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Autore: vanessie    20/05/2016    4 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 6

“Il tappeto volante”

 

POV Nicole

Parcheggiai l’auto ed entrai nel locale in cui avevo appuntamento con Jonathan, che a sua volta aveva fissato di uscire con Nicholas, Dylan e altri amici. Li ricercai e li raggiunsi sedendomi con loro. Li salutai uno ad uno e restammo a bere una birra insieme, ascoltando gli stupidi discorsi che facevano, anche se, sinceramente, mi fecero divertire tanto. Nicholas e Dylan come previsto ci lasciarono presto, per raggiungere le loro ragazze. Simon e Gabriel andarono a rimorchiare delle tipe decisamente svestite presenti nel pub e così restai sola con Jonathan. “Allora…che ti avevo detto? Sapevo che sarebbe andata a finire così” disse lui “Conosci i tuoi polli” “Sì…o meglio…i miei lupi” rispose, facendomi ridere. “Questi anelli sono proprio bellissimi” dissi fermando la sua mano destra per guardarli meglio. Erano particolari e originali “Dove li hai comprati?” domandai “In giro, non mi ricordo esattamente” “Ma a La Push?” “Sì. Vuoi provarli?” “Sì, anche se mi staranno grandi” dissi. Se li sfilò dalle dita e me li porse. Li misi uno ad uno e restai a rimirarli. Erano anelli da ragazzo, ma mi piacevano anche sulle mie mani “Quest’anello qui ha una storia dietro” “Ah sì? Raccontamela dai” “L’ho comprato da una signora che ha una bancarella al mercato. Ha detto che è un Claddagh Ring, un l'anello irlandese, simbolo di amore, lealtà e matrimonio. Chiedi a tua madre, lei è irlandese dovrebbe conoscerlo” spiegò “Wow non ne avevo mai sentito parlare, chiederò” dissi.

 

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“Vedi il disegno? Gli conferisce un triplice significato: è un anello di amicizia, di fidanzamento e di nozze. Lo scopo per cui è scelto è manifestato dal modo in cui l’anello viene indossato: sulla mano destra, con la punta del cuore rivolta verso la punta delle dita significa amicizia. Sulla mano destra, con il cuore puntato verso il polso significa fidanzamento. Sulla mano sinistra con il cuore puntato verso il polso vuol dire matrimonio” continuò a dire “Ma pensa…è ancora più bello ora che so la storia!” “Tienilo, te lo regalo” “Ma no John” “Lo faccio volentieri, davvero” “Grazie è un po’ grande ma…posso metterlo come ciondolo alla collana” dissi. Presi in mano la mia collana e la aprii. Infilai l’anello e gliela porsi “Mi aiuti a rimetterla?” “Certo. Però…lo dovrai far stringere, perché portato al collo non si capisce quale dei tre significati abbia” “Hai ragione, lo farò stringere e lo metterò alla mano destra con la punta verso le dita, come segno d’amicizia” “E se io te lo avessi regalato come simbolo di matrimonio?” chiese. Restai ammutolita a osservarlo, confusa, con il calore che mi stava avvampando le guance. “Nikki non serve che tu ti imbarazzi, stavo scherzando” “Lo so” “Mamma quanto sei cucciola, Principessa Jasmine” disse chiamandomi in quel modo in cui mi chiamava sempre quando eravamo più piccoli “Ma non è vero che le somiglio” “Sei identica!” “E tu scusa? Sei la copia di Aladdin” dissi. Mi guardò malissimo “Non dire scemenze Nik” “Invece sì, guarda” dissi prendendo il telefonino e cercando su internet un’immagine di Aladdin “Ovviamente tu sei la copia venuta male, ma gli somigli” precisai per scherzare…figuriamoci era un ragazzo bellissimo.

 

