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Autore: SofyTrancy    17/05/2016    0 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è una FF AU sul mondo di Bravely Default, raccontata alternamente dai quattro personaggi principali!
In questa storia troverete tutti i personaggi appartententi al gioco... in vesti molto diverse dalle loro!
Curiosi? Allora iniziate a leggere!
(ATTENZIONE: Possibili SPOILER per chi non ha finito COMPLETAMENTE il gioco.)
(Coppie principali: Ringabel/Edea e Tiz/Agnés)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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~ Tiz ~

Insieme a lui... di nuovo

 

Quando la preside chiamò il mio nome, pensai che fosse tutto uno scherzo. Era dalla prima elementare che qualsiasi ricerca o lavoro di gruppo lo dovevo fare con quell'idiota. Eravamo anche finiti ad abitare insieme!

Ma quando il mio sguardo si posò sul sorriso di Ringabel capii che era tutto vero.

«Adesso andate fuori a fare conoscenza.»

«Come se ce ne fosse bisogno...» sussurrai, dirigendomi verso la porta seguito da Agnès, Ringabel e la ragazza di cui ancora non sapevo il nome.

«Tiz! Siamo di nuovo in gruppo insieme!» esclamò l'albino, saltandomi letteralmente al collo.

Sentii Agnès ridacchiare mentre ci osservava.

«Sinceramente mi ero già sorpreso del fatto che il test non ci avesse messo insieme come coppia anche se siamo nella stessa classe.– risposi, sospirando –Pare che noi due siamo inseparabili, eh?»

«Evidentemente è così.– si intromise la bionda, facendo un passo in avanti –Non mi sono ancora presentata, Edea Lee, compagna di banco di Agnès.» aggiunse, tendendomi la mano.

Mi scollai l'albino di dosso, per poi stringerla nella mia.

«Tiz Arrior, miglior amico di Ringabel fin dalla prima elementare nonché suo coinquilino da circa tre mesi. Molto piacere.»

«I-io sono Agnès Oblige.– sussurrò la castana al mio fianco, presentandosi all'albino e abbassando lo sguardo –P-piacere.»

Dio se era carina quando faceva così.

«So chi sei.– le rispose Ringabel, inginocchiandosi di fronte a lei e facendole il baciamano –Gli angeli del cielo mi hanno informato del tuo arrivo.»

«A-angeli?» chiese lei, le guance che si tingevano di un bellissimo rosso.

«Se non sei una di loro, devi essere una Dea!»

. . .

«N-non capisco.»

«Non c'è niente da capire, piccola Dea.» disse quell'idiota facendole l'occhiolino.

Piccola Dea. Occhiolino.

Ok, voleva morire.

Afferrai l'albino per la camicia, facendolo alzare da terra.

«Ehy, ehy, ehy! Che stai facendo Tiz?!» protestò lui, dimenandosi.

«Smettila di fare il cascamorto con tutte!» lo rimproverai io.

«Mio Angelo!– esclamò Ringabel, avvicinandosi ad Edea –Tiz è cattivo con me!»

«NON CHIAMARMI COSI'!» urlò la bionda.

Osservai la ragazza puntare il suo indice accusatorio verso Ringabel, avvicinando il suo viso per sgridarlo meglio, mentre l'albino...

I miei occhi si spalancarono.

Ringabel... stava arrossendo?!

«C-comunque, –Agnès riprese la parola, facendomi voltare subito verso di lei e sentendo un colpo al cuore vedendola così vicina a me –Cosa dovremo fare come gruppo?»

«Non ci avevo pensato...» ammisi, continuando a guardare quei bellissimi occhi incorniciati dai lunghi capelli castani.

Era così... bella.

«Tiz.»

Le guance ancora leggermente rosse, le labbra rosee, il suo stupendo sguardo.

«Tiz...»

Sentii l'impulso irrefrenabile di avvicinarmi a lei, di posare le mie labbra sulle sue...

«TIZ!»

Mi riscossi dai miei pensieri, voltandomi immediatamente verso Ringabel.

«C-che c'è?!» domandai, le guance in fiamme.

