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Autore: mati1999    19/05/2016    1 recensioni
-Diglielo- esclamò la ragazza entrando nella stanza e mettendosi di fronte al ragazzo seduto sul divano, intento a leggere chissà cosa dei suoi libri "noiosi e saputelli" a detta di Zack. Quest'ultimo entrò nella stanza e si posizionò accanto a lei guardandola male. L'interpellato alzò lo sguardo. Poi sbuffò.
-Dire cosa a chi?- chiese, anche se aveva il presentimento di saperlo già.
-Dire a Zack che ho ragione- rispose ovvia
Genere: Angst, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La legge di Murphy mi ha fatto sempre ridere. Che legge è una che dice "Se qualcosa può andare male, lo farà"? Cioè, una cazzata, detta in parole povere. Ma quel giorno dovetti ricredermi. E cominciò con il mio panino alla Nutella che a colazione mi cascò prima sul pigiama e poi per terra, con la parte spalmata verso il basso, continuò con l'indifferenza di Nox, che dalla sera precedente ogni volta che mi vedeva, arrossiva, mi guardava male per una decina di minuti, poi abbassava lo sguardo per poi alzarlo davanti a sé facendo finta di niente (non per forza in questo ordine). Poi ci si mise anche il mio dolce fratellino che ogni volta che ne aveva la possibilità mi abbracciava e mi diceva che non dovevo piangere
-Dai sorellina, non piangere. Ti do la mia- mi disse abbracciandomi e porgendomi la sua fetta di pane Nutella, che non appena toccai raggiunse la sua sorella sul pavimento. 
-Aaaaaaa- urlai di rabbia. Si prospettava decisamente una giornata di merda.
-Basta. Ho capito. Niente colazione per Mathilde- dissi uscendo dalla cucina. Ovviamente poteva andare peggio. E ci andò. Scivolai sul tappeto davanti al divano e caddi con la faccia avanti spaccandomi il naso. Mi misi a sedere per terra. Mi tamponai il naso e notai sangue, tanto sangue.
-Dite una sola parola e vi cambio i connotati- li anticipai. Loro annuirono soltanto. E fecero bene. Quella mattina non ero dell'umore. Andai a farmi una doccia. Mi sciacquai e riuscii a non scivolare nel box della doccia per puro caso. Ma ovviamente poteva andare peggio. E lo fece. Ancora. Mi accorsi di aver scordato i vestiti fuori. Mi misi la biancheria sbuffando. Dato che ero nel bagno di camera mia non mi sembrò troppo un problema. Ma Murphy mi dimostrò il contrario. Sdraiato sul letto trovai l'ultima persona che in quel momento avrei voluto vedere. Ma non imbarazzanti troppo. E ci mancherebbe. Avevo un gran bel fisico. Legai i capelli in una crocchia alta lasciando qualche ciocca e mi avvicinai all'armadio per scegliere i vestiti. 
-Cosa vuoi Lucas?- chiesi. Lui mi fissò ancora un po'
-E il tatuaggio quando te lo sei fatto?- chiese notando la mia aquila stilizzata sul dietro del collo solitamente coperto dai capelli. Istintivamente la toccai.
-Qualche tempo fa- mormorai infilandomi i pantaloni. Lui si avvicinò e me lo sfiorò. 
-E cosa rappresenta?- disse a bassa voce anche lui. Mi girai infilandomi una canottiera e sopra una camicia. Arrotolai le maniche fino al gomito. Scossi le spalle
-Credo libertà. Quello che c'è stato per me e per Zach quando ci hai accolti- risposi. Lo sorpassai mettendomi calzini e scarpe. Avevo già detto che non era la mia giornata? Perché caddi, ancora una volta.
-Sono solo le 11. Mi sono svegliata soltanto un'ora fa. E sono già caduta tre volte. E che cazzo- sbottai frustrata. Nox rise. Poi mi porse la mano. Ma non la presi e mi alzai da sola.
