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Autore: ScoSt1124    21/05/2016    5 recensioni
"La teoria dei sei gradi di separazione è un'ipotesi secondo la quale ogni persona è divisa da un'altra persona, nel mondo, da non più di cinque persone intermediarie.[...] Stiles non credeva facilmente a ciò che gli veniva detto, per quello aveva deciso di sperimentare quella teoria lui stesso."
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"Questo è un esperimento a scopo didattico:
chiunque riceva questo pacco, che non sia Derek Hale, è pregato gentilmente di farmelo sapere scrivendomi un biglietto ed inviandolo al mio indirizzo (Anche se sei Derek Hale devi farmelo sapere)."
[Sterek!AU] [Tutti umani] [Parte Text!Fic Epistolare]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sei



Stiles era arrivato di corsa alla sua jeep. Aveva tirato fuori le chiavi e dopo aver aperto la portiera, vi era salito. Era leggermente in preda al panico per quello che era appena successo, eppure era ancora abbastanza lucido da sentire una sensazione. Una strana sensazione, come se gli sfuggisse qualcosa; se gli mancasse qualcosa. Quella sensazione che si prova ogni mattina quando si esce di casa e sai che ti manca qualcosa ma non riesci ad identificare cosa.
“Merda, Scott...”
Ecco, aveva capito. Si era dimenticato il suo migliore amico. Oltre al premio imbranato dell’anno, ora avrebbe vinto anche quello per il peggior migliore amico. Se fosse esistito.
Tirò fuori il telefono e gli scrisse un messaggio.


(17:23) Scott, io son già al parcheggio. Ti aspetto qui.

(17:24) Ok, cinque minuti e arrivo. È successo qualcosa?

(17:26) No... Cioè si! Dopo ti spiego.


Quei cinque minuti forse erano stati anche dieci. Ma Stiles era troppo immerso nei suoi pensieri da capire quanto fosse passato. Talmente immerso che quando Scott aprì la portiera, Stiles ebbe un sussulto.

- Ehi! Amico non volevo spaventarti.
- Non mi sono spaventato. Ero sovrappensiero. Andiamo?
- Si. Quindi che è successo? Mi hai fatto preoccupare
- Niente, io e i miei soliti casini con cui rovino sempre tutto.
- Ora è tutto più chiaro... - disse Scott sarcastico
- HobaciatoDerek - disse il più velocemente possibile, pur di non ripensarci.
- Ecco, ora è ancora peggio rallenta e ripeti. E non intendevo la macchina.
- Ho... ecco... baciato Derek - disse strizzando gli occhi, come per paura della reazione dell’altro.
- Cosa? Amico ma sei impazzito?
- Grazie Scott, siccome stavo veramente bene, le tue parole mi servivano proprio.
- No, scusa, riformulo. Come è successo?
- Non lo so... Ci stavamo salutando e forse mi sono fatto prendere un po’ dalla situazione, dal destino, da questi sei mesi, dai problemi mentali che evidentemente ho dopo aver fatto quello che ho fatto e l’ho baciato. È stato un attimo e poi sono scappato via e poi...
- Stiles, frena, prendi fiato tra una frase e l’altra! Lui che ha fatto?
- Non lo so, non gli ho dato il tempo di parlare che ero già scappato.
- Andiamo di bene in meglio!
- Lo so... - disse Stiles sbuffando.
- Dai, non guardare il lato negativo delle cose. Magari lui ti ama alla follia solo che tu non gli hai dato il tempo di reagire e ora ti trovi in questa situazione.
- Scott mi meraviglio di te! Allora di solito fai solo il finto tonto, comunque no... è etero, ho un radar per queste cose.
- Che ci vuoi fare... quando mi applico succede questo! Si, come no, te lo ha detto lui? O sono come al solito le tue paranoie?
- Boh, ormai la cazzata è fatta e so che me ne pentirò per tutta la vita.
- Se lo dici tu!

Nel frattempo erano arrivati a casa di Scott, il quale aveva salutato l’amico ed era sceso dalla macchina.

Stiles era arrivato a casa non molto tempo dopo, dato che abitavano abbastanza vicini. Non era riuscito a far nulla quel pomeriggio, ogni volta che iniziava a fare qualcosa, puntualmente, si ritrovava a pensare a quello che era successo. Ogni cosa, anche la cosa più insignificante, gli riportava in mente quella situazione.
Si, lui aveva quel brutto vizio di pensare e ripensare a quello che gli succedeva; forse era anche per quello che soffriva più degli altri.
Così si era semplicemente messo a pancia in giù sul letto.
Ah, ovviamente a pensare.


