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Autore: mistaya    17/05/2016    1 recensioni
Fin da quando è nata, in molti sapevano che Rosette era destinata a essere una grande maga. All'alba dei suoi sedici anni, i suoi poteri si destano, ma ci sono forze che cospirano contro di lei: forze oscure, forze del cuore. La più grande speranza di chi la ama, è che possa vivere e praticare la sua buona magia a lungo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: la storia della principessa Alianyr, in questo capitolo, è tratta dal racconto Il perfetto sconosciuto di Rosalind H. Stewart, preso dal libro La leggenda dei Cavalieri della tavola rotonda, una serie dei racconti sui cavalieri del ciclo arturiano.

 

 

 

Capitolo 14

The Princess's Curse

 

 

Era una splendida giornata di sole e di festa. Ribbit1, l'uomo-ranocchio che di solito abitava al castello ed era maestro delle cerimonie e della musica, era ritornato nel suo mondo per il carnevale, che si teneva due volte l'anno, in cui lui e le altre creature magiche, metà animali e metà uomini, potevano mescolarsi con la gente normale all'insegna del divertimento.

Ribbit e le altre creature magiche organizzavano gli spettacoli, e Rosie, che era stata invitata dall'uomo ranocchio con le orchesse, ballò davanti a tutti come una vera zingara, con un vestito bianco, simile a quello di un'odalisca, con rose sempre bianche ricamate sul davanti. Dopo aver fatto il suo numero, andò a cambiarsi, e mentre usciva dalla sua tenda, si accorse di una figura incappucciata. L'aveva notata anche prima, ma non aveva capito chi fosse. Decise di seguirla, per capire chi era.

 

 

Era la mattina del suo ottavo compleanno. Rosie era andata nella stanza dei trofei per rimettere a posto un libro, e rimase per un po' nella stanza a osservare gli oggetti di suo padre, come faceva quasi sempre. Quando sentì entrare qualcuno si nascose.

"Rosie, dove sei?", era la mamma, "Dov'è la signorina che oggi compie gli anni? Appena la prendo, me la mangio...". Rosie soffocò una risata tra le mani, poi si fece trovare da sua madre che cominciò a tempestarla di baci.

"Che cosa state facendo, voi due?" era il papà, e Rosie si precipitò da lui, che la baciò e le fece gli auguri di buon compleanno. Rosie notò che per tutto il tempo aveva tenuto una mano dietro la schiena. "Che cosa c'è là dietro?" chiese curiosa,

"Ma che curiosona..." fece suo padre e cercò di nasconderglielo mentre lei gli girava intorno, "No, no, no...",

"E dai, papà, voglio vedere!",

"Prima chiudi gli occhi". Rosie lo fece, e dopo qualche minuto suo padre gli disse che poteva aprire gli occhi. Quando li riaprì, vide un portagioie che aveva visto al mercato, e che le era piaciuto molto. "Oh, papà! Ma è il portagioie!",

Sì, ma l'ho modificato un po'...” disse lui, e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. La bambina sorrise e gli cinse le braccia al collo. "Grazie" e lo baciò,

"Ringrazia anche la mamma, il regalo è anche da parte sua" gli disse il padre, e la piccola lo fece, poi corse di sopra con il suo regalo per cambiarsi.

Belle si voltò a guardare il marito, invece, con uno sguardo tra il rimprovero e il divertimento, a braccia incrociate. "Cosa c'è?" fece lui,

"Tu lo sai che così la vizi, vero?",

"Che male c'è? E' il suo compleanno, possiamo anche viziarla un po'...non avrà otto anni per sempre", e diventò triste, e Belle capì che stava pensando al figlio. Gli venne in mente quando aveva trovato Tremotino, tanti anni fa, che accendeva una candela per il compleanno di Bea, al rimpianto che gli si leggeva negli occhi. Lei gli accarezzò prima la guancia e poi lo baciò. "Appena Rosie scende, facciamo colazione e finiamo di preparare tutto per la festa" disse prima di andare in cucina.

 

 

Rosie seguì quella persona, ed era certa, osservandola, che era una donna. Si chiedeva perché si nascondesse, quando entrò nella cattedrale della città. Solo quando oltrepassò anche lei la soglia della chiesa, quella donna si accorse della sua presenza, e salì su per le scale che conducevano al campanile. Rosie gli disse che non doveva temere niente, ma non servì a nulla.

Quando finalmente la raggiunse, riconobbe il medaglione che la donna portava sotto il mantello: era il sigillo del re di quella terra. Doveva essere l'unica figlia del principe Peredyr, la dama che nessuno vedeva mai perché si nascondeva, ma non si sapeva di preciso perché.

“Per favore, non voglio farti del male” le disse, “Tu sei la principessa Alyanir, non è vero?”,

“Sì” le rispose lei, “E tu sei Rosette, e vieni dalla Foresta Incantata, giusto?”,

“Sì, ma tutti mi chiamano Rosie”, per tutto il tempo, Alyanir teneva il suo volto coperto da uno scialle drappeggiato, che copriva la maggior parte del viso, “Per favore, posso vederti meglio?”,

“Se proprio devi”, la donna si mise sotto la luce del tramonto. Era molto bella: aveva lunghi capelli neri, vividi occhi blu e pelle chiara. Solo la sua bocca, era deturpata: il suo labbro superiore era tirato in un labbro leporino, che lasciava vedere due denti.