-Andiamo. Credo che Miranda sia arrivata-
-La smetterai mai di chiamarla così?-
-No, mai- risposi con un ghigno. Salimmo in ascensore tutti e tre insieme. Questa cominciò a salire, ma a circa metà tragitto la luce saltò e l'ascensore si bloccò
-MA ALLORA FOTTITI- urlai
-Io non voglio andare a fare l'avvocato- mormorò Zach
-Cosa??- chiese Nox
-Già, cosa??- domandi anche io. 
-Niente- disse Zach. Il mio gemello mi stava nascondendo qualcosa, e a me non piaceva.
-Va bene- feci
-Va bene cosa?- chiese lui guardandomi
-Va bene, dopo parliamo e ascolto i tuoi problemi-
-Ma io non voglio. Non ho mai accettato di farlo- disse lui
-Per questo non te l'ho chiesto- ribattei io. Lui fece per ribattere ma l'ascensore ripartì e in poco arrivò all'ultimo piano
-Salveeeee mondo- dissi entrando. Naturalmente Murphy fece la sua comparsa. Ruzzolai e finii ai piedi di Fury
-Ma porca puttana- strillai
-Linguaggio- disse il Capitano già seduto su uno dei divani. In realtà erano tutti già seduti. C'era anche la ragazza nuova. Mi alzai spazzolandomi i jeans
-Perdonatemi. Questa mattina il mio equilibrio si è preso un giorno di vacanza non concesso. Tu devi essere Miranda- dissi sorridendo apertamente porgendole la mano. Lei me la strinse
-Veramente sono Victoria. Aspettavate qualcun altro?- fece a tutti. Clint, accanto a lei, mi guardò male scuotendo la testa. Sorrisi ancora di più
-No, nessuno. Solo che Mathilde fa schifo con i nomi- disse guardandomi come se dovessi provare a smentirlo
-In realtà ho un'ottima memoria- risposi.
-Il tuo ragazzo non mi conosce ancora bene- continuai. Sia lei che Clint passarono a più tonalità di rosso contemporaneamente. 
-Io....noi....noi non....non stiamo insieme- fece lei balbettando. Mostrai la faccia più stupita che potessi fare
-A no? Lui parla così tanto di te che sembravate tanto affiatati. Non so se mi spiego Miranda- le dissi facendole l'occhiolino
-È Victoria- ribatté sempre più imbarazzata. Mi sedetti anche io continuando a ghignare
-Lo so- dissi solo. Nat accanto a me stava trattenendo le risate mentre Tony e Zach non si stavano facendo problemi. Le loro risate si potevano sentire anche dal piano terra secondo me.
A questo punto anche Nox e Zach si presentarono
-Bene, ora posso anche lasciarvi- disse Fury
-Ma se non hai detto nulla- feci io.
-Oh, no. Io ho parlato. Siete voi tre adolescenti che arrivate in ritardo-
-Opss, colpa mia- mormorai sorridendo. Lui alzò gli occhi, pardon l'occhio, al cielo prima di raccomandare a Miranda di scrivere ogni sera un rapporto sulla giornata. Lei annuì stavolta più sicura e disinvolta. Mi sdraiai quasi sul divano e mi misi a fissare la nuova arrivata. Non appena se ne accorse si girò verso di me. Sorrisi e mossi le dita a salutare. Lei sorrise di rimando ma si rigirò subito. Un sorriso ancora più cattivo si fece spazio sul mio viso. Adoravo mettere la gente in soggezione. Comunque passammo la mattina a parlare con Miranda e dovetti ammettere che non era niente male. Era simpatica anche se ancora non troppo sciolta con noi. Io continuavo a chiamarla Miranda, e lei inizialmente ribatteva, ma quando si accorse che era quello che mi divertiva cominciò a non rispondere ma a chiamarmi Lily, mio secondo nome
-E a te chi l'ha detto il mio nome?- chiesi stupita ma non arrabbiata. Lei alzò un sopracciglio
-Lavoro per lo S.H.I.E.L.D, ricordi?- mi fece. Sbuffai
-Certo che lo ricordo. Come scordarsi che Fury ci ha messo il cane da guardia?- dissi anche io. Lei abbassò lo sguardo offesa. Lo ammetto, ero stata un po' crudele
-Ehi, non ti offendere. Mica è colpa tua Miranda. È Fury quello un po' paranoico- le dissi sorridendo sincera per la prima volta. Lei annuì ricambiando il gesto.