***


Derek non sapeva cosa fare. Non si era mai trovato in una situazione del genere. Non che non si fosse mai innamorato; l’ultima volta era stato con Paige e in più non si erano lasciati molto amichevolmente, dopo che lui gli aveva detto di non essere più innamorato di lei perché gli piaceva un ragazzo.
No, non era finita bene.
Dopo lei non c’era stata nessuna storia seria.
Ma il bacio di quel ragazzino aveva fatto vacillare tutto. Derek era stato preso alla sprovvista e per lui era difficile reagire quando non conosceva le intenzioni dell’altro. Non aveva mai visto il suo “compagno di lettere” in quel modo. Sentiva che aveva cambiato qualcosa dentro di lui, eppure non si erano nemmeno lontanamente avvicinati all’argomento.
Quel bacio però lo aveva fatto sciogliere da dentro, gli aveva lasciato un vuoto enorme quando si era staccato da quelle labbra fini. Vuoto che era aumentato quando l’altro se ne era andato credendo di aver sbagliato e senza aver lasciato una frazione di secondo a Derek per parlare.
Erano passati quattro giorni e Stiles non aveva scritto; ma Derek ci aveva messo un po’ a capire che forse il primo passo doveva farlo lui.


- Che hai fratellone?
- Nulla, perché?
- Laura, il tuo qui presente fratello non vuole dirmi cos’ha!
- Mio, tuo no...
- Precisina, era una battuta
- Sorelle! La volete smettere?
- Sisi, cos’hai quindi?
- Niente Laura, l’ho già detto a tua sorella
- Ehi! Non copiarmi le battute fratellone
- Per caso c’entra il ritardo di due ore dell’altro giorno?
- Ero nel traffico...
- Non mentirci!
- Ok, mi sono scontrato con uno
- Ci hai messo due ore perché ti sei scontrato con uno?
- Oddio, non con la macchina vero? Stai bene? Sei tutto intero?
- Aaah parlare con voi due è snervante. No, mi è venuto addosso mentre stavo camminando. E il problema era chi fosse


Derek aveva preso una pausa di due minuti e Laura e Cora, sedute sul divano davanti a lui, aspettavano - impazientemente - una risposta.


- Quindi? Ce lo dici o dobbiamo aspettare che faccia notte?
- Gli sono cadute le chiavi, allora l'ho seguito e gliele ho riportate ma quando il suo amico l’ha chiamato ho capito che era il ragazzo con cui mi scambio le lettere
- Aspetta, non dirmelo te ne sei andato senza dire nulla. – disse Cora
- Tipico di nostro fratello.
- Non me ne sono andato, mi sono presentato.
- Ok, questo si che è sconvolgente, credo che mi si sia bloccata la crescita.
- Fortuna che tu sia già cresciuta Laura - puntualizzò Cora
- Spiritosa Laura, davvero.
- Quindi il fatto che tu ti sia presentato, ti fa stare così?
- No
- Allora cosa? - chiese insistente la più piccola
- Dai Der, possibile che dobbiamo tirarti fuori le parole di bocca!
- Bastava non chiedere. Comunque niente abbiamo preso un caffè e parlato per quasi due ore. Poi...
- Poi? Fratellone sto per perdere la pazienza.
- Mi ha baciato ed è scappato via
- Mi auguro che tu lo abbia fermato!
- O quanto meno abbia ricambiato.
- No, è scappato
- Santo cielo Der, parli di lui da quattro mesi e lo lasci scappare così? Oddio, parlare è una parola grossa, diciamo che lo hai citato più di una volta.
- Si, ma non abbiamo mai parlato di questo genere di cose.
- Ormai ti ha baciato, prima o poi uno dei due dovrà dire qualcosa.
- Qualcuno qui prova qualcosa.


Derek non le aveva neanche lasciate finire di parlare, se ne stava già andando.


- Der dove vai?
- Fratellone, non abbiamo finito di parlare.
- Ho già detto troppo.


Aveva deciso di mandargli una lettera e non di scrivergli un messaggio. Non voleva che lo vedesse come un gesto per tirarsi indietro; lui voleva solo lasciargli i suoi spazi e sapeva - o meglio sperava - che quel ragazzino era tanto intelligente da capirlo.
Non era stata una cosa facile, non lo era mai, specialmente quando bisognava esternare qualcosa di particolare e così profondo; e lui non era del tutto pronto, eppure decise di farlo lo stesso.

18/08/2016
Caro Stiles,


Da quando iniziava le lettere con “Caro”? Come primo passo andava veramente male.

