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Autore: darken_raichu    18/05/2016    2 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Electronvolt, Palazzo Reale, 15/07/4783, circa le 20
«Quindi questo è il risultato dell’elezione.» Commentò Claydol, sospirando, mentre i cinque membri del Concilio elettivo e Gallade avanzavano verso la sala del trono «Per un solo voto…»
«Per un solo voto? Considerato che siamo solo cinque, non è sorprendente.» Rispose Mimer.
«Beh, comunque è poco. Se Reuniclus avesse scelto altrimenti…»
«Sarebbe stato eletto l’altro, certo. Ci siamo.» Disse Mimer, mentre due guardie aprivano la porta, permettendo ai sei di entrare nella sala. I Re e molti Generali erano presenti, in attesa. I più recenti arrivati, e anche i più attenti, erano i Re ed i Generali delle tre fazioni di Vulcania, i cui troni erano stati strategicamente posti ben distanti l’uno dall’altro. Erano arrivati solo il giorno prima, ma aveva sentito che c’erano già stati problemi.
«Ebbene, il Re di Espia è stato eletto?» Chiese Re Chandelure. Recentemente, era stato lui il più insistente sull’argomento, preoccupato per il futuro della Coalizione e dell’Alleanza a causa dell’assenza di un Re.
«Sì. Vostre maestà, Generali, davanti a tutti i presenti dichiariamo Re di Espia il Principe Abra, che salirà al trono con il nome di Abra I.»
Dopo l’annuncio, il primo a parlare fu Gallade «Il consiglio ha discusso anche della situazione attuale. Data la lontananza del Principe, il reggente sarò io. Ovviamente al procedere della guerra sarò costretto a combattere, perciò sarò coadiuvato dai membri del Concilio.»
«Comprendo.» Rispose Re Electivire. Effettivamente si era trattato di un’ottima strategia. Dando la reggenza a Gallade si assicuravano che il pokémon non si facesse venire strane idee… almeno fino al ritorno del Re.
Dopodiché, i membri del Concilio si inchinarono ed uscirono dalla stanza, lasciando i Re alle loro discussioni. E Gallade a rimuginare.
“Maledizione, così vicino… Avrei dovuto riflettere di più. Mi ero assicurato il voto di Lord Weft promettendogli il titolo di Generale, ma non potevo rischiere di mettere in agitazione Claydol con un’offerta in denaro, probabilmente mi avrebbe accusato di corruzione. Mimer era contro di me, ma con Reuniclus speravo di riuscire a discutere… peccato che ogni volta dopo i consigli sparisse. Al Giratina, se fossi riuscito a parlargli…” Poi sorrise “Oh beh, poco male. Suppongo che questo significhi che occorrerà andare a nuove elezioni.”
 
Electronvolt, campo militare, 15/07/4783, circa le 20
«Sciocchezze! Il Trascina Tempeste è di certo superiore al Trascina Venti! Posso ammattere la superiorità del Pacificatore di Nubi, ma…»
«Idiozie! Pure idiozie! Il Pacificatore di Nubi ha come proprio braccio destro il Trascina Venti, non ti pare abbastanza come prova della sua superiorità?!»
Il Manectric e il Noctowl erano nel mezzo di un accesa discussione, quando a mettersi in mezzo furono Aegislash, Surskit e Gurdurr.
«Allora, cosa sta succedendo qui? Per quale motivo state litigando?» Chiese Grump, accorrendo.
«Questo blasfemo afferma che il Trascina Venti…» Iniziò il Manectric.
«Chi?» Chiese Surksit. Non era mai stato particolarmente bravo con i vari soprannomi dei Loro. Inoltre era un Genesiano, e nel pantheon che venerava Genesect parecchi loro erano lasciati in disparte.
«Non conosci il sommo Tornadus? Che religione blasfema veneri, ragazzino?!» Gridò il Noctowl, cercando di sfuggire alla presa di Aegislash.
