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Autore: kounchan    17/05/2016    0 recensioni
Layla vive con il suo migliore amico Tetsu su un monte, in una graziosa casetta costruita dal ragazzo.
Loro sono due creature fantastiche, appartenenti a due regni in conflitto tra loro da secoli: i draghi e le fate.
Tetsu é un drago che ormai non si trasforma da mesi.
Layla é una fata, in forma umana da quando vive con Tetsu.
Ma saranno costretti a tornare ai loro regni per sconfiggere una minaccia comune.
Riusciranno a far collaborare i loro sovrani o il tentativo di portare la pace e distruggere il nemico andrà in fumo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un ticchettio fastidioso mi costringe ad aprire gli occhi. Guardo fuori dalla mia finestra e vedo le gocce di pioggia scivolare placide sul vetro.
Mi stropiccio gli occhi e mi alzo dal letto, andando a lavarmi la faccia in bagno per svegliarmi un po'.
Mi metto il maglione nuovo e i jeans e esco di casa.
Appena sono fuori mi stiracchio e mi siedo sulla sedia a dondolo sotto alla veranda. Così potrei benissimo sembrare una vecchia signora in pensione, come ne ho viste ieri al villaggio umano.
Ieri. Mi ritorna in mente ciò che ha fatto Tetsu e ciò che questo mi ha fatto provare.
Arrossisco e decido di andare a chiarire con quello stupido drago. Oltretutto devo anche parlargli della visione e dei sogni, che anche stanotte mi hanno tormentata.
Rientro e mi dirigo verso la sua camera. Apro la porta di scatto e guardo il suo letto, che però é vuoto.
Sbuffo e chiudo, dirigendomi in cucina. Non c'è neanche qui.
Inizio a preoccuparmi quando non lo trovo neanche nello spiazzo dietro casa, dove di solito si allena.
Entro nel bosco e urlo il suo nome.
Niente. E senza pensarci mi trasformo.
Spicco un balzo e spiego le mie ali nere.
Sorvolo la distesa di alberi e lo cerco con lo sguardo.
Passa quasi un'ora e finalmente lo trovo. É appoggiato ad un albero e lo sento rantolare, ma la cosa che mi fa più preoccupare é il rivolo di sangue che gli cola dal ventre e crea una macchia cremisi a terra.
Atterro e corro da lui, abbassandomi e chiamandolo.
Alza lo sguardo e mi sorride forzato. Vedo chiaramente la sua sofferenza e le gocce di sudore freddo che gli colano sulle tempie.
<< Tetsu...cosa é successo? >> gli chiedo in un sussurro. Gli accarezzo una guancia e lui si appoggia alla mia mano, afferrandola con la sua molto piu grossa.
<< Mi...mi ha attaccato... >> mormora, prendendo ad ansimare più forte.
Ma io penso solo alle sue parole. Lo hanno attaccato. Ma chi?
<< Chi? >> chiedo, infatti.
<< La fata... >> rantola.
Poi sviene tra le mie braccia e non posso far altro che cercare di sollevarlo e portarlo a casa, che per fortuna non é lontano da qui.
Arrivo che sono sfinita e lo sdraio sul letto, correndo in bagno a recuperare il necessario a curarlo.
Fortunatamente ha solo un taglio, ma é profondo e ha perso molto sangue.
Lo disinfetto e lo fascio stretto, distendendolo di nuovo e coprendolo con le coperte logore che abbiamo in casa.
Gli é salita anche la febbre, assieme alla mia preoccupazione.
Mi siedo di fianco al suo letto su una sedia e sono talmente stanca che mi addormento con le braccia appoggiate al materasso.
Mi sveglia un tocco sui capelli e mi alzo di scatto vedendo che ha gli occhi aperti.
<< Ciao, Layla >>
<< O mio Dio stai bene! Mi hai fatto così preoccupare! Non lo fare mai più! >> dico, piangendo e saltandogli al collo.
<< Mi hai portato tu qui? >> mi chiede, staccandomi dall'abbraccio per guardarmi negli occhi.
Annuisco, con lo sguardo ancora annebbiato dalle lacrime.
<< Grazie... >> sussurra.
La sua espressione cambia e il suo sguardo si sposta sulle mie labbra.
Inizia ad avvicinarsi e io non faccio nulla per allontanarlo, forse perché aspettavo questo momento da tanto.
