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Autore: Claudiac91    18/05/2016    1 recensioni
Anko Saito, trasferitasi col padre nella Prefettura di Kanagawa, si ritroverà ad affrontare una nuova vita. Scappando da vicende piuttosto dolorose, avrà a che fare con una nuova scuola, nuove conoscenze senza però mai allontanarsi dall'amore della sua vita : il basket.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Quella contro il Kainan sarà una partita che non avrà niente a che vedere con quelle disputate fino ad adesso – sbottò Akagi mentre serio parlava ai componenti della sua squadra.
 
Affiancato da Kogure, aveva richiamato l’attenzione di tutti dopo le pulizie e prima di dare inizio agli allenamenti. Argomento principale era, ovviamente, il Kainan. Ayako e Anko si erano messe in disparte, ascoltando in silenzio. La prima aveva un’espressione seria sul volto e restava ferma a braccia conserte. La seconda parve mostrare la stessa attenzione fino a quando non aveva incrociato, anche se per puro caso, lo sguardo di Mitsui. Quest’ultimo aveva approfittato di quel contatto astratto facendole l’occhiolino e sorridendole beffardo. Ella arrossendo e con difficoltà cercò di restare concentrata sul capitano, non riuscendoci. Qualche giorno prima si erano presentati assieme agli allenamenti, dopo che avevano marinato la scuola. Mano nella mano e con un sorriso soddisfatto stampato sul volto, avevano scosso per un momento tutti i componenti della squadra. O meglio dire quasi tutti, dal momento che Rukawa non aveva mostrato il minimo interesse per la nuova coppia appena nata e aveva continuato a tirare a canestro proprio come se la cosa non lo riguardasse. Hanamichi, invece, aveva spalancato la bocca così tanto che quasi il labbro inferiore poteva toccare terra. Evidentemente era troppo distratto per aspettarsi una cosa del genere. Ma come dargli torto. Solo due cose riempivano i suoi pensieri da un bel po’ di tempo. Il basket e Harukina cara. A tal proposito, la ragazzina presente agli allenamenti anche il giorno in cui la coppia uscì allo scoperto, aveva cominciato a saltellare e battere le mani per la felicità. Bene o male, tutti sembrarono accettare che Anko e Hisashi fossero una coppia. Oppure c’era chi, come nel caso di Rukawa, non aveva la minima intenzione di interessarsi alla cosa. Fatta eccezione di un’unica volta. La mente di Anko vagò fino a tornare al ricordo di un paio di giorni prima. Dopo il suono dell’ultima campanella, mentre gli studenti si accingevano a lasciare i banchi e sgattaiolare fuori dall’aula, accadde qualcosa di insolito. Anko si alzò dalla sedia per afferrare le sue cose e nel frattempo chiacchierava animamente con Rukawa che, muto e intenzionato a rassettare la sua roba, ascoltava. Durante la conversazione, anche se involontariamente, Anko tirò in ballo il nome di Mitsui e non potè non fermarsi di colpo dal morbo del chiacchiericcio ed arrossire. Alzò lo sguardo sul compagno di classe e squadra, aspettandosi una reazione o una parola di sfottò. Ma quello restò immobile, con la borsa della palestra pronta e lo zainetto in spalla, e lo sguardo dritto davanti a sé. Sospirando di sollievo per quel silenzio, la vice manager lo incoraggiò a lasciare l’aula e a dirigersi in palestra. Quando giunsero davanti agli spogliatoi, in silenzio, Anko aveva afferrato la maniglia per aprire la porta del suo ed entrare nella stanza, quando Rukawa di colpo la richiamò.
 
- Si? – gli aveva chiesto perplessa da quel richiamo improvviso.
 
Il giocatore serio come suo solito la squadrò per un momento, dopodichè esclamò
- Sei sicura che Mitsui faccia al caso tuo? -
 
La ragazza strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Da un lato per aver ascoltato per la prima ( e probabilmente unica ) volta l’interesse di Kaede riguardo la sua relazione. Dall’altro per il tipo di domanda che le era stata posta.
 
- Eh? – chiese scettica non capendo dove volesse andare a parare – Perché?-
 
Ma Rukawa non ribattè. Si limitò a fare spallucce e senza aggiungere altro entrò nello spogliatoio maschile.
 