“E' questa la ragione per cui non ti fai mai vedere?” chiese la ragazza,

“No, non lo è! E' il resto di me che è orrendo!”, Rosie non si ricordava di aver mai sentito un tono del genere in una donna, quando parlava del suo aspetto.

Lei e quella dama restarono un po' a parlare, e a scambiarsi confidenze. A quanto sembrava, anche Alyanir amava i libri, ma per lei erano più un rifugio dove nascondersi. Rosie non poteva credere che una ragazza così unica, non avesse nemmeno un amico, e conversando venne fuori che c'era un cavaliere che veniva da Camelot, Sagramor, che voleva sposarla. “E perché non lo sposi?” gli chiese sorpresa la giovane.

La giovane donna guardò prima la ragazza, e poi si spogliò. La sua parte sinistra era intera e bella, ma la destra era macchiata e piena di vesciche, con la pelle secca, scolorita, squamosa e verrucosa. Alyanir gli spiegò che aveva fatto la stessa davanti a Sagramor, e lui le disse comunque che voleva sposarla, ma lei non voleva che diventasse oggetto di scherno insieme a lei.

Rosie era sinceramente dispiaciuta per lei. Avrebbe voluto aiutarla, ma come? Il suo amuleto a forma di unicorno serviva solo per le ferite inferte magicamente, ma non per le malattie naturali come quella. Ma forse aveva qualcos'altro...

La sera dopo, Rosie andò a trovare Alyanir nella sua stanza, a palazzo. Era venuta a portargli la piuma che l'Uccello di Fuoco gli aveva regalato tempo prima2, e che lei aveva portato con sé, pensando che avrebbe potuto esserle utile. Rosie passò il corpo della principessa con la piuma, per tutta la parte destra, toccando anche tutto il labbro e lei guarì. Questo consumò la magia della piuma, che divenne cenere.

Alyanir l'abbracciò e gli chiese se poteva darle qualcosa in cambio. Anche nel suo mondo tutti sapevano che la magia aveva un prezzo. “Vuoi ripagarmi? Regala a tuo padre quei nipoti che tanto desidera, non devi fare altro!” gli rispose semplicemente,

“Voglio comunque darti qualcosa”, ed andò a prendere qualcosa da un suo scrigno, “Mi avevi detto che speravi di trovare un regalo per i tuoi genitori”, e gli diede due portaritratti uguali, d'argento, ben elaborati. “Puoi mettere ad entrambi un ritratto dei tuoi”,

Rosie osservò i due portaritratti, “Pensandoci bene, potrei mettere i ritratti delle mie due nonne”, per fortuna c'erano i Guardiani che potevano fare dei ritratti sia di Colette che di Evanna. “Comunque tu non mi devi niente, Alyanir: tu eri già bella, anche prima”, e la giovane donna l'abbracciò con gratitudine.

 

Il giorno dopo, Alyanir si mostrò a Sagramor, e quest'ultimo chiese la sua mano al padre di lei. Rosie ne fu felice, anche se gli dispiaceva aver perso la piuma dell'Uccello di Fuoco. Non tanto per la sua magia, ma perché era davvero qualcosa di unico. D'altro canto, anche Alyanir era unica...

A questo pensava Rosie, passeggiando nei giardini del palazzo. Si sedette su una panchina di pietra, e con la sua magia fece comparire il portagioie che i suoi genitori le avevano regalato da bambina, per il suo ottavo compleanno. Con un semplice gesto della mano, comparvero delle immagini, simili a ologrammi. Prima le comparve l'immagine dei suoi genitori che si abbracciavano e si scambiavano un bacio. Nella seconda c'era lei, neonata, in braccio a suo padre, e alla destra di quest'ultimo c'era Bea, che gli metteva una mano sulla spalla, e alla sinistra sua madre, che gli metteva una mano sulla spalla sinistra, in un gesto rassicurante. Nella terza c'era sempre lei, a due anni, con i suoi genitori che la coccolavano. Erano dei ricordi belli, catturati in quell'oggetto, che la rassicuravano sempre. E all'interno del portagioie, Rosie custodiva tre ciocche di capelli: una di suo fratello, una di Emma e una di Henry.

A un certo punto, il suo sguardo fu attirato da una piccola fiammella che si avvicinava a lei volando. Solo quando le fu vicina, Rosie capì cos'era, o meglio chi era: era una fata del fuoco, che faceva parte del regno di Fiamma, la sua fata madrina. La piccola fata gli porse una pergamena e poi se ne andò.

Rosie la srotolò e non poteva credere a cosa c'era all'interno: tre piume dell'Uccello di Fuoco. Sgranò gl'occhi e dopo lesse la lettera. Era proprio di Fiamma.

 

Mia cara Rosie,

l'Uccello di Fuoco, nostro comune amico, è venuto a sapere cosa hai fatto per la principessa Alyanir, e ne è rimasto colpito, ma non sorpreso. Ancora una volta hai preferito la virtù alla bellezza, e per questo ha deciso di donarti altre tre delle sue piume. Ha avuto una conferma di ciò che già sapeva: se c'è una persona, che è degna di possedere delle sue piume, e usarle, quella sei proprio tu.

Rimani sempre quella che sei, ti dico solo questo.

Con affetto, la tua madrina Fiamma

 

Rosie guardò felice e commossa le sue piume, portandosele al petto.


 

1E' il principe ranocchio del film The frog prince (1986), che ho usato per la storia. Se volete farvi un'idea del suo aspetto, guardate pure la locandina del film.

2Vedi il capitolo 9 della fanfic La rosa.

  
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