«Ho detto che io so cosa dobbiamo fare.– disse, mettendomi il broncio –Per una volta che so una cosa in più di te, non mi ascolti.»

Sbuffai, non sapendo se prenderlo a calci o ringraziarlo per avermi risvegliato dal mio stato di trance.

Osservai il suo viso imbronciato.

«Allora dicci cosa dobbiamo fare.»

Il suo volto si illuminò.

«Neanche un bambino è così insopportabile.» sussurrò Edea.

Ringabel fece finta di non sentirla e iniziò a spiegare:

«Dobbiamo fare varie ricerche insieme, in più faremo tutto ciò che riguarda la musica e anche le ore di ginnastica insieme. Inoltre anche le gite le faremo in gruppo.»

Vidi la bionda sbiancare.

«Per cinque anni? CON TE?!» esclamò.

«Esattamente, mio Angelo!»

Mi passai una mano sul volto, osservando i suoi che avevano ricominciato a litigare.

Sarebbero stati cinque anni molto lunghi.

 

«Tiz, dopo cena lavori?» mi chiese l'albino, non staccando gli occhi dallo schermo del DS che teneva tra le mani.

«Sì.» risposi, bevendomi il caffè-latte che mi ero preparato.

«Posso venire?»

«No.»

Silenzio.

«PERCHE'?!» esclamò poi, alzando lo sguardo verso di me.

Ci trovavamo nella cucina del nostro appartamento, erano le 6 del pomeriggio e non avevo alcuna voglia di parlare con quell'idiota.

«Dovresti saperlo.» ribattei, senza guardarlo.

Silenzio, di nuovo.

«Oh... ho capito.– disse Ringabel, iniziando a ridacchiare –“Piccola Dea” eh? E' questo il problema.»

Sentii le mie guance diventare rosse e io mi coprii come meglio potevo con giornale che tenevo nella mano destra.

«No!»

Sì.”

«Ti sei innamorato!» esclamò lui.

«Non è vero!» gridai di rimando io.

«E in questo momento non stai neanche leggendo, fai solo finta ma in realtà pensi a lei!» continuò.

«NON E' VERO!»

Silenzio, ancora.

«E allora perché tieni il giornale al contrario?»

Merda.

«Ok, ok.– mi arresi –Forse, e sottolineo FORSE, mi sono preso una leggera cotta.»

«Per me più che cotto sei bruciato.»

«Stai mettendo a dura prova la mia pazienza.» risposi, scandendo bene le parole e poggiando il giornale sul tavolo.

Non lo avessi mai fatto...

«Oddio! Sei tutto rosso! Che carino!»

«STA ZITTO!»

Mi alzai dal tavolo, dirigendomi a passi veloci verso i fornelli, mentre Ringabel ridacchiava.

«C-cosa vuoi mangiare stasera?» chiesi, aprendo uno degli sportelli e osservando cosa c'era nella dispensa.

«Non cambiare in discorso!»

Sbuffai.

«Vogliamo parlare di te allora?!– dissi poi, voltandomi verso di lui –Tu non sei attratto da Edea?»

Ringabel mi guardò, le guance che leggermente si arrossavano.

Neanche una mosca volava nella stanza.

Poi...

«Puoi farmi un hamburger?»

«ORA SEI TU A CAMBIARE DISCORSO!»

Ringabel sbuffò, iniziando a dondolarsi sulla sedia.

«Non lo so, ok? Non è il mio tipo.– rispose poi –Evidentemente mi ha solo sorpreso il fatto che non cada ai miei piedi come tutte le altre. Ma non mi va di parlarne.»

Continuai a guardarlo per una manciata di secondi, sperando che avesse altro da dire.

Sospirai.

«Come lo vuoi l'hamburger?» domandai, voltandomi nuovamente verso la dispensa.

«Con lattuga, pomodoro, maionese e cetriolini sottaceto!» disse l'albino, la voce quasi eccitata.

«Va bene.» sorrisi, mettendo la griglia sui fornelli.

«Tiz...»

«Sì?»

«Posso venire con te dopo?» mi chiese, la voce leggermente supplichevole.

«Certo.» risposi, iniziando a tostare il pane.

   
 
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