Inutile dire che quella piccola inquisizione non turbò più di tanto Anko e il suo rapporto con Mitsui. Eppure ogni tanto la mente tornava a quella scena, e di conseguenza andava a perdersi in riflessioni lunghe e delle volte insensate.
 
Che ci fosse qualcosa da dover sapere? O forse quella di Rukawa era una semplice constatazione? Dopotutto ci stava che una persona esterna non “ ammirasse “ una coppia formata da due personaggi tra loro completamente diversi e che l’unica cosa che li accomunava fosse l’amore per il basket. C’era chi aveva espresso il proprio parere come le sue amiche che avevano affermato “siete una bella coppia” o chi come Hanamichi li derideva scherzosamente. Addirittura chi li invidiava come Miyagi che da tempo sognava di coronare lo stesso sogno con Ayakuccia. Non aveva più chiesto a Rukawa che cosa stesse intendendo in quell’istante, né aveva più parlato di Mitsui con lui.
 
Gli occhi verdi di Anko indugiarono sul compagno di classe che serio non perdeva una sola parola di quello che stava dicendo Akagi. Poi sospirò pesantemente e tornò ad osservare il capitano che, finalmente, pose fine al suo discorso.
 
- Bene – concluse – cominciamo con gli allenamenti -
 
Mentre la squadra si sparpagliava per il campo e Ayako prese fischietto e ventaglio per la gestione degli allenamenti, Mitsui si avvicinò alla vice manager che, nel frattempo, aveva afferrato penna e quaderno per annotare gli avvenimenti di quel pomeriggio. Alzò lo sguardo sorpresa sul giocatore e gli sorrise
 
- Miyagi dopo viene con noi – esclamò quello con un sorriso beffardo – Ovviamente perchè ha saputo di Ayako -
 
Anko si limitò ad annuire e Mitsui le fece una breve carezza sotto al mento per poi tornare in campo. Per quella sera avevano deciso di cenare insieme in una pizzeria non molto lontana dalla scuola. Era stata lei a proporre e lui non ci aveva pensato due volte. Si chiese se le sue brevi paranoie dopo la domanda inaspettata di Rukawa non fossero, appunto, solo stupide paranoie. Bastava pensare che, ogni volta che l’ex miglior giocatore dell’anno segnava a canestro, cercava lo sguardo fiero della sua vice manager.
 
 
 
***
 
 
Oltre all’amore, Anko non sapeva se avesse effettivamente conosciuto l’amicizia o meno. L’enigma per eccellenza. A Tokyo aveva avuto amiche “ intime “. Della sua stessa classe sociale. Con le stesse passioni e la classica puzza sotto al naso. Ragazze ricche, snob, pronte a tutto per primeggiare. Di compagnia, ma vipere pronte a morderti. Pensandoci no, forse non sapeva davvero cosa fosse l’amicizia. Prima di arrivare a Kanagawa. Osservava la truppa di Hanamihchi prendersi gioco del rossino, mentre ridevano su una delle tante gaffe fatte dal giocatore durante la partita contro lo Shoyo. Lo deridevano, lo prendevano in giro. Eppure erano prontamente presenti. Non mancavano ad una partita e non c’era un solo momento in cui si separavano da lui. Per non parlare degli allenamenti. Salvo impegni o imprevisti, assistevano all’allenamento del rossino ed anche se non potevano fare a meno di sbellicarsi dalle risate per i suoi errori, non si allontanavano fin quando non usciva dallo spogliatoio. Che fosse questa l’amicizia? Anko sospirò. Ripensò a quelle amiche che frequentava prima di arrivare a Kanagawa e a come nessuna di loro aveva espresso sinceramente dispiacere per il suo trasferimento. O peggio, per un palese divorzio. Si voltò alla sua destra concentrando il suo sguardo su Haruko che spettegolava con le sue due amiche inseparabili   ( e di cui puntualmente si scordava i nomi) riguardo gli ultimi flirt avvenuti nella loro classe. Allo stesso modo, quelle erano vicine ad Haruko accompagnandola ad ogni partita ed assistendo spesso agli allenamenti. Era circondata in quella pausa pranzo sulla solita terrazza da quelli che definiva amici. Eppure in quel momento si sentì come un pesce fuor d’acqua.
 