«Piano con le parole.» Disse Aegislash «Neanche io sono bravo con queste storie. Perciò, se lui è blasfemo, suppongo di esserlo anche io.» mentre parlava, la lama si avvicinò pericolosamente al pokémon Volante.
«Come dicevo» riprese Manectric «Questo misc… questo tizio afferma che Tornadus sia in una posizione superiore a Thundurus nel Pantheon. Ovviamente, è un’idiozia.»
«Idiozia sarà tua sorella, misc… tizio!» Gridò Noctowl, sempre tenendo lo sguardo fisso sulla lama, sinistramente vicina al suo petto.
«Suvvia, suvvia, non potreste trovare una posizione di compromesso? Secondo la religione Arceista i due pokémon sono sullo stesso piano.»
«E che c’entra l’Arceismo? Io sono Tornadiano!»
«E io Thunduriano! Adesso lasciatemi andare, voglio far capire a quel…»
Grump sbuffò «D’accordo, l’avete voluto voi. Dustox, fai quello che devi.»
La pokémon si avvicinò e scagliò in faccia a entrambi una nube di Sonnifero. I due pokémon si squadrarono in cagnesco ancora un momento, poi crollarono a terra, addormentati.
«Direi che una giornata in cella schiarirà le idee a entrambi.» Commentò Grump, mentre a un suo cenno altri due soldati si affrettavano a portare via i due pokémon svenuti.
«Con questi quanti sono oggi?» Chiese Gurdurr, sospirando e ruotando la spalla.
«Dodici liti, tra cui la rissa vera e propria di prima.»
«Certo. Bah, mettersi a litigare per la religione. Si può essere più idioti?» Chiese Aegislash «C’è una religione che potrebbe accontentare tutti, ma...»
«Io non andrei in giro a dire quelle cose a voce troppo alta, Aegislash.» Commentò una voce alle loro spalle. I cinque si girarono e si trovarono davanti Cacturne.
«Capitano!» gridarono «Come sta?»
«Come uno che ha passato troppo tempo steso su una brandina. Comunque, il medico di bordo ha detto che mi sono ristabilito completamente, fisicamente parlando.»
«Un piacere rivaderla, Capitano.» Disse Grump.
«Bando alle ciancie Grump, come sta andando? Mi pare di capire che ci sia qualche problema.»
«All’esercito si sono unite diverse centinaia di squadre composte da… ferventi religiosi.» Rispose Grump.
«Immaginavo fosse questo. Da quando sono arrivato mi hanno già fermato in quattro per chiedermi a quale culto appartengo. Per fortuna, con l’Arceismo ti lasciano passare sempre, non capisco perché la gente si ostini a venerarne altre. Uno mi ha chiamato ignavo, come se avessi detto chissà cosa, ma non è una questione che mi urta particolarmente.»
«Dev’essere passato per la parte esterna del campo, signore. Abbiamo tenuto i più… zelanti ben lontani gli uni dagli altri, anche se questo non rende comunque le cose facili, specialmente adesso che sono arrivate quelle teste calde di Vulcania.»
«Me lo ricorderò, è che la porta meridionale della città è affollata, e in ogni caso tra poco verrà chiusa fino a domani mattina. Temevo di restare chiuso dentro, quindi ho fatto il giro.»
«Beh, ad ogni modo è bello riaverla qui, Capitano.» Rispose il pokémon, con una pacca sulla spalla.
«Anche per me è bello rivedervi ragazzi.» Rispose quello «Avanti, abbiamo un giro di ronda da fare, giusto?»
«Giusto.» Rispose Grump «Anche se credo presto ci assegneranno una nuova missione, sono venuti a parlarmene stamattina.»
«Ottimo, mi farà bene tornare in azione.» Rispose Cacturne. Mentre il gruppo proseguiva, Cacturne si avvicinò a Surskit.
«Allora Specchio, come vanno le cose a te?»
«Oh, io sto molto bene Capitano, io…»
«Leggi tra le righe ragazzo, non era quello che intendevo.» Rispose il pokémon.