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“Ohhhhh grazie, sei di una gentilezza sovraumana!” esclamò “Beh scusa…Aladdin è carino parecchio, da piccola volevo sempre vedere questo cartone animato perché ero innamorata di lui” confessai, lui sorrise e scosse la testa “Vedi allora che ho ragione a chiamarti Jasmine?” gli feci la linguaccia e lui sistemò il ciuffo che mi era ricaduto sugli occhi. Oh madre santa! Stavo per avere un mancamento “Andiamo a fare un giro sul tappeto volante?” domandò per giocare, facendo sempre riferimento al cartone disney. “Oh sì ti prego, dimmi che ce l’hai!” esclamai “Potrei anche averlo ma…sai come va a finire…” “Come?” chiesi facendo finta di non saperlo, anche se conoscevo a memoria la storia. “Lui porta Jasmine a fare un giro sul tappeto volante e lei…beh è già innamorata persa” “Vorresti dire che? Nooo Jonathan, è Aladdin che usa tutti i suoi desideri della lampada magica per avere Jasmine, direi che quello innamorato è lui” “Guarda che parliamo di letteratura per bambini, ma paragonato al mondo adulto e ai tempi nostri direi che…quando lui le offre il giro sul tappeto volante…lei accetta e in pratica…è una metafora per dire che Jasmine è una di quelle ragazze che te la danno la prima sera” “Scemo chiudi il becco” dissi dandogli delle botte sul braccio “Stai rovinando tutta la poesia del mio cartone animato preferito. Non gliela dà affatto la prima sera!” esclamai facendo l’offesa “Mamma mia Nicole…come sei maliziosa! Ma che hai capito? Quando ho detto che gliela dà, intendevo l’amicizia, che vai a pensare te eh?!” mi prese per il culo abbondantemente “Idiota” lui rise “Insomma? Ti va un giro sul tappeto volante o no?” “Per carità, non vorrei che ti venissero strane idee” dissi “Ok come vuoi. Quando ti va dimmelo” “Cosa?” “Il giro” “E va bene, mi va” “Andiamo allora” disse alzandosi in piedi. Infilai il coprispalle e lo seguii fuori dal pub. “Ultima notte a La Push, che vuoi fare?” “Quello che vuoi” “Ohohoh posso scegliere proprio tutto?” “Nei limiti della decenza sì” “Seguimi!” esclamò. Lo presi sottobraccio e camminai svelta. Più andavamo avanti e più diventava buio, ci stavamo allontanando molto dalle strade cittadine e addentrando nella folta vegetazione. Camminammo un bel po’, poi gli chiesi “Ma dove stiamo andando? Mi sto cominciando a preoccupare…un posto isolato, buio, lontano dalla civiltà…ohhh non è che mi hai scambiato per Jasmine?” “Ah no? Non ti va? Credevo di aver capito il contrario” disse serio. Lo guardai cercando di capire se stesse scherzando o meno. “Jonathan!? Dici seriamente o scherzi?” “Tutta quella conversazione a doppio senso non era un modo di farmi capire che volevi fare sesso?!” chiese sempre serio “N-No io intendevo solo…fare un giro insieme. Non dovevi equivocare” “Nicole hai una faccia!!!! Ma dai secondo te? Non voglio far niente! Scherzo!” disse prendendomi tra le sue braccia “Ah ok” risposi. I battiti accelerati del mio cuore trovarono un momento di riposo…mi ero preoccupata per davvero ad un certo punto. “Ti sei impaurita?” domandò “No” “Come no? Stai tremando! Ma ti pare che potrei mai fare una cosa del genere?!?” “Scusa se ho frainteso” bisbigliai “Scusa tu se ti ho spaventata, mi dispiace” disse accarezzandomi la testa e dandomi un bacio sulla fronte. “Vuoi andare nel posto segreto o preferisci tornare indietro?” “Andiamo” “Ok, vieni però, ti porto in braccio perché con i tacchi non è il massimo camminare qui” precisò. Lasciai che mi prendesse in braccio e mi accoccolai a lui, sentendomi nuovamente al sicuro dopo quel piccolo spavento di prima. Mi rimise giù quando arrivammo. “Ecco ora per vedere meglio dovremo salire sull’albero!” “Ho il vestito…non è molto comodo” “Ti aiuto” disse salendo sul ramo più basso e porgendomi la mano per farmi salire. Gliela afferrai e mi tirai su. Ci spostammo un altro paio di volte tra i rami “Ecco ora sali prima tu” mi disse indicandomi il ramo finale sul quale dovevamo giungere “Vai prima tu John” “No dai, sali, ti seguo” “Ok. Non guardarmi le mutandine o ti uccido!” precisai, lui rise. Con cautela salii per prima, facendo attenzione a non scivolare con le mie scarpe con il tacco. “Uhhh sono bianche e rosa?” domandò per prendermi in giro “No, le hai viste proprio male sono…a fiorellini” risposi quando mi raggiunse. Mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso e gli sorrisi. Si sorresse ad un altro ramo sopra alla mia testa e mi inondò del suo profumo con quel gesto. “Dovresti voltarti adesso” disse, ma non volevo farlo realmente, lo spettacolo più bello era proprio lì davanti ai miei occhi ed era lui. “Ok, spero di non scivolare” precisai cominciando lentamente a girarmi. Sentii la sua mano prendere la mia per darmi il sostegno giusto per non cadere. La tenni stretta e riuscii a vedere sul serio quello per cui eravamo lì. Da lassù infatti si vedeva l’oceano Pacifico coperto da un bellissimo cielo stellato. La luna piena scintillava e rendeva tutto così tremendamente romantico…Jonathan aveva avvolto un braccio intorno alla mia vita ed io mi ero lasciata andare, appoggiando la schiena sul suo petto. “Ti piace? Mi ci portava sempre mio padre quando ero piccolo!” esclamò “Sì è bellissimo” “Credo che fosse una specie di posto segreto dei miei genitori! Cioè loro non lo hanno mai ammesso, ma scommetto che è così” precisò “Wow…Embry ci sa fare” risposi, lui rise e lo feci anch’io. “Ma scusa quella laggiù a sinistra è First Beach?!” “Esatto e l’insenatura è la baia di First Beach” continuò a spiegare. “Fantastico, rischiavo di partire per il college senza aver mai visto questo panorama” “Dai Nicole, hai visto? È un po’ come essere sul tappeto volante e guardare dall’alto la città!” disse. Non risposi, restammo in silenzio immersi nei nostri pensieri. Poggiai la mia mano sulla sua, che era al lato sinistro della mia vita, poiché continuava a tenermi stretta con il suo braccio per evitare che cadessi dall’albero. “Emozionata per domani?” mi chiese, riferendosi alla partenza per l’università. Beh a dirla tutta non ci pensavo minimamente in quell’istante, ero super emozionata solo ed esclusivamente perché ero con lui. “Un po’…” “Vedrai ti ambienterai subito, farai nuove amicizie e imparerai tutto ciò che ti serve per il tuo futuro mestiere” “Lo spero. E tu? Sei pronto per gli esami che devi fare?” “Sì” “Che esami darai?” “Scienze e tecnologie chimiche, che è un esame abbastanza facile e Fisica 4 che è…un mattone…” disse, facendomi sorridere. Una folata di vento appena più forte sollevò il mio vestitino, lo abbassai tenendo una mano sull’orlo dell’abito per evitare che si alzasse di nuovo. Ma fu inutile, la stoffa leggera continuava a svolazzare “Maledizione!” esclamai, non potendo utilizzare la seconda mano per tenere il vestito, visto che ero impegnata a reggermi al ramo. “Cosa ridi?! Cerca di aiutarmi!” gli dissi “Non ci penso nemmeno…” ripose divertito “Almeno evita di guardare” aggiunsi, mentre notavo che continuava a gettare lo sguardo in basso verso le mie gambe “Ti darò una mano” disse prendendo tra le dita il bordo del mio abito e cercando di tenerlo giù. Mi girai verso di lui, faccia a faccia, e Jonathan mi spinse delicatamente verso il tronco dell’albero. Vi poggiai la schiena e il fondoschiena, mollando completamente la presa dal vestito. Si avvicinò toccando il mio bacino con il suo e quindi assicurando la salvezza della mia gonna dalle folate di vento. Ma adesso non era affatto il vento a preoccuparmi, erano le sue labbra tanto vicine alle mie, tanto da poter sentire il profumo del suo respiro. Erano i suoi occhi profondi ed espressivi puntati nei miei, erano i suoi capelli lunghi e lisci, profumati di uno shampoo dall’odore intenso e avvolgente, che sfioravano le mie guance. Sperai vivamente che volesse baciarmi. Rimasi ferma immobile, incapace di pensare o di emettere qualsiasi parola. Dopo qualche secondo lui scese sul ramo inferiore e mi prese per i fianchi aiutandomi a scendere. Quando arrivammo con i piedi per terra lui rimase in silenzio, quel momento era stato imbarazzante e non sapevo come uscirne, cosa dire o cosa fare per rompere quell’atmosfera fastidiosa che si era venuta a creare. Per un po’ lo seguii camminandogli dietro, poi trovai una stupidaggine da dirgli. “Domani mattina ci vediamo alla stazione ferroviaria alle 11?” chiesi alludendo al treno che dovevamo prendere diretti a Seattle “Sì” “Hai molte valigie da portare?” “No, tu? Immagino di sì” disse, annuii “Ti aiuto a portarle dai” “Grazie, sei gentile…per le valigie e per il fatto che ti toccherà fare da ‘tutor’ ad una matricola come me” aggiunsi “Prego” “Mi saprò far perdonare. Kevin dice che ami la torta al cioccolato, te ne preparerò una a Seattle” “Beh grazie, non importa ma…una torta non la rifiuto mai!” esclamò sorridendomi. Ci fermammo davanti al giardino di casa mia per salutarci. “Ok allora…a domani” “Sì, buona ultima notte da liceale” disse “Grazie…buonanotte” “Buonanotte anche a te Nik” disse.