- Hai una faccia -
 
Esclamò Mitsui facendola sobbalzare e riscuotere dai suoi pensieri. Si accomodò al suo fianco porgendole la lattina di pepsi cola che aveva chiesto precedentemente.
 
- Grazie – disse la vicemanager afferrando la lattina e aprendola.
 
- Anch’io vorrei avere un ragazzo che va a comprarmi le bibite – affermò Haruko provocando le risa delle sue amiche.
 
Mitsui inarcò un sopracciglio, mentre Anko le sorrise imbarazzata
 
- Dovevo andare al bagno e mi ci sono trovato – ribattè il primo sorridendo beffardo – Mica sono andato apposta -
 
Anko alzò gli occhi al cielo e senza voler replicare si portò la lattina alle labbra. Ma non potè fare un sorso che Mitsui le afferrò il polso bloccandola e le stampò un bacio piuttosto prolungato.
 
Sorpresa per quel gesto romantico, il suo volto divenne di un colore simile al bordeaux, provocando le risa di tutti i presenti. Persino di Hanamichi e della sua truppa che si erano distratti dal casino da loro creato con il rientro di Mitsui.
 
- Guardala è tutta rossa! – esclamò il rossino puntandola con un dito e le lacrime agli occhi
 
- Ah che carina! – affermò Haruko battendo le mani
 
Anko, ancora più rossa in viso ed imbarazzata, si portò una mano per coprirsi metà del viso. Nonostante quella sua non voglia di stare al centro dell’attenzione, non riusciva a smettere di ridere. In particolar modo dinanzi alle smorfie che faceva Hanamichi nel prenderla in giro.
 
- Ma smettila! – gli urlò cercando per un momento di tornare seria, non riuscendoci.
 
Il suo grido era parso più quello di una gallina in calore e ciò non fece che aumentare il divertimento dei presenti. Anche Mitsui, dapprima perplesso, si era fatto coinvolgere. Il suo gesto voleva essere una sorta di marchio da figo, ed invece si era trasformato in un’azione comica.
 
- Ma dai Anko! – esclamò Hanamichi, tra una risata e l’altra, portandosi per un momento l’indice all’occhio per afferrare una lacrima
 
- Gli amici vanno presi in giro – intervenne Haruko circondandole le spalle col braccio e poggiando la testa sulla sua spalla – Altrimenti che sfizio c’è?-
 
E per un momento Anko tornò ad essere seria. Le parole di Haruko l’avevano scossa come uno schiaffo. Poi per mascherare i suoi pensieri tornò a sorridere e il suo sguardo s’incrociò con quello di Mitsui che le sorrideva gentile.
 
Come aveva fatto a credere di essere sola? Da quando era arrivata a Kanagawa tante cose era cambiate. Attorno a lei. In lei. Si era integrata senza problemi in squadra e nella nuova scuola andava d’accordo con la maggior parte dei compagni. La manager Ayako l’adorava, per non parlare di Haruko. Hanamichi era un che dire, ed a modo suo anche Rukawa sembrava essere almeno civile nei suoi confronti. L’amicizia l’aveva conosciuta. Finalmente. E non dovevano essere le sue insicurezze acquisiste con l’esperienza genitoriale a farla cedere. Cercò la mano di Mitsui senza puntare lo sguardo e quando la trovò la strinse forte.
 
 
 
***
 
 
Gli occhi verdi di Anko scrutavano qua e là per l’immensa ed imponente sala da cui si alzava man mano un brusio di voci. Il ristorante scelto da suo padre quella sera era particolarmente affollato. Alcuni chiacchieravano animamente tra loro o facevano un brindisi facendo sfiorare appena i costosi calici in vetro. Altri restavano silenti e consumavano le proprie pietanze dandosi alla chiacchiera solo di rado. Anko puntò lo sguardo su una coppia. Sia lui che lei avevano il capo chino sul proprio piatto e nessuno dei due alzava lo sguardo sull’altro. L’unico che sembrava dare vita alla coppia – mummia era il cameriere che, durante i suoi tanti via vai, riempiva i bicchieri non appena questi si svuotavano anche se di poco. Sospirando, Anko scosse leggermente il capo. Si chiese in quell’istante se anche i suoi genitori, quando si concedevano le loro uscita da coppia, si erano comportati allo stesso modo. Almeno nell’ultimo periodo, da come le risultava.
 
- Anko mangia o si raffredda! – la destò il padre.
 