Surskit ci mise un momento a capire, poi arrossì «Oh, ecco, sì, è che…»
«Ancora niente, eh?»
Surskit si limitò a scuotere la testa.
«Ascolta, capisco tutto, ma fidati, dovresti chiederglielo. E in fretta. Più a lungo aspetti, più è probabile che ti dica di no.»
«Davvero?»
«Nah, ho conosciuto gente che si è messa insieme dopo anni, però è una frase che in genere convince. Ma seriamente fidati, prima lo fai meglio è. D’altronde» e il ppokémon si avvicinò ancora di più «Sono sicuro che anche tu piaci a Dustox, Specchio.»
«D-Davvero?»
«Questa volta, la risposta è sì. Ma ti conviene chiederglielo presto. Sai, il campo è pieno di Pokémon Coleottero. Se non ti sbrighi tu, lo farà qualcun altro.»
Surskit annuì «Ha ragione… Capitano.»
Cacturne sorrise, poi si diresse avanti nel gruppo, lasciando Surskit da solo con i suoi pensieri.
 
Isola Cornoalto, 15/07/4783, circa le 21
Appena la nave ebbe completato le manovre d’approdo, Rose cominciò a dare ordini. Anzitutto, ordinò che metà della ciurma rimanesse a bordo quel giorno. L’altra metà avrebbe avuto il giorno libero per visitare la città, anche se la Roserade si raccomandò di tenersi lontani dalle risse.
Mentre una ventina di membri dell’equipaggio sbarcava, Rose prese Marsh e lo obbligò a scendere. «Visto che sei il mio vice, ti conviene imparare a distinguere le bandiere delle altre ciurme. Inoltre, mi serve sapere quali bande sono qui.» Spiegò. Partendo dal loro molo, quello più a nord, procedettero verso sud. A ogni nave, Rose diceva il nome della ciurma e faceva un commento.
«I Pirati del Pugno d’Acqua, meglio cercare di evitarli, probabilmente le ferite sono ancora fresche. Poi, i Pirati del Sole Rosso, questi non sono pericolosi.» Disse mentre camminava «I Pirati del Drago Marino, questi non hanno nessun problema con noi. E quelli sono i pirati della Palude, si capisce dal pescaggio basso. Sono tra i pochi pirati che agiscono anche a Velenia, nelle Piane Mefitiche, dove i fiumi sono poco profondi. E poi…» Rose si interruppe di botto «Maledizione, ci sono anche loro. Beh, non che non me l’aspettassi, ma…»
«Scusi, capitano, chi c’è?»
«Oh giusto. Beh, questa è la nave dei Pirati dell’Imperatore del Fango, il cui comandante è uno Swampert di nome Wamps. Quel pokémon è il mio più acerrimo nemico. Attualmente siamo a cinquanta vittorie a testa. Ma prima o poi riuscirò a colpire con un attacco definitivo.»
«Anzitutto, siamo cinquantuno a quarantanove, il che è una cosa da considerare.» Commentò una voce alle loro spalle. Marsh e Rose si girarono, trovandosi davanti un grosso Swampert, parecchio più grosso della media. Rose non era bassa, almeno per la sua specie, e comunque superava Marsh di parecchio, ma davanti a Wamps era davvero piccola.
«Inoltre» continuò il pirata «Devo dire che sono sorpreso di vederti qua. Cosa Giratina ci fa una come te qui.»
«Sono una pirata, l’invito l’ho ricevuto anche io.» Rispose Rose.
«Definirti pirata offende solo il nostro buon nome. Se avessi un po’ di decenza, spariresti da questo fiume, tu e la tua ciurma di matti.»
«E se tu avessi un minimo di decenza te ne torneresti strisciando a Laghia. Oh già, non puoi. Troppa paura.»
«Piccola…»
«Suvvia, suvvia» disse una quarta voce «Il porto è un luogo di concordia tra tutti i capitani che approdano.» Un Ambipom frapponendosi tra i due. Marsh notò che gli mancava un occhio.