 

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Entrai in casa con il battito del cuore accelerato e mi preparai per dormire. Sperai che il giorno successivo sarebbe iniziata una nuova ed entusiasmante fase della mia vita…il college, amici nuovi, esperienze nuove, diversi modi di approcciarsi agli altri…chissà forse anche l’amore, quello vero, coinvolgente, travolgente, impetuoso, passionale…in pratica quell’amore che ancora non avevo mai davvero provato…ma solo sognato.

 

NOTE:

Ciao a tutti!!!! Questo è l'ultimo capitolo ambientato a Forks, nel prossimo ci sarà la partenza per il college di Seattle e l'inizio di una nuova avventura! Nicole e Jonathan ne approfittano per salutare alcuni amici e poi restano soli a parlare. Le mie storiche lettrici di Sunlight's Ray, forse ricorderanno che in Sunlight's Ray parte 3, nel capitolo in cui Leah e Embry ci presentano il loro bambino (Jonathan), si alludeva già ad una somiglianza con il personaggio Disney di Aladdin, per questa ragione adesso è Nicole ad alludere a tale somiglianza! Come al solito la loro uscita va alla grande, insieme sanno diverirsi, scherzare ma anche parlare delle aspettative di Nicole per il college, degli esami universitari di John...insomma parlano un po' di tutto, proprio come è naturale fare tra amici. Vi aspetto venerdì!!!! Un bacio e grazie ancora a chi mi segue!

Vanessie

   
 
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