18/08/2016
Ciao,
Come stai?


Banale, troppo scontato. Derek odiava essere scontato.

18/08/2016
Ciao,
ho pensato molto a cosa fare dopo quello che è successo l’altro giorno. Non nel senso che tu abbia fatto qualcosa di sbagliato; solamente che non avevamo mai parlato di sentimenti. Nessuno dei due ha mai chiesto all’altro il proprio orientamento sessuale e credo sia giusto così. Non è la prima cosa che chiedo quando conosco qualcuno. Non esterno i miei sentimenti e questa lettera mi sembra la più grossa cavolata che io abbia fatto ma in fondo tutto è iniziato con delle lettere e dei gradi che ci separavano. Ora non ce ne sono. Non siamo più divisi da cinque persone intermediare e nemmeno da chilometri, almeno per il momento. Possiamo provare a conoscerci, non solo scrivendoci.
È stata la lettera più complicata della mia vita; sappi che te la farò pagare per questo.

Derek



Avrebbero voluto scrivergli “spero tu mi risponda” o qualcosa del genere, ma Derek non era così sdolcinato. Assolutamente, gli si contorceva lo stomaco al solo pensiero.
Forse era anche per questo che l’aveva chiusa con una frase che sarebbe dovuta sembrare una qualche sottospecie di minaccia. Anche se a leggerla veniva più da ridere che altro.

Si era anche fatto due calcoli veloci nella sua testa. Riguardavano per lo più il tempo che ci avrebbe messo quella lettera ad arrivare al destinatario se l’avesse spedita con le poste. Due, tre giorni... No, decisamente troppo.
Aveva così deciso di andare lui stesso ad imbucarla. Lui? Dai, se glielo avessero detto qualche anno prima non ci avrebbe creduto. Chi mai avrebbe fatto tre quarti d’ora in macchina sia all’andata che al ritorno per imbucare una lettera e avere un contatto solo con la casetta della posta? Lui, perché amava guidare, lo rilassava e in più poteva pensare senza che nessuno gli stesse con il fiato sul collo. Ok, forse era la scusa peggiore della storia. Un’ora e mezza a guidare solo per pensare? Non ci crederebbe nessuno.

Ormai il suo cervello aveva accettato quella decisione poco razionale e così era partito, avvisando le sorelle che sarebbe tornato dopo un paio d’ore.
Alla fine era stato anche vero, durante il tempo del viaggio era riuscito a pensare e schiarirsi le idee.
Arrivato a destinazione, era sceso dalla macchina ed era andato alla cassetta della posta per mettere dentro la lettera. Tutto era filato liscio.
L’unico problema fu che, quando si girò per ritornare nuovamente alla macchina, si ritrovò faccia a faccia con Scott.
Perfetto, peggio di così non poteva andare; o forse si, se al posto di Scott ci fosse stato Stiles.


- Cosa ci fai qui?
- Niente, ho portato una cosa.
- Spero per te che non ci sia nulla di offensivo in quella lettera Hale. Se hai scritto qualcosa di brutto riguardo a ciò che è successo l’altro giorno, puoi anche riportala a casa. Non voglio vedere Stiles soffrire a causa tua.
- Non vedo perché debba giustificarmi con te, comunque non ho scritto nulla di offensivo, davvero. Solo, portala a Stiles per favore.
- Ok, spero riusciate a chiarire.
- Già.


E Scott senza farsi vedere aveva anche sorriso, perché se non c’era niente di offensivo - forse - non era tutto un casino come aveva detto Stiles.

Così Derek se ne era andato e Scott era entrato a casa di Stiles con la posta in mano.


- Amico, oggi usciamo - disse Scott trovandolo ancora sul divano davanti al televisore.
- No, non si sa mai!
- Cosa?
- Combino talmente tanti casini che forse nel momento in cui uscissi potrei incasinare anche la vita di chi mi passa di fianco.
- Sempre il solito esagerato. Ho preso la posta mentre entravo.

Scott gli passò le cinque buste che prontamente mise da parte vicino al cuscino.

- Non le guardi?
- Saranno tutte bollette o stupidi volantini.

Scott in risposta alzò gli occhi al cielo.
Possibile che il suo amico fosse così poco perspicace in alcuni momenti?! E si che - dei due - quello che “tecnicamente” arrivava più facilmente alle cose doveva essere lui.

- Non si può mai sapere.
- Scott si può sapere cos’hai oggi?
- Io? Niente. Tu, piuttosto...
- E va bene le guardo. Cont -

Stiles non aveva nemmeno finito la frase che aveva già iniziato ad aprire la busta. Ne aveva letto il contenuto e aveva ritrovato un sorriso che nei giorni precedenti era pian piano sparito.