-Buono. Se abbiamo finito vado a mangiare il Sushi da qualche parte qui fuori- esclamai
-Non abbiamo finito- disse Bruce
-Oh. Peccato. Allora ciao. Vado a cercare un Sushi- dissi sorridendo
-Mathilde....- mi richiamò Tony
-Sì?-
-Se esci, un Sushi buono è sulla sinistra- mi informò. Alzai il pollice
-Cosa è il Sushi?- chiese invece Thor. Io lo guardai confusa. Poi ricordai che lui era un dio da un altro mondo così lo perdonai (quasi) per non sapere cosa fosse il Sushi
-Pesce crudo- rispose Zach
-A proposito Thor, prima di tornare a casa tua, passa da me per un saluto- dissi prima di chiudere veloce le porte dell'ascensore. Passai da camera mettendomi una giacca marrone, tipo di cachemire che in realtà era di mio fratello, ma va beh. Scesi fino al garage e presi una delle macchine più fighe. Misi gli occhiali da sole
-Molto meglio. Jarvis, non è che potresti aprirmi?- chiesi
-Subito signorina Blake- rispose e la porta del garage si alzò. Accesi il motore e a una velocità probabilmente non consentita uscii. Il vento tra i capelli era la cosa migliore del mondo. Sgommai e mi avviai a cercare qualcosa. Andavo veloce ed ero felice. Un sorriso enorme si dipinse su di me e non voleva saperne di andarsene. Cosa dimenticavo? Ah già la legge di Murphy. Inchiodai all'ultimo prima di investire un ragazzo a cui, per la paura, caddero tutti i libri che aveva in mano per terra. Si chinò a raccoglierli, non prima di avermi lanciato qualche imprecazione e maledizione. Le macchine dietro di me iniziarono a suonare. Odio il rumore del clacson, a meno che non sia io a suonare. Feci un gesto con la mano e tutti i clacson smisero di suonare. Sentii distintamente l'omino dietro di me chiedersi quale stregoneria era quella. Finalmente il ragazzo finì di raccattare la roba e si alzò continuando a incenerirmi con lo sguardo. Poi guardò l'orologio e si incamminò di fretta. Non avevo di niente di meglio da fare, perciò perché non seguirlo? Lo vidi correre veloce, abbastanza veloce.
-Ehi tu, tizio che ho quasi investito- urlai dal finestrino. Lui si voltò a guardarmi. Notai che aveva i capelli neri poco ricci e degli occhi azzurrissimi
-Che vuoi?- mi chiese sempre con sguardo omicida e voce scorbutica. Forse se l'era presa per la morte rischiata
-Sembri di fretta. Ti serve un passaggio?- chiesi gentile. In realtà non so perché glielo stavo offrendo, magari volevo solo provare ad essere normale per una volta, anche se investire una persona non è proprio da persone normali. 
-Che te ne frega?- fece lui fermandosi finalmente.