Voltandosi di scatto, si mise ritta con  la schiena e ricominciò a tagliare la sua carne anche se ormai semifredda.
 
- Buono – mormorò masticando con veemenza.
 
Daisuke le sorrise appena per poi portarsi il bicchiere di vino rosso alle labbra, sorseggiando lentamente. Per quella sera aveva deciso che lui e sua figlia sarebbero andati a cena fuori. Dopo il trasloco non avevano mai avuto una serata particolare come quella. Tra lavoro, nuova scuola e nuove distrazioni per sua figlia, l’uomo aveva finalmente colto l’attimo e regalato alla ragazza una serata tutta padre – figlia. Cosa che accadeva quasi come da tradizione da quando era nata. O almeno da quando aveva la facoltà di mangiare da sola. Ma si sapeva oramai che nell’ultimo periodo alcune delle tradizioni erano arrivate a capolinea. Almeno quella avrebbe cercato di salvarla in qualche modo.
 
- Qui mi ci portava tuo nonno – affermò l’uomo posando il bicchiere sul tavolo delicatamente.
 
Anko annuì ingoiando l’ultimo pezzo di carne – Si – rispose – Ci venimmo anche da piccola –
 
- Nervosi per la partita contro il Kainan? – chiese d’un botto il padre, cambiando totalmente discorso.
 
La ragazza sospirò – Alquanto – rispose – Non è mai capitato loro di sfidare una squadra così forte
 
Il padre annuì, grattandosi il mento – Ricordo quando il Kainan acquisì il primo titolo nazionale – affermò – Eri appena nata. Una scuola del genere non aveva mai puntato a tanto. Sono migliorati solo negli ultimi sedici anni –
 
Anko sorrise divertita constatando quanto il padre potesse ancora conservare quello spirito di competizione che riservava sul campo da basket, stando ai suoi racconti. Quando aveva poco più l’età della ragazza aveva sfidato e battuto tante volte che il Kainan che stava ancora a credere che ormai quella squadra da ben sedici anni conquistava il titolo nazionale. Afferò il suo bicchiere di coca per bere.
 
- E il tuo ragazzo cosa dice in proposito? – le chiese d’un tratto suo padre, squadrandola seria
 
Anko sputò con poca eleganza quella poca parte di bevanda che stava per ingerire, portandosi con uno scatto il tovagliolo di una particolare stoffa alle labbra. Rossa in viso, alzò lo sguardo su suo padre che, scettico, non smetteva di fissarla.
 
- Ma cosa mi chiedi? – chiese la ragazza balbettando per l’imbarazzo.
 
Daisuke inarcò un sopracciglio – Mi chiedo se l’ex migliore giocatore dell’anno abbia una particolare prospettiva della prossima partita – affermò come se parlare della relazione sentimentale della figlia fosse la cosa più normale.
 
Anko strabuzzò gli occhi per la sorpresa – Come fai a …–
 
- Non ha importanza – la interruppe l’uomo alzando di poco la mano per darle segno di tacere – E non sei molto predisposta all’argomento. Almeno vorrei sapere credi che fa al caso tuo? -
 
La ragazza si ritrovò a spalancare nuovamente gli occhi per lo stupore. Era stata la seconda persona suo padre, dopo Rukawa, a porgerle una domanda del genere. Che egli avesse indagato sulla sua vita non era cosa nuova, ma Mitsui era un argomento particolare e che voleva tenere quanto più lontano possibile dai discorsi familiari. Fece spallucce e mormorò un “ non lo so “.
 
Daisuke scosse il capo e si portò nuovamente il bicchiere di vino alle labbra – Scegli bene chi vuoi o finirai come quella coppia apatica. O peggio. Come me e tua madre –
 
E lo sguardo di Anko si voltò per tornare a guardare la coppia anomala che non aveva mai rotto il silenzio. Per un momento immaginò i suoi genitori al loro posto e una strana e dolorosa stretta prese posto nel suo stomaco.
 
 
 
*** Continua ***
 
Ammetto di aver postato un po’ tardi, ma l’ispirazione non voleva proprio saperne. Ma come si suol dire, meglio tardi che ma. Spero che sia stato di vostro gradimento e se anche così non fosse mi piacerebbe sapere i vostri pensieri a riguardo! Un bacio 
   
 
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