vista. Fissai la porta da cui doveva essere uscito, per un paio di minuti, troppo sconvolta per riuscire a pensare. Infine, dopo un lasso di tempo che a me parve infinito, Stefan, all’improvviso, riapparve.

Vedendolo, un brivido mi attraversò la schiena, mentre una strana sensazione di sollievo iniziava a farsi strada in me.

Il vampiro, lentamente, mi si fece di nuovo vicino. Fermatosi di fronte a me, si inginocchiò. “Stai meglio?” domandò, un sorriso abbozzato sulle labbra. Io, mentendo, annuii, mentre lui continuava a fissarmi, poco convinto dalla mia risposta. Espirò, poi parlò ancora “Avresti dovuto restare nell’altra stanza…”

Abbassai il capo, fissandomi le mani “Sapevi che sarebbe venuto?” domandai.

“Si…” rispose lui, la voce neutra.

“Avevi già programmato di ucciderlo?” chiesi ancora.

“Si…” rispose di nuovo lui.

Presi un bel respiro, poi espirai e levai il capo. Incontrai subito i profondi occhi scuri di lui “Ma perché è venuto qui?”

“Seguiva me…”

Ma se seguiva te…” ricominciai, poco convinta “…perché sembrava quasi dispiaciuto del fatto che io non fossi morta?”

Questa volta Stefan tacque a lungo, prima di rispondere “Aveva l’ordine di eliminare le distrazioni…”

“Eliminare le distrazioni?!” ripetei, sconvolta, non riuscendo a comprendere a cosa si stesse riferendo e da cosa dovesse smettere di distrarsi. Lo fissai per un po’, con aria interrogativa, prima di ricevere un’illuminazione divina ed esclamare, irritata “Dimmi che non sono io la distrazione…”

Il vampiro sogghignò, evitando di rispondere. Tacque, per un po’, poi allungò di nuovo una mano nella mia direzione, molto lentamente, di modo da darmi il tempo di fermarlo, se lo avessi voluto.

Osservai la sua mano, poi lo scrutai negli occhi. Sospirai. “Prima hai detto che dovevamo parlare…” iniziai sperando che, cambiando momentaneamente argomento, lui, a poco a poco, mi svelasse tutto.

Il vampiro sorrise “Prima ti riporto di là…Posso?”

Fissai ancora un po’ la sua mano, poi annui. Un attimo dopo, Stefan mi aveva già sollevato tra le braccia, senza sforzo, per riportarmi nella camera adiacente.

I nostri sguardi, incapaci di spostarsi.

 

Stefan…Perché non mi hai ucciso?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Sad Angel