<< Ho avuto paura di morire...e di farti soffrire... >> continua roco.
Sento il suo respiro sulle labbra e fremo.
Incolla la sua bocca alla mia e mi abbandono al bacio, il mio primo bacio.
Le sue labbra sono calde e voraci.
Il bacio diventa quasi subito passionale e lui ribalta le nostre posizioni, mettendomi sotto di lui e prendendo ad accarezzarmi il corpo attraverso la lana del mio maglione.
Ci stacchiamo quando perdiamo il fiato e lo guardo negli occhi, che sono diventati rossi, rossi come la passione.
Gli accarezzo la mandibola. Si é fatto la barba e così é molto meglio.
Dalla mandibola passo al collo e poi al petto, fino ad arrivare alla fasciatura, dove divento delicata.
Lui mi bacia la fronte, il naso, il mento, il collo, dove mi mordicchia e succhia, lasciandomi un evidente segno violaceo.
Ansimo quando mi accarezza la pelle sotto al maglione e mi bacia di nuovo.
Questa volta é più delicato e si stacca, scendendo dal letto e andando in bagno.
Rimango ancora intontita e lo guardo andarsene.
Mi risveglio e mi alzo, rincorrendolo.
<< Non puoi alzarti! >> gli grido.
Non mi sente neanche ed esce pure di casa.
Ma cos'ha in testa, un grillo?! Prima mi bacia e poi se ne va, lasciandomi lì. Oltretutto é anche ferito! E mi deve ancora spiegare cosa sia successo.
Esco correndo di casa e mi guardo attorno. Lo trovo seduto su un albero, intento a guardare il tramonto.
Ha dormito per ore e io con lui, così abbiamo perso una giornata.
Salgo anch'io e mi metto al suo fianco, raggomitolata.
Qualcosa mi da fastidio alla schiena e mi giro a vedere cos'è. Sgrano gli occhi incredula quando vedo le ali. Non mi sono neanche resa conto di essermi trasformata.
Torno umana e lo guardo, sperando che parli e mi dica qualcosa, perché ora sono molto confusa su di noi.
<< Scusa Layla...non avrei dovuto... >> inizia, e io lo guardo stupita.
Lui che si scusa con me? Per avermi baciata?
<< I-in realtà... >> deglutisco.
<< In realtà lo volevo anch'io... >> dico, tutto d'un fiato, stringendo gli occhi e le mani a pugno.
Passa qualche secondo, che mi sembra un'infinità, e lui non fa nulla.
Alla fine mi deciso e alzo lo sguardo, incontrando i suoi occhi, tornati gialli.
Mi sta osservando. No, mi sta contemplando. Quasi fossi una dea.
Distoglie lo sguardo e lo fissa sul sole che ormai sta sparendo oltre le nuvole e le cime delle montagne.
<< Davvero? >> chiede in un sussurro.
Annuisco e lui si gira, guardandomi spavaldo.
<< Che c'è? Eri forse preoccupata? >> ghigna malizioso.
Arrossisco e lo guardo male. Sempre pronto a prendermi in giro.
<< Ovvio che ero preoccupata idiota! Non ti trovavo a casa e sei in mezzo al bosco, ferito! >> quasi urlo, gesticolando.
Ghigna ancora e mi scompiglia i capelli.
Poi, di colpo, cambia espressione e toglie la mano, come se scottassi.
<< Ti sei trasformata >> dice, guardandomi storto.
Distolgo lo sguardo e faccio spallucce.
<< Non devi più farlo! Ci troveranno...ormai sono un ricercato... >> mi ammonisce.
Cosa? É un ricercato? Ma come?
<< Ma...cos'è successo? >> domando.
<< Stavo andando nel villaggio di ieri a comprare ciò che avevamo scordato. Ero in volo quando una lancia mi ha colpito al ventre e io sono caduto. Subito dopo sono arrivate le fate e hanno preso ad attaccarmi, io mi sono difeso e forse ne ho fatte fuori un paio...sono riuscito a fuggire perché erano poche e male armate... >> racconta, tirando un pugno all'albero e facendolo muovere per il colpo.
Gli metto una mano sul bicipite contratto e cerco di calmarlo dicendogli che é tutto finito e che qui non ci troveranno mai.
Ma un rumore di passi e una lancia che ci vola a pochi millimetri dalla testa, mi smentiscono.
Sono fate. Fate soldato.
   
 
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