-Se vuoi te lo posso offrire io- ribattei. Ormai mi ero impuntata. Volevo conoscerlo. Lui sbuffò
-E perché dovrei accettare?- Alzai le mani dal volante
-Senti ciccio, volevo solo essere gentile. Se non vuoi fa niente- esclamai. Tanto sapevo avrebbe accettato. Lo vidi guardarsi intorno, poi fissare l'orologio per poi tornare con lo sguardo su di me. Aprì lo sportello ed entrò. Un sorrisone si aprii sul mio volto
-D'accordo. Ma solo perché sono in ritardo- disse
-Ok. Dove ti porto Albert?- chiesi. Lui mi guardò male
-Portami al NYU Polytechnic School of Engineering. E non mi chiamo Albert- mormorò guardando fuori dal finestrino
-Però ti tratti bene- esclamai essendo a conoscenza di cosa fosse
-Borsa di studio. Io non sono ricco- fece lui anche se poi si azzittì non dicendomi più nulla
-Ok, se non ti chiami Albert, come ti chiami?- domandai continuando a guidare
-Non te lo voglio dire- mi disse studiando i suoi appunti. Lo fissai un attimo prima di tornare a guardare la strada
-Jack?- Lui scosse la testa
-Louis?- Fece no ancora
-Gerard- Anche qui ricevetti un no come risposta, ma notai un piccolo sorriso che spuntava sulle sue labbra
-Va bene. Ho capito. Te lo do io il nome. Tanto i miei sono sempre i migliori- dissi. Lui stavolta mi guardò
-Me lo dai tu il nome?- domandò. Annuii
-Oh sì. L'ho già fatto con una tizia. Ora è Miranda- gli dissi
-E il suo vero nome?- chiese curioso sorridendo
-Qualcosa con la V, ma non ne sono del tutto sicura- mormorai fermandomi al rosso
-D'accordo Seth, io sono Mathilde- gli porsi la mano. Lui ridendo me la strinse. Ma poi al tolse subito e tornò ai suoi appunti. Stavo per chiedergli cosa avesse quando mi squillò il telefono.
-Sai, vero, che non puoi rispondere mentre guidi?- mi chiese lui
-Si sì tranquillo- gli dissi sorridendo. Ovviamente risposi.
-Pronto?- Vidi la mascella di Seth contrarsi molto. Forse si era arrabbiato. Bah
-Mat. Quando durerà la tua visitina fuori?- chiese la voce di Tony
-Ah boh. Non so. Perché?- chiesi
-Mi hai preso la macchina e serviva a me- mi disse la sua voce incazzata, ma anche divertita
-Relax amico. Hai almeno dieci macchine così- gli dissi. Sentii lo sguardo del ragazzo moro posarsi su di me
-Si, ma mi serviva quella perché devo consegnare una cosa all'Università di New York, al Politecnico, ma è nel cruscotto di quell'auto- esclamò
-Oh, capito. Non ringraziarmi- risposi. Stavolta Tony perse le staffe
-RINGRAZIARTI? RINGRAZIARTI? PERCHÉ MAI DOVREI RINGRAZIARE TE?- urlò. Staccai il telefono dall'orecchio prima che mi uccidesse un timpano e la sua voce la sentì anche Seth, che però stette zitto
-Si, ringraziarmi. Mi sento così buona che passerò io per te. Contento? Così potrai fare le tue cose sporcaccione con Pepper- esclamai contenta. Vidi il viso di Setha arrossire e ghignai
-Va bene. Effettivamente avevo poca voglia di uscire. Avviserò che sarai tu a portarlo-
-Andata. Vedo di tornare a casa per tempo. Ciao vecchio- dissi
-Non sono vecchio- sentii la sua voce prima che mi riattaccasse. Posai il telefono
-Non avresti dovuto rispondere- 