- Lo sapevi.
- Si, l’ho incontrato qui fuori, mentre la imbucava.
- Qui fuori? - chiese Stiles perplesso
- Si. Quindi? Usciamo?
- Si, metto le scarpe e arrivo.


Il tragitto fino a camera sua fu lungo; molto più lungo di quello che era solitamente.
Ci avrebbe anche messo poco, se solo non avesse iniziato a pensare a quanto era appena successo. Derek Hale aveva imbucato direttamente lui stesso la lettera e non l’aveva spedita. Cose da non crederci!
Che poi poteva anche suonare e non scappare dopo aver messo la lettera nella cassetta. No, meglio così; che se per sbaglio lui non fosse stato in casa e alla porta avesse aperto suo padre, sarebbe stato ancora lì a rispondere alle domande. Quindi forse la riservatezza di Derek - in quel momento - aveva salvato entrambi.


***


Derek aveva percorso - si e no - venti chilometri, quando sentì il telefono squillare, segno che era arrivato un messaggio. Doveva percorrere altrettanti chilometri per arrivare a casa, solo che moriva dalla voglia di vedere chi fosse.
Al diavolo. Aveva accostato e aveva controllato chi fosse.


(18:12) Davvero? Vorresti farmela pagare?! Si, forse è anche per quello che sono scappato. Non abbiamo mai parlato di questo cose... Io mi sono fatto prendere e di questo ti chiedo scusa. Sarei felice di conoscerti meglio. Stiles


Davvero distaccato, non era mai stato così formale in vita sua; ma ancora non si era ripreso dallo shock.
Derek era comunque contento di aver ricevuto una risposta. Forse non sarebbe stato ucciso da Scott.
Un punto in più a Scott dopo la sua salvezza.
Ora doveva rispondergli qualcosa; ma cosa? Aveva già avuto abbastanza difficoltà a scrivere la lettera, figuriamoci a rispondere al messaggio.
Era meglio arrivare prima a casa. Altrimenti se avesse iniziato a parlare con Stiles, non ci sarebbe arrivato più.


(18:40) Certo. Non chiedermi scusa. Ormai è andata e comunque nessuno dei due aveva mai detto queste cose all’altro. Ok. Ah scusa se ti ho risposto tardi ma stavo guidando. Derek


Ok, altra cosa strana. Si stava scusando per il ritardo, davvero? Non lo aveva mai fatto. Non che fosse maleducato, ma non dava mai spiegazioni se non gli venivano chieste. Altro meccanismo con cui non voleva far capire agli altri più del dovuto e che - da quando era diventato avvocato - era peggiorato a dismisura.


(18:44) Si, immaginavo. Scott mi ha detto che sei venuto fino a qua per imbucare la lettera. Potevi anche spedirla, non era un problema. Comunque possiamo vederci un giorno di questi. Stiles


Altra cavolata “potevi anche spedirla”; detto cosi sembrava che non gli importava nulla di quel gesto. Non era affatto così. Anzi, aveva apprezzato. Così cercò di attutire il colpo.


(18:44) Con questo non voglio dire che tu abbia sbagliato a portarmela. Stiles


Forse così andava meglio.


(18:46) Immaginavo te lo avesse detto dalle poche parole che ci siamo scambiati prima che lui entrasse. Ok, domani hai da fare? Derek


Troppo presto? No, le vacanze stavano per finire e lui voleva rimediare alla situazione, prima di tornare a New York.


(18:50) Perdonalo. Alle volte è leggermente protettivo. No, ti va bene il parco dietro al centro commerciale dell’altro giorno? Stiles


Cosa era successo a entrambi? Uno non era mai stato così serio nei messaggi, mentre l’altro addirittura sembrava un’altra persona.


(18:53) Si, ho presente. Quello con il lago? Che prima era una cava? Derek

(18:54) Si quello. Alle 16.30? Stiles

(18:55) Ok. Derek

(19:00) Quindi, a domani! Buona serata. Stiles

(19:02) Già. Altrettanto. Derek


Tutti e due cambiati dagli eventi.













Note: Buon fine settimana!
Come sempre non me ne sto zitta; ma volevo avvisarvi che alla fine il prossimo non sarà l'ultimo. Mentre scrivevo è venuto fuori anche un epilogo. Mi spiace di avevrvi dato false informazioni - spero non mi odierete per ciò - ma alla fine è venuto fuori anche un epilogo.
Detto questo, grazie per aver letto come sempre e a presto!



   
 
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