«Boim. Che… piacere, vederti.» Commentò Rose.
«Anche per me è un piacere.» Aggiunse Wamps, anche se entrambi sembravano ben lungi dall’essere in qualche modo felici.
«Anche io sono felice di vedervi ragazzi. Ora, Wamps, credo dovresti riflettere di più prima di attaccare briga con Rose. L’ultima volta che l’hai fatto, hai perso un dito, o sbaglio?»
«Ero ubriaco, non conta.» Rispose il pokémon. Fissando la sua mano sinistra, Marsh si rese conto che gliene mancavano ben due.
«Conta visto che anche io ero ubriaca.»
«E tu Rose, sai che non dovresti venire qui. Suppongo ti sia arrivata la convocazione, come a tutti gli altri capitani, ma tu e i tuoi dovreste tenervi ben lontani da quest’isola. Lo dico per voi.»
«Abbiamo già promesso di non fare nulla se non veniamo attaccati per primi. Direi che basta. Per il resto, dipende dagli altri. Questa città è famosa per accogliere tutti i pirati, o sbaglio?»
Boim sospirò «Immagino tu abbia ragione. Bene, cerca almeno di evitare guai. Provateci tutti, se possibile.»
Wamps fissò Rose ancora un momento in cagnesco, poi si allontanò. Boim la fissò a sua volta, sospirò e si allontanò.
«Chi era quello?» Chiese Marsh.
«Un Impiccione. Boim è uno di coloro che sono stati incaricati dal Capocittà di calmare le risse che rischiano di scoppiare, almeno qui al porto. Tra pirati, li chiamiamo così, Impiccioni.»
«Ma perché lo fanno? Intendo, perché fare questo lavoro?»
«Alcuni perché la paga è buona. Altri, e sono la maggior parte, perché hanno subito ferite gravi in battaglia, ed essendo pirati schedati non possono tornare alla vita civile.»
«Però Boim mi sembrava sano.»
«Immagino che dopo dieci anni di sordità, uno riesca a dissimulare bene.»
«Aspetta, è sordo?!» Chiese sorpreso Marsh.
«Da ventuno anni, quando la sua ciurma ha fatto saltare dell’esplosivo. Era troppo vicino. Timpano sinistro distrutto, timpano destro quasi del tutto. Sente a malapena un mormorio. Però sa leggere le labbra.»
«Come fai a saperlo?»
«Perché è stato un mio compagno, anche se va detto che abbiamo rischiato e subito anche noi. Scusa, non è una cosa di cui mi piace parlare. E sinceramente non mi piace neanche vederlo.» Disse Rose, fermandolo dal fare altre domande. Dopodiché la pokémon rimase in silenzio per qualche minuto, e Marsh notò che la rosa che aveva come zampa andava meccanicamente alla cicatrice sul volto. Poi la pokémon scosse la testa.
«Bene, finiamo questo giro, d’accordo?»
Marsh annuì, e Rose gli indicò ogni nave del porto, spiegandogli quali ciurme pirata erano più pericolose. Poi i due si diressero verso la città.
Se Marsh si era fatto una cerca idea parlando con Rose, entrato nella stretta via che conduceva al palazzo dovette ricredersi: era molto, molto peggio.
La prima cosa che gli fece fare questa riflessione fu la strada coperta di fango, con il selciato che emergeva solo in qualche punto isolato. Evidentemente, nessuno si curava particolarmente di tenere pulita la via. Il pokémon si trovò a pregare che fosse solo fango.
Procedendo, passarono davanti a diverse taverne. Nella prima, notò Marsh sbirciando dalla finestra, gli avventori erano nel mezzo di una rissa. Stava ancora guardando, quando Rose gli abbassò la testa con forza. Un attimo dopo sopra il capo di entrambi passò una sedia, che distrusse il vetro con un frastuono e si frantumò contro il muro.