-Già, forse non avrei dovuto- dissi. Lui strinse i pugni. Chissà perché ma pensavo di non stargli molto simpatica. E se continuava così anche per me il sentimento sarebbe stato reciproco. Potevo metterci tutta la buona volontà per farmi perdonare da un pedone che avevo quasi messo sotto, ma se lui era così era ovvio che poi avrei provato antipatia nei suoi confronti. Però nonostante tutto mi incuriosiva così decisi di continuare. Finalmente arrivammo. Lui in fretta e furia scese dalla macchina. Notai che aveva lasciato un pacco di fogli
-Ehi Seth, ti sei scordato questi- urlai per farmi sentire. Lui si voltò e venne verso di me. Mi strappò di mano il plico di fogli. Senza neanche salutarmi o ringraziarmi si avviò verso un gruppo di ragazzi all'entrata che probabilmente aspettavano lui. E infatti
-Ohi Harry, finalmente sei arrivato. La lezione sta per cominciare- E così ora sapevo anche il suo nome. Aspettai che sparissero per prendere dal cruscotto il fascicolo di Tony e scendere. Chiusi la macchina e mi avviai verso l'entrata tendendo gli occhi da sole sulla testa. Appena dentro mi avviai verso quella che sembrava una scrivania da segretaria e mi appoggiai guardandomi intorno. Lei dopo un po' che smanettava al computer mi notò
-Serve aiuto?- Alzai un sopracciglio
-No, stavo solo pensando che è molto divertente vederla scrivere sul computer al ragazzo che le piace ma che non la cagherà mai di striscio- esclamai con un sorriso
-È ovvio che abbia bisogno di aiuto- continuai. Lei mi guardò offesa
-Bene. Cosa posso fare per lei?-
-Devo consegnare questo fascicolo per conto di Tony- dissi
-Il signor Stark?- chiese stavolta gentile. Rialzai il sopracciglio
-Si, lui- feci. Lei sorrise calda ed io la guardai ancora più confusa
-Oh ottimo. Mi segua. L'accompagnerò dal professor Smith. È a lui che dovreste dare il fascicolo. Ora sta facendo una lezione, ma non creda che gli dispiaccia essere disturbato se si tratta del signor Stark- Io ascoltai metà delle parole ma annuii.
-Senta, ma lei conosce di persona il signor Stark?- mi chiese poco dopo timidamente
-Sì- dissi soltanto. Lei mi fissò spalancando gli occhi
-E lo ha visto anche con l'armatura di Iron Man?- chiese sempre più eccitata
-Ah, lui è Iron Man?- domandai facendo una voce sorpresa. Lei spalancò gli occhi ancora più di prima. 
-Scherzo. È ovvio che l'ho visto- esclamai ridendo. Lei si unì alla risata starnazzando come un'oca. Dove cavolo è l'aula di Smith?? Mi chiesi disperata
-Eccoci arrivati- esclamò una volta arrivate davanti una porta con il numero 308. Bussò e non appena si sentì "Avanti" entrò con me al seguito.
-Signor Smith, è arrivato il fascicolo del signor Stark- esclamò contenta la donna. Se prima il professore era un po' scocciato, adesso mostrava la sua contentezza sorridendo sotto dei grossi baffoni bianchi
-Oh magnifico. Vada pure Cindy- disse. La ragazza annuì, poi salutò me e uscì. Il professore si avvicinò a me e mi strinse forte la mano destra scuotendola
-Si, ok. Ok. Ok adesso mi lasci- esclamai staccando la mano da quelle sudaticce di Smith e asciugandomele sui pantaloni. Lui era troppo contento per notare la mia irrilevante mancanza di rispetto. Ma alla classe non sfuggì e si sentì qualche risatina. 