Nella seconda taverna sembrava essere appena passato un tornado, e diverse cameriere stavano ripulendo probabilmente le conseguenze di una rissa appena sedata. Con sorpresa di Marsh, diverse di loro erano Marshtomp, che sorrisero. Lui sorrise in risposta, ma Rose lo afferrò per la collottola e lo trascinò via.
«Più attento ragazzo, sei a Normalia ora, le distrazioni costano.» Disse la pokémon, e Marsh annuì, senza capire. Solo girandosi si rese conto che quelle che un attimo prima erano Marshtomp avevano cambiato forma, diventando pokémon diversi.
“Ditto!” Capì Marsh, rabbrividendo al pensiero.
«Non preoccuparti, tutti si fanno fregare la prima volta.» Spiegò Rose, ridacchiando «Sono piuttosto convincenti. La maggior parte lo impara… a proprie spese.»
Proseguendo oltre, Marsh vide parecchie altre risse. Altre Marshtomp, e non solo, gli sorrisero o lo salutarono con la zampa, ma ormai aveva capito il trucco, notando che alla maggior parte mancava una pinna, o avevano spuntoni in più sulle guancie.
Alcuni pokémon invece provarono ad attaccar briga con lui. Un Machamp a cui mancava un braccio allungò il destro superstite e lo posò su un barile, sfidandolo a braccio di ferro. Quando Marsh rifiutò, il pokémon la prese male, ma fortunatamente un Ursaring si fece avanti per sfidarlo, e il pokémon Lotta si dimenticò di lui.
Poi, passando davanti all’ennesima taverna, Rose ridacchiò «Da un’occhiata.» Commentò, indicando la finestra. Dentro, Marsh riconobbe Part intento a giocare a carte insieme a diversi altri pokémon. E giudicando sia dalle espressioni degli altri che dal gruzzolo accumulato davanti al pokémon Normale, il Patrat stava vincendo.
«Non dovremmo fermarlo? Sappiamo entrambi che sta imbrogliando.»
«Queste sono le regole del fiume ragazzo, se non provi a imbrogliare il tuo avversario almeno una volta a partita lo stai offendendo. Ovviamente, anche se ti scopre si offende.» Rispose Rose ridacchiando «Credimi, prima o poi lo scopriranno. Ho visto Part vincere un sacco di partite, ma non è mai tornato a bordo ricco. Si lascia trascinare e finisce per farsi scoprire.»
«Appunto, non dovremmo…» Chiese Marsh, ma un attimo dopo vide Patrat fare un movimeto con la mano. Non capì neanche da dove venne fuori l’asso, ma non fu l’unico ad accorgersene. Gli altri pokémon saltarono in piedi. Nel giro di pochi minuti, una rissa era esplosa nel locale.
«Dovremmo…?» Chiese Roserade.
«Ho cambiato idea.» Rispose Marsh, mentre Part con abilità approfittava della confusione per sgusciare fuori dal locale, stringendo bene un sacchetto. Quando vide Marsh e Rose sorrise.
«Oh, buonasera capitano, buonasera Marsh.»
«Buonasera Part.» Rispose Rose «Dimmi, non avevo chiesto di tenere un basso profilo?»
«Sì, capitano.»
«E lo hai fatto?»
«Lo stavo facendo…»
«Oh, ne sono certa. E sono certa che lo farai molto meglio senza questi.» Rispose Rose, afferrando il sacchetto. Prese una Perla e una Pepita e le lanciò a Part. «Fattele bastare. Il resto te lo restituirò… forse.»
Part annuì, e Marsh e Rose si allontanarono.
«Ha intenzione di ridarglielo?» Chiese Marsh indicando il sacchetto.
«Per quanto mi piacerebbe dargli una lezione e tenermelo, temo dovrò farlo. Se si sapesse che il capitano ruba ai sottoposti, la ciurma potrebbe rumoreggiare. Comunque basta così. Siamo arrivati.»
Marsh guardò la piazza davanti a lui, in marmo bianco, pulita e lucida. Poi guardò il grande palazzo nero. E un nuovo brivido gli percorse la schiena.
  
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