Mi rigirai verso la cattedra e notai un PowerPoint a me famigliare. Ma certo, era quello sulle schede di Harry. Mi girai verso la classe di nuovo e infine lo trovai. Mi stava fissando a bocca aperta. Sorrisi e feci ciao con la mano. Lui si coprì il volto con la mano mentre il tizio che l'aveva salutato prima ora gli stava sussurrando qualcosa all'orecchio guadagnandosi un'occhiataccia da Harry. Smith attirò di nuovo la mi attenzione. Mi voltai verso di lui sorridendo cordiale e porgendogli il fascicolo
-Il signor Stark mi ha anche chiesto di restare per controllare che sia tutto a posto. Posso?- chiesi con tono dolce. Lui afferrò il pacco e annuì energicamente. Così sorrisi ancora una volta. Poi iniziai a salire gli scalini  fino a trovarmi nella fila di Harry. Lui mi guardava stupito ed io notai un posto vuoto accanto a lui. Cominciai a camminare a forza di dire "Permesso" o "Scusate". Alla fine ce la feci
-Ehilà Seth- mormorai al ragazzo accanto a me. Lui mi guardò male
-Che ci fai qua?- 
-Seguo la lezione-
-Ma non hai diciannove anni-
-No- dissi soltanto
-Signor Murphy, la smetta di importunare la signorina..., scusi non le ho chiesto il nome- disse il professore beccandoci a parlare
-Oh non importa. Tanto non glielo avrei detto- dissi scatenando le risate degli studenti. Per non fare figuracce con una persona a contatto con Tony Stark, anche il professore rise. Harry, accanto a me, era rosso di rabbia per il fatto che Smith avesse rimproverato solo lui
-Ma davvero di cognome fai Murphy? Come quello che porta sfiga?- chiesi una volta ristabilito l'ordine. Intanto il professore stava mostrando delle slide con l'armatura di Tony che mostravano più o meno come funzionava. Un vero capolavoro di tecnologia. 
-Si proprio come lui- esclamò il suo amico sorridendo. Harry gli diede uno scappellotto diventando sempre più rosso. 
-Io mi chiamo Scott- mi porse la mano. Io gliela strinsi
-Mathilde-dissi. Harry in mezzo sbuffò
-Harry, non ti presenti?- gli domandò
-Ah, non ti chiami Seth?- chiesi sorridendo
Harry mi guardò male
-No. Ora potete farmi seguire?- esclamò. Alzai le spalle. Il telefono vibrò. Era un messaggio di Tony. Neanche il tempo di leggere che me ne arrivò uno anche da Zach. Lessi il primo e notai che Harry guardava da sopra la mia spalla ma non me ne curai
Ehi ragazzina, come sta andando. Come ti pare la mia armatura? Tanto so che resterai là ad ascoltare, perciò scommetto non hai neanche mangiato. Abbiamo dato un piano anche a Victoria. Non è male come pensavamo, sai? Senti, finita la lezione torna che hai da fare con Natasha e Clint
Tony
-È davvero Tony Stark?- mi chiese una voce nel mio orecchio. Sentii dei brividi, ma annuii.
-Wow- disse. Lo guardai e notai che aveva gli occhioni azzurri spalancati. Repressi una risata. Lui lo notò e tornò serio guardandomi male. Scossi la testa. Ma che aveva quel tizio? Lessi il secondo messaggio
Piccola, perché non torni a casa? Mi sento solo. Lucas non è di nessuna utilità. Non mi va di farmi picchiare da Nat, non ancora. Ho anche finito la Nutella e le finali di stagione. Questo ti può far capire quanto tu sia stata fuori. Per favoreeeeee tornaaaaa. Fallo per Zach
Risi leggendo il messaggio del mio gemello. Harry aveva letto anche questo. 
-Beh, Harry, è stato un piacere. Spero di rivederti. O magari anche no- esclamai alzandomi. Lui non mi degnò neanche di uno sguardo, solo un
-Vedi di non investire nessuno- Scossi la testa e mi avviai alla porta salutando il prof. Lui sorrise ma per poco prima di dedicarsi alle slide. Prima di uscire lanciai un'ultima occhiata ad Harry che mi fissava. Feci un ghigno e lui distolse lo sguardo. Uscii e andai alla macchina. Messa in moto l'auto e nel viaggio ripensai a quello che era successo oggi. Magari la legge di Murphy non faceva così schifo...
 
Salve umani. Sono tornata. Volevo dire due cosec te. Prima, ripensando alle date mi ricordo che il primo Avengers si svolge nel 2012, di conseguenza anche la mia storia sarà nel 2012 e non 2015 (come c'era scritto una volta nel diario di Mat). Secondo, cosa ne pensate di questo nuovo personaggio?? Vi piace? Se no chiessene, tanto la storia è mia😜😁😄 Va bene. Ho finito. Ciaooooo
  
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